Dakhma – Hamkar Atonement

Questo disco è un’espressione del metal estremo, una della sue facce migliori, nella quale molti generi si incontrano per fare un qualcosa che va oltre la musica e si incontra con la ricerca filosofica e spirituale.

Gli svizzeri Dakhma sono uno di quei pochi gruppi al mondo che fanno per davvero musica rituale, ovvero usano la musica nel suo senso primordiale, quello di accompagnamento ad un rito, un qualcosa che secondo certi codici cambia la realtà intima dell’uomo e dell’ambiente che lo circonda.

Il nome Dakhma vuol dire Torre del Silenzio nella religione zoroastriana: erano torri con uno spazio circolare dove venivano posti i cadaveri per essere mangiati dagli animai selvatici, in una sorta di circolo naturale e perfetto. Il gruppo svizzero fa un death ritual con forti tinte black, in un perfetto bilanciamento di musiche diverse che hanno tutte un loro momento ben specifico. L’argomento principale della loro poetica è la religione zoroastriana che è di davvero difficile spiegazione, anche se ha tratti in comune con quella più diffusa alle nostre latitudini. Per molti anni fu il culto più diffuso in Medio Oriente, e ancora adesso annovera un buon numero di seguaci, tanto per intenderci Freddie Mercury era uno zoroastriano convinto, certo non sulla stessa linea dei Dakhma. Il gruppo di Zurigo è una delle migliori espressioni del death metal totalmente underground contemporaneo, riuscendo benissimo in tutto ciò che vogliono fare. Le loro canzoni sono tutte di ampio respiro, perché lo sviluppo è il fulcro di tutto, anche quando fanno pezzi prettamente death riescono a non ripetersi mai ed hanno un tiro micidiale. Ancor meglio sono poi i pezzi maggiormente votati al ritual, e capita anche che i due brani si mescolino per creare un’atmosfera credibile e molto intensa. Questo disco è un’espressione del metal estremo, una della sue facce migliori, nella quale molti generi si incontrano per fare un qualcosa che va oltre la musica e si incontra con la ricerca filosofica e spirituale. Si rimane stupiti di fronte a tanta potenza e capacità creativa, e soprattutto questo è un disco che riesce ad essere estremo senza assumere pose assurde e senza lanciarsi in esperimenti poco piacevoli. I Dakhma fanno inoltre parte dell’Helunco, aka Helvetc Underground Commitee: come si può leggere sul sito del comitato “… H.U.C. is dedicated to the advancement of grotesque, vile, depraved and putrid audio torment originating from Switzerland …” e lì dentro ci sono gruppi molto interessanti come i Lykaheon e i Despotic Terror Kommando.

Tracklist
1. The Glorious Fall of Ohrmazd (Hail Death, Triumphant)
2. Akhoman (Spill The Blood)
3. Varun (Of Unnatural Lust)
4. Nanghait (Born Of Fire)
5. Spendarmad (Holy Devotion)
6. Gannag Menog (Foul Death, Triumphant)
7. …Of Great Prophets

Line-up
Kerberos – Howls of Druj and Rites of Purification
H.A.T.T. – Thunderstorm of Daeva

DAKHMA – Facebook

https://www.youtube.com/watch?v=PRgddctB3-s – Traduci questa pagina

Ashen Fields – Ashen Fields

Inutile fare paragoni con il passato, gli Ashen Fields sono in tutto e per tutto una nuova realtà che si muove sempre nel panorama estremo melodico, ma con un’attenzione particolare per gli arrangiamenti sinfonici ed epici.

Un paio di anni fa, la Genova metallica regalava uno degli esordi più incisivi in campo estremo di quell’anno almeno per quanto riguarda la scena underground tricolore, Fearytales dei genovesi Path Of Sorrow.

