Autumn Tears – Colors Hidden Within The Gray

Colors Hidden Within The Gray è un immersione in un quadro, dove le tinte ed il sentire sono molto lontani dalla nostra concezione di mondo moderno, qui dentro c’è una ricerca di melodie antiche, di costruzioni sonore inusuali e minimali.

Gli Autumn Tears sono un duo americano di musica neoclassica nato nel 1995, al ritorno nel 2018 dopo dieci anni di assenza con l’ep Origin Of Sleep.

Erika alla voce e Ted al piano formano una coppia di grande sapienza artistica e fondamentalmente la loro musica è voce con orchestra, ma ovviamente c’è molto di più. Nell’underground sono una leggenda perché le loro sonorità sono struggenti e pressoché perfette, come se le fate bisbigliassero favole alle nostre orecchie. Ad un primo ascolto il tutto potrebbe sembrare la colonna sonora di un film, ma questo giudizio è dovuto ai pregiudizi di noi uomini moderni, perché gli Autumn Tears fanno una musica che è molto antica. Come si diceva poc’anzi Ted compone e suona il piano, Erika ci ammalia con la sua fantastica e dolce voce e gli altri strumenti sono suonati da più di trenta ospiti, tutti molto validi per un risultato eccezionale. Colors Hidden Within The Gray è un’immersione in un quadro in cui le tinte ed il sentire sono molto lontani dalla nostra concezione di mondo moderno, qui dentro c’è una ricerca di melodie antiche, di costruzioni sonore inusuali e minimali. Le linee melodiche che ascoltiamo qui sono scarne e bellissime, il tipico suono degli Autumn Tears raggiunge qui il suo punto più alto, la pausa di dieci anni è servita per tornare più potenti e convinti di prima. La struttura è quella dell’opera, tutto è consequenziale, ma può anche essere ascoltato separatamente. L’incedere del disco si rifà molto all’immaginario medioevale, ovvero un pensiero carico di spiritualità e simbolismo. Il risultato è una gioia ed un inno alla neo classicità, è un disco etereo che rinforza lo spirito e lascia molte cose, regala molti ascolti ed è un ottimo viatico per chi ancora non conoscesse questa scena. Gli Autumn Tears sono uno dei maggiori gruppi di questo genere e in questo disco dimostrano ampiamente tutte le loro caratteristiche. Drammatico, salvifico e catartico, il disco è un qualcosa di molto differente e diverso, eco di un mondo che forse è già morto, eppure rimane.

Tracklist
1.A Pulse In the Celestial Sphere Part 1 – Astral Murmur
2.A Pulse In the Celestial Sphere Part 2 – A Stream of Higher Consciousness
3.A Pulse In the Celestial Sphere Part 3 – A Birth In the Aether
4.The Day of Wrath
5.The Grieving
6.Rainlight Ascension
7.The Impressionist
8.Prodigy
9.Drift
10.In Remebrance
11.The Earth Song
12.Colors Hidden Within The Gray
13.What We Have Become
14.Another Day

