The Insane Slave – The Insane Slave

Il lavoro è fatto di dieci brani medio lunghi, per quasi un’ora di rock nervoso e instabile, con l’unico difetto di risultare leggermente prolissi, per il resto i The Insane Slave hanno fatto un gran lavoro arrivando al debutto con un album interessante e maturo.

Si torna a parlare della scena rock portoghese con i The Insane Slave, alternative rock band di Oporto, attiva da una decina d’anni ma con solo un ep alle spalle licenziato nel 2011 (The Night Rider EP), ed ora finalmente con un full length, il primo, in uscita per Raising Legends.

L’album esce sotto forma di concept, con dieci tracce che raccontano la storia di Jack, lo schiavo folle, una colonna sonora ad accompagnare il tema concettuale che risulta appunto un buon alternative rock, vario e a suo modo originale, virtù non così scontata di questi tempi.
Il taglio drammatico delle canzoni, la voce molto interpretativa e grintosa e l’atmosfera di tensione creano un’aura drammatica che attraversa l’album, mentre con il passare dei minuti il clima si infittisce, alimentato da una elettricità folle, tra momenti lineari e scudisciate rabbiose che ricordano le trame dei brani dei System Of A Down.
Il lavoro è fatto di dieci brani medio lunghi, per quasi un’ora di rock nervoso e instabile, con l’unico difetto di risultare leggermente prolissi, per il resto la band ha fatto un gran lavoro arrivando al debutto con un album interessante e maturo.
Lo sviluppo dei brani potrebbe far storcere il naso ai fans del genere, abituati alla solita formula del rock alternativo, molto più facile e diretta, mentre in Memories Of A Future, Secret Files o The Exodus Of A Born Man la band sfoggia un’attitudine hard rock progressiva di buon livello, ma appunto meno diretta di molti suoi colleghi.
Le influenze, oltre a quella dei SOAD, non mancano e sono riscontrabili nel rock americano dei primi anni del nuovo millennio con Audioslave e Queen Of The Stone Age, quindi se le band citate sono tra i vostri ascolti, The Insane Slave è altamente consigliato.

Tracklist
01.The Insane Slave
02.Memories of a future
03.Secret Files
04.Winds of Anarchy
05.The Bandit Song
06.Gipsy moonlight
07.Sands Of Time
08.Soul Tattoos
09.Desert Ride
10.The Exodus of a born man

Line-up
Freddie – Drums, Vocals
André – Bass
Alex – Guitars
César – Guitars, Vocals

THE INSANE SLAVE – Facebook

Grimorium Verum – Revenant

Non ci troviamo al cospetto di qualcuno che occupa i piani alti del symphonic black ma neppure di musicisti relegati nei bassifondi , anzi: Andy Felon e Roma Diamond meritano un plauso per un’offerta che non deluderà alla fine chi predilige queste sonorità.

Il recente ritorno dei Dimmu Borgir, campioni indiscussi del symphonic black metal, potrebbe e dovrebbe far accendere nuovamente i riflettori su un sottogenere che ha sempre continuato ad offrire ottime band rimaste, però, nell’ombra a causa dello scemare dell’interesse dei fans per questo sonorità, causa appunto la lunga contumacia dei nomi di punta.

I russi Grimorium Verum non possono essere certo considerati dei neofiti, visto che i loro primi passi risalgono alla fine dello scorso millennio, anche se il primo full length è datato 2008, seguito poi da quelli successivi pubblicati con precisa cadenza triennale.
Revenant è così l’ultimo in ordine di tempo e ci dimostra una band di buono spessore, capace di maneggiare con disinvoltura e buon gusto melodico una materia insidiosa per il forte rischio di debordare che è insita nelle sue caratteristiche.
Forse dieci brani ed un’ora di durata sono un qualcosa di troppo per uno stile musicale così pieno e quindi a forte rischio di saturare l’ascoltatore: ciò non toglie che il buon gusto melodico dei nostri consenta loro di mettere in scena ottime tracce come l’opener The Born Son of the Devil, The Light of Dark Father e The Great Serpentine Saint, esemplari nella loro sintesi tra sonorità estreme, l’impeto atmosferico delle tastiere e le repentine incursioni melodiche della chitarra solista.
Insomma, al netto della prevedibile mancanza di spunti innovativi, l’operato dei Grimorium Verum è decisamente apprezzabile perché Revenant scorre via piuttosto bene senza neppure annoiare nonostante qualche soluzione tenda alla lunga a ripetersi.
Non ci troviamo al cospetto di qualcuno che occupa i piani alti del symphonic black ma neppure di musicisti relegati nei bassifondi , anzi: Andy Felon e Roma Diamond meritano un plauso per un’offerta che non deluderà alla fine chi predilige queste sonorità.

