Bat – Wings of Chains

I Bat sono una macchina da guerra che picchia durissimo, con un metal hardcore che non lascia scampo, incessante e furioso, con una fortissima base nell’hardcore americano anni ottanta.

La definizione di supergruppo è spesso fuorviante, perché addendi validi non portano sempre ad un valido risultato. Non è il caso di questo disco dei Bat.

I componenti dei Bat sono Ryan Waste al basso e voce dai Municipal Waste, il chitarrista Nick Poulos, che ha suonato con Waste nei Volture, e poi alla batteria troviamo Felix Griffin, che ha suonato negli anni ottanta nei D.R.I.
Questo trio dopo il demo Primitive Age, arriva al disco d’esordio con Wings Of Chains, che è un’enciclopedia di come si suona thrash, speed metal, con una solida base di hardcore. I Bat sono una macchina da guerra che picchia durissimo, con un metal hardcore che non lascia scampo, incessante e furioso, con una fortissima base nell’hardcore americano anni ottanta, che era fortemente influenzato dal metal. Il cerchio si chiude in questo disco, dove il minimo comune denominatore è la rabbia: Wings Of Chains scorre benissimo, estendendosi persino allo speed metal anni ottanta, e mostra chiaramente quanto siano legati fra loro generi all’apparenza lontani. Negli ultimi tempi, anche e soprattutto grazie a gruppi come i Municipal Waste, il metal hardcore è tornato alla ribalta, anche se non era mai andato via. Ci sono molti gruppi che lo fanno con piglio maggiormente festaiolo, i Bat sono più incazzati e vecchia scuola, e sono validissimi.
Teste che roteano, ossa rotte e voli dal palco.

TRACKLIST
1.Bloodhounds
2.Code Rude
3.Master of the Skies
4.Primitive Age
5.Condemner
6.Ritual Fool
7.Wings of Chains
8.Total Wreckage
9.Rule of the Beast
10.You Die
11.Cruel Discipline
12.Bat

LINE-UP
Ryan Waste – Bass, Vocals.
Nick Poulos – Guitar.
Felix Griffin – Drums.

BAT – Facebook

Coffin Lust – Manifestation of Inner Darkness

Un mare di odio mosso da onde di sporcizia e sangue.

Un mare di odio mosso da onde di sporcizia e sangue. I Coffin Lust sono un duo australiano che propone un death metal cattivo e sporco, a volte veloce, spesso lento e pregno di malvagità.

I due componenti del gruppo sono due veterani della scena metal australiana. Il loro debutto come Coffin Lust è un demo del 2012 intitolato Beyond The Dark, quattro tracce nelle vene di Autopsy, Dismbember, vecchia scuola insomma. Nel lavoro attuale le coordinate generali sono quelle, ma spesso nel disco nuovo il suono si rallenta per fa affiorare maggiormente la cattiveria e la sporcizia. I Coffin Lust grattano alla ricerca della cattiveria che alberga in ognuno di noi, cattiveria che il death metal riesce a purificare senza grossi danni per noi e per i nostri simili. Sporca cattiveria australiana in lp, cd e cassetta.

TRACKLIST
1. Execration of Mortality
2. Beyond Redemption
3. Chaos Absolute
4. Swarming Black Inferno
5. Damnation’s Bringer
6. Prophecy of Malevolence
7. Manifestation of Inner Darkness

LINE-UP
J.R. – Drums, Guitars.
P.W. – Guitars, Vox.

COFFIN LUST – Facebook

DESCRIZIONE SEO / RIASSUNTO

Malokarpatan – Stridzie Dni

Nel complesso un gran bel disco di black metal, che indica ancora una volta che la provincia dell’impero è in grado di essere avanguardia per tracciare il percorso nell’oscurità.

Originariamente pubblicato in digitale l’anno scorso, questo disco ha attirato fortemente l’attenzione della Invictus, che lo ristampato in formato fisico.

I Malokarpatan sono un gruppo slovacco di black metal grezzo e psichedelico, e vanno ben oltre i clichè del genere. Dentro la loro musica è veicolato il folklore e le tradizioni slovacche e più estesamente dell’est Europa. Molto influenzati dai maestri del genere degli anni ottanta e novanta, questi slovacchi portano una notevole ventata di esotismo e malvagità all’interno del calderone black metal. Bisogna ammettere che il folklore slovacco si presta molto bene, con le storie di demoni grotteschi e malvagi ubriachi. Tutti i testi sono in dialetto slovacco dell’ovest che rende molto bene. Nel complesso un gran bel disco di black metal, che indica ancora una volta che la provincia dell’impero è in grado di essere avanguardia per tracciare il percorso nell’oscurità.

