THRONE

Il video di “Codex Gigas”, dall’album “Consecrates” (Endless Winter / Black Bow Records).

Il video di “Codex Gigas”, dall’album “Consecrates” (Endless Winter / Black Bow Records).

Gli sludge metallers italiani Throne hanno rilasciato il videoclip ufficiale del brano “Codex Gigas”, contenuto nel loro secondo e ultimo album “Consecrates”, uscito per Endless Winter – Black Bow Records. La band attualmente sta continuando la sua attività live e sta lavorando al nuovo materiale per il prossimo album.

Links:

– FACEBOOK: https://www.facebook.com/thronesludge/

– BANDCAMP: https://thronetheband.bandcamp.com/

– SOUNDCLOUD: https://soundcloud.com/thronesludge

– YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UC2mpK0HL61EIXzDUq1 smf1w

– MAIL: throneitaly@gmail.com

– ENDLESS WINTER: http://endless-winter.org/

– BLACK BOW RECORDS: http://www.blackbowrecords.com/

Credits:
Vocals: Samuele “The King” Benna
Guitar: Mirko “Black Crow” Lavezzini
Guitar: Riccardo “Malos” Carrara
Bass: Enrico “ The Pharmacist” Emanuelli
Drum: Emanuele “The Hurricane” Dughetti

Inyan – A Bitter Relief

Il timbro musicale è molto influenzato dal grunge, linguaggio che non muore mai, al quale si aggiunge un’ottima struttura delle canzoni, che si dipanano dentro l’orecchio dell’ascoltatore, disegnando un racconto in musica.

Gli Inyan arrivano da Legnano e sono un power trio che fa stoner con forti venature grunge e con radici che affondano nel rock pesante.

I nostri sono tre amici che suonavano insieme da tempo per poi separarsi, infine si sono ritrovati per cominciare questa nuova avventura chiamata Inyan nell’aprile del 2011. Lo stoner rock è una materia immensa che si può declinare in varie maniere, e pochi gruppi riescono a trovare una via personale, vuoi per mancanza di fantasia o di bravura compositiva. Gli Inyan impostano tutto sulla loro personale visione della materia, e bisogna dire che spiccano dalla massa. Il loro timbro musicale è molto influenzato dal grunge, linguaggio che non muore mai, al quale si aggiunge un’ottima struttura delle canzoni, che si dipanano dentro l’orecchio dell’ascoltatore, disegnando un racconto in musica. I lombardi non sono particolarmente veloci od incalzanti, perché non ne hanno bisogno, ci sono ripartenze ed accelerazioni, ma mai cose fuori posto, e questa è una delle loro maggiori peculiarità: gli Inyan sono ciò che sono, e non una vuota forma per apparire ciò che in realtà non sono, come fanno molti gruppi. Il disco ha anche una produzione particolare, che mette in risalto il groove così come ogni strumento. La forza di questo gruppo è la sua personalità ed il suono, che esce molto bene dalle casse, in maniera lineare e godibile, per un disco che funzionerà molto bene anche dal vivo.

Tracklist
1.Ain’t No Place
2.Not Afraid
3.Meltin’ Pot
4.Back to Life
5.Don’t Even Matter
6.In This World
7.The Way You Wished
8.My Valentine

Line-up
Simone Cosentini – Vocals & Guitars
Federico Colombo – Bass Guitar
Mirko Bombelli – Drums

INYAN – Facebook

Moanhand – Fawn

L’inizio dell’avventura nel mondo della musica estrema underground è iniziato e per i Moanhand le premesse per fare bene ci sono tutte.

Esordio per questa one man band russa chiamata Moanhand, creatura doom/sludge, black, hardcore metal del giovane musicista e compositore Roman Filatov.

Fawn è un ep di quattro brani che si nutrono di questa manciata di generi estremi creando un particolare sound, un’altalena infernale che oscilla tra lo sludge /doom dell’opener Mark The Plaguehand, con una buona ed evocativa voce pulita, e le sferzate black metal della potentissima Jeweled Claws, brano che continua la ricerca di Filatov della chiave che unisce sludge e black metal.
Con Raptured i toni si fanno ancora più estremi: una devastante sferzata black metal, che ricorda gli act scandinavi, mentre lo strumentale conclusivo Tower Of Dirt solca strade progressive e post hardcore.
Il coraggio non manca di sicuro al musicista russo, Fawn convince anche per la buona produzione che permette di ascoltare perfettamente le varie ispirazioni che Filatov ha assemblato nel sound creato.
L’inizio dell’avventura nel mondo della musica estrema underground è iniziato e le premesse per fare bene ci sono tutte: sicuramente ascoltare un solo brano del lavoro non permette d’avere un quadro preciso del credo musicale dei Moanhand, quindi il consiglio è di ascoltare Fawn in tutta la sua interezza.

