TheBuckle – Labbrador

Labbrador piacerà a chi possiede una mente aperta e vuole ampliare i propri orizzonti musicali, senza lasciare nulla d’intentato, per lasciarsi possedere da ritmo che si fa logos molto potente.

Chitarra, voce e batteria, e tutti molto incazzati. Due sole persone ai comandi, che sono Andrea e Maxim insieme nei Unwelcome e nei Kessler.

La formula del super power duo calza alla perfezione, e il tappeto sonoro steso dai due è un hard stoner con tempistiche alla Queens Of The Stone Age, con un taglio molto noise nella costruzione dei banchi di melodie. Questa seconda prova del gruppo piacerà molto a chi ama la musica pesante fatta con cognizione e conoscenza musicale. Quest’ultima permette al duo di usare molti stili diversi per un unico risultato, arrivando ad un risultato notevole ed originale. Forte è anche l’impronta grunge, che si sente nella pesantezza e nella potenza di certi passaggi, perché gli anni novanta hanno lasciato un’eredità molto forte, e qui si sente tutta. Il dinamico duo sforna un disco che ha un ritmo incredibile dentro, come un ouroboros che si morde la coda in eterno, e fortunatamente è anche difficile scegliere un genere per questo gruppo. Si sale e si scende, si percorrono stretti corridoi e poi si cade in mare, per riprendere a correre senza fiato, insomma non ci si annoia mai. Tra le righe si possono sentire molte tradizioni di musica rumorosa, da quella americana a qualche reminiscenza di hard rock britannico, soprattutto in certi ritmi. Labbrador piacerà a chi possiede una mente aperta e vuole ampliare i propri orizzonti musicali, senza lasciare nulla d’intentato, per lasciarsi possedere da ritmo che si fa logos molto potente. Un disco labirintico.

TRACKLIST
1. Evil Sky
2. Goin’ Home
3. Hey You
4. Labbrador
5. Blind
6. Sixty-Two (Featuring Xabier Iriondo)
7. Think (Featuring Xabier Iriondo)
8. Perfect Black
9. Shemale (Featuring Xabier Iriondo)
10. On My Own
11. 12 Seconds

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Wrekmeister Harmonies – Light Falls

Il prodigio del giorno che diventa notte, in un dolce scomparire della luce, e poi tutto nero, terribile eppure bellissimo. Come la musica dei Wrekmeister Harmonies.

Una lenta, graduale caduta di ogni cellula e fibra del nostro corpo in un buio dominato dalla caduta della luce. La luce in alcuni casi cade, e la musica può descrivere benissimo il senso della perdita di ciò che per noi è il bene più prezioso : la luce.

Torna uno dei migliori collettivi musicali della terra, i Wrekmeister Harmonies, ora in formazione sicuramente più minimale rispetto al passato, anche perché nei dischi precedenti transitano ivi una trentina di musicisti per volta, e che musicisti, il meglio dell’avanguardia. I Wrekmeister Harmonies sono un gruppo speciale, un unicum nella musica, e con questo disco lo dimostrano ampiamente. Fondati dal visionario J R Robinson nel 2006, hanno subito mostrato un qualcosa di decisamente diverso rispetto a tutti gli altri gruppi. Dopo il successo dell’ultimo album Night Of Your Ascension, JR ha sentito il bisogno di cambiare stile compositivo ed obiettivi. Il titolo prende spunto da romanzo di Primo Levi, Se Questo è un Uomo, scritto sulla sua esperienza ad Auschwitz. Levi, morto suicida nella sua Torino, tratta soprattutto dell’idea che l’uomo diventa inumano quando tutti accettano questo cambio senza remore, e quindi anche imprigionare un uomo per la sua razza diviene normale. Parole che suonano quanto mai attuali. La musica dei Wrekmeinster Harmonies è puro rumore che genera poesia, è poderosa, delicata, coccola e colpisce al volto, senza soluzione di continuità. Si spazia in molti generi, dal post rock, al post metal, dalla new wave al drone, sempre su livelli altissimi. Tutto qui ha un significato ben preciso, e sembra di sentire una sezione poetica dei Neurosis, giusto per far capire da che parte si potrebbe andare. Light Falls è una connessione tra noi stessi e una strana forza eterea che attraversa il mondo e ci fa mutare, girare e vivere. Questo gruppo è un’entità in continuo movimento, una dolce mutazione, un cullarsi mentre tutto intorno diviene buio. E infatti il prodigio del giorno che diventa notte, in un dolce scomparire della luce, e poi tutto nero, terribile eppure bellissimo. Come la musica dei Wrekmeister Harmonies.
“ Stay In, Go Out, Get Sick, Get Well, Light Falls”.

TRACKLIST
1.Light Falls I – The Mantra
2.Light Falls II – The Light Burns Us All
3.Light Falls III – Light Sick
4.The Gathering
5.Where Have You Been My Lovely Son?
6.Some Were Saved Some Drowned
7.My Lovely Son Reprise

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Område – Edari

“Edari” è un album difficilmente catalogabile ma sempre contenuto in un alveo di ascoltabilità, laddove la sperimentazione non diviene un artificio fine a sé stesso.

Un album spiazzante, ma nel senso positivo del termine, questo esordio del duo francese Område.

Perfettamente in linea con la tendenza avanguardistica che permea le band transalpine, Jean-Philippe Ouamer e Christophe Denez danno vita ad un lavoro che pare davvero travalicare i vincoli di genere riuscendo nell’impresa,  a differenza di molti altri connazionali.
Come band di riferimento, in sede di presentazione vengono citati Ulver, Manes e God Is An Astronaut, tra gli altri, ma tutto sommato a un disco come questo ciò che di sicuro non fa difetto è l’originalità.
Edari è un album difficilmente catalogabile, quindi, ma sempre contenuto in un alveo di ascoltabilità, laddove la sperimentazione non diviene un artificio fine a sé stesso, volto a coprire lacune compositive, bensì il veicolo ideale per trasportare l’ascoltatore in una realtà straniante e pervasa da un oscurità di fondo che lascia il segno.
Ambient, trip hop, qualche improvvisa accelerazione di matrice metal ed una robusta componente elettronica, fanno di Edari una creatura cangiante in grado di turbare più di un sonno.
Il sax di Mótsögn, i cori che aprono Mann Forelder, le vocals stentoree di Luxurious Agony, il trip hop accompagnato da una magnifica voce femminile di Satellite and Narrow, l’incipit alla Devbil Doll di Åben Dør, l’elettronica trascinante di Friendly Herpes, l’andamento lugubre e dissonante di Skam Parfyme e l’elettrodark della conclusiva Otaa Sen, sono una sequenza di brani che avvincono pur nella difficoltà di recepire una proposta ostica ma capace di avvolgere piuttosto che respingere.
Bella sorpresa e colpo di pregio per la label salernitana My Kingom nell’accaparrarsi i servigi degli Område.

Tracklist:
1. Mótsögn
2. Mann Forelder
3. Luxurious Agony
4. Satellite And Narrow
5. Åben Dør
6. Friendly Herpes
7. Skam Parfyme
8. Ottaa Sen

Line-up:
Jean-Philippe Ouamer – Drums, Electronics
Christophe Denez – Vocals, Guitar

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