La band, dopo molti concerti e tanti complimenti, si separa da tre dei suoi componenti, i chitarristi Davide e Jacopo ed il batterista Alessandro e, di fatto, nel 2017 nascono gli Ashen Fields.
I tre musicisti vengono in seguito raggiunti dal cantante Julio e dal bassista Fabio con i quali registrano i tre brani che vanno a formare questo ep omonimo.
Inutile fare paragoni con il passato, gli Ashen Fields sono in tutto e per tutto una nuova realtà che si muove sempre nel panorama estremo melodico, ma con un’attenzione particolare per gli arrangiamenti sinfonici ed epici, unendo al melodic death metal di matrice scandinava soluzioni symphonic power, in un crescendo di atmosfere epiche e suggestive.
Moonlit Ashes è uno strumentale, che funge da intro ai due brani seguenti, con il quale band riempie di aspettative l’ascoltatore grazie ad orchestrazioni dal sapore cinematografico, prima di entrare nel vivo della proposta con The Darkness That I Command, traccia che evidenzia l’importanza della parte sinfonica nel sound di un quintetto che si muove a suo agio tra soluzioni melodic death e power.
E’ splendida The Gods’ Vessel, epica, magniloquente, efficace sia nella parti orchestrali che in quelle metalliche, con una parte atmosferica che ne eleva tremendamente il tasso suggestivo, prima di accelerare e chiudere al meglio questo primo lavoro targato Ashen Fields.
Tracce di Amon Amarth, Omnium Gatherum, ultimi Nightwish nelle parti orchestrali, ma anche dei leggendari Bal Sagoth, si intravedono nel sound del gruppo genovese, una nuova realtà estrema da seguire con attenzione.

Tracklist
1.Moonlit Ashes
2.The Darkness That I Command
3.The Gods’ Vessel

Line-up
Davide – Guitars
Jacopo – Guitars
Alessandro – Drums
Julio – Vocals
Fabio – Bass

ASHEN FIELDS – Facebook

The Loudest Silence – Aesthetic Illusion

Aesthetic Illusion ha le carte in regola per risultare un buon prodotto, anche se a tratti è evidente che al gruppo manca un po’ di personalità in più per non sembrare solo un clone dei gruppi di punta del gothic metal mondiale.

Il symphonic metal sta vivendo una fase di stasi fisiologica, dopo i fasti e la conseguente caduta patita da tutti quei generi che hanno vissuto una buona popolarità in periodi più o meno recenti.

Paesi Bassi, Scandinavia, centro Europa e Italia sono segnati sul mappamondo metallico come le terre dove più si è sviluppato negli anni questo tipo di sonorità, con i paesi dell’est che ultimamente possono vantare realtà molto interessanti.
I The Loudest Silence arrivano da Sarajevo, capitale della Bosnia-Erzegovina, sono attivi dal 2010 ma arrivano al debutto solo oggi con Aesthetic Illusion, ambizioso lavoro che segue minuziosamente le coordinate del genere.
Symphonic metal d’ordinanza dunque, cantato a modo da una musa che di nome fa Taida Nazraic , con Mark Jansen degli Epica a fare da padrino ed un songwriting piacevole che conferisce un’aura sufficientemente affascinante per i tanti fans del genere.
Aesthetic Illusion ha dunque le carte in regola per risultare un buon prodotto, anche se a tratti è evidente che al gruppo manca un po’ di personalità in più per non sembrare solo un clone dei vari Nightwish, Within Temptation e primi Epica (quelli degli ultimi lavori sono inarrivabili per chiunque).
Un’ora di musica gotico sinfonica, quindi, tra potenza metal, atmosfere cinematografiche e sfumature dark/operistiche che la prestazione della cantante cerca di rendere il più elegante possibile, mentre la band si perde volentieri in lunghe tracce che hanno nei dodici minuti di Gallery Of Wonders il riassunto compositivo di Aesthetic Illusion.
I The Loudest Silence sono un buon gruppo di genere, ancora un po’ acerbo e non molto personale, ma con ampi margini di miglioramento auspicabili già fin dal prossimo album.

Tracklist
1. Illusion Aeternus
2. Redemption
3. Two Faced Ghost
4. Wood Nymph
5. Acheron
6. The Loudest Silence
7. Soul Reflection
8. Theatre Of The Absurd
9. Wake Up In My Dream
10. Gallery Of Wonders
11. The Loudest Silence (Through The Glowing Door)

Line-up
Taida Nazraic – Vocals
Denijal Catovic – Keyboards
Mirza Coric – Guitars
Džemal Bijedic – Bass, Vocals
Damir Sinanovic – Bumbar – Drums

THE LOUDEST SILENCE – Facebook

When Venus Weeps

Il video di “Spotlight”.

Il video di “Spotlight”.

“Spotlight” è l’ultimo singolo della band Post-Hardcore lombarda “When Venus Weeps”.
Pubblicato in data 8 settembre su tutte le piattaforme digitali, “Spotlight” è una reinterpretazione del celebre brano del dj e produttore Marshmello in collaborazione con il defunto rapper Lil Peep.
La band ha realizzato un videoclip a Milano per presentarci questa versione caratterizzata da sonorità emozionali e metalcore.

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