Line-up
Composition, arrangements, lyrics, piano: Ted Tringo
Lead / backing vocals, vocal / lyric arrangements: Brona McVittie
Lead / backing vocals, vocal / lyric arrangements: Dawn Desiree Smith
Lead / backing vocals, vocal / lyric arrangements: Nathan Nasby
Lead / backing vocals, vocal / lyric arrangements: Beraud
Lead / backing vocals, vocal arrangements: Jennifer Judd
Lead Violin and string arrangements: Brian Schmidt
Lead Violin and string arrangements: Julian Spiro
Viola: Kelly Ralston
Cello: Luke Payne
Cello: Molly Leigh Jones
Flute, Clarinet: Terran Olson
Clarinet: MaryBeth Kern
French Horn: John Clark
Trumpet: Chad Bell
Trombone: Victor Fuenmayor
Harp: Tom Moth
Snare drums: George Ball
Timpani: Germàn Domador
Kamancheh on “A Pulse in the Celestial Sphere”: Amir Mofrat
Trombone on “The Grieving” and “The Day of Wrath”: Petar Milanovic
Cello on “Colors Hidden Within the Gray”, “The Grieving”, and “Another Day”: Chris Abeel
Cello on “In Remembrance”..: Christine Hardigan
Spiccato Cello on “Rainlight ascension”: Charlot Rivero
Spiccato Cello on “Colors Hidden Within The Gray”: Isobel Alsup
Classical Guitar on “The Impressionist”: Oleg Maximov
Bansuri on Drift: Josh Plotner
Spiccato cello on “In Remembrance”: Carolina Teruel
Medieval bagpipes on “In Remembrance”: Simon Blum
Medieval bagpipes on “In Remembrance”: Steeven Didier
Medieval bass drum on “In Remembrance”: Charlotte Reckinger
Floor toms on “In Remembrance”: Benjamin Wanschoor
Snare drum on “In Remembrance”: Mattias Borgh
Bagpipes, toms and bass drums on “In Remembrance” engineered by Manon Deltombe

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The Voices & Aries – La Tua Mano Dà, La Tua Mano Prende

La Tua Mano Dà, La Tua Mano Prende è un lavoro assolutamente fuori dal comune, in cui accadono molte cose in un’ambientazione fortemente minimalista e soprattutto dall’approccio musicale pressoché inedito.

Fruttuosa collaborazione fra i The Voices e Pierluigi “Aries” Ammirate, usando solo chitarre, voci sintetizzatori.

Il risultato è un disco che va ben oltre la musica, molto neoclassico a partire dalla copertina, sembra quasi di sentire composizioni create quasi fossero parte di un’opera o del rito di qualche culto ancora a noi sconosciuto. La Tua Mano Dà, La Tua Mano Prende è un lavoro assolutamente fuori dal comune, in cui accadono molte cose in un’ambientazione fortemente minimalista e soprattutto dall’approccio musicale pressoché inedito.
Pierluigi è un chitarrista molto dotato tecnicamente, fortemente metal e creativo, che qui usa la chitarra come se fosse un’orchestra, creando scale, fughe e droni, il tutto molto ben composto e di grande effetto. Un discorso a parte lo merita la voce, una polifonia che sale al cielo come una preghiera, una forza alla quale ci si arrende molto volentieri e che estrania totalmente dalla realtà. Infatti The Voices nasce come progetto sperimentale di musica a cappella, ma dimenticatevi di ciò che avete sentito fino ad ora in materia. Infine i sintetizzatori vengono usati come moderni organi, che innalzano il resto del contesto e lo rendono molto neoclassico. Il disco è in modalità download ad offerta libera sul bandcamp della bresciana Masked Dead Records, una delle etichette italiane di metal e molto altro più innovative. Scorrendo il suo ampio catalogo, di cui abbiamo già trattato sulle nostre pagine, si possono ascoltare dischi che vanno ben oltre il significato e la forma del metal, per un viaggio che speriamo continui ancora a lungo. Questo ep è una vera e propria inusuale esperienza sonora, ad esempio la conclusiva Entrambe Le Mani è un manifesto di un qualcosa che tocca la nostra vera intimità, ed è molto esplicativa su cosa sia questo progetto. Innovazione ma anche molta antichità, in una connessione fra futuro ed origini molto fertile ed interessante.

Tracklist
1.Creatura Angelica
2.Per Queste Strade
3.Complice Eterea
4.Entrambe Le Mani

Camerata Mediolanense – Le Vergini Folli

Le Vergini Folli è rivolto ad un pubblico selezionato, il quale deve porsi come obiettivo primario quello di godere della purezza stilistica e poetica di un lavoro che ferma lo scorrere del tempo, obbligando ad ascoltare musica spogliata delle convenzioni strumentali e compositive della nostra epoca.

Da oltre vent’anni la Camerata Mediolanense costituisce una delle più piacevoli anomalie musicali del nostro paese.

