Kommandant – Blood Eel

I Kommandant sono uno dei gruppi migliori che si possano ascoltare, e chi ama certo black metal d’assalto contaminato qui troverà la propria epifania. Devastanti, con una produzione fantastica, suoni giganteschi e tanto dolore.

Tenebre, buio, nero, un soffocante orizzonte di oscurità e morte, gli unici suono sono quelli della violenza e del dolore.

Black metal malvagio che fa sanguinare le orecchie, risveglia la bestia primordiale che è in noi e ne volgiamo ancora, e ancora, mentre gli schizzi del sangue colorano il muro davanti a noi. I Kommandant vengono da Chicago, sono nati dal nulla nel 2005 e sono uno dei gruppi più peculiari e terribili del black death metal. Loro non fanno musica, ti aggrediscono alle spalle per massacrar te e la tua genia, con composizioni che vanno tutte ben oltre i cinque minuti e sono tutte piccoli capolavori. Questi americani giocano in una categoria diversa rispetto a tutti, una categoria che esisteva già prima, ma loro hanno alzato notevolmente il livello, e la l’attiva etichetta triestina ATMF non se li è lasciati scappare. Blood Eel è l’ultimo notevolissimo episodio di una discografia distruttiva e molto densa, piena di split e di collaborazioni. L’ultimo disco non è la colonna sonora dell’apocalisse, ma di qualcosa ancora peggiore, l’araldo di una morte quotidiana che arriva dallo spazio profondo, e viene chiamata vita. I Kommandant mettono in musica l’oppressione, la violenza e il peso di vivere tempi oltraggiosi, tempi che non sono salubri e qui in Blood Eel c’è tutto, suonato velocissimo, con grande tecnica, e con lo scopo di sopraffare l’ascoltatore che non viene mai percepito come tale, ma è un obiettivo da colpire come tutti gli altri. Qui dentro ci sono tantissime cose, la furia, l’attesa, il black, il death, la dark ambient e anche momenti neo folk. I Kommandant sono uno dei gruppi migliori che si possano ascoltare, e chi ama certo black metal d’assalto contaminato qui troverà la propria epifania. Devastanti, con una produzione fantastica, suoni giganteschi e tanto dolore.

Tracklist
1.Absolutum
2.Blood Eel
3.The Struggle
4.Ice Giant
5.Cimmerian Thrust
6.Aeon Generator
7.Moon…The Last Man

KOMMANDANT – Facebook

Ossuarium – Living Tomb

Per gli Ossuarium, Living Tomb rappresenta un primo passo su lunga distanza di grande efficacia e che evidenzia come un’espressione stilistica apparentemente dai pochi margini di manovra possa essere, sempre e comunque, resa in maniera convincete e soprattutto coinvolgente.

Arriva da Portland, Oregon, questa nuova realtà dedita ai un death metal dai consistenti rimandi doom.

Se tutto questo può risultare poco stuzzicante in virtù di una quasi certa adesione a consolidati schemi stilistici, va detto a beneficio di chi ci si voglia accostare che raramente al primo tentativo si riscontrano opere così ben focalizzate e di simile spessore. La band statunitense infatti maneggia questa insidiosa materia con grande perizia: il sound non assume mai ritmiche troppo veloci attestandosi su tempi cadenzati sui quali vengono spesso inseriti passaggi più rarefatti o efficaci parti di chitarra solista.
In Living Tomb l’immaginario putrido e catacombale non è fine a se stesso perché l’approccio degli Ossuarium è del tutto adeguato alla bisogna, con il valore aggiunto di una bontà esecutiva che non lascia dubbi, così come la produzione.
I nostri sanno coinvolgere pur con il loro sound per nulla ammiccante, grazie a spunti melodici che vengono inseriti nel contesto con grande fluidità e che. ovviamente. corrispondono per lo più ai momenti in cui l’anima doom viene messa in primo piano (emblematica l’ottima Corrosive Hallucinations), un aspetto questo che si manifesta maggiormente nella seconda metà del lavoro.
Per gli Ossuarium, Living Tomb rappresenta un primo passo su lunga distanza di grande efficacia e che evidenzia come un’espressione stilistica apparentemente dai pochi margini di manovra possa essere, sempre e comunque, resa in maniera convincete e soprattutto coinvolgente.

Tracklist:
1. Intro
2. Blaze Of Bodies
3. Vomiting Black Death
4. Corrosive Hallucinations
5. Writhing In Emptiness
6. End Of Life Dreams And Visions Pt. 1
7. Malicious Equivalence
8. End Of Life Dreams And Visions Pt. 2

Line-up:
Ryan Koger – Drums
Daniel Kelley – Vocals, Guitar
Jeff Roman – Bass
Nate McCleary – Guitars (lead)

https://www.facebook.com/ossuariumdeath

Carved – Thanatos

Superato il già bellissimo precedente lavoro, i Carved confermano le enormi potenzialità dimostrate con un album emozionante, estremo ed elegante, imperdibile per chi ama queste sonorità.

La scena italiana in ambito metallico sta attraversando un ottimo momento e le prime uscite del nuovo anno ribadiscono il valore del metal made In Italy in tutte le sue sfumature.

