Santa Sangre – Ali d’Amianto

Ali d’Amianto è un lavoro riuscito ed assolutamente consigliato per i fans del metal più diretto e senza fronzoli, e la carica distruttiva di cui è colmo non può certo passare inosservata.

La Qua’Rock ci presenta il nuovo lavoro dei Santa Sangre, trio toscano che propone un massiccio metal estremo tra thrash metal e hardcore, rigorosamente cantato in lingua madre.

Il gruppo nasce a Grosseto sei anni fa dalle ceneri dei Nerovena ed ha all’attivo hanno due demo ed un ep datato 2013 intitolato La Tua Ora.
Dopo la firma con la label corregionale, la band entra in studio per registrare l’ennesimo massacro sonoro, dal titolo Ali d’Amianto, una bella mazzata in pieno volto, senza compromessi e con l’obiettivo di far male, molto male.
Un sound molto vario contraddistingue un album in cui i brani passano dal thrash tout court, al grezzo hardcore, con ritmiche che si drogano di groove, veloci e schizoidi episodi di metallo, che amoreggia con attitudine punk ed impatto travolgente.
Le loro passate esperienze live, con nomi storici dell’hardcore statunitense come i Biohazard e ottime realtà groove metal nostrane come i Rebeldevil, sono servite non poco per definire le coordinate del nuovo lavoro.
Al gruppo non manca certo l’impatto, fondamentale nel genere, le variazioni ritmiche sempre potenti e veloci rendono l’album una monolitica incudine lasciata cadere da un grattacielo, gli strumenti creano un muro sonoro invalicabile ed il cantato in italiano non inficia la resa dei brani, grazie alle tonalità di stampo hardcore ed i testi intelligenti e al passo con la musica proposta.
Una proposta senza compromessi, che ha nell’ottima title track, nella seguente Schegge e soprattutto nella stonerizzata Visione Esoterica i brani cardine dell’album.
Ali d’Amianto è un lavoro riuscito ed assolutamente consigliato per i fans del metal più diretto e senza fronzoli, e la carica distruttiva di cui è colmo non può certo passare inosservata.

TRACKLIST
1.Ali D’amianto
2.Schegge
3.Al Guinzaglio
4.Manifesto
5.Passi Di Piombo
6.Visione Esoterica
7.La Gente Che Conviene
8.Samsara
9.Serpente Di cenere

LINE-UP
Antonio Viggiani – Drums
Alessandro Parrini – Guitars, vocals
Paolo Bencivenga – Bass

SANTA SANGRE – Facebook

Throwers – Loss

Con un impatto devastante diluito in pause strumentali più rallentate, il primo albume dei tedeschi Throwers risulta accessibile. Loss si presenta infatti dissonante, estremo ma non troppo ripetitivo, chiassoso ma vario. Di sicuro non è l’album rivoluzionario, ma è un bel prodotto per gli amanti del genere.

Forse l’album dalla copertina più fuorviante che mi sia mai capitato. Non conoscevo i Throwers e la foto di un signore anziano con occhialini e barba lunga, intento a qualche lavoro manuale (ha qualcosa tra le mani) su uno sfondo colore rosa mi faceva pensare a una band di folk rock.

