Tibosity – Bimbocracia

Non un disco imprescindibile, ma sufficiente per allietare le giornate dei grindsters più morbosi.

Un tuffo nel grindcore con gli spagnoli Tibosity, dall’originale concept sull’obesità, la brutta alimentazione e tutti gli effetti collaterali che ne conseguono.

Il gruppo formato da membri di varie band della scena estrema, come Pesta Porcina, Infected Flesh e Christ Denied, ci assale con questo devastante esempio di grindcore, colmo di groove, dal growl di un maiale impazzito e dal senso stomachevole di cibo ingurgitato senza soluzione di continuità.
Niente che non sia pasto per chi di metal estremo al limite si nutre ogni giorno, una mezz’ora di schifezze accompagnate da un sound che mantiene alto il groove, senza accelerare troppo e in alcuni casi rallentando di molto per poi ripartire cercando di sfruttare al massimo le proprie potenzialità.
Qualche brano si eleva dal resto, per merito di buone ritmiche ed il basso pieno ( Keep on Dancing in a Fat World, McDonald’s Apocalypse), ma l’album rimane un’opera ad uso e consumo di un ristretto numero di appassionati.
Una decina d’anni di attività e un lavoro rilasciato nel 2011 (Sweet Home Carbonara) sono il curriculum di questa band, che non mancherà certo di soddisfare gli amanti del genere.
L’album è prodotto benissimo e la chicca finale La Maratón del Gordo, song che si allontana dal concept musicale del gruppo per regalare una tradizionale marcetta in versione metal, alza il valore dell’intero lavoro.
Non un disco imprescindibile, ma sufficiente per allietare le giornate dei grindsters più morbosi.

TRACKLIST
1. Associació de Tibosos Antivegans
2. En Karl Va al Gimnàs
3. Arre So Boche
4. Accidents Tibosos al Parc d’Atraccions
5. Bimbocracia
6. Addictes al Pàdel i a l’Isostar
7. Cercle Viciós de Bulímia i Coprofàgia
8. Runner
9. Ofegat amb Donetes Nevats
10. Infortunis Tibosos al Parc Aquàtic
11. Keep on Dancing in a Fat World
12. Lapidat al Buffet Lliure de l’Àrea de Guissona
13. Mc Donald’s Apocalypse
14. Surfin’ Llobregat
15. Menú de Tres Plats, Postre i Cafè amb Sacarina
16. La Maratón del Gordo

LINE-UP
Roger B. : Guitar
Roger S. : Vocals, Drums
Roger P. : Bass, Back Vocals

TIBOSITY – Facebook

CORPORATION OF CONSUMPTION / CxOxSx – Eat My Tail

Split di furioso fastcore, musica violenta per gente pensante.

Split di furioso fastcore, musica violenta per gente pensante. L’incontro tra Corporation of ConsumptionCxOxSx dà vita a questo bel lp split di musica cattiva, thrash death metal geneticamente mutato.

I Corporation Of Consumption sono veneti e suonano un bel grind veloce dal 2009. Il loro suono non è contraddistinto solo dalla velocità ma anche da un suono potente e maturo molto simile agli ultimi Napalm Death. Nella loro discografia c’è un demo del 2012, la partecipazione alla raccolta Italia Violenta a.k.a. Crash Mandolino 2.0 e questo bel split. Il cantato rende ancora più potente il loro suono, di stampo cara vecchia scuola.
Dall’altra parte del vinile troviamo i CxOxSx storica band in attività dal 1995, che partendo dai capisaldi del genere rimasta vecchia scuola e sforna un grind in stile Cripple Bastards con grossi riferimenti al thrash anni ottanta e novanta. Il loro suono e i loro testi sono una radicalizzazione dell’hc, ed hanno ragione quando essi stessi affermano che non amano le classificazioni, ed in effetti alla fine fanno ottima musica violenta.
I due gruppi ci regalano un ottimo split, divertente come musica ma descrivere il nostro mondo non è divertentissimo, anche se il fastcore è un ottimo modo per sdrammatizzare. Questo sottogenere è per fortuna praticamente non commerciabile e rimane fortemente di nicchia, anche se davvero valido e il perchè lo si può ascoltare in questo split.

