Aeolian – Silent Witness

Silent Witness sorprende per come gli Aeolian riescano, nella loro ferocia, a mantenere un tasso melodico elevatissimo, pregno di orgogliosa e suggestiva epicità.

Questo straordinario esempio di death metal melodico di matrice scandinava arriva dalla Spagna.

Ebbene sì, anche il sottoscritto per un attimo ha avuto il dubbio che il debutto degli Aeolian, fosse un album perso nel tempo e ritrovato in qualche gelida foresta della penisola scandinava, magari lasciato ai posteri da una delle band nate in quelle terre, prima che il successo portasse in parte via l’atmosfera leggendaria che regnava sui lavori creati nei primi anni novanta.
Invece gli Aeolian sono spagnoli, addirittura originari dell’arcipelago delle Baleari e precisamente di palma di Maiorca, ma il tepore dei venti mediterranei non ha frenato la voglia di metal estremo di origine nordica del quintetto che, con questo magniloquente, melodico ed epico lavoro brucia la concorrenza, almeno per quanto riguarda gli esordi di questo 2018.
Silent Witness è un album magnifico, un’autentica tempesta sonora di death/black melodico, che ricorda quello di una manciata di band storiche, a giudicare dal sound esibito in questi dodici spettacoilari brani: Dark Tranquillity, Naglfar, Dissection, Primi In Flames, Amorphis e Amon Amarth, il festival melodic death per eccellenza riassunto in un unico devastante esempio di metal dalla bellezza che lascia senza fiato.
Silent Witness sorprende per come il gruppo riesca, nella sua ferocia, a mantenere un tasso melodico elevatissimo, pregno di orgogliosa e suggestiva epicità, ben rappresentata dai fuochi pirotecnici che si stagliano nel cielo al suono delle varie tracce tra cui citiamo Chimera, Return Of The Wolf King e Going To Extinction, ma che sono in toto meritevoli di un plauso.
Un album sorprendente e bellissimo, nel genere il debutto più convincente dell’anno.

Tracklist
1.Immensity
2.The End of Ice
3.Chimera
4.My Stripes in Sadness
5.Return of the Wolf King
6.Going to Extinction
7.Elysium
8.Wardens of the Sea
9.The Awakening
10.Black Storm
11.Witness
12.Oryx

Line-up
Daniel Perez – Vocals
Raúl Morán – Guitars
Gabi Escalas – Guitars
Toni Mainez – Bass
Alberto Barrientos – Drums

AEOLIAN – Facebook

Karmian – Surgere et Cadere

Con il proprio death metal duro e puro, offerto accantonando inutili orpelli, i Karmian ci danno dentro come in una sorta di sanguinaria battaglia a suon di metal estremo.

Lo swedish death viene rappresentato al meglio nel debutto sulla lunga distanza dei Karmian, band originaria di Modena attiva addirittura dal 2005 con il monicker di When the Storm Broke, cambiato in quello attuale dopo una serie di vicissitudini riguardanti i tanti cambi di line up e relative ripartenze.

Il primo scossone del gruppo con l’attuale nome risale all’ep Ways Of Death, licenziato dalla band nel 2012, poi ancora cinque anni prima che questo primo lavoro sulla lunga distanza veda la luce.
Surgere Et Cadere è un concept su di un popolo di origine celtica, i Boii, scesi nel nord Italia invadendo la Pianura Padana e conquistando Bologna nel 390 ac, per essere poi sconfitti dall’impero romano dopo eroiche battaglie.
La band racconta queste vicende con il suo death metal di matrice scandinava nel quale, ovviamente, prevale un’atmosfera epica e battagliera, conquistando con il suo approccio senza compromessi.
Con il proprio death metal duro e puro, offerto accantonando inutili orpelli, i Karmian ci danno dentro come in una sorta di sanguinaria battaglia a suon di metal estremo, tra ripartenze furiose, ottimi accenni melodici ed un impatto che ricorda band che con il genere hanno familiarità (Ex Deo).
Il sound di genere non concede alcun tipo di novità o variante, lasciando che sia la tradizione l’ispirazione maggiore di brani convincenti come The Burn, Shadow The Eagle o le notevoli Druids In The Forest e Mutina Capta Est, un crescendo drammatico e degno finale di un album promosso per impatto, attitudine e padronanza dei propri mezzi.

