L’idea base è quella della fine di un viaggio per mare, visto che la copertina, assieme all’ intro Dark clouds gather, provocano un funesto sentire nel quale perdersi è l’unico modo per sopravvivere.
Grim alternato a stacchi puramente cascadian, riempiono la sorte di chi non soddisfatto continua l’ascolto con la seconda traccia The End is Near e, finalmente sceso dalla zattera , si accinge incerto a muovere i primi passi in questa foresta desolata . Lebensnacht ricorda Morgul nella scelta dei testi e quindi le tonalità aperte, per quanto semplici all’ascolto, che hanno un nucleo freddo e pronto a spiazzare in ogni momento. Tralasciando la terza traccia, che ha comunque un suo fascino, lascerei cadere l’accento su quanto segue, From fire to ice, il vero concept probabilmente dell’intero disco, per struttura e composizione del brano che mostra un interesse sibillino per il mutamento alchemico. Anche accendere un fuoco da naufraghi può riportare a lidi ben distanti dall’isola alla quale siamo approdati, meno tropicale, più siderale. Gli elementi sono due finora, quindi: acqua e fuoco. E cosa ci aspetteremo se non aria e terra? Decisamente scontato, al buio possiamo solo contemplare cosa c è attorno a noi, e dal basso. Il vuoto stellare fatto di piccoli insignificanti puntini che tornano sublimi ad una seconda occhiata, quando appunto il fuoco è diventato cenere e quindi ghiaccio. Il rituale è quasi concluso, con l’invocazione avvenuta in The Gate has opened, di lovecraftiana memoria, dove le tastiere evocano qualcosa di estremamente tragico e non reversibile. Into the cosmic eternity chiude a lutto la disperazione che celava forse l’unica possibilità ciclica di speranza, in un viaggio che, come scritto nell’inciso, non ha null’altro che memoria ciclica. Trionfale, seppure con qualche ascolto in più, ma per essere il quarto opus della serie, A Raging Storm of Apocalypse vince quanto di medio passa oggigiorno. Consigliato l’ascolto durante l’estate, nonostante la produzione sia figlia di un inverno ormai passato.
TRACKLIST
1.Dark Clouds Gather
2.The End Is Near
3.The Storm
4.From Fire To Ice
5.Frostbitten Ashlands
6.The Gate Has Opened
7.Into Cosmic Eternity
LINE-UP
Robert Brockmann – chitarra, tastiere, voce, suoni digitali
Martin “Lord Skull” Krell – batteria