Der Blutharsch and the Infinite Church of the Leading hand – Wish I Weren’t Here

Il progetto di Albin avanza ulteriormente e fragorosamente, se lo si legge in chiave musicale questo disco è una delle cose migliori che sia ultimamente uscita in campo psichedelico e non solo, perché qui ci sono forti elementi di new wave e di ottimo krautrock.

Continua l’immensa parabola musicale di Albin Julius aka Der Blutarasch, geniale e controverso artista che forse nei tempi passati sarebbe stato un magnifico musicista classico, ma che oggi sicuramente è un medium attraverso il quale la musica fluisce e si disperde nell’universo.

La prima fase della sua vita musicale è stata all’insegna del martial neofolk politicamente schierato nell’estrema destra, collaborando anche con Death In June. Dal 2011 la svolta psichedelica, cambiando nome in Der Blutarsch and The Infinite Church Of The Leading Hand. La cesura musicale con il passato è pressoché totale, dato che qui siamo nei territori della psichedelia più libera e visionaria, per un disco che cattura e porta lontani. La svolta di Albin, che con musicisti come Douglas Pearce, deus ex machina dei Death In June condivide la stessa visione estremamente contraddittoria dell’arte della vita, non gli ha procurato grandi elogi dal suo passato pubblico, mentre invece gli ha fatto guadagnare nuovi adepti tra chi ama la musica più visionaria ed eterea. Wish I Weren’t Here, oltre ad essere una manata nei coglioni ai Pink Floyd e alla musica alternativa tutta, è un disco libero e contundente, un qualcosa di totalmente slegato dalle logiche commerciali, la cosa più lontana che ci possa essere da una zona di comfort. Der Blutarsch con i suoi soci vuole fare male, penetrare nel profondo della nostra psiche modernamente devastata, rompere gli argini del facile, distorcere una realtà già distorta, in un infinito che si ripiega su se stesso. Il suono è dirompente, la voce femminile è quella di una sciamana che ci porta in una regressio ad infinitum, mentre il gruppo evolve in jam che tendono a dilungarsi, con tutti gli spazi riempiti ed il vacuum che non esiste. Il progetto di Albin avanza ulteriormente e fragorosamente, se lo si legge in chiave musicale questo disco è una delle cose migliori che sia ultimamente uscita in campo psichedelico e non solo, perché qui ci sono forti elementi di new wave e di ottimo krautrock. Al di là di qualsiasi altra considerazione, lasciamo parlare appunto la musica per ora, perché quella è ottima.

Tracklist
1.evil
2.wish I weren`t here
3.all one
4.make me see the light
5.just because I can
6.my soul rests free
7.forgotten
8.he is here
9.o lord

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Pharaoh Overlord – Zero

Stranianti, magnifici e possenti come un dio che svanisce quando scende la droga sciamanica, sciamani di un’altra dimensione in cui si sta davvero bene, o più prosaicamente uno dei migliori gruppi di psichedelia pesante del mondo.

I Pharaoh Overlord sono una bellissima anomalia, una di quelle cose che nascono in mezzo a strane frequenze, e che sono assolutamente e fortunatamente fuori dalla norma.

Innanzitutto sono un supergruppo della psichedelia e del krautrock, dato che sono formati da Jussi Lehtisalo, Janne Westerlund Tomi Leppänen, membri dei notevolissimi Circle, e poi da altri compagni di acide scorribande. La loro attività psicoattiva è cominciata nel 2000 e ha avuto numerose puntate e tutte notevoli, ma questo Zero è una delle più belle e complete. Descrivere il mondo dei finlandesi è arduo, perché bisognerebbe scrivere un altro Alice Nel Paese Delle Meraviglie, ci sono tantissime cose. Si potrebbe dire che questo è un viaggio che a volte tocca i territori della psichedelia e del kraut in quota kosmik, con una voce che è growl, e che è la parte cattiva e sudata del viaggio. Strumentalmente questi signori hanno tecnica e sapienza da vendere, e soprattutto offrono un suono unico che non è rintracciabile da nessuna altra parte, come un venditore di sogni che solo voi conoscete. Qui urge mettersi le cuffie, consumare qualche sostanza ed andare. Il disco è bellissimo, ha mille rivoli, risvolti e chicche da offrire all’ascoltatore, ed è un’esperienza unica come lo è tutto con i Pharaoh Overlord. Il nome richiama, e giustamente, la visione psichedelica della vita di Sun Ra, ovvero non siamo di questo pianeta e vogliamo andarcene, ma già che l’astronave non passa, mettiamoci a fare musica del nostro mondo. Stranianti, magnifici e possenti come un dio che svanisce quando scende la droga sciamanica, sciamani di un’altra dimensione in cui si sta davvero bene, o più prosaicamente uno dei migliori gruppi di psichedelia pesante del mondo.

