Dury Dava – Dury Dava

Dentro si possono trovare tantissimi generi, dal krautrock al prog, dal kosmische alla psichedelia anni sessanta, e anche alcune strutture della jazz fusion.

Dalla Grecia arriva uno dei gruppi più estremi per quanto riguarda la psichedelia più oscura e generatrice di visioni.

Il nuovo lavoro del gruppo ateniese, che canta in greco, è un rito panico che attraverso l’astrazione e la interdimensionalità conduce in uno spazio fisico molto diverso da quello attuale. Dentro si possono trovare tantissimi generi, dal krautrock al prog, dal kosmische alla psichedelia anni sessanta, e anche alcune strutture della jazz fusion. Ma si badi bene che questo disco non è un guazzabuglio di suoni, quanto un bellissimo collettore di tanti momenti diversi, e chi ama certe sonorità che sanno essere sia eteree che pesanti in questo album troverà molta gioia. Le canzoni sono costruite in modo da svilupparsi in maniera mai lineare, ma cercando spazio nello spazio, usando quasi tutti gli strumenti presenti nel globo, per andare molto lontano. Si perde la cognizione del tempo, anche perché non esiste nessuna fretta, non ci sono obiettivi o soft skills, si cerca e si trova nutrimento per il nostro cervello stremato da cose ed orpelli inutili, ma che noi consideriamo essenziali. I Dury Dava riportano tutto al suo posto, confezionando un disco che è allo stesso tempo febbrile e curativo. Come quando si assume del peyote, prima qualcosa esce dal nostro corpo e poi si comincia il viaggio, e dopo non si è più come prima. Infatti nelle canzoni che sono contenute in questo disco la forma canzone è davvero obsoleta, e si supera anche quella della jam, per entrare in un altro stato mentale. E proprio la diversione psichica ciò che ricerca questo incredibile gruppo con un disco che pesca anche nella tradizione musicale greca e turca, l’oriente più vicino a noi. Dentro si possono trovare tantissimi generi, dal krautrock al prog, dal kosmische alla psichedelia anni sessanta, e anche alcune strutture della jazz fusion: un altro sguardo e tanta ottima psichedelia per un gruppo da scoprire.

Tracklist
1. Africa
2. Triptych
3. Come Again to
4. Satana
5. Zoupa
6. Summer
7. 34522
8. Ataxia
9. Tarlabasi
10. Kane Ligo Alithina

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Distorsonic – Twisted Playgrounds

Non è un disco fruibile in maniera tradizionale, né lo vuole essere, è un deciso andare avanti, nove jam, di cui una con parti cantate, con mille ritmi e percorsi diversi, in un’oscillazione perpetua e ricercata compiuta da due musicisti che sono di un altro livello, soprattutto in quanto a sensibilità.

Musica spaziale che genera nuovi suoni e generi attraverso le allucinazioni di un basso che fa orchestra a sé ed una batteria.

Il basso è quello di Maurizio Iorio, già con Molteni, ha ha cominciato il progetto Distorsonic già negli anni novanta e questo è il terzo episodio discografico. Il disco è una vera e propria esperienza sciamanica e psichedelica, non c’è un genere bene preciso, ma una continua generazione e rigenerazione di suoni vivi, suoni morti o ancora non nati. La direzione è quella di una jam, di un andare in qualsiasi caso senza mai fermarsi, ci sono così tante linee di basso da scrivere e da distorcere, e la batteria è un cuore malato collegato ad un cervello fuso, medium per vedere oltre. Oltre ad una totale mancanza di etichette, cosa già di per sé assai notevole, ci sono molte cose nuove ed un modo totalmente differente di approcciarsi alla materia musicale. Il basso di Maurizio Iorio è un elemento che fa storia a sé, dato che vive di vita propria, non fa accompagnamento o tiene il ritmo, bensì indica la via verso una nuova linea melodica. Lo strumento di Maurizio compie la funzione vera e propria di un oggetto che serve per esprimere qualcosa che altrimenti non verrebbe espresso. Inoltre la batteria di Stefano Balcone è un altro strumento perfetto per questo viaggio, anch’essa fa gruppo a sé stante e si compenetra perfettamente con il basso di Maurizio. Twisted Playgrounds illustra storie molto antiche ma anche moderne, suona di sangue e vite sull’asfalto, di sofferenza e di gioia, morte e vita, in un continuo rigenerarsi come se fosse un lungo giro di basso. Non è un disco fruibile in maniera tradizionale, né lo vuole essere, è un deciso andare avanti, nove jam, di cui una con parti cantate, con mille ritmi e percorsi diversi, in un’oscillazione perpetua e ricercata compiuta da due musicisti che sono di un altro livello, soprattutto in quanto a sensibilità. Non è sperimentazione, bensì un’altra dimensione musicale.

Tracklist
1. Space Underdogs From Hell
2. Subterranea
3. Messing Around With a Baritone
4. Headhunting the Headhunters
5. Secchezza delle fauci
6. Heavy Satori
7. Fisheye Speedfreak
8. Caronte
9. Tofranihl

Line-up
Maurizio Iorio – Basso
Stefano Falcone – Batteria

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