Tracklist
1.They Burn
2.Conquering The Plain
3.Shadows Of The Eagle
4.The Gaul
5.The Alliance
6.Total War
7.Druids In The Forest
8.Sacred Selva
9.Mutina Capta Est

Line-up
Andrea Bertolazzi – Vocals
Andrea Baraldi – Lead Guitar
Mauro Leone – Guitar
Nicholas Badiali – Drums
Gabriele Gabrieli – Bass

KARMIAN – Facebook

SEVENTH GENOCIDE

Il music video di “Sleepless”, dall’album “SVNTH” in uscita ad ottobre (Third I Rex/Toten Schwan Records).

Il music video di “Sleepless”, dall’album “SVNTH” in uscita ad ottobre (Third I Rex/Toten Schwan Records).

Dopo l’incredibile ultimo LP “Towar Akina”, ed un breve tour europeo alcuni mesi fa, i romani Seventh Genocide tornano a far parlare di sé con il loro nuovo disco intitolato “SVNTH”! Il primo brano tratto da questo nuovo lavoro è “Sleepless”, traccia che ha raccolto numerosi consensi ed é stata recentemente pubblicata tramite il sito statunitense No Clean Singing.
In occasione della pubblicazione di questo nuovo brano la band, in collaborazione con Third I Rex e Toten Schwan Records, ha dato il via ad un piccolo sorteggio che mette in palio copia del nuovo disco per i tre fortunati vincitori ma anche uno streaming integrale del nuovo disco per chiunque condivida sui social media il primo singolo/video inserendo il tag #SVNTH entro il giorno 7 di ottobre.
Il nuovo album sarà pubblicato in formato fisico a fine ottobre!

Esoteric – The Pernicious Enigma [re-issue]

The Pernicious Enigma è uno dei migliori album funeral doom mai pubblicati e, nello specifico, quello che poco più di vent’anni fa collocò d’imperio gli Esoteric ai vertici del movimento.

Prosegue la meritoria opera di ristampa delle opere degli Esoteric da parte della Aesthetic Death.

Se l’anno scorso avevamo potuto riapprezzare Esoteric Emotions – The Death of Ignorance, il demo d’esordio della creatura di Greg Chandler, con The Pernicious Enigma si fa un ulteriore passo avanti.
Il perché è presto spiegato e non deriva solo dalla rilevanza del lavoro in questione, ma anche dal fatto che il tutto è stato oggetto di un restyling sonoro da parte dello stesso Chandler, del quale è universalmente riconosciuta la maestria anche dietro al mixer.
Chiaramente tutto risulta più facile quando l’oggetto dell’operazione è uno dei migliori album funeral doom mai pubblicati e, nello specifico, quello che poco più di vent’anni fa collocò d’imperio la band inglese ai vertici del movimento.
Chi conosce già i contenuti di The Pernicious Enigma ma non ne possedesse la copia originale, con questa re-issue può prendere i classici due piccioni con un fava, mentre se, invece, qualche appassionato se ne fosse perso fino ad oggi i contenuti, si sappia che l’interpretazione chandleriana del genere è a suo modo unica, collocandosi in maniera equilibrata tra le asprezze estremiste in stile Disembowelment e l’approccio più melodico atmosferico di gran parte della scuola scandinava.
Dopo l’ascolto di due brani capolavoro come Creation e Dominion of Slaves è trascorsa già mezz’ora ma resta ancora da goderne tre volte tanto; questo doppio album, infatti, oltre a tracce opprimenti e dolenti offerte con la solita maestria, esibisce anche la vis sperimentale di NOXBC9701040 e la repentina sfuriata death di At War with the Race, prima di chiudere con lo struggente finale di Passing Through Matter.
La riedizione di The Pernicious Enigma non può che essere accolta con entusiasmo da parte dei numerosi estimatori degli Esoteric ma, d’altra parte, rischia di acuire ancor più il senso di attesa per nuovo materiale inedito che si protrae ormai dalla fine del 2011, quando Greg Chandler regalò agli appassionati di funeral l’ultimo full length Paragon Of Dissonance.