Tracklist
Side A:
1. Revolution
2. Maailmanlopun ateriana
3. Meanwhile

Side B:
1. Lalibela Cannot Spell Zero
2. Satavuotiaiden Salaisuus
3. I Drove All Night by My Solar Stomp

Line-up
Jussi Lehtisalo
Janne Westerlund
Tomi Leppänen

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Der Blutharsch And The Infinite Church Of The Leading Hand ‎– What Makes You Pray

Un flusso musicale intriso di una potente fascinazione orientale e di una decisiva componente che riconduce a quella kosmische musik presente inevitabilmente nel dna di ogni musicista mitteleuropeo.

Al nome di Albin Julius è spesso stato associato l’aggettivo controverso, che è una maniera pur sempre legante ma anche un po’ pilatesca di approcciarsi ad un personaggio discutibile in passato dal punto di vista ideologico quanto apprezzabile sul lato artistico.

Da parte mia, non essendo mai stato un grande estimatore della scena martial-neofolk che vide quali vessilliferi i Death In June (del quale peraltro il nostro ha fatto parte), non ho mai neppure dovuto pormi il problema di dover separare l’uomo dal musicista per consentirmi di godere senza condizionamenti del prodotto finale, ovvero il disco.
Il tempo cambia le cose e spesso consente di vederle, a posteriori, sotto un’altra luce, anche da parte di chi ha vissuto certe situazioni in prima persona: da alcuni anni Julius ha preso in qualche modo le distanze da quella fase della sua carriera, sia a parole sia musicalmente, e questo rende tutto molto più semplice consentendo a qualsiasi ascoltatore di addentrarsi senza veti o distinzioni di sorta nell’operato del musicista austriaco.
La stessa scelta di aggiungere And The Infinite Church Of The Leading Hand allo storico monicker Der Blutharsch è un chiaro elemento di discontinuità, ed ecco, quindi, che ‎non può sorprendere il nuovo corso psichedelico che vede in What Makes You Pray l’ultimo prelibato frutto.
Shine è il magnifico e lunghissimo mantra che apre l’album, fornendo senza indugi un’idea di quelle che ne saranno le principali coordinate: un flusso musicale intriso di una potente fascinazione orientale e di una decisiva componente che riconduce a quella kosmische musik presente inevitabilmente nel dna di ogni musicista mitteleuropeo.
La psichedelia qui non è intesa solo come una costante forma di alterazione degli stati di coscienza provocata da estenuanti improvvisazioni: ogni brano è infatti dotato di una propria struttura melodica che lo rende identificabile e capace di fissarsi nella memoria, come avviene con la stupefacente El Ocaso, traccia inizialmente in odore morriconiano che si stempera in un magnifico lavoro chitarristico nella sua parte conclusiva.
A questo punto sono passati circa venticinque minuti che rasentano la perfezione, con in mezzo altri due brani convincenti come Wolf On Your Threshold e You Bring Low; successivamente, il disco perde leggermente in omogeneità con l’incrementarsi della vena sperimentale, senza che il tutto comunque vada ad inficiare in maniera decisiva la qualità dell’insieme, con Land Of Free che resta l’episodio meno scintillante della tracklist.
La minacciosa title track e la toccante Right preludono al delirio ambient rumoristico di Time, degna chiusura di un lavoro dai due volti ma ugualmente efficace nel suo insieme: si capisce che Albin Julius, oggi più che mai, è un musicista che, abbattuta ogni sorta di barriera ideologica e stilistica, lascia sfogare il suo talento senza perseguire altro obiettivo se non quello di proporre ciò che di volta in volta è nelle sue corde e, mi si creda, non è affatto poco.

Tracklist:
01 Shine
02 Wolf On Your Threshold
03 You Bring Low
04 El Ocaso
05 Land Of Free
06 Interludio
07 What Makes You Pray
08 Right
09 Time

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