TRACKLIST
1.C.O.C. – le cose che vedo dall’alto
2.C.O.C. – out of control
3.C.O.C. – frail
4.C.O.C. – nails feed
5.C.O.C. – parhiadise
6.C.O.C – along + tv whore
7.CxOxSx – birdbrains
8.CxOxSx – troppe volte
9.CxOxSx – ???
10.CxOxSx – California fodder’s leader
11.CxOxSx – real lies (realize)
12.CxOxSx – power’ass kickin’violence
13.CxOxSx – who wanna be a star
14.CxOxSx – no chop (monitorati)

LINE-UP
Corporation Of Consumption
Cesare – Guitar
Baietto – Drums
Borni – Vocals
Barney – Guitar

CxOxSx
Il Mugnaio Falloppi – Drums
Albi – Throat
Jabba – Growls
Bari – Bass
Massi – Guitars

CORPORATION OF CONSUMPTION – Facebook

CxOxSx – Facebook

http://hereandnowrecords.bandcamp.com/album/corporation-of-consumption-cxoxsx

Mindful Of Pripyat – … And Deeper, I Drown In Doom …

Sparatevi senza indugi questa bomba grind/death lanciata dai nostrani Mindful Of Pripyat.

Nati lo scorso anno, i Mindful Of Pripyat sbaragliano il campo nel genere estremo che si rifà al grind/death, con un lavoro sorprendente per impatto e aggressività senza soluzione di continuità.

Forte di un sound che passa agevolmente dal grind tout court al death old school, il trio proveniente dall’area milanese rompe argini, spiana colline e provoca valanghe, una tempesta di metal estremo che si abbatte senza pietà, lasciando al suo passaggio solo distruzione.
I Mindful Of Pripyat iniziano da questo micidiale …and Deeper, I Drown in Doom… la loro avventura nell’underground estremo, e la loro abilità è confermata dalle esperienze passate di tutti e tre i musicisti: Gio, ex Corporal Raid, che devasta alla velocità della luce il drumkit, Giulia, ex Sign of Evil ed Exterminate, alle prese con basso e sei corde e Tya, voce e chitarra già con Antropofagus, Necromega.
Supergruppo? Beh dal curriculum lo si può anche affermare, del resto la conferma di essere al cospetto di una band con i fiocchi arriva dallo tsunami di note estreme che vengono riversate sull’ascoltatore, un massacro racchiuso in 16 brani di cui due sono le cover di Oblivion Descends (Unseen Terror, straordinaria), e Contagion (Defecation) che chiude alla grande il mini cd.
Nel mezzo la band deflagra tra ritmiche violentissime, accelerazioni sempre al limite ed un talento per confezionare il tutto in una forma canzone non molto comune nelle band dedite al genere.
Consigliato alla grande ai fans del grindcore, …and Deeper, I Drown in Doom… non cede un secondo sia per impatto sia per l’alta qualità del sound: in un attimo si arriva all’ultimo brano e la voglia di ricominciare a farci del male con le mazzate inferte dal combo è tanta.

Tracklist:
1. Containment
2. Liquidators
3. Chernobitch
4. Cleansed by Fallout
5. Lone in Town
6. Deterrence
7. Deep Water Coffin
8. Mindful of Pripyat
9. Oblivion Descends (Unseen Terror cover)
10. Rusty Skin
11. 40 Seconds
12. Maruta
13. Rabid
14. G.W.I.
15. Impressions of a Sick Mind
16. Contagion (Defecation cover)

Line-up:
Giovanni – Drums, Vocals
Giulia – Guitar, Bass, Vocals
Tya – Vocals, Noises

MINDFUL OF PRIPYAT – Facebook

Putrid Offal – Premature Necropsy

Ottima iniziativa della Kaotoxin che raccoglie in una compilation i primi lavori dei grindsters francesi Putrid Offal.

Anno solare importante per i Putrid Offal, una delle band di punta della Kaotoxin: dopo l’ep “Suffering” di fine 2014, che di fatto sanciva il ritorno sulle scene della band estrema transalpina, ed il nuovo full length uscito lo scorso febbraio (“Mature Necropsy”), che confermava il gruppo come una delle migliori realtà nel panorama death/grind europeo, eccoci alla alla terza uscita in meno di un anno con Premature Necropsy, raccolta del materiale prodotto negli anni novanta, autentico ripasso della storia del gruppo, rimasto fermo per vent’anni e tornato a devastare come e più di prima.

