In Flames – Battles

Battles è un album apprezzabile se degli In Flames preferite questa versione americanizzata e commerciale, se invece siete amanti del Gothenburg sound rivolgete le vostre orecchie altrove, il gruppo di Colony e Clayman non esiste più.

Gli In Flames sono e resteranno una dei gruppi più importanti in senso assoluto per lo sviluppo delle sonorità estreme: fondatori insieme ad una manciata di band (Dark Tranquillity ed At The Gates su tutte) del death metal melodico, anche conosciuto come Gothenburg sound, nei primissimi anni novanta, e creatori di una serie di album fondamentali con cui attraversarono l’ultimo decennio del secolo scorso entrando nel nuovo millennio con il loro capolavoro, Clayman.

Da molti quello viene considerato l’album perfetto, il primo esempio di metal estremo moderno in equilibrio tra tradizione scandinava e statunitense, il padre di tutto un movimento musicale che si identifica con il metalcore, ma che del death metal melodico è figlio legittimo.
Purtroppo Clayman è stato per il gruppo svedese la fine di un ciclo e gli In Flames dal 2000 sono ripartiti, trasformandosi in un’entità che non ha più niente da spartire con la band di Lunar Strain, Whoracle, The Jester Race e l’altro capolavoro Colony.
Il salto temporale fino al 2016, con album più o meno riusciti, porta fino a Battles, ultimo lavoro che allontana sempre più il gruppo dal sound scandinavo e dal metal, per abbracciare l’alternative rock .
Non fraintendetemi, Battles troverà ancora molti estimatori, ma è indubbio che se il gruppo da qualche anno a questa parte avesse cambiato monicker nessuno si sarebbe scandalizzato, in sostanza con questo lavoro la trasformazione è completa e i vecchi In Flames non esistono più.
Questa band che si fa chiamare così in realtà è una band moderna, molto alternativa ma assolutamente poco originale, il suo nuovo lavoro risulta un poco riuscito sunto di quello che il metal/rock dalle mire mainstream ci riserva in questi primi anni del nuovo millennio.
La carica estrema è definitivamente scomparsa, almeno se pensiamo al death metal degli esordi, sostituita da un più commerciabile metal per adolescenti, con qualche intrusione nel rock patinato dei Muse e richiami al nu metal dei P.O.D. (The Truth), dei Linkin Park, con l’abuso delle parti elettroniche ed una prestazione troppo ruffiana di Fridèn al microfono.
Qualche riff più agguerrito sparso per l’album non basta: The End, Here Until Forever e Underneath My Skin sono brani che, se sull’artwork non ci fosse il logo del gruppo svedese, avrebbero un suo perché, magari suonati da cinque pivelli con il mascara, ma qui ci troviamo al cospetto di un gruppo troppo importante e con ormai troppe primavere sul groppone, e quei coretti alla P.O.D. che fanno capolino tra molti dei brani di Battles non possono che lasciare l’amaro in bocca, almeno ai vecchi fans.
Come già detto, Battles è un album apprezzabile se degli In Flames preferite questa versione americanizzata e commerciale, se invece siete amanti del Gothenburg sound rivolgete le vostre orecchie altrove, il gruppo di Colony e Clayman non esiste più.

TRACKLIST
1. Drained
2. The End
3. Like Sand
4. The Truth
5. In My Room
6. Before I Fall
7. Through My Eyes
8. Battles
9. Here Until Forever
10. Underneath My Skin
11. Wallflower
12. Save Me

LINE-UP
Anders Friden – vocals
Bjorn Gelotte – guitars
Niklas Engelin – guitars
Peter Iwers – bass
Joe Rickard – drums

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