Il retro della copertina cartonata con la scritta che suggerisce di ascoltare l’album al volume più alto possibile per poter apprezzare al meglio il suono della band e l’analisi più attenta della foto dell’uomo che in mano ha un teschio, mi fa capire che sono fuori strada.
Ma sono ugualmente a mio agio. Loss è il primo album sulla lunga distanza dei tedeschi Throwers, che si presentano con un hardcore violento e sporco, bello solido e compatto, mescolato con sfumature post harcore, ma solo dal punto di vista strumentale. La voce di Alex infatti non molla mai la cattiveria e l’aggressività.
Nonostante il disco sia piuttosto brutale, l’ottima registrazione permette di apprezzarne i vari strumenti, che non risultano un muro di suono caotico, ma qualcosa di bene progettato.
Velocità e tecnica sono proprietà di questo album, che ha la caratteristica di essere composto da un ritmo di fondo ben riconoscibile a cui si sovrappongono più in superficie diversi elementi variabili: a tratti sembra di ascoltare del black metal, a tratti del post metal mescolato con del punk.
Azzeccata anche la scelta di inserire momenti tranquilli nella struttura delle diverse canzoni, perché permette di arrivare in fondo alla mezzora abbondante dell’album senza essere stravolti. E l’impatto, seppur devastante, viene diluito. Accessibile come era già capitato per altre band precedenti e alle quali probabilmente si inspirano (Botch, Knut, Converge per citarne alcune), Loss si presenta dissonante, estremo ma non troppo ripetitivo, chiassoso ma vario. Di sicuro non è l’album rivoluzionario ma è un bel prodotto per gli amanti del genere.

TRACKLIST
1. Singularity
2. Der Makel
3. Karg
4. Homecoming
5. Unarmed
6. Assigning
7. Nevermore

LINE-UP
Jonas – Bass
Gabriel – Drums
Kay – Guitar
Alex – Vocals

THROWERS – Facebook

Altarage – Nihil

Nihil è un disco densissimo ed originale che tira le fila di un certo movimento blackened che sta crescendo molto negli ultimi tempi, ma che non sempre è di qualità come in questo caso.

Lp per questi baschi che suonano un death metal fortemente influenzato dal black e dall’hardcore maleficamente mutato.

Non si conoscono i nomi dei musicisti coinvolti in questo misfatto sonoro, si sa solo che sono veterani della scena underground. Fatto sta che riescono a creare un magma che sembra immoto ma che in realtà si muove molto velocemente verso di noi e non è prevista al salvezza. Ci sono anche elementi di hardcore e metalcore dentro questo maleficio messo in musica. La furia e la rabbia tipici di chiunque faccia metal qui raggiungono un nuovo livello, con un certo lo fi che è funzionale al conseguimento del risultato. Nihil è un disco densissimo ed originale che tira le fila di un certo movimento blackened che sta crescendo molto negli ultimi tempi, ma che non sempre è di qualità come in questo caso.
Ci sono momenti di saturazione e tensione estrema in questo disco, e proprio quei momenti vorresti non finissero mai. Un suono nuovo per vecchie oscurità. Notevole.

TRACKLIST
1.Drevicet
2.Womborous
3.Graehence
4.Baptism Nihl
5.Vortex Pyramid
6.Batherex
7.Altars
8.Cultus

ALTARAGE – Facebook

Snake Tongue – Raptor’s Breath

Hardcore e metal sono uniti in questi nove brani esplosivi, dall’ottimo impatto, un vero attacco frontale prodotto benissimo, dalle ritmiche folli, violento come una burrasca nel Mare del Nord

I paesi scandinavi, maestri in molti dei generi che formano la grande famiglia metallica, hanno nell’underground una fiorente scena punk/hardcore, balzata agli onori già da molti anni, ma soffocata dalle più conosciute realtà death, black e power.

Nulla di male, ma è altresì vero che i gruppi dediti al genere sono molti, ed alcuni meritevoli d’attenzione, in fondo sempre di musica estrema si tratta, parente di quel genere ribelle ed anticonformista che è il grindcore e che, a sua volta spesso si ritrova a bere un bicchiere con il buon vecchio death metal.
Gli Snake Tongue sono un gruppo svedese, al debutto con questa mezz’ora di hardcore metal, mixata da Kurt Ballou dei Converge dal titolo Raptor’s Breath.
Il loro sound si ispira alla scena statunitense, anche se i richiami al metal estremo della loro terra non mancano, così come qualche rallentamento al limite dello sludge.
L’assalto sonoro portato dal gruppo è brutale e senza soluzione di continuità, con il singer Patrik che si danna l’anima, urlando e sbraitando senza sosta, mentre gli strumenti creano un devastante e potente muro sonoro, compatto, brutale e dalla forza disarmante.
Hardcore e metal sono uniti in questi nove brani esplosivi, dall’ottimo impatto, un vero attacco frontale prodotto benissimo, dalle ritmiche folli, violento come una burrasca nel Mare del Nord e compatto come il buio dell’oceano in una notte tempestosa.
Ottima padronanza degli strumenti e poca voglia di scherzare fanno di Raptor’s Breath un buon ascolto per gli amanti dell’hardcore che non disdegnano qualche sconfinamento nel metal estremo.
La formula non dispiace e l’album esce vario, colmo di cambi di ritmo, mentre l’atmosfera rimane da tregenda sonora, valorizzata da un sound che più in your face di così non si può.