Di tempo ne è passato tanto ma i brani raccolti in questa compilation non fanno che confermare la bravura del combo, nato in anni nei quali il genere era al massimo della popolarità, trascinato da band di relativo successo come Napalm Death, Carcass e, perchè no, Brutal Truth.
Oltre allo split con gli Exulceration da cui prende il titolo, Premature Necropsy raccoglie le prime opere della band rimasterizzate : dal primo demo “Unformed”, passando dallo split “At the Sight of the Foul Offal” in compagnia degli storici Agathocles, fino allo split “Obscurum Per Obscurius”, diciotto brani che non sono solo i primi vagiti di una band straordinaria, ma una panoramica su quello che offrì il genere negli anni di massimo splendore.
All’epoca la band, oltre a Franck Peiffer e Frédéric Houriez (oggi saccompagnati da Philippe Reinhalter alla chitarra e da Laye Louhenapessy alla batteria) si avvaleva alle pelli di Ludovic Loez prima ed in seguito di Boris Reisdorff.
Premature Necropsy è un acquisto consigliato per chi ha conosciuto il gruppo francese in questo ultimo periodo; i Putrid Offal non lasciano scampo e dimostrano che il loro death/grind anche all’epoca aveva qualcosa in più: terremotante, massacrante vario e suonato alla grande, seguiva la scia dei primi Carcass e General Surgery e costituiva di fatto la risposta transalpina alle devastazioni scandinave e soprattutto americane.
Completato da un booklet completo di biografia e poster nella sua versione limitata a cinquecento copie, questa compilation non può mancare nello scaffale di ogni grindster che si rispetti.

Tracklist:
1. Purulent Cold
2. Repulsive Corpse
3. Premature Necropsy
4. Rotten Flesh
5. Symptom
6. Garroting Way
7. Suffering
8. Mortuary Garlands
9. (outro)
10. Mortuary Garlands
11. From Plasma to Embalming
12. Gurgling Prey
13. Birth Remains
14. Organic Excavation
15. Gurgling Prey
16. Oscillococcinum
17. Purulent Cold
18. Rotten Flesh

Current line-up:
Franck Peiffer – guitars, vocals
Philippe Reinhalter – guitars
Frédéric Houriez – bass
Laye Louhenapessy – drums

Line-up on this compilation:
Franck Peiffer – guitars, vocals
Frédéric Houriez – bass
Boris Reisdorff – drums
Ludovic Loez – drums (tracks 15-18)

PUTRID OFFAL – Facebook

Birdflesh / Slavebreed – Nekroacropolis

Un’uscita che consente di conoscere due realtà piuttosto diverse tra loro, ma accomunate dalla stessa voglia suonare musica estrema.

Buono split di due realtà che fanno dell’assalto grindcore il loro credo: protagonisti questa volta sono gli svedesi Birdflesh ed i greci Slavebreed.

I Birdflesh sono dei veterani della scena estrema, i sei brani a loro disposizione, per quattro minuti totali, riempiono le orecchie di grindcore dalla forte impronta hardcore/punk, i testi pregni di humour nero e gore non fanno altro che rendere il tutto molto sarcastico ed estremamente crudo.
Gli scandinavi ci sanno fare, questo è certo, e d’altronde si parla di una band con una ventina d’anni di carriera alle spalle ed una discografia che, tra quattro full length ed una marea di split ed Ep.
Tra i brani, Ancient In The Forest è quello che più mi ha sorpreso, avvicinandosi al black metal come andamento e struttura del pezzo, molto marziale nel suo incedere e maledettamente inquietante.
I greci Slavebreed sono molto più giovani e maggiormente ancorati al grindcore classico di matrice death.
Nati nel 2004, esordiscono con un demo nel 2007 ed archiviano due album, “Pain Syndicate” del 2008 e “Dethrone The Architect” del 2012.
La band greca, con una sezione ritmica sparata alla velocità della luce, risulta meno originale dei loro dirimpettai svedesi ma oltremodo monolitici e violenti quanto basta e, seguendo le orme delle band storiche del genere (Napalm Death, Terrorizer), convince a più riprese con i suoi tre brani.
Un’uscita che consente di conoscere due realtà piuttosto diverse tra loro, ma accomunate dalla stessa voglia suonare musica estrema.

Tracklist:

Birdflesh:
1No.1
2Shitpainter
3Danish Skull
4Ancient In The Forest
5Breakfast Time
6Killer Of Priest

Line-up:
Smattro Ansjovis – Drums, Vocals
Achmed Abdulex – Guitars, Vocals
Panda Flamenco – Bass, Vocals

Slavebreed:
1.Fekete Arnyek
2.Lucid Dreams
3.Asphyxia

Line-up:
Kostas – Drums
Pavlos – Guitars
Tolis – Guitars
Thanasis – Bass
Smirnoff – Vocals

Putrid Offal – Suffering

Un assaggio di quello che sarà il ritorno sulle scene degli storici grindsters francesi Putrid Offal.

