Nuisible – Inter feces et urinam nascimur

Il disco è breve ma lascia comunque il segno, magari non in maniera indelebile ma sufficiente a far drizzare le antenne di fronte questo nome nuovo.

Notevole mazzata quella proveniente dai francesi Nuisible, al loro effettivo esordio con questo Inter feces et urinam nascimur.

La band normanna spara una mezz’ora scarsa di hardcore, fortemente metallizzato da sfuriate ai limiti del black e da qualche raro rallentamento di matrice sludge, un qualcosa che potrebbe non soddisfare del tutto i puristi dell’hardcore, anche alla luce di una componente punk che emerge solo a sprazzi (Out come the wolves).
A chi ha un background propriamente metal, invece, quest’opera dei Nuisible dovrebbe piacere non poco, proprio perché, pur mantenendo la linearità e l’immediatezza dell’hardcore, gode di una pesantezza non indifferente ben rappresentata dall’ottima Roar of the great torrent.
Il disco, come detto, è breve, ma lascia comunque il segno, magari non in maniera indelebile ma sufficiente a far drizzare le antenne di fronte questo nome nuovo, capace di veicolare con efficacia il proprio rabbioso e insofferente sentire nei confronti della realtà circostante.

Tracklist:
1.Inter feces et urinam nascimur
2.Proletarian hung
3.Out come the wolves
4.Reign of confusion
5.Night wanderer
6.Roar of the great torrent
7.Forest fire

Line-up:
Julien – guitars, vocals
Alexandre – drums, keyboards, backing
Damien – bass,backing
Furet – guitar

NUISIBLE – Facebook

Violent Revolution – State of Unrest

L’urlo di protesta che parte con l’opener Resist e prosegue con la titletrack richiama la vecchia scuola americana

Capitanati dall’ex Agent Steel George Robb irrompono sul mercato, tramite Iron Shield, i thrashers statunitensi Violent Revolution.

Il gruppo proveniente dall’Arizona, attivo da appena due anni, solca le strade falciate dalla protesta politico sociale, gli scontri sono inevitabili nel grigiore del fumo provocato dai lacrimogeni e dalle bombe carta, il sangue che sgorga dalle teste spaccate dai manganelli sporca le vie e non serve vivere negli States per vedere scene di guerriglia urbana comuni in ogni parte del mondo, specialmente di questi tempi dove l’ingiustizia dilaga e salgono i moti di ribellione.
La colonna sonora per descrivere questo allucinante quadro non può che essere un violentissimo e velocissimo thrash metal, fortemente influenzato dal punk, old school nell’approccio, diretto ed assolutamente in your face.
L’urlo di protesta, che parte con l’opener Resist e prosegue con la titletrack, richiama la vecchia scuola americana, con ritmiche velocissime, una voce che grida disagio e lancinanti solos metallici che rincorrono l’urgenza ritmica dei brani.
Siamo a cavallo tra il decennio ottantiano e quello successivo, dove i gruppi metal della scena ambivano ad un crossover tra la forza metallica del thrash e l’irruenza sociale che il punk si portava dietro dagli ultimi sgoccioli del periodo settantiano: è forte, infatti, il richiamo hardcore nei brani dei Violent Revolution (il nome della band è una chiara dichiarazione d’intenti), ed in poco più di mezzora State Of Unrest spara le proprie cartucce, veloci, infallibili e senza compromessi.
Il gruppo è formato da musicisti di provata esperienza e sotto l’aspetto tecnico nulla da dire, anche se le sonorità lasciano un leggero senso di stantio.
Poco male, il genere è questo, prendere o lasciare, e State Of Unrest non mancherà di far proseliti tra gli amanti del crossover thrash/punk di fine anni ottanta, dunque se siete orientati verso sonorità più moderne probabilmente non fa per voi.

TRACKLIST
1. Resist
2. Violent Revolution
3. Damaged
4. State of Unrest
5. Final Vow
6. Wake Up
7. All Hail
8. Code of Conduct
9. Sudden Death
10. Trainwreck

LINE-UP
George Robb – Bass, Vocals (backing)
John Gilleland – Drums
Nate Garduno – Guitars
Don Funk – Guitars, Vocals (lead)

VIOLENT REVOLUTION – facebook

VV.AA. – Thirteeen: An Ethereal Sound Works Compilation

Thirteen è la compilation che celebra i tredici anni di attività della label portoghese Ethereal Sound Works, nel cui roster sono comprese band lusitane dedite ai generi più disparati, ma tutte accomunate da una notevole qualità di fondo e da altrettanta verve creativa.

Thirteen è la compilation che celebra i tredici anni di attività della label portoghese Ethereal Sound Works, nel cui roster sono comprese band lusitane dedite ai generi più disparati, ma tutte accomunate da una notevole qualità di fondo e da altrettanta verve creativa.

