Mountain Eye – Roads Uncharted

La band olandese ci scaraventa per mezzora nel bel mezzo della scena nu metal che fu, e lo fa con una raccolta di brani assolutamente riusciti: se il genere è ancora nelle vostre corde l’ascolto dell’album è consigliato anche se può sembrare sorpassato rispetto alle mode del momento.

Un sound alternativo ispirato alla scena nu metal di qualche anno fa è la musica suonata dai Mountain Eye, band olandese formata nel 2017 ed arrivata al debutto con questi otto brani racchiusi in Roads Uncharted.

La band segue le linee tracciate dai gruppi statunitensi a cavallo dei due secoli, quindi in questa raccolta di brani non troverete una nota riconducibile ai suoni modaioli degli ultimi tempi, ma solo nu metal ispirato dai vari Mudvayne, Korn, Sevendust, American Head Charge: gli otto brani risultano delle mazzate niente male, ricamate da linee melodiche perfette, tanto che brani come Take Control o Verge avrebbero fatto la fortuna del gruppo una ventina d’anni fa.
I Mountain Eye ci provano, anche se fuori tempo massimo, grazie ad un buon songwriting (i brani sono tutti potenziali singoli), un cantante che nel genere si rivela un vero talento sfoggiando growl, scream e clean vocals eccellenti ed assecondato da un gruppo compatto che crea muri sonori possenti (vedi brani come Black Flood, Verge, Singularity), tellurici ed inespugnabili.
La band olandese ci scaraventa per mezzora nel bel mezzo della scena nu metal che fu, e lo fa con una raccolta di brani assolutamente riusciti: se il genere è ancora nelle vostre corde l’ascolto dell’album è consigliato anche se può sembrare sorpassato rispetto alle mode del momento.

Tracklist
1.Misery
2.Take Control
3.Diamonds On Your Tongue
4.Black Flood
5.Verge
6.Singularity
7.Hidasher
8.Y(our) Masquerade

Line-up
Arthur – Vocals
Omar – Guitar
Tim – Guitar
Kieft – Bass
Matthijs – Drums

MOUNTAIN EYE – Facebook

Dawn Of Winter – Pray For Doom

Pray For Doom è un buon lavoro, il sound dei Dawn of Winter segue le coordinate delle leggende del genere come Candlemass, Solitude Aeturnus e Pentagram, con un Mutz evocativo come non mai, ed un lotto di brani che si trascinano come mastodontici moloch, lenti ed inesorabili nella loro pesante marcia.

I Dawn Of Winter rappresentano il doom metal nella sua forma più pura e una lunga litania epico metallica divisa in otto capitoli è dunque quello che troverete tra i solchi di questo nuovo lavoro, il terzo a scadenza decennale dal primo album intitolato In The Valley Of Tears (1998) ed il suo successore, The Peaceful Dead (2008).

Tre opere sulla lunga distanza intervallati da una manciata di lavori minori è quindi quanto offerto in un ventennio dalla band tedesca che tra le sue fila vede Gerrit P. Mutz, singer dei power metallers Sacred Steel.
Pray For Doom è un buon lavoro, il sound dei Dawn of Winter segue le coordinate delle leggende del genere come Candlemass, Solitude Aeturnus e Pentagram, con un Mutz evocativo come non mai, ed un lotto di brani che si trascinano come mastodontici moloch, lenti ed inesorabili nella loro pesante marcia.
E’ sostanzialmente un album per appassionati questo Pray For Doom, avaro di soprese nel corso del suo viaggio nel mondo del doom metal classico, partendo da A Dream Within A Dream per arrivare tramite lunghi passaggi dal lento incedere alla title track, sicuramente il brano più rappresentativo di tutto l’album, valorizzato da armonie semi acustiche e da una eccellente prova del vocalist, al massimo dell’espressività.
Il resto si muove lento nei meandri più classici del genere, leggermente prolisso in alcuni passaggi, ma anche capace di far tremare le pareti con l’altro picco, la più movimentata e rocciosa The Orchestra Bizarre.
Ci congediamo dai Dawn Of Winter consigliando l’album agli amanti delle sonorità classiche e dei gruppi citati: il gruppo tedesco rimane comunque nel genere un’alternativa valida ai soliti nomi che del doom classico hanno fatto la storia.

