THE ETERNAL

Il video di In The Lilac Dusk, dall’album Waiting for the Endless Dawn (Inverse Records).

Il video di In The Lilac Dusk, dall’album Waiting for the Endless Dawn (Inverse Records).

The Eternal have released the first single from their upcoming album ‘Waiting for the Endless Dawn’. ‘In the Lilac Dust’, which features the enigmatic voice of Mikko Kotamäki from Finnish doom legends Swallow The Sun, is available on all major online services such as Spotify, iTunes & Apple Music through Finnish Label Inverse Records. A Lyric video for the track can also be viewed at the Inverse Records youtube channel.

The current incarnation of the band featuring Mark Kelson (Alternative 4, Insomnius Dei, Cryptal Darkness), Martin Powell (My Dying Bride, Cradle of Filth, Anathema), Marty O’Shea (Dreadnaught) & Dave Langlands alongside the addition of renowned Australian guitarist Richie Poate (Dreadnaught). The band have spent over 3 years writing and recording what can be best described as the bands darkest & heaviest album to date.

Waiting For The Endless Dawn proves to be a heavy hearted, dark statement in the bands diverse and long career, which will see the band endeavouring to tour extensively and performing the album in it’s entirety in 2018 and beyond.

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Wonderworld – III

Con III gli Wonderworld si candidano come una delle massime espressioni nel genere, mostrando d’essere assolutamente in grado di competere con i gruppi di punta dell’hard rock classico internazionale.

Torna il trio italo/norvegese che, sotto il monicker Wonderworld, vede le gesta del nostro Roberto Tiranti al basso ed ovviamente al microfono, Ken Ingwersen alla chitarra e Tom Arne Fossheim alla batteria.

Ancora una volta il gruppo delizia gli ascoltatori con la sua personale rivisitazione dell’hard rock classico, elegante, raffinato e a tratti progressivo, melodico e pregno di ispirazioni hard blues di scuola Deep Purple, Glenn Hughes.
I tre musicisti, come ormai ci hanno abituato, lasciano il loro talento al servizio di questi ennesimi dieci gioiellini, classici ma rivestiti di un’aura fuori dal tempo, perfetti nel continuare la tradizione del rock duro di classe anche nel nuovo millennio.
La voce di Tiranti è sicuramente l’asso nella manica della band: interpretativo, sanguigno e dall’appeal in dote solo ai grandi, ma i suoi compagni non sono da meno con un Ingwersen in stato di grazia, preciso e raffinato, senza perdere in potenza con riff scolpiti nella storia del genere e Fossheim che lega il tutto con il suo drumming granitico.
Un’altra piacevole raccolta di brani rock dunque, nella quale melodie, gustosi solos e refrain da brividi ci accompagnano nel mondo dell’hard rock di classe, presi per mano da splendide perle come Stormy Night, Brand New Man e Stay Away From Me.
Con III Wonderworld si candidano come una delle massime espressioni nel genere, mostrando d’essere assolutamente in grado di competere con i gruppi di punta dell’hard rock classico internazionale ed una vera e propria garanzia per gli amanti di queste sonorità.

Tracklist
01. Background Noises
02. Stormy Night
03. Big Word
04. Crying Out For Freedom
05. A Mountain Left To Climb
06. Brand New Man
07. Rebellion
08. The Last Frontier
09. Stay Away From Me
10. There Must Be More

Line-up
Roberto Tiranti – Vocals, Bass
Ken Ingwersen – Guitars, Backing vocals
Tom Arne Fossheim – Drums, Backing vocals

WONDERWORLD – Facebook

Vor – Depravador

Un lavoro a dir poco urticante il cui solo scopo e quello di scuotere e mettere a disagio l’ascoltatore: zero fronzoli, cosi come totale è l’assenza di una qualsiasi parvenza melodica.

Credo che uno dei momenti in cui si realizza pienamente quanto la musica rivesta un ruolo fondamentale nella propria vita, sia quando si riescono ad apprezzare pienamente forme espressive lontanissime tra loro.

Tutto questo rende possibile godere di strutture complesse e potenti come quelle del progressive, così come quelle essenziali e scarnificate di certo sludge doom.
Proprio a quest’ultima categoria appartiene Depravador, album d’esordio dei Vor, duo spagnolo che con il solo apporto di batteria, basso ed una voce strepitante riesce a produrre molto più baccano di quanto non facciano molte band con tripla chitarra, tastiere e quant’altro.
Quanto scritto come premessa sta a significare che non c’è una forma predefinita per catturare in maniera efficace l’attenzione dell’ascoltatore, ma che, in realtà, se non si demanda il tutto alla melodia e alla tecnica devono essere l’intensità e l’urgenza espressiva a fare la differenza.
Queste ultime sono le caratteristiche fondanti di Depravador, un lavoro a dir poco urticante il cui solo scopo e quello di scuotere e mettere a disagio l’ascoltatore: zero fronzoli, cosi come totale è l’assenza di una qualsiasi parvenza melodica.
Ciò avviene dalla prima nota della title track fino all’ultima di Dark Fraga (sia pure in tal caso con un più ragionato break centrale) per un ascolto che, alla fine si rivela ostico ma, alla lunga coinvolgente nel suo rabbioso ed ostile incedere.