Sono ben 19 i brani contenuti in questa raccolta piuttosto esaustiva con la quale il buon Gonçalo esibisce i suoi gioielli, anche quelli più preziosi ma, purtroppo, non più attivi come i Vertigo Steps.
Così, in questo caleidoscopio di suoni ed umori, troviamo il metal con il death dei Rotem e il power/thrash degli Hourswill, il rock alternativo di Secret Symmetry, Painted Black, Dream Circus e Artic Fire, il punk di The Levities, Chapa Zero e Punk Sinatra, il dark di And The We Fall, Rainy Days Factory e My Deception, l’indie dei The Melancholic Youth Of Jesus, il folk dei Xicara , la sperimentazione pura dei Fadomorse e l’ ambient degli Under The Pipe e dei Soundscapism Inc., quest’ultimo fresco progetto di Bruno A., successivo allo split dei Vertigo Steps, qui rappresentati dalla splendida Silentground.
L’eclettismo è il vero marchio di fabbrica della ESW, grazie alla quale abbiamo la possibilità di constatare come in Portogallo si produca tanta musica di qualità, in più di un caso oggetto delle nostre recensioni (che possono essere lette nella sezione sottostante denominata articoli correlati).
Non ci sono solo i Moospell o il fado, quindi, a rappresentare il fatturato musicale lusitano, e questa compilation offre una ghiotta possibilità di farsi un’idea più precisa di quel movimento, portando alla luce diverse realtà oltremodo stimolanti.

Tracklist:
1.Secret Symmetry – Disarray And Silver Skies
2.Vertigo Steps – Silentground
3.Painted Black – Quarto Vazio
4.Hourswill – Atrocity Throne
5.My Deception – Daylight Deception
6.Dream Circus – Ticking
7.Rotem – The Pain
8.The Levities – Split Lip
9.Chapa Zero – Vai Lá Vai
10.Punk Sinatra – Nunca Há Paciência
11.Under The Pipe – No Need Words
12.Artic Fire – Running
13.The Melancholic Youth Of Jesus – Insensivity
14.And Then We Fall – Ancient Ruins
15.Rainy Days Factory – Deep Dive
16.Fadomorse – Deicídio
17.Xícara – Cantiga (Deixa-te Estar na Minha Vida)
18.Dark Wings Syndrome – In My Crystal Cage (2015)
19.Soundscapism Inc. – Planetary Dirt

ETHEREAL SOUND WORKS – Facebook

Hombre Malo – Persistent Murmur of Words of Wrath

“Persistent Murmur of Words of Wrath” è un lavoro che non deluderà affatto chi predilige la freschezza compositiva rispetto all’esibizione della mera tecnica strumentale.

Creatura strana questo secondo full-length dei norvegesi Hombre Malo: benché il tipo d’impatto sia lo stesso, ogni brano che si succede in tracklist sposta leggermente le coordinate sonore da uno stile estremo all’altro, tenendo così sempre ben desta l’attenzione dell’ascoltatore.

Pur essendo inserita convenzionalmente nella famiglia stoner /sludge, in effetti la band di Oslo immette nel proprio sound pesanti elementi hardcore e noise, finendo per creare un avvincente crossover stilistico, sempre all’insegna di un approccio molto diretto e corrosivo.
L’Etranger apre l’album in effetti sotto l’egida di uno stoner caracollante, vetriolico e tutto sommato nei canoni, ma Crosses and Marching Feet cambia repentinamente le carte in tavole con le sue sfuriate hardcore-punk.
I suoni dopati di Golden sono propedeutici alla notevole Vladislav , che si dipana lungo sei minuti di stoner doom lisergico e coinvolgente; abbastanza lunga anche Reaching the Shore, dotata di un ottimo refrain e di un riffing decisamente pesante .
Elena mostra efficacemente il versante noise degli Hombre Malo, mentre Deathbed Conversion costituisce l’epilogo del disco con la sua protratta parte centrale dominata da umori psichedelici.
Indubbiamente interessanti, i quattro scandinavi rifuggono ogni raffinatezza stilistica dando la priorità all’impatto della loro musica: in alcuni frangenti possono apparire una versione grezza dei primi Jane’s Addiction, in altri la vena stoner emerge in maniera prepotente ma, in generale, Persistent Murmur of Words of Wrath è un lavoro che non deluderà affatto chi predilige la freschezza compositiva rispetto all’esibizione della mera tecnica strumentale.

Tracklist:
1.L’étranger
2.Crosses and marching feet
3.Golden calf
4.Vladislav
5.Reaching the shore
6.Elena
7.Deathbed conversion

Line-up:
The Muerto – vox
Tom – bass
Boris – guitar
Joakim – drums

HOMBRE MALO – Facebook