Kadavar – Live In Copenhaghen

La band dal vivo risulta una macchina da guerra hard rock e la track list, che pesca principalmente dall’ultimo album per poi fungere di fatto da best of dei lavori precedenti, è un susseguirsi di brani che uniscono influenze scomode come Black Sabbath e Led Zeppelin e il più moderno stoner rock, rilasciando essenze di rock blues condito da un’atmosfera di evocativo e drogato trasporto.

Nel viaggio a ritroso verso il mondo del rock di matrice settantiana, i tedeschi Kadavar sono una delle band che più hanno mostrato personalità e talento nel proporre sonorità che rispecchiano il sound di band che hanno fatto la storia e con le quali le nuove leve si devono obbligatoriamente confrontare.

Il trio nato a Berlino nel 2010, senza grossi clamori ha dato alle stampe quattro full length (di cui l’ultimo, Rough Time, uscito lo scorso anno) e oggi con il sempre fondamentale aiuto della Nuclear Blast, licenzia questo Live In Copenhagen, registrato lo scorso anno al Pumpehuset nella capitale danese durante il tour di supporto all’ultimo lavoro.
La band dal vivo risulta una macchina da guerra hard rock e la track list, che pesca principalmente dall’ultimo album per poi fungere di fatto da best of dei lavori precedenti, è un susseguirsi di brani che uniscono influenze scomode come Black Sabbath e Led Zeppelin e il più moderno stoner rock, rilasciando essenze di rock blues condito da un’atmosfera di evocativo e drogato trasporto, ma rimanendo legato a canzoni semplici e lineari, grintose nelle versioni live e dal facile ascolto.
I Kadavar sono la classica band che, senza strafare, suona del buon rock, convincendo all’istante anche se ci si ritrova al suo cospetto per la prima volta.
Ottima partenza con Skeleton Blues e poi via per gli arcobaleni vintage ricamati dal trio tedesco, in alcuni casi esaltati da scorribande hard rock come Pale Blue Eyes o Die Baby Die.
Con i Kadavar non esistono momenti di pausa, il rock duro, stonato e vintage della band continua a martellare gli astanti con riff sabbathiani che si intrecciano come serpenti nascosti all’ombra di rocce nel deserto, con il sole che schiaccia e le membra che diventano pesanti al suono della potente e monolitica Forgotten Past, uno dei brani più stonati di tutto il repertorio del gruppo.
La psichedelica Purple Sage conclude il concerto in un delirio retro rock e i Kadavar si congedano dai fans con il brano che più di altri si rivela la classica jam psych/hard/rock e si confermano una live band di alto livello: un live da non perdere se siete amanti di questo tipo di sonorità.

Tracklist
1. Skeleton Blues
2. Doomsday Machine
3. Pale Blue Eyes
4. Into The Wormhole
5. The Old Man
6. Die Baby Die
7. Black Sun
8. Living In Your Head
9. Into The Night
10. Forgotten Past
11. Tribulation Nation
12. Purple Sage

Line-up
Lupus Lindemann – Vocals, Guitars
Simon “Dragon” Bouteloup – Bass
Tiger – Drums

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