Tracklist
1. A Dream Within A Dream
2. The Thirteenth Of November
3. Woodstock Child
4. The Sweet Taste Of Ruin
5. Pray For Doom
6. The Orchestra Bizarre
7. Paralysed By Sleep
8. Father Winter

Line-up
Jorg M. Knittel – Guitars
Dennis Schediwy – Drums
Joachim Schmalzried – Bass
Gerrit P. Mutz – Vocals

DAWN OF WINTER – Facebook

Speechtones – Step

Step è un primo passo, una fondazione di un nuovo mostro sonoro che nasce non a caso in Sardinia, una terra molto fertile per l’underground di qualità.

Dalla Sardegna esordio assoluto per gli Speechtones, un gruppo che fa musica diretta e di sostanza, scegliendo come generi lo stoner, l’heavy rock e sua maestà il desert, tutto in maniera ben fatta e coerente.

Ascoltare la loro prima prova, in download libero sul loro bandcamp, oltre a far scoprire un nuovo valido gruppo underground riesce a regalare bei momenti a chi si vuol lasciare rapire da un suono che è meglio lasciar fluire ad alto volume. In questo gruppo sardo convivono diverse anime e i generi cambiano con facilità, anche grazie al talento compositivo e alla freschezza musicale e mentale. La produzione può essere ampiamente migliorata, ma questo ep Step è la pietra miliare di una strada ancora in costruzione, dato che il lavoro è stato registrato con il primo batterista che non è più in formazione. I tre pezzi possono sembrare pochi, ma illustrano molto bene ciò che è e ciò che potrebbe diventare questo gruppo. Come tante band al proprio esordio le idee sono giustamente tante e spingono tutte per uscire fuori. Il risultato sono tre canzoni, tre appunti di ciò che è e di ciò che sarà. Perché questo gruppo è solido e andrà avanti. La psichedelia è presente in forme diverse, ma sicuramente gli Speechtones non la interpretano nella concezione classica del termine, anche se hanno dei bei momenti stupefacenti soprattutto nel primo pezzo, che è anche quello di maggior respiro dato che supera gli otto minuti. La coppia di canzoni rimanente è più breve e mette in luce altre peculiarità della band, come la capacità di usare lo stoner e il desert rock anche se in realtà lo stile parte da questi assiomi ma è una miscela originale e in totale divenire. Step è un primo passo, una fondazione di un nuovo mostro sonoro che nasce non a caso in Sardinia, una terra molto fertile per l’underground di qualità.

Tracklist
1.Popular Express
2.Sharks and Dogs
3.Speechless

SPEECHTONES – Facebook

Woest – Le Gouffre

Le Gouffre esibisce un pizzico di fruibilità ed organicità in più rispetto al precedente album, ma la proposta di questi francesi resta rivolta ad un’audience piuttosto selezionata; ciò non toglie che chi abbia pazienza e voglia di confrontarsi con sonorità a loro modo ostiche potrebbe trarne decisamente soddisfazione.

I francesi Woest giungono al loro secondo full length in soli due anni, continuando a proporre la loro personalissima forma di industrial black metal.

