Sublime Eyes – Sermons & Blindfolds

Aggiungete ai primissimi Soilwork, Darkane ed At The Gates tanto combustibile di marca Machine Head e la bomba è servita, occhio a maneggiarla con cautela.
Ildverden – Темніч чорна йде за мною

Maligna e piena di insidie è la notte, specialmente se ci si perde nelle foreste ucraine dove si cela Human Unknown, polistrumentista di questa one man band chiamata Ildverden.
Ego Depths – Dyrtangle

Il funeral targato Ego Depths non possiede pulsioni melodiche ma è un corpo estraneo conficcato in qualche parte del corpo, volto a provocare un dolore diffuso, non lancinante ma costante.
Isenblåst – Altars Of Blood

Due tracce promo di black metal senza compromessi, in attesa del primo full lenght di prossima uscita.
Bloody Invasion – Bloody Invasion

Buon debutto per i Bloody Invasion con un mini cd che ha nella compattezza e l’alternanza tra tiro possente e rallentamenti, composti da buoni spunti melodici, il proprio punto di forza.
Heimskringla – Vikingløypa

Vikingløypa è un buon disco, in grado di fornire nutrimento a sufficienza per chi anela a sonorità melanconiche e dal mood meno catacombale.
Holocaust – Predator

Predator ha nelle sue virtù, quella di non apparire come una mera operazione nostalgica, ma un lavoro di un gruppo di ottima qualità al quale il passare del tempo non ha scalfito, grinta e talento compositivo.
Tarchon Fist – Celebration

Per tutta la durata dell’album vi troverete al cospetto di musica fieramente metallica e di prim’ordine, devota alla scena tedesca in primis, ma che non dimentica chi il genere lo ha inventato all’alba del decennio ottantiano sull’isola britannica.
Flegethon – Cry of the Ice Wolves III

Chi predilige l’ambient nelle sue sembianze più oscure potrebbe gradire non poco.
Funebria – Dekatherion: Ten Years of Hate & Pride

Se volete cattiveria e blasfemie assortite condite da un buon black/death i Funebria sono il gruppo che fa per voi.
Rhapsody Of Fire – Into The Legend

Album entusiasmante di una band unica, arrivata all’undicesima opera ed ancora in grado, dopo tanti anni, di regalare emozioni forti
Phobonoid – Phobonoid

Una tempesta perfetta di metal cosmico, drammatico ed apocalittico.
Kaross – Two

La caratteristica maggiore e migliore dei Kaross è di saper generare un muro di suono cono un groove particolare e che ti uncina subito per non lasciarti.
Primal Fear – Rulebreaker

Rulebraker è quella combinazione di note immortali, amplificate e suonate al limite dei watt disponibili che la storia conosce come heavy metal, punto.
Serotonin Syndrome – Sarajas

La bontà del lavoro risiede anche nel suo farsi ricordare per la personalità, in un ambito in cui dischi, comunque molto belli, contengono però pochi elementi di novità.
Abbath – Abbath

Se questa è una da considerarsi una rinascita, lontana dal gruppo che lo ha reso famoso, direi che senz’altro la carriera solista di Olve “Abbath” Eikemo parte con il piede giusto.
Di.Soul.Ved – Confessions from the Soul – Volume 1

Il grande talento nel saper costruire song perfette e complete in due minuti di durata e l’ottima tecnica, fanno di Confessions un gran bel dischetto
Raven Mocker – Livid Flame

I Raven Mocker offrono un’interpretazione del genere ortodossa quanto coinvolgente, con un buon lavoro di tastiera ad arricchire di pathos suoni prodotti ed eseguiti in maniera soddisfacente.
Kosmokrator – To The Svmmit

Misteriosi e sepolcrali, i Kosmokrator non cercano di certo la gloria commerciale con il loro lavoro, ma potrebbero essere una buona sorpresa per i blacksters duri e puri, consigliato solo a chi si nutre di queste sonorità.
Faida – Faida

Si è rimandati in un’epoca nella quale i dischi nu metal facevano male davvero, quando non erano fatti per commiserare la perdita di una donna o del cane, bensì per liberare positivamente la nostra rabbia.