TRACKLIST
1.Metelica a kúrnava sa žene nad krajem
2.Kýho besa mi to tá stará ohyzdná striga do pohára nalála
3.Na kríllach cemnoty do horských úbočí zostupuje posol moru a hniloby
4.O víne, kterak učený Hugolín Gavlovič z Horovec vyprával
5.Stridžie dni, kedy neradno po slnka západe vychádzat, ni perí drápat
6.Starý z hory, čo zver svoju budzogánem pobil
7.O jedném, čo pijatikou rozum si pomúcil a nakonec v chléve prenocovat musel
8.Z jazera ozruta, s volíma rohama a telom chlapiny
9.Popolvár najväčší na svete, šarkanobijca a bohatier

LINE-UP
Temnohor – throat.
As – 6 strings & backing throat.
HV – 4 strings & rhythmic beating.

MALOKARPATAN – Facebook

Occult Burial – Hideous Obscure

Da Ottawa un fantastico debutto a base di heavy e speed metal in purissimo stile anni ottanta.

Da Ottawa un fantastico debutto a base di heavy e speed metal in purissimo stile anni ottanta.

Questo disco farà la gioia di Fenriz, il deus ex machina dei Darkthrone, poiché è quanto di più ottantiano possiate trovare in giro. Sono già passati trenta anni da quel magico periodo che nel metal ha dato molta gloria a molte band. Il suono di quegli anni, come di questo disco, è grezzo eppure caldissimo, un vero piacere per le teste metalliche là fuori. Questi canadesi fanno tutto alla perfezione, sia come grafica, sia come musica. Dopo tre demo e la partecipazione ad una compilation dal titolo Evil Spells, Volume, 1 ecco questo folgorante debutto che colpisce al cuore i nostalgici ma non solo. Il disco è davvero piacevole e ben suonato, fatto con il cuore e tanta passione, per continuare una tradizione che non muore mai, quella del vero metallo. Meglio di tante parole farà l’ascolto di questi canadesi.

TRACKLIST
1. Intro
2. Blasted Death
3. Black Adoration
4. Jackal Head
5. Ancient Returns
6. A Witch Shall Be Born (Daughter Of Darkness)
7. Hades Son
8. Hideous Obscure
9. Occult Burial

LINE-UP
Dan Lee : Drums.
Dan McLoud :Guitars.
Joël Thomas :Vocals, Bass.

INVICTUS – Facebook

Destructor – Back In Bondage

Il ritorno dei Destructor si profila come uno dei primi appuntamenti da non perdere per i true metallers legati alla tradizione old school

Tornano gli storici Destructor, band attiva dalla metà degli anni ottanta, ed esempio del buon lavoro della Pure Steel nel riportare all’attenzione dei fans realtà storiche del panorama metal mondiale.

La band dell’Ohio aggiunge un’altra tacca alla cintura della sua numerosa discografia, il nuovo album è il quarto full length, ma la band annovera una marea di demo, ep e live, che accompagnano i primi tre lavori in studio, Maximum Destruction, esordio di metà ottanta, Sonic Bullet del 2003 ed il precedente Forever in Leather, ultimo parto in casa Destructor del 2007.
Heavy metal old school, ipervitaminizzato da velocità ed aggressività speed/thrash, è la carattersitica del sound del quartetto capitanato da Dave Overkill (voce e chitarra) e Nick Annihilator (chitarra), a cui si aggiunge la sezione ritmica dei distruttori, Tim Hammer (basso) e Matt Flammable alle pelli.
Overkill e Annihilator, pseudomini che la dicono lunga sulla musica del gruppo americano, improntata su un aggressivo U.S. metal che si avvicina non poco al thrash, il tutto sotto l’ala di un sound che più old school non si può, valorizzato da tanta esperienza, ed un’ottima preparazione che tecnica, così da far esplodere in un girone di infernale heavy metal senza compromessi i brani qui contenuti.
Veloci e violente fughe al limite della velocità, si alternano ad ottime ed oscure parti cadenzate, solos ed ottime parti strumentali, riecheggiano nella struttura dei brani, dove non mancano cambi di tempo, pur mantenendo un’aurea oscura e rabbiosa.
La produzione mantiene fede all’impronta old school del disco, così che veniamo trasportati nel suono americano, trascinati per i piedi da una raccolta di songs dure come l’acciaio, oscure come impone la tradizione e violente il giusto per fare di Back In Bondage un album consigliato agli amanti del genere, che si troveranno al cospetto di una band travolgente e a songs cattive come Final Solution, G-Force, la maideniana Pompeii, ed il piccolo capolavoro The Shedding of Blood and Tears, una semiballad in crescendo tra Metal Church ed Iron Maiden e picco qualitativo di questo ottimo lavoro.
Il ritorno dei Destructor si profila come uno dei primi appuntamenti da non perdere per i true metallers legati alla tradizione old school, ma può essere un buon modo per avvicinarsi al genere per i giovani che del metal tradizionale conoscono solo i primi album dei gruppi più famosi.

