Nell’oscuro e multiforme mondo del black metal esistono realtà che cercano di emozionare l’ascoltatore, creando un suono che memore delle nobili radici possa evolvere in un qualcosa di personale e riconoscibile.
A mio parere questo è il caso degli Ultha, quintetto teutonico proveniente da Colonia, giunto con Converging Sins al secondo full length dopo l’esordio “Pain Cleanses Every Doubt” del 2014; band estremamente prolifica, visto che nel giro di due anni ha prodotto anche un EP e uno split di omaggio ai Bathory (le nobili radici) con il brano Raise the dead.
Gli Ultha ci propongono un album monumentale sia come lunghezza, cinque brani per sessantaquattro minuti circa, sia come varietà di suoni; non vi è nulla di sperimentale nel loro suono o di particolarmente complicato, ma è la loro capacità di miscelare diverse influenze a fare, secondo me, la differenza con altre opere: si colgono echi di Emperor, sprazzi di Wolves in the Throne Room e altre delizie che lascio all’ascoltatore che si vorrà cimentare nell’ascolto. Le atmosfere si fanno subito intriganti fin dal primo lunghissimo brano, circa diciotto minuti, che inizia in pieno clima atmospheric con un evocativo e affascinante arpeggio di chitarre doppiato da avvolgenti tastiere, per poi esplodere in una sfuriata black, sorretta da uno scream particolarmente efficace; il guitar work è sempre piuttosto creativo nell’elaborare momenti suggestivi e “melodici” per un risultato melanconico ma al contempo aggressivo. Anche la presenza , nella prima parte del secondo brano di nove minuti, di clean vocals femminili a sorreggere la struttura, non scalfisce il mood oscuro che si manifesta pienamente nella seconda parte con un disperato scream e i suoni taglienti delle chitarre. Gli altri tre brani offrono ulteriori particolarità sonore con una menzione speciale per l’ ultimo brano che presenta un intro particolarmente sinistro, lento e surreale per poi deflagrare in una cavalcata infinita. Così dovrebbe essere inteso il black metal oggi, come la possibilità di poter intessere mille idee su un genere da sempre aperto alle sperimentazioni, cosa che farà inorridire tutti i credenti del “true”, ma credo che la strada intrapresa da questa giovane band possa essere quella giusta per poter esprimere la propria personalità; mi aspetto ulteriori grandi cose da loro in futuro.
TRACKLIST
1. The Night Took Her Right Before My Eyes
2. Mirrors in a Black Room
3. Athame | Bane Emanations
4. You Will Learn About Loss
5. Fear Lights the Path (Close to Our Hearts)
LINE-UP
Chris Noir Bass, Vocals
Manuel Schaub Drums
Andy Rosczyk Electronics
Ralph Schmidt Guitars, Vocals
Ralf Conrad Guitars