TRACKLIST
1.Raptors Breath
2.In Stone
3.Post Mortem Spasms
4.Altar
5.Lashes
6.The Horror
7.Ghost Dance
8.Death Dance
9.The Narcissict

LINE-UP
Samuel – Drums
Niklas – Guitar
Martin – Bass & Vocals
Patrik – Vocals
Fredrik – Guitar

SNAKE TONGUE – Facebook

Love Sex Machine – Asexual Anger

La seconda prova per I Love Sex Machine presenta uno sludge brutale, ossessivo e ossessionante. Continuamente colpiti all’addome, il disco toglie il respiro. Le angoscianti sezioni ritmiche, le liriche malate e la voce distorta, alla fine, risultano stranamente affascinanti.

A distanza di 4 anni dal suo primo lavoro, la band di Lille esce con Asexual Anger, un album che per quanto possibile è ancora più brutale, più schiacciante, con urla infernali di supplizio e di paura.

La title track inizia con battute piuttosto cupe, succedute da un esplosione sonora caratterizzata da un aumento di potenza, da chitarre più massicce e voce straziante. Testo allucinante in cui ritroviamo piatti di carne umana, testicoli stufati ripieni di formaggio, pizza allo scroto e peni fritti croccanti. La rabbia sessuale ribolle e si manifesta in tutta la sua follia.
Drone Syndrome è una lama che entra in una ferita ormai putrida e marcescente, infliggendo dolore continuo. Solo una breve e sadica pausa fa riposare le cavità orali, ma poi riprendono agonia e martirio.
Trionfante e celebrativa Black Mountain si articola su una base di fondo piuttosto lenta rispetto al resto dell’album, nella quale si innestano lamenti carichi di sofferenza, con liriche meno disturbate.
Il morbo di Aujesky è l’equivalente della rabbia per i maiali, quindi non serve aggiunger altro. Il testo è pesantissimo, da far venire gli incubi al gentil sesso.
Devolution è l’equivalente di unghie passate su una lavagna, mentre preservativi volanti e donne con le gambe aperte che aspettano una pioggia di sborra sono il tema centrale della insana Atrocity.
Carni lacerate da sadici strumenti di tortura, sonorità da re degli inferi che impartisce sofferenze, Infernal Spiral è la perfetta colonna sonora di un incessante castigo a cui un anima può essere sottoposta.
I Love Sex Machine hanno vomitato un album con copertina dalle grafiche prossime alla censura, così pesante da tenerti schiacciato al suolo. Non mi sorprenderebbe sapere che una buona parte degli ascoltatori, in fondo in fondo abbia bisogno di terapia. Satanismo ed esperienze sessuali decisamente particolari, presentate sotto forma di lamenti e musica che ti fanno sperare di perdere l’udito. Ma alla fine il tutto risulta estremamente affascinante, quasi come se fossimo falene attirate da una luce in mezzo al buio, metafora di uno sludge ossessionante mescolato con dell’hardcore brutale.

TRACKLIST
1. Asexual Anger
2. Drone Syndrome
3. Black Mountain
4. Aujeszky
5. Devolution
6. Atrocity
7. Infernal Spiral
8. Silent Duck

LINE-UP
Yves – Chitarra, Voce
Xavier – Batteria
Guillaume – Basso, Chitarra

LOVE SEX MACHINE – Facebook

А.П. – Быть выше

Confermando l’attitudine senza compromessi della band, l’album esplode in una tempesta di suoni velocissimi ed arrembanti

Peccato non avere più informazioni su questo trio russo, perché il loro full length è un devastante e quanto mai aggressivo album di thrash metal, violentato da un’attitudine hardcore sopra le righe.