TRACKLIST
1. Fight
2. Final Solution
3. G-Force
4. N.B.K.
5. Pompeii
6. Powerslave
7. The Shedding Of Blood And Tears
8. Tornado
9. Triangle

LINE-UP
Dave Overkill – vocals, guitars
Nick Annihilator – guitars
Tim Hammer – bass
Matt Flammable – drums

DESTRUCTOR – Facebook

URL YouTube, Soundcloud, Bandcamp
https://soundcloud.com/puresteelrecords/destructor-fight

Thunder Lord – Prophecies of Doom

Se siete fans del power speed metal un ascolto al disco potete tranquillamente darglielo, ma senza nutrire particolari aspettative, altrimenti passate pure oltre.

Poco conosciuti in Europa, i Thunder Lord da quasi quindici anni portano il loro heavy metal in giro per il Sudamerica: attivi infatti dal 2002, arrivano al terzo full length che segue Hymns of Wrath in This Metal Age del 2008 ed il precedente Heavy Metal Rage uscito quattro anni fa.

Tornano dunque per la label tedesca Iron Shieds Records, costola della piovra Pure Steel con questo Prophecies Of Doom, assalto metallico dalle chiare accelerate speed, old school fino al midollo, guerresco e con un tocco epico, un’atmosfera sempre presente nei gruppi del genere.
Niente di clamoroso, un dischetto di metal ignorante, sparato a mille e che non riserva grosse sorprese, a parte un’ottima amalgma tra le componenti, discreti solos classici e fierezza metallica a iosa.
Il quartetto originario di Santiago conferma come l’heavy metal europeo abbia fatto proseliti nel continente sudamericano, più orientato ai suoni classici rispetto ai paesi del nord, compresi gli U.S.A., maggiormente suscettibili ai vari trend.
Se mi si concede un paragone calcistico, i Thunder Lord sono un buon mediano, tanta corsa, sette polmoni, ma poca classe: le canzoni tendono ad assomigliarsi un po’ troppo, lasciando solo ai true defenders più incalliti il desiderio di assaporare le virtù di un classico combo senza infamia e senza lode.
I Running Wild dei primi lavori e gli Exciter, conditi da umori new wave of british heavy metal, sono i paragoni che più calzano alla proposta del gruppo cileno, il quale, tra le varie songs di Prophecies Od Doom, lascia alla sola title track ed alla cadenzata Condemned To Death il compito di alzare al di sopra della sufficienza la media di questo lavoro.
Se siete fans del power speed metal un ascolto al disco potete tranquillamente darglielo, ma senza nutrire particolari aspettative, altrimenti passate pure oltre.

TRACKLIST
1. End of Time
2. Leave Their Corpses to the Wolves
3. Prophecies of Doom
4. Pillan
5. The Darkness’s Breath
6. Condemned to Death
7. The Blood-Red Moon
8. Useless Violence
9. Winds of War
10. Metal Thunder

LINE-UP
Francisco Menares – Bass
Eduardo Nuñez – Drums
Esteban Peñailillo – Vocals, Guitars
Diego Muñoz – Guitars

THUNDER LORD – Facebook

Endless Recovery – Revel In Demise

Lo stile è classico ma la bravura degli Endless Recovery sta nel non fare una mera imitazione di un certo suono bensì rielaborarlo per ottenere un risultato simile ma allo stesso tempo originale.

Cari discepoli dello speed thrash metal anni ottanta qui avete occasione di sentire un rituale di gran valore.

Dalla Grecia più furente ecco gli Endless Recovery, ottimi fautori di un metal veloce, all’antica e senza compromessi stilistici. L’onda lunga ed immortale dello speed anni ottanta colpisce ancora con un’opera molto buona. Nati nel 2011 i nostri hanno presto impressionato la metallica comunità con Liar priest, ep del 2012, per poi dare alle stampe il full length del 2013 Thrash Rider, continuando con il 7″ Resistant Bangers nel 2014, per poi arrivare a questo cd.
Lo stile è classico ma la bravura degli Endless Recovery sta nel non fare una mera imitazione di un certo suono bensì rielaborarlo per ottenere un risultato simile ma allo stesso tempo originale. La tensione ed il divertimento non scemano mai e si ritorna ai tempi nel quale il metal era velocità, divertimento e sbronze facili. Questo disco piacerà sicuramente a Fenriz, cultore nel suo blog di questo tipo di metal che non è mai scomparso e non ha mai tradito grazie a dischi come questo.