Una scena che da un po’ di anni vede gli artisti collaborare tra loro in maniera più continua contribuendo ad opere già di per sé notevoli come Thanatos, ultimo lavoro dei Carved, combo ligure di cui vi avevamo parlato all’indomani dell’uscita del precedente bellissimo lavoro intitolato Kyrie Eleison, licenziato un paio di anni fa.
E’ sempre la Revalve a prendersi cura del gruppo e del suo nuovo album, che in parte si discosta dal melodic death metal più diretto e sinfonico che ne aveva caratterizzato il sound, per abbracciare ancor più quelle atmosfere progressive che ne determinano una maggiore eleganza, sommate a momenti folk metal molto suggestivi ed epici.
Una buona fetta del meglio delle voci che il metal underground tricolore possa vantare in termini di cantanti li ritroviamo in veste di ospiti nelle varie tracce che formano la tracklist di Thanatos, oltre a Simone Mularoni che ha registrato, mixato e masterizzato l’album ai Domination Studio e ha prestato la sua chitarra sul brano Skal, Federico Mecozzi alla viola e violino e Marco Mantovani al pianoforte.
Claudio Coassin, Michele Guaitoli, Roberto Tiranti, Marco Pastorino, Gabriele Gozzi, Sara Squadrani e Anna Giusto, sono gli splendidi interpreti che valorizzano il gran lavoro del gruppo, impreziosendo e rendendo varia tutta la musica che i Carved hanno creato per il nuovo album che vive, come scritto, di melodic death metal, come di prog e folk in un sali e scendi emotivo e di tensione perfettamente bilanciato da un songwriting di altissima qualità.
Quindi, oltre a brani più in linea con quanto fatto in passato (Sons Of Eagle, Spider), i Carved ci regalano brani come Elsie (An Afterlife Suite), Hagakure, La Ballata Degli Impiccati e Octopus dove oltre ai soliti Dark Tranquillity, spuntano splendidi echi di Amorphis e Borknagar a rendere Thanatos un clamoroso ritorno.
Superato il già bellissimo precedente lavoro, i Carved confermano le enormi potenzialità dimostrate con un album emozionante, estremo ed elegante, imperdibile per chi ama queste sonorità.

Tracklist
01. Sons of Eagle
02. Octopus
03. Skal
04. Path
05. Rain Servant
06. Hagakure
07. La ballata degli impiccati
08. NeveroddoreveN
09. The Time Traveller
10. Spider
11. The Gulf
12. Come with Me
13. Elsie (An Afterlife Suite)

Line-up
Lorenzo Nicoli – Bass, Vocals (backing)
Giulio Assente – Drums
Damiano Terzoni – Guitars
Alex Ross – Guitars
Cristian Guzzon – Vocals

CARVED – Facebook

TESTOSTERUINS

Il video di Fuck Sharafuck!, dall’ep Suffering Masculinity, in uscita a marzo.

Il video di Fuck Sharafuck!, dall’ep Suffering Masculinity, in uscita a marzo.

https://youtu.be/Z1C2DqOkqk0

African Death Metal duo from both edges of the continent: Jo Marie Smit on vocals (South Africa) Heny Maatar on instruments (Tunisia).
Based in Lund, Sweden and active since January 2018, Testosteruins plays a blend of massive grooves and solemn melodies while writing iconoclastic lyrics and stand against the persistent plague of patriarchy.
Jo Marie grew up as a metal raging soul and turned to be an extreme metal vocal authority within the South African and African scene of the genre.
In 2015, she joined Cape Town’s full-female thrash metal band Junkyard Lipstick and as an avid deathster she introduced growling to the band. She also fronted the tribute band Bloodbarf, homophonically named after Swedish death metal monsters Bloodbath.
In 2018 she joins forces with Tunisian producer and multi-instrumentalist Heny Maatar, mostly known for his electrock/experimental project Fusam with which he toured in countries like Lebanon, Germany and Sweden.
Heny started as a drummer at an early age and thrived on extreme metal genres before forming ShallIShine [progressive metal] in 2008 with teenhood friends then Testosteruins in January 2018.
Today, he works with film scoring, sound design and music production.

testosteruins.bandcamp.com

Manente / Alonzo / Du Bose – M.A.D.

Un buon debutto, che troverà estimatori negli amanti degli storici gruppi citati ed ovviamente nei sostenitori del metal classico a stelle e strisce.

Matheus Manente è un compositore, musicista e produttore brasiliano che, insieme a Jon Du Bose (Fervent Send, Domestic Violence) e Jesus Alonzo (Salem Rust, Espejismo), ha dato vita a questo power trio al debutto con M.A.D., licenziato in regime di autoproduzione.

L’album è composto da nove brani scritti da Du Bose, di matrice statunitense e ispirate tanto dall’U.S. metal, quanto dal metal progressivo.
La sua durata che non supera i quaranta minuti è perfetta, i brani risultano così diretti e prepotenti, classicamente oscuri come da tradizione americana ed ispirati da tematiche horror, anche se non mancano critiche verso la società odierna.
Diviso tra Brasile e States, M.A.D. evidenzia un buon songwriting così come una vena progressiva che si potenzia di sonorità power e progressive: suonato e prodotto professionalmente, l’album vive di picchi atmosferici e strumentali che lo rendono un ascolto consigliato ai fans dei primi Queensryche, Fates Warning e Metal Church.
Evocativo, metallico, oscuro e a tratti raffinato, l’album non ha cali di tensione e regala almeno un trio di tracce davvero ispirate come Shades Of I, To Travel Beyond e Surveillance State.
Un buon debutto, che troverà estimatori negli amanti degli storici gruppi citati ed ovviamente nei sostenitori del metal classico a stelle e strisce.

Tracklist
1.Twelve Gates
2.Reinventing Life
3.Shades Of I
4.Portals
5.Thief Profane
6.To Travel Beyond
7.Yemanja
8.Surveillance State
9.Die As You Will

Line-up
Matheus Manente – Drums, lead guitars, percussion, sound effects, keyboards, Portuguese vocals on “Thief Profane”
Jesus Alonzo – Lead vocals, lyrics, acoustic guitars, lead guitars, rhythm guitar on “Portals” and “Yemanja”
Jon Du Bose – Rhythm guitar, bass guitar and first lead guitar on “Die As You Will”