Il gruppo è al secondo lavoro, che segue di due anni il debutto del 2013, le songs sono state scritte nell’arco di tre anni (dal 2012 al 2015) per una durata che supera di poco i venti minuti, ma la carica violenta ed il songwriting ispirato ne fanno un piccolo gioiello di genere.
Tutto scritto in lingua madre, a confermare l’attitudine senza compromessi della band, l’album esplode in una tempesta di suoni velocissimi ed arrembanti; i musicisti del gruppo possiedono tecnica da vendere e i brani risultano uno più bello e massacrante dell’altro.
Gli А.П. sono formati da Eugene (chitarra e voce), Yura (basso e voce) e Diman (batteria), il loro sound svaria tra l’hardcore e il punk, con ottime intuizioni thrash metal, così che Быть выше, può tranquillamente sollazzare tanto gli amanti dell’hardcore/punk, quanto i metallari dai gusti estremi.
La voce travalica i generi, passando da uno scream cavernoso, al classico tono hardcore, la chitarra incendiano lo spartito con ritmiche fulminanti e la sezione ritmica è un mostro di velocità e precisione.
Spirito underground ed antisociale, il gruppo tramite il fondatore Eugene va avanti dal 2004, anche se è dal 2011 che la line up odierna gira a far danni per i locali della terra madre: А.П. è un combo che non lascia trasparire nessun compromesso ed è dotato di enorme talento, per i fans del genere un ascolto consigliato.

TRACKLIST
01. Быть выше
02. После нас
03. Выйди из игры
04. Враги солнца
05. Не откладывай на завтра
06. Стадо
07. Грёзы о будущем лучшего мира
08. Взрослеть – это больно
09. Быть овцой – тоже выбор
10. Постапокалипсис

LINE-UP
Eugene – guitar/vocals
Yura – bass/vocals
Diman – drums

А.П. – Facebook

Law 18 – Law 18

Al confine tra hardcore e metal questo gruppo milanese fa molto casino e regala belle soddisfazioni.

Possente ed ignorante hardcore metallico con forti rimandi ad eroi metropolitani come Biohazard e Sick Of It All. Al confine tra hardcore e metal questo gruppo milanese fa molto casino e regala belle soddisfazioni.

Le coordinate sono quelle di cui sopra ma c’è molto di più, perché i Law 18 ci mettono molto di loro, e con doppia voce e tanta cultura metal ci portano in posti dove i calci volano come polline a primavera e dove ci sono elementi di vari generi, tutti messi insieme validamente. La produzione è buona, ma potrebbe essere migliore, perché lascia giusto intravedere l’enorme potenziale del gruppo, ma è comunque sufficiente per rendere questo lavoro assai divertente. I Law 18 fanno canzoni ben al di sopra della melodia, con aperture vocali e tanto lavoro sotto, con fatica e passione.
I nostri sono persone che amano ed ascoltano molta musica e ciò lo si sente chiaramente, ma sono anche un gruppo che ambisce a qualcosa in più per quanto riguarda il discorso musicale. Un disco che è un ottimo inizio, e le pedate continueranno, rimanete in zona.

TRACKLIST
1.Dwarfs & Cowboys
2.You Blind
3.Hollow Earth Society
4.Dominus Caeli
5.Dirty of Blood
6.Leather’s Wreck
7.Mirror Reflections
8.Rage Against Me
9.2010

LINE-UP
Davide C – Lead Guitar, Voice
Lorenzo Colucci – Bass
Luca Ferrario – Drums, Voice
Alessandro Mura – Voice, Harmonica
Lorenzo Perin – Voice, Rhythm Guitar

LAW 18 – Facebook

Department Of Correction / Agathocles : Ultra Grindcore vs. Slumbering Sludge

Un gran bello split tra due gruppi che vanno oltre le convenzioni e che ci regalano un qualcosa di nuovo ma con uno spirito antico.