In attesa dell’imminente full-length che vedrà la luce nel prossimo anno, la Kaotoxin immette sul mercato il nuovo singolo degli storici grindsters francesi Putrid Offal.

Nata nel lontano 1991, la band sfornò, fino alla metà degli anni novanta, lavori con buona continuità e dopo un demo d’esordio e una manciata di split si fermò, per tornare dopo vent’anni più forte di prima con questo singolo. Siamo davanti ad una band eccellente per impatto e violenza, i due brani inseriti in questo lavoro (Suffering in ben tre versioni e Livor Mortis) descrivono un gruppo compatto, che non ha nulla da invidiare alle band più conosciute del genere proposto: velocità inumana, devastazione, ritmiche mozzafiato e due voci (growl e scream) che letteralmente inchiodano l’ascoltatore, travolto da un wall of sound pari ad un vento atomico. Franck Peiffer (chitarra e voce) e Frèdèrick Houriez (basso) sono accompagnati nella nuova avventura da Philippe Reinhalter (chitarra) e la band gira a mille, lasciando esterrefatti. Come già accennato, i Putrid Offal sono pronti per uscire con il debutto su lunga distanza nel prossimo anno: il titolo sarà “Mature Necropsy” e, da quanto ascoltato in questo singolo, ne vedremo e sentiremo delle belle, state sintonizzati.

Tracklist:
1.Suffering(2014 version, taken from the full lenght Mature Necropsy).
2.Suffering(2014 demo version)
3.Suffering(1991 demo version)
4.Livor Mortis

Line-up:
Franck Peiffer – guitars & vocals
Philippe Reinhalter – guitars
Frédéric Houriez – bass & vocals

PUTRID OFFAL – Facebook

Bologna Violenta – Uno Bianca

“Uno Bianca” è il ritratto fedele e musicato delle gesta dei fratelli Savi e complici, una delle pagine più brutte della storia italiana.

Le opere musicali non sono mero intrattenimento, o quantomeno non solo.

E ce lo dimostra in maniera molto efficace il ritorno del violentatore sonoro Nicola Manzan: Uno Bianca è il ritratto fedele e musicato delle gesta dei fratelli Savi e complici, una delle pagine più brutte della storia italiana.
Il periodo preso in considerazione è quello tra il 19 giugno 1987, data della rapina al casello di Pesaro, e il 29 marzo 1998, giorno del suicidio del padre dei fratelli Savi, Giuliano.
In mezzo tantissimo sangue, senza molto senso ad una prima occhiata. La banda della Uno Bianca uccise molti immigrati, ma anche carabinieri e gente comune, lasciando un senso diffuso di insicurezza dopo le loro scorribande.
I componenti della banda erano quasi tutti poliziotti, e anche questo non è certa una casualità. Dietro a tutto ciò vi era un disegno ben preciso, rimasto in parte oscuro, poiché gli unici condannati furono gli appartenenti alla banda, ma queste gesta vennero decise da qualcuno molto più in alto.
Se si leggono i libri, come l’ottimo L’Italia della Uno bianca di G. Spinosa, pm dell’indagine, ci si accorge che la banda armata era solo la punta dell’iceberg, in stretto collegamento con la banda belga del Brabante Vallone, dove vi erano sicuramente elementi dello Stay Behind Belga.
Manzan compie un recupero della memoria e un elettroshock per mezzo della sua musica, che si potrebbe definire symphonic grind metal noise, ma che in realtà è un pugno ben assestato in faccia alla nostra amata Italia. Accompagna il cd un libretto con la pesante cronaca delle gesta della banda, e vi assicuro che leggerlo ascoltando il cd è un qualcosa di veramente chiarificatore. Dischi come questo esulano dal discorso musicale, per andare veramente oltre, là dove la musica è impegno civile, non ostentato ma vero.
In definitiva un disco che serve davvero tanto, per non dimenticare, e per non trovare facili soluzioni, musicali e non.
Un disco disturbante per penetrare una difficile memoria.

