MAIDAVALE

Il video di Deadlock, dall’album Madness Is Too Pure.

Il video di Deadlock, dall’album Madness Is Too Pure.

Swedish stoner/heavy rock band MaidaVale have released a video for their song “Deadlock”. The song is from the band’s new album Madness Is Too Pure which will be released in March 2018.

Fish Taco – Il Suono Dei Campi

I Fish Taco traggono ispirazione dal grunge e dal rock alternativo anni novanta, eruttando in una maniera del tutto inaspettata, anche grazie a testi che si possono definire sconvolgenti per sincerità e potenza.

Ci sono momenti nei quali, pur ascoltando molta musica la maggior parte della quale senza molto gusto, ci si trova a pensare a quale disco, a quale commistione di suoni farebbe piacere dedicare uno o più ascolti.

Missione non semplice, perché raramente arriva il colpo di fulmine, oppure l’innamoramento dopo un lungo corteggiamento. E invece, quando meno te lo aspetti arriva nelle tue orecchie un disco gigantesco, un insieme di opera parole e musiche che ti danno una scossa. I fautori di tutto ciò sono i Fish Taco da Ardea, e il disco si chiama Il Suono dei Campi. Il disco suona benissimo, con la prepotenza ed i sentimenti del rock, una fortissima ossatura grunge e molti sconfinamenti nello stoner. La produzione fa risaltare un rock distorto che nasce da un impasto sonoro molto bene congegnato, che è davvero personale. I Fish Taco traggono ispirazione dal grunge e dal rock alternativo anni novanta, eruttando fuori in una maniera del tutto inaspettata, anche grazie a testi che si possono definire sconvolgenti per sincerità e potenza. Ci sono dei passaggi sull’immigrazione, che viene vista da noi solo come tale, ovvero come entrata nel nostro paese, e mai come uscita degli individui dal loro habitat e dai loro affetti. I testi ci portano a ragionare, sono amari e spronano a vivere come pochi altri gruppi. In Italia è difficile avere un gruppo come i Fish Taco, sia per la loro bravura musicale, sia per la loro brutale sincerità, perché chi racconta la verità in maniera cruda dura poco in Italia, la patria del meglio non vedere o sentire. Qui entra in gioco l’ascoltatore, che ascoltando e valorizzando questo disco ha innanzitutto la possibilità di godere di un disco notevolissimo, ed inoltre può effettuare una precisa scelta di campo, schierandosi dalla parte di chi si guarda dentro e fuori anche se ciò fa male.
Un album che in un’altra galassia sarebbe un disco epocale, o anche in un mondo normale.
Attenzione, questo disco vi guarda dentro, e non vi lascia come eravate prima d’averlo sentito.

Tracklist
1.Lampedusa
2.Ardea
3.Zero gradi
4.Confine
5.Magnete
6.L’aratro
7.Lorenzo
8.Polyphemus
9.La prospettiva di chi perde
10.1992

Line-up
Salvatore Tortora
Matteo Gherardi
Daniele Picchi
Umberto Andreacchio
John Mezza

FISH TACO – Facebook

Hautajaisyö – Matkalla kohti hautaa

Con un death/thrash metal oscuro, rigorosamente cantato in lingua madre, pregno di quella misantropica melanconia tipica dei gruppi nordici, la band non manca di deliziare gli ascoltatori con una decina di brani che uniscono pesantezza sonora tipica del death a ripartenze thrash

L’underground estremo proveniente dal nord Europa continua a regalare gioiellini metallici molto interessanti, anche ora che i riflettori si sono spenti sulle scene di Finlandia, Svezia e Norvegia e gli artisti sopravvissuti hanno raggiunto la fama internazionale, lasciando al sottobosco delle varie città il meglio che la musica di quelle parti può offrire.

Scavando in profondità ci troviamo molto spesso innanzi ad ottime band come i finlandesi Hautajaisyö, quintetto attivo da una manciata d’anni e arrivato al secondo full length tramite la Inverse Records.
Con un death/thrash metal oscuro, rigorosamente cantato in lingua madre, pregno di quella misantropica melanconia tipica dei gruppi nordici, la band non manca di deliziare gli ascoltatori con una decina di brani che uniscono pesantezza sonora tipica del death a ripartenze thrash, valorizzate da ritmiche schiacciasassi e assoli melodici che prendono spunto dal metal a tinte dark di band storiche come i Sentenced prima maniera.
Ne esce un album a tratti davvero bello ed intenso: i cinque musicisti finnici prendono per mano la morte (semplice ma bellissima la copertina) e con lei passeggiano al ritmo metallico di perle oscure come Jos voisin silmäni ummistaa o Unohdetut, lasciando al riff heavy della conclusiva Vain tuhkasi sinusta muistuttaa la palma di miglior brano del lotto, estremo, heavy e al tempo stesso pervaso da una melodia oscura, intimista e dark che ne fa un brano molto suggestivo nella sua natura diretta.
Il cantato in growl avvicina maggiormente il sound al death metal, anche se l’anima thrash esce rabbiosa e devastante (Tunteeton), insieme ad un talento per le melodie dark che piacerà non poco anche a chi ama il death metal melodico.
Matkalla kohti hautaa merita senza dubbio l’attenzione di chi non si ferma ai soliti nomi, cercando sempre qualcosa di nuovo in un mondo estremo che ha ancora molto da dare.