Dividere un disco fra varie band è una pratica consolidata in ambito hc grind metal ed affini, e in questo caso uniscono le forze i francesi Department Of Correction e i mitici belgi Agathocles.

I Department sono un gruppo che fa un grind che deve molto ai primi dischi dei maestri Brutal Truth e Napalm Death, ma i ragazzi francesi ci aggiungono molto di loro, dando a quel suono un tocco importante di modernità.
I loro sei pezzi sono ultra moderni e suoanti molto bene, veloci e precisi. Nell’altro lato dell’Lp ecco gli Agathocles, un gruppo che ha una credibilità ed un reputazione che ben pochi altri gruppi di tutti i generi musicali possono vantare. In giro da tantissimo, hanno scritto la storia del grind più politicizzato, facendo nascere il crust e indicando la via a generazioni di gruppi incazzati e rumorosi. In questo split ci propongono qualcosa di davvero differente rispetto a quello che hanno inciso fino ad ora. La loro partecipazione è un pezzo di oltre sei minuti in stile sludge molto pesante e claustrofobico, che dà l’idea di ciò che potranno fare in futuro dimostrando di non sapere andare solo veloci, ma scavando benissimo in profondità.
Un gran bello split tra due gruppi che vanno oltre le convenzioni e che ci regalano un qualcosa di nuovo ma con uno spirito antico.

TRACKLIST
DEPARTMENT OF CORRECTION:
1. Greencore Is Leaf
2. The Tank Is In The Garden
3. Suck It Up
4. Do It Like
5. Try To Set It Free

AGATHOCLES:
6. Into My Crypts

LINE-UP
Agathocles
Jan – Vocals, Bass
Nils – Drums, Vocals
Koen – Guitars

Department of Correction
Yohann Dieu – Drums
Florian Chrétien – Guitars
Grégoire Duclos – Vocals

DEPARTMENT OF CORRETION – Facebook

DESCRIZIONE SEO / RIASSUNTO

Portrait Of A Murder – Portrait Of A Murder

Possente creatura musical – mefitica da Torino, con un death metal fortemente hardcore e con tanto groove pesante.
Questo disco non è certamente fuori tempo massimo, poiché i dischi ben fatti e con passione non seguono mode o altri momenti, ma ci sono sempre a ricordarci che il metal mena forte.

I Portrait Of A Murder sono ciò che dice il nome, la raffigurazione in musica del nostro lato oscuro, la storia di serial killers, che poi erano quelli che si sedevano di fianco a noi in autobus, o addirittura sono dentro di noi.
Il disco è beatamente claustrofobico, pesante e con tante mazzate. Il loro suono ha sicuramente origini ben precise, ma a me per freschezza e tangibilità fisica mi ricorda molto i Gojira, per quell’impasto sono che picchia fortemente e che non ti lascia scampo.
Vi sono anche aperture sonore invidiabili, sia per melodia che per potenza, e che contribuiscono a fare di questo disco una delle migliori uscite metal italiane di questo 2015.
Molto lo si deve anche alla produzione di Mimmo ” Pentothal ” Musto che ha reso ancora migliore questo ep.
L’ingrediente principale di questo disco è il disagio, e il metal è uno dei codici più adatti a cantare le storie che non vorremmo nemmeno pensare.
Gran debutto davvero.

TRACKLIST
1.Zombie
2.Pandora
3.Relentess
4.Jeffrey
5.Black Widow

LINE-UP
Alessio – Vocals
Luca – Bass
Davide – Drums
Alfred – Guitar

PORTRAIT OF A MURDER – Facebook

https://www.youtube.com/watch?v=H1RQKQ1mJic

Police State – Mind Collapse

Un gran bel compendio di musica violente, in quasi tutte le sue sfumature.

Band da York, Pennsylvania, attiva dal 2013, fautrice di una musica violenta ed incazzata, tra powerviolence, crust ed hardcore.

