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Tag: atmospheric

Déhà – Blackness in May

Un ep splendido in grado di lenire l’attesa per il prossimo full length che, viste le premesse, ci rende facili profeti nel pronosticarlo quale ennesimo gioiello musicale partorito dalla fervida e geniale mente di Déhà.

Déhà – Blackness in May

Oltre che per molte delle sue altre incarnazioni, il 2018 di Déhà è stato ricco di uscite anche per il nuovo progetto che porta semplicemente il suo nome d’arte, con due full length, una raccolta di brani inediti e questo singolo, Blackness in May, propedeutico all’uscita del nuovo lavoro su lunga distanza che sarà intitolato Cruel Words.

Parlare di questa uscita è comunque doveroso, perché come sempre il musicista belga di origini italiane non lesina ai suoi estimatori minuti importanti di grande musica: Blackness in May contiene, infatti, oltre al brano omonimo, la versione acustica di una traccia che farà anch’essa parte del nuovo album (I Am Mine to Break), la cover di Saturnine dei The Gathering ed un brano inedito che dovrebbe fare la sua comparsa solo in tale frangente (Confort Me II), per un fatturato di quasi mezz’ora di grande musica.
La canzone Blackness in May è un mirabile esempio di post metal nell’interpretazione di questo magnifico artista che sorpassa a destra e a sinistra i più noti interpreti di queste sonorità, conferendo al tutto una tensione emotiva ed un afflato melodico pressoché irraggiungibile per la maggior parte di essi.
In I Am Mine to Break il nostro offre l’ennesima prova della sua multidimensionalità, mostrando quali siano stati i suoi progressi come cantante e rivelando, a chi non lo avesse ancora compreso, quanto la sua gamma interpretativa non sia limitata solo al growl utilizzato con gli Slow o lo screaming che rende ancor più drammatici gli Imber Luminis, ma comprenda anche una voce pulita di pari evocatività e soprattutto appropriata ed intonata.
Cimentarsi con un brano cantato nella sua versione originale da una voce femminile iconica come quella Anneke van Giersbergen non è mai semplice, ma Saturnine, nella versione proposta da Déhà, diviene un brano per forza di cose differente ma ancor più spasmodico per intensità e con il pathos finale, già rimarchevole nella versione che i The Gathering presentarono nell’album If_then_else, che viene incrementato all’ennesima potenza.
Per l’intimista Comfort Me II vale quanto detto per I Am Mine to Break, con la differenza che lo screaming qui viene utilizzato ma solo quale controcanto, a rafforzare le fasi più intense della canzone che chiude al meglio un’uscita che possiede ampiamente una vita propria, nonostante la dichiarata veste promozionale.
Un motivo in più, quindi, per far proprio anche questo lavoro, in attesa di un nuovo full length che, viste le premesse, ci rende facili profeti nel pronosticarlo quale ennesimo gioiello musicale partorito dalla fervida e geniale mente di Déhà.

Tracklist:
1.Blackness in May
2.I Am Mine to Break (Reprise)
3.Saturnine (The Gathering Cover)
4.Comfort Me II

Déhà – Facebook

Autore adminPubblicato il 5 Febbraio 20194 Febbraio 2019Categorie atmospheric, doom, EP/Split/Demo, metal, postmetal, recensioniTag atmospheric, doommetal, postmetal

Déhà – 4 5 6

Déhà riesce a produrre un lavoro che si rivela atmosferico, sofferto e disperato, ricco di svolte che costituiscono delle sorte di portali i quali, per assurdo, paiono spalancarsi sempre e soltanto in luoghi dove non sembra esserci requie per le anime tormentate.

Déhà – 4 5 6

Ormai per Déhà credo d’aver esaurito gli aggettivi (e probabilmente anche le frasi, perché ho come l’impressione d’averlo già scritto …) ma si tratta indubbiamente di una piacevole “condanna” quella di doversi ripetere quando, puntualmente, la musica offerta dal musicista belga si rivela di livello superiore alla media.

La novità di quest’anno è un progetto che porta semplicemente il suo nome, con 4 5 6 a rappresentarne il secondo full length dopo Halo, uscito in primavera; in questo frangente Déhà continua ad esplorare gli aspetti più bui della psiche e, quindi, dell’esistenza umana con un solo lungo brano di trentasette minuti che ha la particolarità d’essere cantato nella prima parte in inglese e nella seconda in francese.
4 5 6 è forse la cosa più prossima ai We All Die (Laughing) tra quelle composte da Déhà da qualche anno a questa parte, per cui il sound, nonostante le tematiche siano tutt’altro che leggere, si mostra ugualmente arioso anche se scremato di quella componente progressiva che qui, invece, viene meno; non sono lontani però neppure gli umori di Imber Luminis, testimoniati da un sentore depressivo accentuato proprio in concomitanza con la parte francofona, che quasi chiama un’interpretazione più angosciante ed enfatica.
Déhà riesce a produrre un lavoro che si rivela atmosferico, sofferto e disperato, ricco di svolte che costituiscono delle sorte di portali i quali, per assurdo, paiono spalancarsi sempre e soltanto in luoghi dove non sembra esserci requie per le anime tormentate.
4 5 6 vive di un’intensità spasmodica, con intuizioni melodiche che sono prerogativa del compositore di livello superiore; malinconia, disperazione, rabbia, catarsi e ancora malinconia, per un ciclo destinato a replicarsi ininterrottamente, così come le magnifiche opere offerte da questo genio musicale (e in quanto tale non da tutti compreso come meriterebbe) dei nostri tempi.
“La souffrance des autres ne peut être connue qu’en souffrant soi-même.”

Tracklist:
1. 4 5 6

Line-up:
Dèhà – Everything

DEHA – Facebook

Autore adminPubblicato il 8 Ottobre 20187 Ottobre 2018Categorie atmospheric, depressive, metal, postmetal, recensioniTag atmospheric, depressive, postmetal
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  1. D.O. su Hypocras – Implosive23 Marzo 2017

    Mmmm curioso di ascoltarli. By the way, la copertina mi ricorda il dio cinghiale (oppure anche Okkoto) del film di…

  2. Senio su Pain Of Salvation – In the Passing Light of Day20 Marzo 2017

    La penso come Stefano: questo album è un capolavoro, e la recensione è emozionante ed emozionata, al contrario di quelle…

  3. massimo pagliaro su Scuorn – Parthenope16 Marzo 2017

    Ti sei superato , splendida recensione !!! per chi ha origini partenopee come me e' un must ...

  4. Massimo Pagliaro su Sinister – Syncretism11 Marzo 2017

    Grande ritorno per una band un po' dimenticata ...recensione bella e coinvolgente come sempre .!

  5. Massimo Pagliaro su Immolation – Atonement10 Marzo 2017

    OPERA ECCELLENTE !

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