Tracklist:
1. The Born Son of the Devil
2. The Kingdom of the Pain
3. The March of the Northern Kings
4. Blind Faith in Nothing
5. The Light of Dark Father
6. Revenant
7. The Circus of the Dark Illusion
8. Sacred Temple of Blood
9. The Great Serpentine Saint
10. The Resurrected on the Devil’s Hands

Line up:
Andy Felon – Guitars, Bass, Programming
Roma Diamond – Vocals

GRIMORIUM VERUM – Facebook

Tarja – Act 2

Raccontare un concerto della Turunen diventa superfluo, specialmente per i tanti fans che in tutto il mondo applaudono la bellissima artista finlandese: non mi rimane così che sottolineare la bellezza di questo nuovo lavoro e consigliarne l’ascolto e la visione anche a chi prova mettere in discussione il regno della regina Tarja

Può piacere o meno, ma è indubbio che Tarja Turunen sia ancora oggi la regina tra le sirene del symphonic metal, termine di paragone obbligatorio per ogni bellissima musa al microfono delle centinaia di band nate dopo il successo dei Nightwish.

Da anni la cantante finlandese ha intrapreso un’ottima carriera solista che l’ha portata ad incidere sette full length, una serie infinita di singoli, ep e un paio di live, Act 1, pubblicato nel 2012, e questo nuovo manifesto della sua arte intitolato Act 2, in uscita su earMUSIC e tratto da The Shadow Show, il tour mondiale che ha visto la Turunen protagonista di duecento concerti in quaranta differenti paesi.
Nello specifico, Act 2 ci delizia con lo show esclusivo tenutosi al Metropolis Studio di Londra e il concerto italiano al Teatro Della Luna di Milano, motivo patriottico in più per non perdersi questo bellissimo live.
Licenziato nelle versioni 2CD digipak, 3LP gatefold (180g, nero), DVD, Blu-ray, limited mediabook 2CD+2BD (che include come bonus i due concerti completi tenutisi all’Hellfest in Francia e al Woodstock Festival in Polonia) e in digitale, Act 2 ci presenta una Tarja ancora lontana dall’abdicare, incontrastata sovrana di un genere che, se ultimamente sta tirando la corda, torna a risplendere in quest’opera, splendido esempio dell’arte musicale di una delle figure più nobili che il metal ci abbia regalato nella sua storia.
Due ore di musica che ripercorrono la carriera solista della Turunen, un sound che nella versione live acquista quella giusta grinta per tornare a far rivivere i fasti delle opere che hanno fatto grande la precedente esperienza della cantante, ma che, allo stesso tempo, confermano il talento inarrivabile di cui dispone, anche e soprattutto ora, nell’ormai consolidata carriera solista.
Raccontare un concerto della Turunen diventa superfluo, specialmente per i tanti fans che in tutto il mondo applaudono la bellissima artista finlandese: non mi rimane così che sottolineare la bellezza di questo nuovo lavoro e consigliarne l’ascolto e la visione anche a chi prova mettere in discussione il regno della regina Tarja.

Tracklist
Disc 1
1.No Bitter End
2.Eagle Eye
3.Sing for Me
4.Love to Hate
5.The Living End
6.Medusa
7.Calling From the Wild
8.Victim of Ritual
9.Die Alive
10.Innocence
11.Until my Last Breath
12.Too Many

Disc 2
1.Against the Odds
2.No Bitter End
3.500 Letters
4.Eagle Eye
5.Demons in You
6.Lucid Dreamer
7.Shameless
8.The Living End
9.Calling from the Wild
10.Supremacy
11.Tutankhamen – Ever Dream – The Riddler – Slaying the Dreamer
12.Goldfinger
13.Deliverance
14.Until Silence – The Reign – Mystique Voyage – House of Wax – I Walk Alone
15.Love to Hate
16.Victim of Ritual
17.Undertaker
18.Too Many
19.Innocence
20.Die Alive
21.Until my Last Breath

Line-up
The Shadow Shows:
Kevin Chown: bass
Christian Kretschmar: keyboards
Max Lilja: cello
Alex Scholpp: guitar
Timm Schreiner: drums

TARJA – Facebook

ABORTED

Il video di “Squalor Opera”, dall’album “TerrorVision”, in uscita a settembre (Century Media Records).

