Mars Era – Dharmanaut

Dharmanaut non è un disco comune grazie alla sua intensità e potenza, con un’ottima unione fra desert stoner e psych settanta, e ci si può trovare anche uno spruzzo di grunge.
Deathfucker – Fuck The Trinity

Fuck The Trinity è un esempio di musica underground nella più pura concezione del termine, è metallo disturbante e malvagio, dove mere disquisizioni tecniche lasciano spazio ad impatto ed attitudine, presentandoci una nuova realtà estrema che trae linfa dai padri storici del metal estremo ottantiano.
The Great Saunites – Green

I The Great Saunites spingono in maniera decisa e senza tentennamenti verso un impatto lisergico che avvolge nelle sue insidiose e piacevoli spire l’ascoltatore.
Infernal Angels – Ars Goetia

Ars Goetia, per il suo potenziale, è un album capace di travalicare i ristretti confini musicali del nostro paese, anche perché le più pesanti sfumature death che presenta potrebbero ampliare non poco la gamma dei suoi possibili fruitori.
Frozen Hell – Path To Redemption

Path To Redemption è un prodotto curato nei minimi dettagli, un altro gioiellino made in Italy su cui puntare per i prossimi ascolti.
Chronic Hangover – Nero Inferno Italiano

Nero Inferno Italiano è un disco composto e suonato benissimo, pieno di novità e di carattere, originale dall’inizio alla fine, e diverte moltissimo, se solo ci fosse qualcosa da ridere.
The Chasing Monster – Tales

Tales è un’opera d’arte, intesa nel senso più completo del termine: fatela vostra, ne godrete, vi commuoverete ed amerete il lavoro di questi ragazzi.
The Brain Washing Machine – Connections

Il sound è deciso, urgente, le note desertiche arrivano stonate ma piene di grinta heavy, mentre i The Brain Waghing Machine si fanno apprezzare anche nei momenti leggermente più introspettivi.
Cromo – Hereafter

Hereafter è un disco intenso e perfettamente suonato e cantato: per i Cromo un esordio da non perdere.
Raj – Raj

La prova dei Raj è di ottimo spessore e, trattandosi di un primo assaggio, lascia aperte interessanti prospettive di sviluppo future.
From the Shores – Of Apathy

Una battaglia infernale tra cielo, terra e acqua, molto swedish non solo nei riff ma nella sua struttura, tra death metal old school e black melodico.
The Black Crown – Fragments

Fragments è un album bellissimo, perfetto nei dettagli e composto da dieci piccole gemme musicali.
Sinatras – Drowned

Il gruppo fondato da Emanuele Zilio, composto da musicisti dalla provata esperienza, non solo conferma quanto di buono era stato fatto con il precedente lavoro ma, passando al livello successivo, offre agli amanti del genere un gioiello di death metal contaminato da rock ‘n’ roll.
Maze Of Sothoth – Soul Demise

Un album che merita la massima attenzione da chi si dichiara un fan del metal estremo.
Wizard – The Evolution Of Love

Debutto con i fiocchi, The Evolution Of Love merita tutta l’attenzione degli amanti della buona musica, sperando che il trio possa recuperare, con gli interessi, il tempo trascorso prima di tagliare questo traguardo.
Hydronika – Alberi Dai Muri

Un disco che potrebbe essere tranquillamente tra i migliori dell’anno in campo rock, per chi ama fare classifiche, ma il consiglio è quello di ascoltare Alberi Dai Muri, perché ne vale davvero la pena e vi farà stare bene.
Ufosonic Generator – The Evil Smoke Possession

The Evil Smoke Possession ci riporta alle sonorità delle band che nei decenni scorsi hanno fatto la storia del genere, rivelandosi una bella sorpresa per gli appassionati.
Into My Plastic Bones – A Symbolic Tennis Pot

Un tuffo freschissimo nelle acque del miglior indie noise rock degli anni novanta, tanto per intenderci Touch & Go et similia.
Sail Away – Welcome Aboard

I Sail Away propongono un hard’n’heavy dalle sonorità old school, ovviamente pervaso di quell’hard rock che faceva capolino nelle opere dei primi anni ottanta e con una buona e personale rilettura dei suoni cari ad Iron Maiden, Running Wild e con più di un riferimento ai Riot di Mark Reale.
Golden Rusk – What Will Become Of Us?

Molti cambi di tempo e di atmosfere sonore rendono questo disco una piccola perla da scoprire canzone dopo canzone, addentrandosi nei territori sconosciuti che Maher ha approntato per noi.