Tracklist:
1. Depravador
2. Black Goat
3. Why
4. Cudgel
5. Blood… Fear… Knife… Sin.
6. Daga
7. Dark Fraga

Line-up:
Iván: bass, noise & shrieks
Edu: drums & noise
Anxela (Bala): guest vocals in “Dark Fraga”

Una Stagione all’Inferno – Il mostro di Firenze

Un inquietante viaggio musicale nella storia di un mistero italiano forse mai del tutto risolto, reso in musica attraverso altrettanto inquietanti barocchismi, oscuri e progressivi.

Non poteva che essere la Black Widow di Genova, forte della sua competenza in materia, a distribuire questo disco, vero gioiello di dark prog d’alta scuola.

Il nome scelto dal gruppo – accompagnato da diversi e prestigiosi ospiti, tra i quali Roberto Tiranti e Pier Gonella – rimanda a Rimbaud, mentre il titolo ai drammatici e tragici fatti di cronaca nera che insanguinarono il capoluogo toscano dalla metà circa degli anni ’80. Una Stagione all’Inferno vuole mettere pertanto in musica quegli inquietanti e mai troppo distanti avvenimenti, la cui radice riporta al fondo buio dell’animo umano: un’impresa non facile, ma anche una scommessa vinta sul piano artistico e musicale. Classico e moderno nello stesso tempo, Il Mostro di Firenze – una sorta di concept, la cui tessitura complessiva non consente quasi di separare i singoli momenti che lo vanno a comporre – si rivela un gran bel disco di oscuro rock sinfonico (è forse questa la migliore definizione possibile dell’intero lavoro), quasi un viaggio barocco nelle tenebre condito da eccellenti parti strumentali e malinconiche melodie, in un sapiente alternarsi di situazioni, ora più pompose ed ora più intimiste. Veramente un ottimo lavoro, superbo sotto il profilo sia della scrittura sia dell’esecuzione.

Track list
1. Novilunio
2. La ballata di Firenze
3. Nella notte
4. Lettera anonima
5. Interludio macabro
6. L’enigma dei dannati
7. Serial Killer Rock
8. Il dottore
9. Plenilunio

Line up
Laura Menighetti – Vocals, Keyboards
Fabio Nicolazzo – Vocals, Guitars
Roberto Tiranti – Bass, Chorus
Pier Gonella – Guitars
Marco Biggi – Drums
Paolo Firpo – Sax, Akai Ewi 4000S
Kim Schiffo, Daniele Guerci, Laura Sillitti – Strings

UNA STAGIONE ALL’INFERNO – Facebook

Omega Diatribe – Trinity

Il quintetto ci va giù pesante senza soluzione di continuità per quasi un’ora di mid tempo potentissimi, accelerazioni ritmiche da infarto con cambi di tempo perfetti per mantenere l’attenzione dell’ascoltatore.

Un macigno sonoro di dimensioni bibliche in arrivo dall’Ungheria tramite Metal Scrap, che ci presenta il nuovo album di questi cinque cannibali musicali che agiscono sotto il monicker di Omega Diatribe.

Cannibali perché la band fagocita metal estremo, lo metabolizza e lo vomita pregno di groove, passando con disinvoltura da parti di devastante deathcore al più corposo e meno marziale groove metal.
Gli Omega Diatribe sono in giro a far danni dal 2013, la loro discografia in cinque anni vede tre full length ed un paio di ep, non male, segno che di cose da dire ne hanno molte e lo fanno tramite una proposta estrema ed intensa, pur con i limiti che il genere impone.
Niente di nuovo quindi, ma sicuramente d’impatto, tanto che Trinity risulta una montagna di metal estremo moderno che si muove producendo terremoti devastanti.
Con doppia voce, ma lontana dal solito clichè growl/voce pulita, il quintetto ci va giù pesante senza soluzione di continuità per quasi un’ora di mid tempo potentissimi, accelerazioni ritmiche da infarto con cambi di tempo perfetti per mantenere l’attenzione dell’ascoltatore, sempre in guardia per i duri colpi inferti dal gruppo.
Ci vuole il fisico per assorbire le bordate deathcore che gli Omega Diatribe sparano senza pietà con neanche troppo velate ispirazioni a Meshuggah, Gojira e i Machine Head più arrabbiati.
Il quintetto ungherese non le manda certo a dire, travolge tutto con riff ultra heavy risultando uno schiacciasassi impazzito di groove death metal, magari non originalissimo ma sicuramente debordante ed ottimamente suonato, e tanto basta.

Tracklist
1.Souls Collide
2.Filius Dei
3.Trinity
4.Spinal Cord Fusion
5.Divine of Nature
6.Replace Your Fear
7.Oblation
8.Chain Reaction
9.Denying Our Reality
10.Compulsion
11.Wraith
12.Tukdam

Line-up
Gergo Hajer – Guitar
Tamás Höflinger – Guitar
Ákos Szathmáry – Bass
Tamás Kiss – Drums
Milán Lucsányi – Vocals

OMEGA DIATRIBE – Facebook