Tracklist
1. Mark The Plaguehand
2. Jeweled Claws
3. Raptured
4. Tower Of Dirt (instrumental)

Line-up
Roman Filatov – vocals, guitars, bass

Konstantin Sigua – additional guitars
Nikolay Kirutin – drums on “Tower Of Dirt”

MOANHAND – Facebook

Flynotes – Child in the Woods

C’è ben poco da eccepire su un lavoro che scorre piacevolmente ma, per il quale, la natura esclusivamente strumentale diviene il limite che impedisce una più immediata assimilazione nonché una più duratura permanenza della musica dei Flynotes nella nostra memoria.

Sempre dalla grande madre Russia eccoci altre prese con i Flynotes, terzetto alle prese con un progressive strumentale che porta con sé pregi e difetti derivanti dalla rinuncia alle parti vocali.

Diciamo che gli aspetti positivi, almeno in questo caso, superano di gran lunga quelli negativi, in quanto questi ragazzi ci sanno fare e, soprattutto, non abusano delle loro capacità tecniche bensì le veicolano al meglio per esplorare i diversi territori che vanno a comporre il mondo rock e metal.
Il sound si appoggia molto sul lavoro della chitarra solista, alla quale viene affidato il compito di trasportare l’ascoltatore in un piacevole viaggio che vede i suoi momenti migliori allorché è una psichedelia in quota Ozric Tentacles a prendere il sopravvento (Green Rodeo), ma anche quando vengono messe in evidenza pulsioni più metalliche (Marble) le cose non vanno affatto male.
Per il resto c’è ben poco da eccepire su un lavoro che scorre piacevolmente ma, per il quale, la natura esclusivamente strumentale diviene, come detto, il limite che impedisce una più immediata assimilazione nonché una più duratura permanenza della musica dei Flynotes nella nostra memoria.

Tracklist:
1. Dark Floyd
2. Wolf
3. Green Rodeo
4. Witch
5. Flower Machine
6. Marble
7. Harvest Time
8. Child in the Woods

Line up:
Ilya Rytov – Bass
Natalia Bogulyan – Drums
Roman Komarov – Guitars, Keyboards

FLYNOTES – Facebook

Nebelhorn – Urgewalt

Una lunga intro orchestrale ci invita a fare quattro passi nel mondo antico e fiero di questo polistrumentista tedesco; il sound proposto ricalca i cliché del viking metal, quindi l’album è composto da sette brani tirati, epici e battaglieri, con le classiche cavalcate in cui ritmiche black fanno da struttura al clima guerresco dei brani.

I Nebelhorn sono la one man band del guerriero Wieland, aiutato in questi anni da vari musicisti nel completare le sue opere ma fiero avventuriero solitario tra le foreste delle terre germaniche.

Il progetto, attivo dal 2004, ha visto Nelbelhorn protagonista di un primo ep e due full length prima di prendersi una lunga pausa e tornare dopo undici anni con il nuovo album intitolato Urgewalt.
Una lunga intro orchestrale ci invita a fare quattro passi nel mondo antico e fiero di questo polistrumentista tedesco; il sound proposto ricalca i cliché del viking metal, quindi l’album è composto da sette brani tirati, epici e battaglieri, con le classiche cavalcate in cui ritmiche black fanno da struttura al clima guerresco dei brani.
Cantato rigorosamente in lingua madre, Urgewalt è il classico lavoro ben fatto e stimolante per gli amanti del genere.
Boschi imbiancati sporcati dal sangue dei soldati, capanne di villaggi bruciate sulla riva di torrenti cristallini dove i cadaveri vengono portati a valle dalla corrente, erba schiacciata dal peso delle armature e spade spezzate conficcate nel pesanti scudi, sono le immagini che evocano brani metallici ed epici come la title track, Ägirs Zorn o la furia estrema sprigionata da Muspellheim .
Le influenze sono quelle dei soliti gruppi storici a cui tutti si ispirano in quest’ambito, Bathory in testa, e  l’album scorre piacevole senza grossi colpi di scena, ma mantenendo comunque una buona qualità, con Wieland e la sua creatura che non mancheranno di soddisfare la voglia di sangue e battaglie epiche degli amanti del viking metal d’assalto.

Tracklist
1.Auf Bifrösts Rücken
2.Urgewalt
3.Ägirs Zorn
4.Wilde Jagd
5.Muspellheim
6.Auf neue Lande
7.Funkenflug
8.Freyhall

Line-up
Wieland – All Instruments

NEBELHORN – Facebook