Valgrind – Blackest Horizon

Blackest Horizon si sviluppa su dieci brani suonati e prodotti in maniera impeccabile: la devastante atmosfera dei brani si poggia su un sound che mette in evidenza il gran lavoro dei musicisti sia nelle ritmiche che negli splendidi intrecci chitarristici, a tratti urlanti sofferenza estrema.

Vi avevamo parlato dei Valgrind in modo entusiastico lo scorso anno in occasione dell’uscita di Seal Of Phobos, ep che confermava il talento estremo dell’ex Raw Power Gianmarco Agosti e dei suoi compagni.

La band emiliana, attiva addirittura dal 1993 con annesso un lungo periodo di silenzio tra il 2002 ed il 2012, torna con un lavoro sulla lunga distanza, dando un seguito ai due precedenti full length Morning Will Come No More e Speech Of The Flame.
Poco tempo è passato tra Blackest Horizon ed il suo predecessore, eppure la band continua a vivere in uno stato di grazia compositivo assolutamente vincente, così che il nuovo album è da considerare come l’ennesima conferma della bontà della scena death metal tricolore.
Quello dei Valgrind è un death metal old school, ispirato alla scena americana dei primissimi anni novanta, un nido di demoni che devastava la Bay Area prima e poi il resto del mondo, dividendosi gli onori dei fans con la scuola scandinava.
Morbid Angel, Deicide, Monstrosity, le ispirazioni sono quelle che hanno forgiato il quartetto fin dagli esordi, quindi niente di nuovo, ma perfetto nel ricalcare il death metal old school.
Blackest Horizon si sviluppa su dieci brani suonati e prodotti in maniera impeccabile: la devastante atmosfera dei brani si poggia su un sound che mette in evidenza il gran lavoro dei musicisti sia nelle ritmiche che negli splendidi intrecci chitarristici, a tratti urlanti sofferenza estrema.
Dall’opener Victorius veniamo travolti da questo combo nostrano, la musica forma una montagna che si sposta sospinta dalla forza estrema: i solos risultano uno più bello dell’altro, l’atmosfera creata favorisce l’ascolto, incollandoci alle cuffie prima che Third And Last, The Empire Burns e le tre parti di Last Angel ci spazzino via, veri tornado estremi di straordinario impatto valorizzati da un bagaglio tecnico impressionante.
I Valgrind confermano la loro ottima forma con un album riuscito e a tratti entusiasmante e i deathsters sono pregati di non lasciarselo sfuggire.

Tracklist
1.Victorius
2.Sunken Temple Of Initiated
3.Third And last
4.The Blackest Horizon
5.Sacrificial Journey
6.The Empire Burns
7.The Fist
8.Last Angel (Into The Unknown)
9.Last Angel (The Psychonaut)
10.Last Angel (Hades Horseman)

Line-up
Daniele Lupidi – Vocals/bass
Massimiliano Elia – Lead and rhythm guitars/keyboards
Umberto Poncina – Rhythm and lead guitars/keyboards
Gianmarco Agosti – Drums

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