Anomalia in quanto, nonostante uno stile che rifugge ogni accenno di rumorosità o modernità, l’ensemble è sempre gravitato anche nella sfera di gradimento della fascia di ascoltatori di rock e metal dotati di una naturale propensione verso sonorità impattanti dal punto di vita emotivo.
A tutto questo, poi, contribuisce poi l’ingresso nel nuovo decennio della Camerata Mediolanense nel roster della Prophecy Productions, etichetta tedesca che propone ogni volta dischi di straordinaria qualità afferenti a generi che vanno dal black metal sino al neofolk o appunto, alla derivazione neoclassica che troviamo elevata alla sua massima espressione in questo Le Vergini Folli.
Come sostiene Elena Previdi, fondatrice del collettivo, l’album può apparire datato per sonorità ed approccio perché lo è a tutti gli effetti, collocandosi ben al di fuori di ogni tentazione modaiola: proprio per questo Le Vergini Folli è rivolto ad un pubblico selezionato, il quale deve porsi come obiettivo primario quello di godere della purezza stilistica e poetica di un lavoro che ferma lo scorrere del tempo, obbligando ad ascoltare musica spogliata delle convenzioni strumentali e compositive della nostra epoca, ancor più in questa occasione che non prevede alcun intervento delle percussioni, molto importanti invece nell’economia degli album precedenti.
A dominare la scena sono quindi il pianoforte della Previdi e l’intreccio delle voci femminili di Desirée Corapi, Carmen D’Onofrio e Chiara Rolando che, assieme a quella maschile di 3vor, interpretano i sei componimenti poetici scritti da altrettante ed anonime autrici femminili d’altri tempi, oltre a due sonetti del Petrarca che si rivelano, peraltro, una gradita appendice a Vertute, Honor, Bellezza, uscito nel 2013 e del tutto basato a livello lirico sull’opera del poeta aretino.
A colpire, nell’operato della Camerata Mediolanense, è l’esibizione di una limpidezza compositiva che non può lasciare indifferenti, con le cristalline voci delle splendide interpreti che declamano versi scritti in un italiano pregno di una ricchezza espressiva destinata, irrimediabilmente, a scemare di pari passo con l’abbrutimento etico e sociale.
Gli otto brani riconciliano con l’arte, in virtù di una proposta che non ha nulla dello snobismo intellettuale di certe proposte elitarie, ma riporta direttamente all’essenza della musica, quella che riluce in particolare nella conclusiva Quando ‘l sol, dove la poetica petrarchesca viene sublimata in una trasposizione di abbagliante bellezza, grazie all’interpretazione vocale di Desirée Corapi ed al talento pianistico di Elena Previdi.
E’ magnifica anche Mi Vuoi, dal beffardo e trascinante finale, mentre l’altra traccia ispirata dal poeta toscano è Pace Non Trovo, perfetta nel suo duetto tra voce femminile e maschile: anche per questi due brani, oltre al già citato Quando ‘l sol, sono stai girati altrettanti video, meritevoli di visione anche per la cura dei particolari che li contraddistingue.
Le Vergini Folli è un album da non perdere, è un lampo di struggente poesia che si fa musica (nel senso più letterale) ed essendo in qualche modo collocabile artisticamente nel passato, per un ascolto ideale necessita dell’astrazione da un presente che non contempla soverchie pause di riflessione.

Tracklist:
1.Lacrime di gioia
2.Scrissi con stile amaro
3.Notte di novelli sogni
4.Mi vuoi
5.Notte ancora
6.Pace non trovo
7.Dolce salire
8.Quando ‘l sol

Line up:
Elena Previdi – composizione, tastiere, clavicembalo, organo, fisarmonica e percussioni
Giancarlo Vighi – tastiere, percussioni, voce (coro)
3vor – voce (baritono), percussioni, tastiere e campionamenti
Manuel Aroldi – percussioni
Marco Colombo – percussioni
Desirée Corapi – voce
Carmen D’Onofrio – voce (soprano lirico)
Chiara Rolando – voce

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