Unreqvited – Mosaic I: l’Amour et l’Ardeur

Ci sono musiche che dipingono atmosfere che non sono di questo mondo, o semplicemente non di questa dimensione.

Ci sono musiche che dipingono atmosfere che non sono di questo mondo, o semplicemente non di questa dimensione.

Quando ascoltiamo questi veri e propri portali, ci sembra di distaccarci da terra, lasciando in basso tutto il nostro peggio. Tutto ciò e molto altro ci viene offerto dal compositore e musicista francese che opera sotto lo pseudonimo di Unreqvited. Questo terzo disco porta a compimento una maturazione che è cominciata fin dal primo lavoro, che era indirizzato maggiormente al black metal, mentre per questa ultima fatica si potrebbe parlare di post black metal, ma in realtà è un disco di musica neoclassica fatto con elementi altri. Certo qui e là si po’ trovare qualcosa del post black, come nelle ultime cose di Alcest tanto per capirci anche se i due condividono solo la provenienza geografica, ma il tutto porta verso una proiezione classica della musica classica, con un respiro molto più ampio rispetto all’usuale forma canzone. La caratteristica più bella di questo disco è che contiene una gamma di sentimenti amplissima, un vero e proprio viaggio nell’atto del sentire interagendo con qualcuno o con qualcosa. Le tracce sono tutte di lunga durata e sviluppano diversi temi al loro interno, ci prendono per mano e ci portano lontano. La potenza immaginifica di Unreqvited è un vortice che parla direttamente al cuore, un caldo innamoramento che diventa disperato solipsismo, perché alla base di tutto c’è il dolore che porta questa vita e la certezza che solo noi possiamo comprendere fino in fondo ciò che proviamo. Interi mondi vivono dentro questo piccolo capolavoro, suonato e composto con una cura inusuale e soprattutto senza alcun intento di vendere o di piacere, ma quello di aprirsi e raccontare. Il post black è una materia abbastanza sterminata, e la qualità non sempre è presente, ma qui ne possiamo trovare davvero molta, Unreqvited possiede una marcia in più e ci sono notevoli margini di miglioramento per un futuro che si preannuncia fulgido, o molto tenebroso se preferite.

Tracklist
1.Sunrise
2.Dreamscape
3.Radiant
4.Balance
5.Permanence

Line-up
鬼 – all instruments, composition, engineering, mix/master

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AstorVoltaires – La Quintaesencia de Júpiter

Ascoltando La Quintaesencia de Júpiter si viene rapiti e il nostro cuore si apre insieme alle nostre sinapsi, rimanendo sospesi sopra una piccola grande opera d’arte, fatta da un uomo come noi ma con uno smisurato talento musicale e narrativo.

AstorVoltaires è il progetto solista di uno dei membri degli splendidi Mar De Grises cileni, un gruppo che meravigliò e migliorò la vita di molti di noi dal 2000 al 2013, con bellissimi dischi di doom/post rock sognanti e melanconici.

L’unico membro del gruppo è il cileno, ora trapiantato in Repubblica Ceca, Juan Escobar, appunto ex appartenente ai Mer De Grises e poi in moltissimi altri gruppi come Aphonic Threnody, Lapsus Dei, Arrant Sudade e altri. La sua straripante personalità musicale trova in questo progetto il suo definitivo compimento, dipingendo bellissimi affreschi di pace ed inquietudine, di sogni e di terribili incubi, con una fortissima luce bianca che abbaglia e scalda facendo stare bene, come in un’esperienza di premorte. Il quarto lavoro sulla lunga distanza di una carriera iniziata nel 2009, quando i Mar De Grises erano ancora attivi, è forse quello più completo e melanconico. Forte è l’impronta di gruppi come gli Anathema o i Katatonia, ed è anche presente il doom ed il post rock, il tutto miscelato attraverso la forza della neo classicità. Questo disco in un’epoca diversa dalla nostra sarebbe stato un dipinto, forse meglio una scultura marmorea da vedere attraverso le sue rifrazioni di luci, in un gioco di rimandi che porta lontano, lo stesso gioco che domina questo bellissimo lavoro, che ti bacia e ti accoltella allo stesso tempo, pensato e suonato con canoni assolutamente al di fuori di quelli normali del mercato e dell’intrattenimento. Vivere la poesia parlando di ciò che sta sopra e dentro di noi, così in alto come in basso, e attraverso una musica talmente bella e struggente da non sembrare vera ricongiungersi all’universo là fuori, e che è già dentro di noi. Ascoltando La Quintaesencia de Júpiter si viene rapiti e il nostro cuore si apre insieme alle nostre sinapsi, rimanendo sospesi sopra una piccola grande opera d’arte, fatta da un uomo come noi ma con uno smisurato talento musicale e narrativo. Il disco va sentito come preferite voi, ma regalategli del tempo, non ascoltando le tracce saltando da una all’altra, ma assaporate ciò che vi regala, il cosmo, il corpo umano, la gioia, la morte o il tenero bacio di un fantasma.

Tracklist
1.Manifiesto
2.Hoy
3.Un Gran Océano
4.Thrinakia: El Reino del Silencio
5.Un Nuevo Sol Naciente
6.Arrebol
7.La Quintaesencia de Júpiter
8.Más allá del Hiperboreo

Line-up
J:EscobarC

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