Jarun – Sporysz

Sporysz è un album che cresce con gli ascolti e che conduce alla lenta ma essenziale scoperta di una band dotata anche di grandi capacità esecutive, fondamentali nell’economia di un lavoro che dai cambi di tempo ed atmosfera trae buona parte della propria ragion d’essere.

I polacchi Jarun arrivano al lor terzo full length con Sporysz, cantato in lingua madre come i precedenti Wziemiozstąpienie e Pod niebem utkanym z popiołu.

Per quanto mi concerne, questo è il primo incontro con il gruppo nato come progetto solista del chitarrista Zagros, e le referenze parlano di un progressive black dalle forti venture folk che in effetti si rivengono in quest’occasione, ma in maniera non cosi accentuata.
Non è detto che ciò sia un male, visto che proprio tali sfumature mantengono le sonorità su un piano carico di maggiore tensione, ed anche quando la chitarra acustica pare prendere campo, ciò avviene sempre all’insegna di partiture denotate da una grande oscurità (per esempio all’inizio di Wichry).
Indubbiamente, invece, l’appellativo progressive calza a pennello al sound degli Jarun , visto che il loro black metal è cangiante ma, nel contempo, rifugge ogni tentazione cervellotica; infatti va dato loro merito di mantenere sempre sotto stretto controllo le varie pulsioni creative incanalando il tutto in uno stile che a tratti può ricordare quello dei Negura Bunget nelle parti meno orientate al folk.
Sporysz è un album che cresce con gli ascolti e che conduce alla lenta ma essenziale scoperta di una band dotata anche di grandi capacità esecutive, fondamentali nell’economia di un lavoro che dai cambi di tempo ed atmosfera trae buona parte della propria ragion d’essere.
Se sono magnifiche la title track e la già citata Wichry, non è da meno il resto della tracklist, frutto di un lavoro di composizione di primissimo ordine, invero sorprendente sotto certi punti di vista: per gli Jarun potrebbe essere arrivato il momento di abbattere la barriera che ancora li divide dal novero delle band più importanti, sperando solo che l’uso della lingua polacca non finisca per costituire a suo modo un limite.

Tracklist:
1. Sporysz
2. Powidoki
3. Jesien Wiecznosci
4. Wichry
5. Sny jak ziemia, sny jak rzeka
6. Malowany ogien

Line-up:
Mateusz Kujawa – vocals
Marcin “Pazuzu” Pazera – drums
Dawid Wierzbicki – bass
Krzysztof “Gambit” Stanisz – guitars
Jakub “Zagreus” Olchawa – guitars

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