Tracklist:
01. 19 giugno 1987 – Pesaro: rapina casello A-14
02. 31 agosto 1987 – San Lazzaro di Savena (Bo): rapina casello A-14
03. 3 ottobre 1987 – Cesena: tentata estorsione
04. 30 gennaio 1988 – Rimini: rapina supermercato Coop
05. 19 febbraio 1988 – Casalecchio di Reno (Bo): rapina supermercato Coop
06. 20 aprile 1988 – Castelmaggiore (Bo): attacco pattuglia Carabinieri
07. 19 settembre 1988 – Forlì: rapina supermercato Coop
08. 26 giugno 1989 – Bologna: rapina supermercato Coop
09. 15 gennaio 1990 – Bologna: rapina ufficio postale
10. 6 ottobre 1990 – Bologna: rapina tabaccheria
11. 10 dicembre 1990 – Bologna: assalto campo Rom
12. 22 dicembre 1990 – Bologna: attacco lavavetri extracomunitari
13. 23 dicembre 1990 – Bologna: assalto campo Rom
14. 27 dicembre 1990 – Castelmaggiore (Bo): rapina distributore
15. 4 gennaio 1991 – Bologna: attacco pattuglia Carabinieri
16. 20 aprile 1991 – Bologna: rapina distributore
17. 30 aprile 1991 – Rimini: attacco pattuglia Carabinieri
18. 2 maggio 1991 – Bologna: rapina armeria Volturno
19. 19 giugno 1991 – Cesena: rapina distributore
20. 18 agosto 1991 – San Mauro a Mare (Fc): agguato auto senegalesi
21. 28 agosto 1991 – Gradara (Ps): scontro a fuoco con due poliziotti
22. 24 febbraio 1993 – Zola Predosa (Bo): rapina banca
23. 7 ottobre 1993 – Riale (Bo): rapina banca
24. 3 marzo 1994 – Bologna: rapina banca
25. 24 maggio 1994 – Pesaro: rapina banca
26. 21 ottobre 1994 – Bologna: rapina banca
27. 29 marzo 1998 – Rimini: suicidio Giuliano Savi

Line-up
Nicola Manzan : Tutti gli strumenti.

BOLOGNA VIOLENTA – Facebook

C.O.A.G. – Sociopath

Un piacere intenso e veloce, come una scarica di pura adrenalina.

Ancora una gragnuola di colpi a base di grindcore è quella che ci viene proposta dalla Kaotoxin dopo i Miserable Failure: questa volta il lavoro da prendere in esame è Sociopath dei C.O.A.G.

In realtà, più che “dei C.O.A.G.” andrebbe scritto “di C.O.A.G.”, visto che, caso piuttosto anomalo per il genere, dietro a questo monicker si cela un solo musicista, il belga Déhà, conosciuto soprattutto (e qui l’anomalia raddoppia) per i suo ottimi progetti funeral doom come gli Slow e i Deos, questi ultimi in coabitazione con un altro “workaholic” del metal come Daniel Neagoe, visto all’opera di recente con i magnifici Eye Of Solitude (guarda caso, usciti anch’essi per la Kaotoxin, e in qualche modo qui il cerchio si chiude).
Chi ha ascoltato i lavori citati non deve sorprendersi, quindi, dell’abilità che dimostra Déhà nel cimentarsi in qualcosa che si trova esattamente agli antipodi per stile ed attitudine al doom estremo, perché la peculiarità dei migliori musicisti è proprio quella di risultare credibili quale che sia il genere proposto; infatti, il nostro mostra di sapersi districare in maniera eccellente anche in questo frangente, quando si trova a dover gestire sfuriate dalla velocità parossistica che il più della volte non raggiungono nemmeno il minuto di durata.
Il sociopatico evocato nel titolo del lavoro è ben rappresentato da questo missile sparato a trecento all’ora nelle nostre orecchie, e il fatto che il tutto duri più o meno quanto la parte introduttiva dei brani composti da Déhà con gli Slow non costituisce affatto un problema, anzi, tutto sommato è forse meglio così, visto che un ascolto più prolungato di questo tipo di sound potrebbe avere effetti collaterali devastanti che includono, tra gli altri, la frattura del rachide cervicale e la voglia insopprimibile di uscire di casa e prendere a mazzate una a caso delle tante “squallide figure che attraversano il paese”.
Non vi sto certo a raccontare i brani, intitolati semplicemente come la loro progressione numerica in scaletta, aggiungo solo che l’unica traccia strutturata in maniera pressochè normale, dando all’ascoltatore una minima possibilità di familiarizzare con i suoi contenuti, è non a caso una cover degli Hatebreed, Defeatist, posta in chiusura dell’Ep.
Un piacere inteso e veloce, come una scarica di pura adrenalina.

Tracklist:
01. I
02. II
03. III
04. IV
05. V
06. VI
07. VII
08. VIII
09. IX
10. X
11. XI
12. XII
13. XIII
14. XIV
15. Defeatist

Line-up :
Déhà – Vocals, All Instruments