Vivienne The Witch – Shadowbox

Il suono delle Vivienne The Witch è semplice ma ha dentro di sé molte cose, innanzitutto una gran carica, con quella melancolia tossica tipica del grunge, che lascia appagati e spaesati proprio come una sigaretta.

Tre ragazze innamorate del grunge rock fanno un gran bel disco, che francamente mancava da un po’.

Greta, Lucrezia, e Caterina prendono come fonte d’ispirazione il grunge delle Hole, delle L7, quel periodo ruggente dove, oltre ai soliti noti, si aggiravano un sacco di gruppi validi, dal suono abrasivo, un hard rock altro che ha lasciato vividi ricordi nelle teste degli appassionati. Il suono delle Vivienne The Witch è semplice ma ha dentro di sé molte cose, innanzitutto una gran carica, con quella melancolia tossica tipica del grunge, che lascia appagati e spaesati proprio come una sigaretta. La produzione in quel di Cortona è stata giustamente un po’ spartana, ma il risultato è molto buono. Shadowbox è un disco che deve essere sentito ed apprezzato perché ha ottime elementi in tutti i suoi risvolti e, cosa ancora più importante, è molto divertente e riporta nelle nostre bocche un certo gusto che chi l’ha assaggiato una volta, sa che non può farne a meno. Le tre ladies ci sanno fare e tanto, ed è davvero un ottimo album.

TRACKLIST
1 – Strange Day
2 – A Sparkling Explosion
3 – Bad Dog
4 – Pussy Pussy Pussy
5 – Reason Why I Laugh And Cry
6 – One Step To The River
7 – Dreams And Pain
8 – Time

LINE-UP
Greta Fuso – Vocals/Guitar/Bass.
Lucrezia Peppicelli – Vocals/Guitar.
Caterina Fuso – Drums/Backing Vocals.

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Artic Fire – Lower And Louder

Buon esordio di questa band portoghese dedita al credo nirvaniano ed ai suoni di Seattle.

Il grunge: molti negli anni novanta tacciarono il genere come la morte del metal, incolpandolo di chissà quali torti, mentre invece fu una benedizione per tutto il circuito musicale gravitante intorno a quel mondo.

Infatti, mai come nei primi anni novanta i media diedero spazio al rock, trascinati dalla moda grunge che, chiariamolo subito, con la musica aveva poco a che fare, ed i giovani kids di tutto il mondo sulla scia di Nirvana, Soundgarden e compagnia di Seattle ebbero l’opportunità di conoscere le band storiche (molte di queste chiaramente metal) a cui i nuovi eroi del rock si ispiravano.
Come in tutti i periodi d’oro di un genere, a livello di popolarità, anche nel grunge, accanto alle band che segnarono un epoca, uscirono sul mercato anche realtà che durarono lo spazio di un album, tranciate sul nascere dalla morte di Kurt Cobain e dalla definitiva caduta di tutto il movimento.
Come al solito rimangono i grandi, le band e gli artisti che da ottimi interpreti si trasformano in icone e miti continuando a sfornare ottima musica aldilà delle mode e di ciò che “tira” in quel preciso momento.
Nell’underground poi, chi continua a suonare il rock degli anni novanta sono molti, tra cui questo trio portoghese proveniente dalla capitale, all’esordio discografico con un buon esempio di rock alternativo, o grunge come preferite chiamarlo, molto nirvaniano e riconducibile ai primi passi delle band più famose del suono di Seattle.
Lower And Louder, senza far gridare al miracolo, si compone di cinque brani devoti al credo di Cobain e soci, inserendo qua e là atmosfere stoner, in linea con i suoni del momento.
Ne esce uno stile musicale che, pur fortemente debitore nei confronti della band di “Nevermind” e “In Utero”, possiede comunque una sua vita propria di cui specialmente le due ottime Take Me All The Way e Two, poste in chiusura, sono gli esempi migliori.
Gli Artic Fire, formati da Pedro (chitarra e voce), Alex (basso) e Alexia (batteria), ci consegnano un buon Ep, carico di quegli elementi che fecero il botto vent’anni fa e che ancora oggi, con buona pace dei detrattori, continuano ad arrivare a noi tramite ottimi seguaci che ne hanno colto l’eredità.

Tracklist:
1.Running
2.Prozac Addict
3.Give Me A Cancer
4.Take Me All The Way
5.Two

Line-up:
Pedro – Guitars, Vocals
Alex – Bass
Alexia – Drums

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