I pezzi volano via con violenza uno dietro l’altro, intervallati da furiosi stacchi che impreziosiscono il tutto.
Non c’è granché da gioire in questo mondo ed anche l’ottimismo sembra davvero fuori luogo, e quindi fare musica come i Police Rot è quasi un dovere andando contro ciò che noi chiamiamo civiltà. I testi parlano degli orrori che vediamo quotidianamente, dalla violenza poliziesca, alla violenza di genere e tutte le nostre brutture.
Un gran bel compendio di musica violente, in quasi tutte le sue sfumature.

TRACKLIST
1.Life
2.I Only See Hate
3.Burner
4. Beneath Me
5.Distraught Mind
6.Fields of Green
7.God Body
8.Transition
9.Filthy Eyes
10.Fall of Man

LINE-UP
Kasey- Bass/Vox
Cole- Guitar/ Vox
Matt- Drums

CORPORATION OF CONSUMPTION / CxOxSx – Eat My Tail

Split di furioso fastcore, musica violenta per gente pensante.

Split di furioso fastcore, musica violenta per gente pensante. L’incontro tra Corporation of ConsumptionCxOxSx dà vita a questo bel lp split di musica cattiva, thrash death metal geneticamente mutato.

I Corporation Of Consumption sono veneti e suonano un bel grind veloce dal 2009. Il loro suono non è contraddistinto solo dalla velocità ma anche da un suono potente e maturo molto simile agli ultimi Napalm Death. Nella loro discografia c’è un demo del 2012, la partecipazione alla raccolta Italia Violenta a.k.a. Crash Mandolino 2.0 e questo bel split. Il cantato rende ancora più potente il loro suono, di stampo cara vecchia scuola.
Dall’altra parte del vinile troviamo i CxOxSx storica band in attività dal 1995, che partendo dai capisaldi del genere rimasta vecchia scuola e sforna un grind in stile Cripple Bastards con grossi riferimenti al thrash anni ottanta e novanta. Il loro suono e i loro testi sono una radicalizzazione dell’hc, ed hanno ragione quando essi stessi affermano che non amano le classificazioni, ed in effetti alla fine fanno ottima musica violenta.
I due gruppi ci regalano un ottimo split, divertente come musica ma descrivere il nostro mondo non è divertentissimo, anche se il fastcore è un ottimo modo per sdrammatizzare. Questo sottogenere è per fortuna praticamente non commerciabile e rimane fortemente di nicchia, anche se davvero valido e il perchè lo si può ascoltare in questo split.

TRACKLIST
1.C.O.C. – le cose che vedo dall’alto
2.C.O.C. – out of control
3.C.O.C. – frail
4.C.O.C. – nails feed
5.C.O.C. – parhiadise
6.C.O.C – along + tv whore
7.CxOxSx – birdbrains
8.CxOxSx – troppe volte
9.CxOxSx – ???
10.CxOxSx – California fodder’s leader
11.CxOxSx – real lies (realize)
12.CxOxSx – power’ass kickin’violence
13.CxOxSx – who wanna be a star
14.CxOxSx – no chop (monitorati)

LINE-UP
Corporation Of Consumption
Cesare – Guitar
Baietto – Drums
Borni – Vocals
Barney – Guitar

CxOxSx
Il Mugnaio Falloppi – Drums
Albi – Throat
Jabba – Growls
Bari – Bass
Massi – Guitars

CORPORATION OF CONSUMPTION – Facebook

CxOxSx – Facebook

http://hereandnowrecords.bandcamp.com/album/corporation-of-consumption-cxoxsx

Hombre Malo – Persistent Murmur of Words of Wrath

“Persistent Murmur of Words of Wrath” è un lavoro che non deluderà affatto chi predilige la freschezza compositiva rispetto all’esibizione della mera tecnica strumentale.