TRACKLIST
01. Sinister Tales
02. Revel In Demise
03. Reaping Fire
04. Storming Death
05. Leather Militia
06. Trapped In A Vicious Circle
07. Blood Countess
08. Hypnos
09. Evoke Perdition
10. Lurking Evil

LINE-UP
Michalis Moatsos : Drums
Panayiotis Alikaniotis : Bass
Tasos Papadopoulos : Guitar
Apostolos Papadimitriou : Guitar
Michalis Skliros : Vocals

ENDLESS RECOVERY – Facebook

War Atrocities – Necromantical Legions Ep

Questo disco è molto divertente, ci porta in un incrocio e si sa, gli incroci sono luoghi satanici dove si incontrano punk, metal e trash, con una spruzzata di black metal

Il bello del metal, oltre ad essere metal, è che può essere declinato in molti modi, essere suonato da gruppi o anche da singoli.

Il metal suonato da una sola persona è praticamente un genere a sé stante e vi sono molti ottimi esempi di ciò. In questo caso troviamo la creatura del croato di Spalato Wastelander, War Atrocities, un coagulo di black, trash e scorie radioattive di Venom, Hellhammer, Celtic Frost e di velocità ed attitudine metalpunk. Ma ciò che ricorda maggiormente sono i Bathory dei primi dischi, anche se il croato è più veloce e punk. Il risultato è un disco incalzante e debitore di più di una bevuta a quel signore che è appena venuto a mancare, Lemmy, che con i suoi Motorhead ha anfetaminizzato il rock, spingendolo in territori metal. Infatti l’ultima canzone è il rifacimento di Armageddon dei Bathory, tratto dall’omonimo album del 1984. Questo disco è molto divertente, ci porta in un incrocio e si sa, gli incroci sono luoghi satanici dove si incontrano punk, metal e trash, con una spruzzata di black metal, anche perchè il black deriva da quei generi di cui sopra.
Necromantical Legions raggiunge in pieno lo scopo di dare nero piacere metallico, portandoci fra schiere di demoni che schizzano veloci verso i loro supplizi. Qui si può trovare quello spirito che animò il giovane Quorthon per cambiare le carte in tavola, più dei Venom e di tanti altri gruppi. Un disco notevole per pura e semplice devastazione.

TRACKLIST
1.Screams From The Pits
2.Destruktor of Eternal
3.Mayhem Mongers
4.Cryptic Calls
5.Storm of The Tyrants
6.Ripper Lust
7.Armageddon (Bathory)

LINE-UP
Wastelander : Everything.

WAR ATROCITIES – Facebook

Instigator – Bad Future

La prova sulla lunga distanza potrebbe essere un passo più deciso, per ora questo 7′ rimane ad esclusiva dei soli fans del metal old school e delle band da cui gli Instigator traggono ispirazione.

Si aprono le porte dell’inferno e dalle viscere del girone più lontano e buio spuntano gli Instigator, autori di questi quattro brani licenziati, appunto, dalla Gates Of Hell records in edizione limitata in vinile.

La band svedese autrice di un solo demo nell’ormai lontano 2010, ci scaraventa nel suo mondo, tra horror e sci-fi, ed il 7′ in questione, dall’assoluto impatto old school, lascia intravedere buone potenzialità, anche se la produzione è un po troppo vintage.
Old school senza compromessi, un heavy metal dai tratti speed tra voci cartavetrate, falsetti che richiamano il re diamante e tutto il metal horror/satanico direttamente dagli anni ottanta.
Il gruppo sa creare atmosfere soffocanti e i brani, dall’opener Anabolic, sono circondati da un’aurea diabolica e blasfema che a tratti risulta suggestiva, manca però un riff che entri in testa, una linea melodica che faccia alzare l’orecchio, specialmente nelle prime due songs, la già citata Anabolic e Inseminoid.
Le cose migliorano con la seconda parte, che vede il gruppo alle prese con Black Magic e Undetectable, la prima vede un metal veloce, alla primi Slayer/Venom, con uno stacco a metà brano ed una voce teatrale dal buon effetto, che da varietà alla song, mentre la seconda è il classico brano tra Venom e new wave of british heavy metal, questa volta con un ottimo riff portante e dal mood che torna su argomenti fanta/horror.
Dopo cinque anni dal primo demo, direi che la band non ha lasciato intravedere grossi passi avanti, le influenze sono tutte nell’old school di matrice ottantiana, anche se qualche spunto lascia intravedere buone discrete potenzialità.
La prova sulla lunga distanza potrebbe essere un passo più deciso, per ora questo 7′ rimane ad esclusiva dei soli fans del metal old school e delle band da cui gli Instigator traggono ispirazione.

TRACKLIST
Side A
1. Anabolic
2. Inseminoid
Side B
3. Black Magic
4. Undetectable

LINE-UP
Persecutioner – Bass
Transgressor – Drums
D. Retaliator – Guitars
D. Slaughter – Guitars
Hiroshima – Vocals

GATES OF HELL – Facebook