La fin de l’ère sauvage, uscito nel 2017, era un lavoro interessante e ricco di spunti pregevoli, leggermente penalizzato da una produzione non proprio scintillante e da una frammentarietà che è comunque insita in chi si approccia in maniera obliqua alla materia estrema.
In Le Gouffre non vengono certo meno l’incedere inquieto ed una certa imprevedibilità della proposta, anche se, rispetto al predecessore, il tutto appare offerto in maniera più organica e anche più convincente a livello di registrazione; per il resto Malemort e Torve, con la collaborazione di altri musicisti che vanno a completare l’organico donando ai Woest sembianze più vicine a quelle di una band tradizionale, fermo restando il confermato ricorso alla drum machine programmata dall’effettista Dæmonicreator, proseguono sulla impervia strada di un black metal intersecato da rumorismi e sfuriate industrial che poco concede all’orecchiabilità.
In tal senso, però, abbiamo una piacevole eccezione come Ô vide éternel, traccia in cui un’anima elettronica entra prepotentemente sul proscenio donando al tutto un certo groove, sebbene disturbato e deviato come da copione, mentre per il resto il sound si abbatte feroce con una punta di drammaticità conferita anche da un’idea lirica fortemente nichilista; in tutto questo, il manifesto del modus operandi dei Woest è un brano complesso ma davvero notevole come Tout restera carbone, dissonante, cangiante e interpretato in maniera molto intensa da Torve.
Le Gouffre esibisce un pizzico di fruibilità ed organicità in più rispetto al precedente album, ma la proposta di questi francesi resta rivolta ad un’audience piuttosto selezionata; ciò non toglie che chi abbia pazienza e voglia di confrontarsi con sonorità a loro modo ostiche potrebbe trarne decisamente soddisfazione.

Tracklist:
1. Éveil
2. Le gouffre
3. Ô vide éternel
4. À la gloire de l’immonde
5. Spasme de haine
6. Tout restera carbone
7. Vagues du Styx

Line-up:
Torve – vocal
Malemort – guitar
Deckard – guitar
Irotted – bass
Dæmonicreator – drum machine and sound effect

WOEST – Facebook

HELEVORN

Il lyric video di “Nostrum Mare (Et deixo un pont de mar blava)”, dall’album “Aamamata” (Solitude Productions / Bad Moon Music).

Il lyric video di “Nostrum Mare (Et deixo un pont de mar blava)”, dall’album “Aamamata” (Solitude Productions / Bad Moon Music).

Exhibiting their elegant and gloomy music around the world, Palma, Spain’s melancholic doom outfit HELEVORN have posted their new lyric video “Nostrum Mare (Et deixo un pont de mar blava)”, which is sung in eight different languages. The video is in support of their fourth album “Aamamata” due out this Wednesday, January 23rd via Solitude Productions / Bad Moon Music.

Vocalist Josep Brunet explains the track:

“This is a song about what our Mediterranean Sea was and what is nowadays… I mean, during the past times it was a sea to share, to grow, of course, there was a lot of wars, but it was our true nation, of all of us, so in this song appears eight different languages of our big cultural area (Greek, Maltese, Spanish, Arabic, Catalan, Italian, French, and Hebrew), and we had our friends and fans of the band do the vocals on it.

The lyrics for it are from a poem by Catalan writer, Miquel Martí I Pol, translated into these eight languages. The melodic vocals done by Julia Colom too are really awesome; we had goosebumps on our skin when she was recording her vocal parts. Very epic, gothic and very deep.”

“Aamamata” follows their 2014 album “Compassion Forlorn”, 2009’s “Forthcoming Displeasures” and 2005 debut full length “Fragments, which have anchored HELEVORN’s place in the global doom scene.

The band adds:

“We think that fans will love the new album. We know that we are not discovering something new, we are creating 90’s goth-doom metal in present times. It should be received like a piece to reborn the scene and for the music to relate on the decadence of humankind through the drama of the refugees that are dying and trying to escape from the hell that the Western countries have put them in.”

With more and more fans craving the somber tones and dreary vocals, HELEVORN has brought their dramatic intensity to many European festivals including Dutch Doom Days, Gothoom Open Air, Wave Gotik Treffen, and Madrid is the Dark Fest. They are also bringing their gloom to Canadian cities this coming May for their first cross country tour with Solitude Productions label mates Mexico’s Majestic Downfall (dates listed below).

HELEVORN’s current lineup consists of Samuel Morales (Guitars), Josep Brunet (Vocals), Xavi Gil (Drums), Enrique Sierra (Keyboards), Sandro Vizcaino (Guitars) and Guillem Morey (Bass).

