Kampfar – Ofidians Manifest

Si parla sempre poco di questa band norvegese, o meglio, si cita il suo nome solo quando ci sono nuove release, ma quando si discute o si legge di Black Metal è raro che siano ricordati, eppure non parliamo di un gruppo anonimo o di scarsa forza e personalità.

I Kampfar sono attivi dal lontano 1995, con il promo e l’omonimo EP del 1996 (uscito per Season of Mist) hanno dato inizio alle danze pagane e viking dei musicisti, capitanati da sempre dal vocalist Dolk, compiendo nell’arco di otto full length, compreso questo, un percorso sempre più personale e pervaso di grande forza interpretativa. La band ha intrapreso un cammino evolutivo lento, mantenendo sempre una propria identità, passando dai primi dischi più dediti a un suono viking feroce e cattivo, ricordiamoci dell’esordio su lunga distanza Mellom Skogkledde Aaser con la sua meravigliosa e tematica cover, senza dimenticare le fredde distese di Kvass, ma ogni disco non può non colpire direttamente il freddo cuore di ogni sostenitore della materia viking e black. Ora, dopo l’ottimo Profan del 2015, ritornano con Ofidians Manifest,  un lavoro in cui si ricalca la purezza della loro ispirazione, anche se la band ora predilige più una personale visione black che viking. L’opera è molto varia nel suo incedere, è ispirata, non ricorre a nessun stratagemma manieristico, abbiamo fierezza, esaltazione con un suono energico ma allo stesso tempo dotato di una eleganza strumentale di prim’ordine. Dolk dimostra di saper colpire a fondo con il suo scream aspro ed espressivo, dove si richiamano oscurità e glacialità, mentre la capacità strumentale infiamma tutto il disco, inglobando al suo interno note pianistiche, tastieristiche e di cello che “colorano” di inedito il tutto. Un brano come Dominans colpisce per per il suo andamento ipnotico e conturbante ed è il punto di incontro tra le vocals di Dolk e di Agnete Kioslrud (singer rock norvegese, nota per vecchie collaborazioni con Dimmu Borgir) a creare un andamento maestoso. La forza evocativa di Natt, addolcita da note pianistiche, dimostra che i musicisti amano comunque sperimentare, mentre le note bathoriane di Eremitt ci ricordano quale potenza i musicisti siano in grado di sviluppare mentre il coro, in grado di far accapponare la pelle, ci inietta una grande dose di adrenalina e ci fa ulteriormente capire la grandezza dell’arte di questi musicisti. Non facciamo passare in secondo piano l’importante ritorno dei Kampfar, prestiamoci la giusta attenzione e godiamo dell’arte pura da loro espressa.

Tracklist
1. Syndefall
2. Ophidian
3. Dominans
4. Natt
5. Eremitt
6. Skamløs!
7. Det sorte

Line-up
Dolk Drums, Vocals
Jon Bakker Bass
Ask Drums, Vocals
Ole Hartvigsen Guitars

KAMPFAR – Facebook

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