Tracklist
1.Intro
2.Tunteeton
3.Väsynyt kuolemaan
4.Matkalla kohti hautaa
5.Jos voisin silmäni ummistaa
6.Minut pelastakaa
7.Lähdön hetki
8.Kuolleena haudattu
9.Unohdetut
10.Vain tuhkasi sinusta muistuttaa

Line-up
J. Partanen – Vocals
S. Lustig – Guitars
V. Moisanen – Guitars
S. Pesonen – Bass
T. Roth – Drums

Hautajaisyö – Facebook

Galvanizer – Sanguine Vigil

Prodotto dalla band che conferisce un’atmosfera old school, oppressiva e soffocante, l’album alterna veri attimi di distruzione sonora a rallentamenti classici del death metal vecchia scuola per poi sorprendere con riff melodici di scuola nord europea.

Non è poi così scontato trovare band provenienti dalla Finlandia che al death metal aggiungono ancor più devastanti iniezioni grindcore.

Il nome della terra dei mille laghi è quasi sempre sinonimo di death metal melanconico, progressivo e old school, ma nell’underground più torbido e marcio vivono realtà spaventosamente estreme come i Galvanizer, trio di abominevoli musicisti dal sound feroce e distruttivo.
Putrido come una cantina dove vengono buttati i resti delle vittime di un serial killer, Sanguine Vigil è il primo full length, successore di due demo ed un ep licenziati in cinque anni di vita artistica, una mezz’ora di oscuro e mostruoso death metal scandinavo e grind che si alleano per arrivare ai padiglioni auricolari degli amanti dell’estremo in tutta la loro mostruosa e devastante natura.
Prodotto dalla band che conferisce un’atmosfera old school, oppressiva e soffocante, l’album alterna veri attimi di distruzione sonora a rallentamenti classici del death metal vecchia scuola per poi sorprendere con riff melodici di scuola nord europea, che sono il jolly giocato dai Galvanizer per rendere la propria proposta interessante.
Growl e scream death/grind accompagnano il passaggio di questo pezzo di granito estremo lasciando senza fiato, specialmente quando la band parte a tutto gas con devastanti cavalcate che del grindcore prendono l’impatto e la voglia di radere al suolo tutto senza pietà.
Si passa dunque dal death metal della title track, esempio perfetto di cosa si suona ancora in Scandinavia quando si parla del genere, e Gorefestation, classico brano grind.
Sanguine Vigil risulta un buon lavoro, ben orchestrato nei suoi cambi repentini di velocità ed attitudine, pur rimanendo soffocato da un’atmosfera oscura e malsana.

Tracklist
1.Mood for the Blade
2.Enjoyment of Annihilation
3.Deathbeat Deity
4.Sanguine Vigil
5.Grind Till… You’re Dead!
6.Domestic Mastication
7.Gorefestation
8.Premature Rot
9.Unfinished Autopsy
10.A Painful End for Curiosity

Line-up
Vili – Bass,Vocals
Aleksi – Guitar,Vocals
Nico – Drums

GALVANIZER – Facebook

Der Blutharsch And The Infinite Church Of The Leading Hand ‎– What Makes You Pray

Un flusso musicale intriso di una potente fascinazione orientale e di una decisiva componente che riconduce a quella kosmische musik presente inevitabilmente nel dna di ogni musicista mitteleuropeo.

Al nome di Albin Julius è spesso stato associato l’aggettivo controverso, che è una maniera pur sempre legante ma anche un po’ pilatesca di approcciarsi ad un personaggio discutibile in passato dal punto di vista ideologico quanto apprezzabile sul lato artistico.

