Lumnos – Ancient Shadows Of Saturn

Lumnos imprime alla sua musica una forza notevole, andando oltre il concetto di black metal atmosferico qui ampiamente superato per un qualcosa di nuovo e di ancora più avanti come concetto.

Black metal che si unisce ad una musica dal respiro cosmico, e qui la musica del male diventa uno fra gli elementi in gioco, non il più importante, perché l’attenzione deve essere catturata dall’insieme.

Lumnos è un progetto di Breno aka Putrefactus, un brasiliano che suona molte cose, e che ha diversi progetti musicali in piedi, tra i quali Lumnos per l’appunto. Questo disco è il suo esordio con questo nome, e per l’occasione ha arruolato per incidere B.M. dai Sky Forest and Unknown dai Lost Sun, i quali danno un buon valore aggiunto all’opera. Il disco è un viaggio cosmico, lento e poderoso verso pianeti lontani, la meta non è importante, la cosa fondamentale è gustarsi il viaggio. Lumnos imprime alla sua musica una forza notevole, andando oltre il concetto di black metal atmosferico, qui ampiamente superato per un qualcosa di nuovo e di ancora più avanti come concetto. I sintetizzatori e il piano hanno un ruolo molto importante, e il black metal è la base per partire verso nuovi orizzonti musicali, alcuni passaggi sono quasi orchestrali e forse con il supporto di un’orchestra il disco sprigionerebbe una potenza ancora maggiore. Nonostante questo la sua spazialità è immensa, il suono è anche molto intimo e potrebbe essere un sottofondo per meditare, totalmente slegati dalla zavorra della nostra quotidianità, soli con l’arma più potente che abbiamo : il nostro pensiero. Le tracce sono cinque e tutte di lunga durata, e ciò grazie alla bravura di Breno diventa un pregio e non un difetto, perché ci si immerge davvero in questo spazio immenso. L’elettronica si bilancia perfettamente con il black metal e con la parte più classica, in un modo al quale molti hanno accennato, ma che solo qui si compie pienamente. Un disco rarefatto e di una delicatezza incredibile, al contempo forte e poderoso come un corpo umano che tenta di rimanere attaccato al suo pensiero ormai volato lontano. Un esordio molto positivo, una prova che va ascoltata molte volte e ogni volta mostrerà una faccia diversa: una scelta azzeccata per l’esordio della sublabel della Avantgarde Music, la Flowing Downward.

Tracklist
1.I am Born From a Star
2.Primordial Darkness
3.Ancient Shadows of Saturn
4.No Soul Is Near
5.Existentialism
6.Crystal Clouds, Diamond Sun (Bonus Track)

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Mission Jupiter – Architecture

MetalEyes vi presenta il debutto dei Mission Jupiter, band bielorussa della quale Epictronic ci ha riservato una gustosa anteprima.

Architecture è il primo lavoro sulla lunga distanza del gruppo bielorusso Mission Jupiter, gustosa anteprima che Epictronic, label della famiglia Wormholedeath ha voluto offrire a MetalEyes.

Siamo lontani anni luce dal metal, e rimanendo in tema fantascientifico, tanto caro alla band di Minsk, direi che Architecture è un viaggio nello spazio profondo, nell’immensità dell’universo inteso anche come musica, che ci prende per mano e ci fa compagnia mentre la nostra mente attraversa galassie, nel silenzio profondo rotto dalla bellissima voce di Shevtsova Nastya e dei musicisti che compongono la line up dei Mission Jupiter.
La band risulta attiva dal 2015 e fino ad ora la sua discografia si componeva di due mini album ed un paio di singoli: Will You Be Loved è il video che anticipa l’uscita di questo debutto nel quale tutte le influenze del gruppo vengono inglobate in un sound contraddistinto da un’anima elettronica e bombardato da una pioggia di meteoriti proveniente da più di un genere/pianeta musicale.
Troviamo così liquidi tappeti elettronici, sontuosi passaggi orchestrali, alternative rock e partiture jazz/fusion, sax che irrompono donando un tocco progressivo ad una raccolta di brani che costituiscono le tappe di un viaggio/sogno nell’universo sopra di noi.
Non mancano ovviamente pochi ma importanti riferimenti alla new wave, così come alle colonne sonore di film come 2001 Odissea Nello spazio, valorizzando un sound particolare che si rivela una scoperta ad ogni passaggio, mentre con personalità debordante la vocalist delicatamente fa sue le nostre paure prima del conto alla rovescia e della partenza.
Will You Beloved è come detto il primo singolo, un brano bellissimo ma che rispecchia solo in parte quello che andrete ad ascoltare, dopo che il fiume di note elettroniche dell’opener The Dawn vi avrà aperto la porta del cielo dove i Mission Jupiter vi stanno aspettando.
The Sea Of Hope è un brano che ricorda i The Gathering di Nighttime Birds, mentre tra i tanti spunti diversi che l’album regala, non lasciando mai una semplice chiave di lettura, spunta il capolavoro I Will Survive, traccia progressiva nella quale la band suona jazz rock in un immaginario locale ubicato in qualche luogo prossimo ai limiti dello spazio conosciuto.
L’epico e progressivo strumentale a titolo Impulse chiude un album bellissimo e, a suo modo, originale; Architecture va ascoltato con la mente libera e gli occhi spalancati sul cielo stellato: non perdetevi questa esperienza unica.

Tracklist
1.The Dawn
2.I Have To Know
3.Either Dream Or Not
4.Will You Be Loved
5.The Sea Of Hopes
6.The Sea Of Hopes PT 2
7.Joy Of Life
8.I Will Survive
9.Interlude
10.The Call
11.Impulse

Line-up
Artyom Gulyakevich – Bass
Vladimir Shvakel – Guitar
Shevtsova Nastya – Vocals
Eugenue Zuev – Drums
Dmitri Soldatenko – Saxophone

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