Loss – Horizonless

Gli statunitensi Loss giungono finalmente, dopo ben sei anni dall’ esordio in full con Despond, a farci riascoltare la loro arte con un bel secondo lavoro, Horizonless, per la mai troppo lodata Profound Lore.

Nel genere proposto dal quartetto, il funeral doom, bisogna aver pazienza, saper attendere la giusta ispirazione, essere nel mood adatto  sia per chi propone tale arte sia anche per chi la ama ascoltare: il songwriting della band è ispirato, ben lavorato sui suoni delle due chitarre che ricercano con gusto sopraffino atmosfere dolenti, intense e coinvolgenti fino dall’ opener The joy of all who sorrow dove un growl disperato e convincente accompagna il lento incedere del brano; il viaggio prosegue con altri brani significativi, ricchi di sfumature, aiutati anche da un notevole drummin,g abbastanza vario e non solo ancorato agli stilemi classici.
Intermezzi brevi dai tratti ambient (Moved Beyond Murder) e noise-acustici con mandolino (I.O.) stemperano in parte la tensione aprendo per brani suggestivi come All Grows on Tears (titolo che è un programma) dove il lirismo tocca, nel suo maestoso incedere, vette veramente di primo livello (…bury me in a lonely place and plant thorns on my grave…); struggente l’inizio di Naught dove la melodia (chitarra e piano) crea un mondo notturno e lontano dove si staglia il growl pieno e melanconico del singer Michel Meacham ricordando in parte i magnifici Mornful Congregation. Altre delizie attendono chi si vorrà avventurare in questo piccolo intarsio di arte, dall’andatura simil liturgica di The End Steps Forth, con un cupo organo all’immane muro della title track dove il growl si inasprisce in un acido scream, per poi stemperarsi in un madrigalesco gioco di chitarre accompagnato infine da clean vocal suggestive. Ultima nota di menzione per il closing di When Death Is All, dove la band dà un ulteriore prova della forza della sua ispirazione, facendo salire il suo suono su chitarre che creano un fiume in piena introspettivo e melanconico … veramente magnifico!
In definitiva un ottimo ritorno che conferma la buona salute del funeral doom nel 2017 … cari Loss prendetevi tutto il tempo che volete, se i frutti sono cosi carichi e buoni.

Tracklist
1. The Joy of All Who Sorrow
2. I.O.
3. All Grows on Tears
4. Moved Beyond Murder
5. Naught
6. The End Steps Forth
7. Horizonless
8. Banishment
9. When Death Is All

Line-up
John Anderson – Bass
Jay LeMaire – Drums
Timothei Lewis – Guitars
Mike Meacham – Vocals, Guitars

LOSS – Facebook

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • The Queen Is Dead Volume 172 – The Other, Sir Richard Bishop
    by Massimo Argo on 30 Ottobre 2025 at 10:16

    The Other, Sir Richard Bishop, Horrorpunk da un gruppo storico del genere, e chitarre tra gli Usa e l'India.

  • James Senese
    by Massimo Argo on 30 Ottobre 2025 at 7:57

    Tributo a James Senese, sassofonista leggendario e simbolo della musica napoletana. Dalle origini difficili ai Napoli Centrale, dalle collaborazioni con Pino Daniele a una carriera solista rivoluzionaria: biografia, discografia e ricordo di un gigante della musica italiana.

  • Hannah Jadagu – Describe
    by Leonardo Pulcini on 29 Ottobre 2025 at 17:53

    Eremita in una foresta incantata, per Hannah Jadagu il tempo smette di scorrere mentre scrive un album catartico, arrivato da un altra dimensione per scavarci dentro.

  • Frontiere sonore – PUNTATA 03
    by Simone Benerecetti on 29 Ottobre 2025 at 9:49

    Due chiacchere e ascoltiamo : Britt Warner, Asma, Karina Ramage, Late Aster, Kostas Hiras & Eleftherios Moumdjis, RosGos, Voicians, Wavepool, Julie's Haircut, The Crimson Shadows.

  • Confessioni di una maschera “Donne che odiano le donne”
    by Marco Valenti on 27 Ottobre 2025 at 17:38

    Un’analisi amara sulle ultime elezioni in Toscana e sul clima d’odio esploso online contro Antonella Bundu. Non conta l’esito politico, ma il degrado culturale e sociale che la rivoluzione digitale ha messo a nudo: razzismo, sessismo, assenza di pensiero critico.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »