In Tenebriz – Winternight Poetry

Wolfir offre un’interpretazione del death doom melodica e convincente, denotando una certa abilità nell’alternare ampie aperture atmosferiche a passaggi di natura ambient e a riff robusti e decisi.

Non è una novità imbattersi in one man band eufemisticamente definibili prolifiche, specialmente quando ad essere esplorato è lo sterminato territorio russo.

Gli In Tenebriz appartengono a questo novero e se, come sempre, in simili casi ci si chiede se tali caratteristiche non vadano a detrimento della qualità delle uscite, è anche vero che il più delle volte questi workaholic del metal sorprendono per l’ottimo livello medio espresso.
Con questo Winternight Poetry, Wolfir (al decimo full length in poco più di un decennio di attività, oltre ad un nugolo di ep e split album) offre un’interpretazione del death doom melodica e convincente, seppure a tratti un po’ minimale a livello di soluzioni tastieristiche.
Il tutto non penalizza più di tanto la resa finale, dato che il musicista moscovita è abile nell’alternare ampie aperture atmosferiche a passaggi di natura ambient e a riff robusti e decisi.
Winternight Poetry si esaurisce in poco meno di quaranta minuti lasciando buone sensazioni e qualche rimpianto relativo al fatto che, se il buon Wolfir si avvalesse di qualche aiuto ai vari strumenti, il risultato sarebbe potuto essere ancora più soddisfacente, come testimoniano ampiamente tracce come III e IV, le più emblematiche di doti compositive nient’affatto trascurabili.

Tracklist:
1. Winternight Poetry I
2. Winternight Poetry II
3. Winternight Poetry III
4. Winternight Poetry IV
5. Winternight Poetry V
6. Winternight Poetry VI
7. Winternight Poetry VII

Line up:
Wolfir – Guitars, Bass, Vocals, Synth

IN TENEBRIZ – Facebook

2018

WOLFEN RELOADED

Il video di ‘Frozen’, dall’album “Changing Time” (Volcano Records).

Il video di ‘Frozen’, dall’album “Changing Time” (Volcano Records).

WOLFEN RELOADED will release their new album “Changing Time” on June 22nd via Volcano Records. Today the German rockers have made available another anticipation from the new record with the video for the song “Frozen”. Watch it below.

With a mix of both modern and classic rock influenced by Queensryche, King`s X, Dokken and Van Halen, Wolfen Reloaded is awaited for a coming back to the scenes anticipated now by a great and powerful video. The band that joined the stage with Operation: Mindcrime, Thunder and Bonfire during the years, will headline a great rock show at Rockhause Club in Salzburg on June 16th for the release party of “Changing Time”.

Also check out the lyric video of ‘Amazing’ here: https://www.youtube.com/watch?v=jvCbh-O5fWQ&feature=youtu.be and stream “Promised Land” here: https://www.youtube.com/watch?v=BF05MKfT2r8

More info at
www.volcanopromotion.com
www.facebook.com/volcanopromotion
www.facebook.com/wolfenreloaded

Walkyrya – The Invisible Guest

Thrash metal e groove ancora una volta alleati per dare vita ad un sound potente, incisivo e massiccio: questo risulta in breve quello che troverete in questo quarto lavoro firmato Walkyrya.

I Walkyrya, band in arrivo dalla provincia di Potenza, firmano per Time To Kill Records dopo tre album autoprodotti (il debutto omonimo licenziato nel 2002, The Banished Story uscito nel 2005, ed il precedente End Line datato 2015) e rilasciano il quarto lavoro di una carriera nata sul finire degli anni novanta e caratterizzata da un sound che ad ogni album ha cambiato pelle, arrivando a quello massiccio e pregno di groove di The Invisible Guest.

I “nuovi” Walkyrya suonano un thrash metal che alterna influenze classiche ed ispirazioni moderne, con un growl che a tratti si avvicina per impatto a quello usato nel death, per poi virare su fronti più melodici che non lasciano dubbi sull’impatto e la potenza di questa nuova raccolta di brani ricchi di refrain e chorus dal piglio classico ed attitudine live.
I Walkyrya affrontano il genere di petto, brani come l’opener Black Hills o All The Time ci presentano un quartetto che, senza andare troppo per il sottile, ci travolge con un muro di note dal groove micidiale, non mancando di velocizzare quel tanto che basta le ritmiche per omaggiare il thrash tradizionale.
Evil Clown ed Out Of Brain, altre due bombe lanciate sulle nostre teste dal gruppo, evidenziano le molte influenze che fatte proprie per dare vita a The Invisible Guest, partendo da Testament e Metallica per passare a Black Label Society e Pantera.
Thrash metal e groove ancora una volta alleati per dare vita ad un sound potente, incisivo e massiccio: questo risulta in breve quello che troverete in questo quarto lavoro firmato Walkyrya; non perdete tempo e fatelo vostro, soprattutto se siete amanti delle band che hanno ispirato la band lucana.