Tracklist:
Disc 1
1. Creation (Through Destruction)
2. Dominion of Slaves
3. Allegiance
4. NOXBC9701040
Disc 2
1. Sinistrous
2. At War with the Race
3. A Worthless Dream
4. Stygian Narcosis
5. Passing Through Matter

Line-up:
Gordon Bicknell – Guitars, Keyboards, Samples
Greg Chandler – Vocals, Keyboards
Bryan Beck – Bass
Simon Phillips – Guitars, Samples
Steve Peters – Guitars

Anthony Brewer – Drums (tracks 1-3, 7, 9)

ESOTERIC – Facebook

Deicide – Overtures of Blasphemy

Dodicesimo album della storica death metal band floridiana, più brutale e tecnica che mai, a cinque anni di distanta dall’ultimo disco.

Tornano a farsi sentire i Deicide, ad un lustro di distanza da In the Minds of Evil, mentre tutto il loro catalogo 1990-2001 è ora in corso di riedizione e mentre sta per essere finalmente ristampato anche quanto fatto dagli Amon, nella loro poco nota ma interessante storia parallela.

Il nuovo disco della creatura del malefico Glenn Benton conferma, di fatto, in termini di sonorità la svolta impressa dopo Legion (1992): grande velocità, blast beats, scenari musicali (e lirici) estremi, produzione stellare e la conferma di quante e quali doti tecniche servano per suonare brutal death, soprattutto oggi. Basta ascoltare, al riguardo, songs come l’opener One With Satan, All That Is Evil, Seal the Tomb Below, il singolo Excommunicated o Crawled From the Shadows. Ma anche la seconda parte del CD, forte di brani quali Anointed in Blood, Defying the Sacred e Flesh Power Dominion non appare di certo da meno. Tutto è molto e volutamente old school – come nel caso degli Slayer, dei Cannibal Corpse, e dei ritrovati Morbid Angel – e la cosa non dispiace affatto. Senza dubbio, qualcuno potrà affermare che senza variazioni questo genere può risultare tedioso e ripetitivo, oppure che questo nuovo disco non aggiunge nulla di nuovo a quanto sinora fatto dai Deicide. In realtà, la band americana dimostra una volta di più integrità e coerenza artistiche. Che cosa si vuole che facciano? Che virino, di colpo, verso altri lidi? Che si rimettano in discussione, a ventotto anni dall’esordio? Sarebbe, a mio avviso, del tutto assurdo. I Deicide continuano a fare quello che meglio sanno fare, da sempre. Ed è per tale motivo che il loro pubblico li ama. Ricordiamo che quando i Morbid Angel si sono spostati verso un sound più industrial, con il controverso e discusso Illud Divinum Insanus, hanno finito soltanto per scontentare tutti: i vecchi fans si sono sentiti traditi e l’attenzione da chi ascolta generi (e suoni) più moderni non è arrivata. Anche per questo i Morbid Angel sono tornati alle origini, con il loro ultimo lavoro. Sono anche queste le ragioni che magari devono avere spinto i Deicide a confermare il loro profilo, sotto ogni punto di vista. Questo è il brutal death metal, di maestri che hanno fatto la storia, ed altro non ha senso chiedere o aspettarsi.

Tracklist
1- One With Satan
2- Crawled From the Shadows
3- Seal the Tomb Below
4- Compliments of Christ
5- All That Is Evil
6- Excommunicated
7- Anointed in Blood
8- Crucified Soul of Salvation
9- Defying the Sacred
10- Consumed By Hatred
11- Flesh, Power, Dominion
12- Destined to Blasphemy

Line up
Glenn Benton – Bass, Vocals
Steve Asheim – Drums
Kevin Quirion – Guitars
Mark English – Guitars

DEICIDE – Facebook