Vinyl and CD pre-order of “Aamamata” on HELEVORN’s online store here and Solitude Productions here.

Shadows of The North Canada Tour 2019 w/ Majestic Downfall, Helevorn
May 8 – Victoria, BC – Logan’s Pub
May 9 – Nanaimo, BC – TBD
May 10 – Vancouver, BC – Astoria Hastings
May 11 – Kelowna, BC – Munnin’s Post
May 12 – Lethbridge, AB – The Slice
May 13 – Regina, SK – The Exchange
May 14 – Winnipeg, MB – The Park Theatre
May 16 – Sudbury, ON – The Asylum
May 17 – Toronto, ON – Duffy’s Tavern
May 18 – Ottawa, ON – House of Targ
May 19 – Quebec City, QC – L’Anti Bar
May 20 – Trois-Rivieres, QC – Royal Tavern
May 21 – Montreal, QC – Piranha Bar

Track Listing:
1. A Sail To Sanity (5:25)
2. Goodbye, Hope (5:58)
3. Blackened Waves (5:26)
4. Aurora (7:24)
5. Forgotten Fields (5:44)
6. Nostrum Mare (Et deixo un pont de mar blava) (7:28)
7. Once Upon a War (5:55)
8. The Path to Puya (8:38)
9. La Sibil·la (5:05)
Album Length: (57:08)

Album & Live Line Up:
Xavi Gil (Drums)
Will Adrift (Bass)
Sandro Vizcaino (Guitars)
Samuel Morales (Guitars)
Josep Brunet (Vocals)
Enrique Sierra (Keys)

For more info:
http://www.helevorn.com
https://www.facebook.com/helevornband
https://twitter.com/helevornband
https://www.instagram.com/helevornband

Paola Tagliaferro – Fabulae

Un delicato e poetico affresco di prog cantautorale ed esoterico. Per palati fini.

Quando l’esoterismo si fa canzone. E voce. Immaginate una versione femminile di Greg Lake (King Crimson era), alle prese con un repertorio fortemente impregnato di (piuttosto che ispirato da) temi di carattere ermetico-esoterico.

Potrete così avere forse un’idea di questo bellissimo disco realizzato da Paola Tagliaferro, songwriter colta e raffinata, autrice di una proposta di cantautorato prog molto evocativo ed affascinante. Undici brani, una stupenda confezione a libro apribile, liriche suggestive, arrangiamenti sopraffini, ottimi musicisti coinvolti in questo progetto solista, suoni tersi. Fabulae è tutto questo: una superba messa in musica di tematiche che attingono al mito ed alla tradizione, alla alchimia ed al taoismo, al paganesimo e all’animismo rinascimentale, allo sciamanesimo ed alle più antiche leggende del folclore, non solo italico. Paola Tagliaferro è una poetessa del pentagramma e la sua un’opera di pregio. Forse non per tutti, ma – per lo meno in questi casi – proprio qui riposa un indubbio punto di forza (espressiva come poche volte davvero accade) di Fabulae. Bellissima poi la riproposizione di Moonchild, che Fripp, Sinfield, Mc Donald e Giles inserirono nello storico debut del Re Cremisi ispirandosi al romanzo omonimo di Aleister Crowley. Partecipa Bernardo Lanzetti e, in qualità di ingegnere del suono, Pier Gonella. Altre garanzie di assoluta qualità.

Tracklist
1 The Awakening of She-Wolf
2 The Bluebeard’s Room
3 White Goddess
4 Bird Maiden
5 The Swan Can’t Be a Duck
6 The Shaman’s Drum
7 The Soul’s Skin
8 The Day of the Moon
9 Algorithm
10 Mrs Yin and Mr Yang
11 The Alchemists
12 Moonchild
13 To Absent Friends

Line up
Paola Tagliaferro – Vocals
Pier Gonella – Guitars
Bernardo Lanzetti – Guest Male Vocals

PAOLA TAGLIAFERRO – Facebook