Da parte mia, non essendo mai stato un grande estimatore della scena martial-neofolk che vide quali vessilliferi i Death In June (del quale peraltro il nostro ha fatto parte), non ho mai neppure dovuto pormi il problema di dover separare l’uomo dal musicista per consentirmi di godere senza condizionamenti del prodotto finale, ovvero il disco.
Il tempo cambia le cose e spesso consente di vederle, a posteriori, sotto un’altra luce, anche da parte di chi ha vissuto certe situazioni in prima persona: da alcuni anni Julius ha preso in qualche modo le distanze da quella fase della sua carriera, sia a parole sia musicalmente, e questo rende tutto molto più semplice consentendo a qualsiasi ascoltatore di addentrarsi senza veti o distinzioni di sorta nell’operato del musicista austriaco.
La stessa scelta di aggiungere And The Infinite Church Of The Leading Hand allo storico monicker Der Blutharsch è un chiaro elemento di discontinuità, ed ecco, quindi, che ‎non può sorprendere il nuovo corso psichedelico che vede in What Makes You Pray l’ultimo prelibato frutto.
Shine è il magnifico e lunghissimo mantra che apre l’album, fornendo senza indugi un’idea di quelle che ne saranno le principali coordinate: un flusso musicale intriso di una potente fascinazione orientale e di una decisiva componente che riconduce a quella kosmische musik presente inevitabilmente nel dna di ogni musicista mitteleuropeo.
La psichedelia qui non è intesa solo come una costante forma di alterazione degli stati di coscienza provocata da estenuanti improvvisazioni: ogni brano è infatti dotato di una propria struttura melodica che lo rende identificabile e capace di fissarsi nella memoria, come avviene con la stupefacente El Ocaso, traccia inizialmente in odore morriconiano che si stempera in un magnifico lavoro chitarristico nella sua parte conclusiva.
A questo punto sono passati circa venticinque minuti che rasentano la perfezione, con in mezzo altri due brani convincenti come Wolf On Your Threshold e You Bring Low; successivamente, il disco perde leggermente in omogeneità con l’incrementarsi della vena sperimentale, senza che il tutto comunque vada ad inficiare in maniera decisiva la qualità dell’insieme, con Land Of Free che resta l’episodio meno scintillante della tracklist.
La minacciosa title track e la toccante Right preludono al delirio ambient rumoristico di Time, degna chiusura di un lavoro dai due volti ma ugualmente efficace nel suo insieme: si capisce che Albin Julius, oggi più che mai, è un musicista che, abbattuta ogni sorta di barriera ideologica e stilistica, lascia sfogare il suo talento senza perseguire altro obiettivo se non quello di proporre ciò che di volta in volta è nelle sue corde e, mi si creda, non è affatto poco.

Tracklist:
01 Shine
02 Wolf On Your Threshold
03 You Bring Low
04 El Ocaso
05 Land Of Free
06 Interludio
07 What Makes You Pray
08 Right
09 Time

DER BLUTHARSCH AND THE INFINITE CHURCH OF THE LEADING HAND – Facebook

MINISTRY

Il lyric video di ‘Wargasm’ (feat. Burton C. Bell), dall’album “AmeriKKKant” (Nuclear Blast).

Il lyric video di ‘Wargasm’ (feat. Burton C. Bell), dall’album “AmeriKKKant” (Nuclear Blast).

I MINISTRY hanno trovato un complice in Burton C. Bell (FEAR FACTORY), ospite della canzone ‘Wargasm’ di cui è stato realizzato un lyric video:

La canzone è tratta da “AmeriKKKant”, il nuovo album dei MINISTRY, in uscita il 9 marzo su Nuclear Blast Records e pre-ordinabile qui:
http://nblast.de/MinistryAmeriKKKant
‘Wargasm’ può essere acquistata in digitale
http://nblast.de/MinistryWargasm

“AmeriKKKant” è stato scritto e prodotto da Al Jourgensen. Oltre a Burton C Bell, hanno suonato sul disco DJ Swamp (Beck), NWA’s Arabian Prince, e Lord of The Cello, Sin Quirin (chitarra), Jason Christopher e Tony Campos (basso), Michael Rozen (engineer e drum programming), il batterista Roy Mayorga, e Jourgensen alle tastiere e alla chitarra.

Altro su “AmeriKKKant”
#1 – Al decostruisce la canzone ‘Antifa’: https://www.youtube.com/watch?v=XZormHXjp8M
#2 – Al sulla firma per Nuclear Blast: https://www.youtube.com/watch?v=2qwXgiDrtuw
#3 – le previsioni politiche di Al per il 2018: https://youtu.be/FzpnOKgyR1I
#4 – Al parla dello scandalo delle molestie sessuali: https://www.youtube.com/watch?v=EnQuwU-bgSM
#5 – Al parla del processo compositivo: https://www.youtube.com/watch?v=RbYS9_8-swk

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