Tracklist
1. Black Hills
2. Open Grave
3. All The Time
4. Drive Angry
5. Evil Clown
6. Venom Tears
7. Out Of Brain
8. March Or Die

Line-up
Vince Santopietro – vocals
Federico Caggiano – Guitar, chorus
Arcangelo Larocca – Bass
Tiziano Casale – Drums

WALKYRYA – Facebook

Progenie Terrestre Pura – starCross

I Progenie Terrestre Pura sono un gruppo che, usando il black death metal con venature industrial ed elettroniche, porta verso l’infinito il suo messaggio di angoscia e di incessante esplorazione sia dello spazio profondo che di noi stessi.

Torna uno dei progetti più originali e congrui della scena musicale italiana e non solo con un nuovo ep.

I Progenie Terrestre Pura sono il suono dello spazio e di una razza umana futuristica, o forse è un suono che arriva da una terra come la nostra persa in un multiverso differente dal nostro. Il loro black death cosmico è un qualcosa che colpisce nel profondo, e questo ep starCross è un avanzamento ulteriore della poetica musicale. L’ep si compone di cinque pezzi basati su una storia elaborata da Davide Colladon, deus ex machina dei Progenie Terrestre Pura. Tutto nasce dal fatto che la navicella A.S. Mori segue un segnale lanciato dalla spazio profondo, e l’ep è il racconto di questa esperienza alla maniera di questo fantastico gruppo. Nella loro poetica è centrale il rapporto tra l’uomo e lo spazio, rapporto filtrato dalla tecnologia, che però non riesce ad eliminare l’angoscia dell’uomo lanciato nello spazio profondo, anzi la acuisce. Non c’è gioia od onore nell’andare nello spazio tenebroso, ma solo un’incessante lotta contro i nostri limiti fisici e spirituali, con un’intelligenza che capisce benissimo cosa sta succedendo ma è sopraffatta dalla potenza e dalla pesantezza di ciò che coglie. I Progenie Terrestre Pura sono un gruppo che, usando il black death metal con venature industrial ed elettroniche, porta verso l’infinito il suo messaggio di angoscia e di incessante esplorazione sia dello spazio profondo che di noi stessi. Il trio italiano fa una proposta musicale fuori dalle categorie e dagli schemi, con una poetica ed una potenza musicale che non ha nessun altro. starCross è il primo lavoro in inglese, scelta operata per portare al massimo numero possibile di persone il loro messaggio. Il cantato in italiano, a mio avviso, dava un valore aggiunto, ma è comunque un qualcosa che arriva da una dimensione parallela, non è musica umana ma molto di più. Continua il viaggio nello spazio profondo, e l’arrivo non si chiama salvezza.

Tracklist
1.Chant of Rosha
2.Toward a Distant Moon
3.Twisted Silhouette
4.The Greatest Loss
5.Invocat

Line-up
Davide Colladon – Guitars, Composition
Emanuele Prandoni – Vocals, Lyrics
Fabrizio Sanna – Bass, Production

PROGENIE TERRESTRE PURA – Facebook

Euphoreon – Ends Of The Earth

Primi In Flames e Dark Tranquillity, Children Of Bodom e tanto heavy metal: Ends Of The Earth convince dall’alto di un’ottima alchimia tra la tradizione classica e quella più estrema, con atmosfere incentrate su epiche cavalcate metalliche ed oscure trame estreme.

La scena melodic death metal continua a sfornare album classici, anche se il trend di questi ultimi anni tende a modernizzare il sound, avvicinandolo come impatto al metalcore per renderlo il più americano possibile.

Se questo sia un male o un bene non sta a noi giudicare tra le righe di questo articolo, atto a presentare questo duo formato da Eugen Dodenhoeft (basso, voce, chitarra ritmica e batteria) e Matt Summerville (chitarra solista e voce) che, sotto il monicker Euphoreon, ci fa partecipi di un ottimo esempio di death metal melodico ed heavy, assolutamente focalizzato sul metal più classico ed epico.
Primi In Flames e Dark Tranquillity, Children Of Bodom e tanto heavy metal: Ends Of The Earth convince dall’alto di un’ottima alchimia tra la tradizione classica e quella più estrema, con atmosfere incentrate su epiche cavalcate metalliche ed oscure trame estreme.
Sette lunghi brani vengono attraversati da umori elettrici di natura estrema ed armonie che valorizzano la scalata al monte Fato, epico traguardo che i nostri eroi raggiungono spinti dalla forza di brani come l’opener Euphoria o Zero Below The Sun.
Mirrors, brano top di questo lavoro, vive di umori orchestrali che fanno da tappeto al death/power del duo, così come la notevole Oblivion e il gran finale heavy metal di The Grand Becoming.
La voce non si schioda (fortunatamente) da un growl classico e il sound, nel suo essere estremamente melodico non manca di impatto e potenza, rendendo così Ends Of The Earth un lavoro pienamente riuscito e consigliato agli amanti del death metal melodico di stampo classico.

Tracklist
1.Euphoria
2.Ends of the Earth
3.Zero Below the Sun
4.Mirrors
5.Cravenness
6.Oblivion
7.The Grand Becoming

Line-up
Eugen Dodenhoeft – Bass, Guitars (rhythm+lead), Drums
Matt Summerville – Guitars (lead), Vocals

EUPHOREON – Facebook