Il video di “Squalor Opera”, dall’album “TerrorVision”, in uscita a settembre (Century Media Records).

Fra poco più di due mesi i chirurghi del death metal ABORTED pubblicheranno su Century Media Records il nuovo album di inediti, “TerrorVision”, previsto per il 21 settembre 2018. Per anticipare la release la band belga pubblica oggi il video del primo singolo “Squalor Opera”.

“TerrorVision” sarà disponibile in:
Standard CD Jewelcase.
Gatefold LP+CD.
Ltd. Box set (con Digipak CD, bonus CD con le tracce dell’EP “Bathos”, fibbia nera in metallo da cintura, set di adesivi e spille.
Digitale.

Disponibile tracklist e artwork:
Lasciate Ogne Speranza (0:57)
TerrorVision (4:33)
Farewell To The Flesh (4:41)
Vespertine Decay (6:00)
Squalor Opera (4:01)
Visceral Despondency (3:32)
Deep Red (3:20)
Exquisite Covinous Drama (5:01)
Altro Inferno (4:49)
A Whore D’oeuvre Macabre (3:01)
The Final Absolution (5:07)
ABORTED line-up:
Sven De Caluwe – Vocals
Mendel Bij De Leij – Guitar
Ian Jekelis – Guitar
Ken Bedene – Drums
Stefano Franceschini – Bass

ABORTED online:
http://www.goremageddon.be/
https://www.facebook.com/Abortedofficial
http://instagram.com/abortedmetal#
http://www.reverbnation.com/aborted
https://twitter.com/abortedmetal
http://www.youtube.com/user/abortedbelgium

Omit – Medusa Truth, Part 2

In questo mondo ovattato le regole della nostra dimensione vengono cambiate e si entra in un qualcosa di profondamente diverso. Un disco suonato e composto con cura e dedizione, e che non lascia nulla al caso, una splendida fuga.

Gli Omit suonano un doom metal con forti influenze funeral e gothic, con la splendida ed eterea voce femminile di Cecilie Langlie.

I norvegesi sono qui alla loro terza prova, e questo è il seguito di Medusa Truth Part One del 2014. Il loro intento è di illustrare con ogni disco un determinato periodo della vita di ciascun uomo, esplorando ciò che si vede e soprattutto ciò che non si vede. Le canzoni degli Omit durano molto e sono tutte composte come se fossero piccole opere, molto ben strutturate ed epiche. Questo secondo disco della serie Medusa Truth prende le mosse da questa frase di Jack London che possiamo trovare nel libro L’Ammutinamento della Elsinore del 1914 : “The profoundest instinct in man is to war against the truth; that is, against the Real. He shuns facts from his infancy. His life is a perpetual evasion. Miracle, chimera and to-morrow keep him alive. He lives on fiction and myth. It is the Lie that makes him free. Animals alone are given the privilege of lifting the veil of Isis; men dare not. The animal, awake, has no fictional escape from the Real because he has no imagination. Man, awake, is compelled to seek a perpetual escape into Hope, Belief, Fable, Art, God, Socialism, Immortality, Alcohol, Love. From Medusa-Truth he makes an appeal to Maya-Lie.
Insomma come dare torto a Jack… la nostra vita è una continua fuga, e anche l’ascolto di questo bell’album, decadente e dolce, è una fuga da ciò che viviamo o da ciò che siamo. E questo disco è una bella fuga, essendo gli Omit un buon gruppo di doom metal melodico, con parti funeral, ma soprattutto un gran substrato gotico che permea il tutto, dando un’accezione romantica al loro lavoro. Il loro incedere è lento, ma possente, dolce ma tagliente, la musica è l’ancella della splendida voce di Cecilie, ma non è affatto un semplice ornamento, ma una parte importante del tutto. In questo mondo ovattato le regole della nostra dimensione vengono cambiate e si entra in un qualcosa di profondamente diverso. Un disco suonato e composto con cura e dedizione, e che non lascia nulla al caso, una splendida fuga.

Tracklist
01. Passage
02. Veil Of Isis
03. Medusa Truth

Line-up
Cecilie Langlie – Vocals
Kjetil Ottersen – Keyboards
Tom Simonsen – Guitars, keyboards, bass, drums and programming.

OMIT – Facebook