Creatura strana questo secondo full-length dei norvegesi Hombre Malo: benché il tipo d’impatto sia lo stesso, ogni brano che si succede in tracklist sposta leggermente le coordinate sonore da uno stile estremo all’altro, tenendo così sempre ben desta l’attenzione dell’ascoltatore.

Pur essendo inserita convenzionalmente nella famiglia stoner /sludge, in effetti la band di Oslo immette nel proprio sound pesanti elementi hardcore e noise, finendo per creare un avvincente crossover stilistico, sempre all’insegna di un approccio molto diretto e corrosivo.
L’Etranger apre l’album in effetti sotto l’egida di uno stoner caracollante, vetriolico e tutto sommato nei canoni, ma Crosses and Marching Feet cambia repentinamente le carte in tavole con le sue sfuriate hardcore-punk.
I suoni dopati di Golden sono propedeutici alla notevole Vladislav , che si dipana lungo sei minuti di stoner doom lisergico e coinvolgente; abbastanza lunga anche Reaching the Shore, dotata di un ottimo refrain e di un riffing decisamente pesante .
Elena mostra efficacemente il versante noise degli Hombre Malo, mentre Deathbed Conversion costituisce l’epilogo del disco con la sua protratta parte centrale dominata da umori psichedelici.
Indubbiamente interessanti, i quattro scandinavi rifuggono ogni raffinatezza stilistica dando la priorità all’impatto della loro musica: in alcuni frangenti possono apparire una versione grezza dei primi Jane’s Addiction, in altri la vena stoner emerge in maniera prepotente ma, in generale, Persistent Murmur of Words of Wrath è un lavoro che non deluderà affatto chi predilige la freschezza compositiva rispetto all’esibizione della mera tecnica strumentale.

Tracklist:
1.L’étranger
2.Crosses and marching feet
3.Golden calf
4.Vladislav
5.Reaching the shore
6.Elena
7.Deathbed conversion

Line-up:
The Muerto – vox
Tom – bass
Boris – guitar
Joakim – drums

HOMBRE MALO – Facebook

Hierophant – Peste

Venti minuti nel segno della pestilenza, l’inferno sulla terra raccontato dagli Hierophant.

Dura solo una ventina di minuti Peste, ritorno sulle scene della band ravennate, ma sono venti minuti d’intensità estrema notevole, una bordata di metallo massiccio, urlante e assolutamente non convenzionale.

Gli Hierophant sono al terzo lavoro, i precedenti full length messi in archivio portano i titoli di “Hierophant”, omonimo debutto del 2010 e “Great Mother: Holy Monster” dello scorso anno.
Peste supera ogni aspettativa con questi dieci brani collegato tra loro, uno più rabbioso dell’altro e che formano un unico intenso monolite di metal estremo dove l’hardcore, il black, il death ed il punk uniscono le proprie forze per scaricarci addosso una valanga di potenza inaudita.
Un clima di delirio e sofferenza, raccontata dalla musica del gruppo che si avvale delle urla disumane di Carlo, cantore tra i fumi dei falò di cadaveri bruciati, sorretto dal basso colmo di groove di Giacomo che, con il drumming di Ben, compone una coppia ritmica da apocalisse.
Le chitarre sempre impostate su riff pesanti come macigni (Lollo e Steve) formano appunto con il basso un muro sonoro estremamente potente, l’atmosfera vera e non romanzata di un’apocalisse sulla terra, portata da un virus che, nei secoli passati, ha avvicinato con la sua devastazione la terra all’inferno.
Non un attimo di tregua e tanta violenza sonora, sommata alla varietà di stili che la band utilizza per creare il proprio sound, fanno di Peste un lavoro originale ed estremamente affascinante: una band ed un album fuori dagli schemi … notevoli.

Tracklist:
1. Inganno
2. Masochismo
3. Nostalgia
4. Sadismo
5. Apatia
6. Paranoia
7. Sottomissione
8. Alienazione
9. Egoismo
10. Inferno

Line-up:
Giacomo – Bass
Ben – Drums
Lollo – Guitars
Karl – Vocals
Steve – Guitar

HIEROPHANT – Facebook