New Disorder – Mind Pollution

Potente e melodico, questa è la caratteristica principale del nuovo lavoro, che conferma dunque la buona qualità della proposta di un gruppo dalle molte anime unite in un sound moderno e vincente, grazie ad un talento melodico che emerge tra aggressività metal, graffiante alternative rock e pulsioni elettro/industriali, presenti ma mai invadenti.

L’inizio di ogni anno porta sempre molte novità in campo musicale con i nuovi lavori di band storiche e le nuove leve delle quali fanno sicuramente parte i romani New Disorder.

All’indomani dell’uscita del riuscito secondo lavoro che vedeva la band riprendere in mano brani del disco precedente (Straight To Pain, ormai introvabile) con l’aggiunta di due tracce inedite, i New Disorder hanno firmato per la label spagnola Art Gates Records e licenziano Mind Pollution, nuovo album composto da dieci tracce di potente e melodico modern metal.
E’ appunto questa la caratteristica principale del nuovo lavoro, che conferma dunque la buona qualità della proposta di un gruppo dalle molte anime unite in un sound moderno e vincente, grazie ad un talento melodico che emerge tra aggressività metal, graffiante alternative rock e pulsioni elettro/industriali, presenti ma mai invadenti.
Aiutati non poco dal notevole talento del cantante Francesco Lattes, i brani di Mind Pollution alternano quindi un approccio melodico ancora più convincente ad un impatto metallico moderno ed alternative.
Funziona questo lavoro, sorretto da una tecnica che permette ai New Disorder di creare un qualcosa che va al di là di un semplice muro sonoro, sfoggiando raffinate sfumature heavy ricamate in una una serie di brani che trovano nell’opener Riot, nella title track, nel groove di Going Down e nelle melodie di Get Out gli episodi migliori.
Ottimo lavoro e band da seguire con attenzione se si è amanti dell’alternative e del modern metal di un certo spessore.

Tracklist
1.Riot
2.News From Hell
3.Mind Pollution
4.W.T.F.(Spreading Hate)
5.Going Down
6.Room With A View
7.Scars
8.Get out
9.The Beast
10.No Place For Me

Line-up
Francesco Lattes – Vocals
Ivano Adamo – Bass
Lorenzo Farotti – Guitar
Giovanni Graziano – Guitar
Luca Mancini – Drums

NEW DISORDER – Facebook

Hænesy / Moondweller – Earth and Space

Trattandosi dell’operato di due realtà ancora sconosciute ai più, Earth and Space si rivela sicuramente una graditissima sorpresa per chi non disdegna il black metal nella sua veste più sognante ed atmosferica.

Earth and Space è ancora un altro notevole split album questa volta ad opera della label Black Mourning Productions che riunisce due realtà di genesi recente come gli ungheresi Hænesy ed i russi Moondweller .

Due brani a testa per un totale di quasi mezzora di bellissimo black metal atmosferico è quanto bisogna attendersi da questo lavoro, che ha il solo difetto nel suo formato ridotto, vista il potenziale evocativo esibito da entrambi i gruppi coinvolti.
Gli Hænesy offrono un post black quanto mai arioso e melodico e vanno a puntellare le buone impressioni destate con il full length Katruzsa del 2018; il sound fluisce coinvolgente e convincente, sia in Eternal Rest sia An Onthology of Void, in un ambito in cui il solo gracchiante screaming riconduce il tutto ad una matrice estrema, a fronte di spunti melodici di prim’ordine che rendono questo gruppo magiaro una magnifica realtà .
Sono senz’altro maggiori gli aspetti più tradizionalmente black nel sound dei Moondweller, anche se l’elemento atmosferico recita una parte importante anche in Worlds Entwined e Unknown Signals: qui però il tutto viene spinto su un versante più cosmico in particolare nell’incalzante e splendido finale del secondo dei due brani.
Trattandosi dell’operato di due realtà ancora sconosciute ai più, Earth and Space si rivela sicuramente una graditissima sorpresa per chi non disdegna il black metal nella sua veste più sognante ed atmosferica.

Tracklist:
1. Hænesy – Eternal Rest
2. Hænesy – An Onthology of Void
3. Moondweller – Worlds Entwined
4. Moondweller – Unknown Signals

HAENESY – Facebook

MOONDWELLER – Facebook

Childrain – The Silver Ghost

Il gruppo è in definitiva molto interessante e ha ancora ampi margini di miglioramento: questo quarto disco potrebbe essere quello che li impone all’attenzione mondiale, anche se l’attenzione del pubblico dura poco e bisogna agire in fretta.

Portando avanti la fertile tradizione basca, i Childrain sono un gruppo di metal potente e moderno, guidato dai due fratelli Ini e Iker.

Nato nel 2008 a Gasteiz, fin dagli inizi questo gruppo ha saputo coniugare potenza e melodia, usando i canoni del metal moderno, portando una propria sceneggiatura originale. Fra le loro peculiarità c’è quella di riuscire a fare ritornelli che sono degli autentici inni da concerto. I riff di chitarra hanno assorbito molto da molti generi differenti come il metalcore, il groove metal e anche cose più southern, non sbilanciandosi mai, ricercando sempre una sintesi originale. I Childrain sono un gruppo da ascrivere a quella corrente di giovani metallari che partendo dal passato prossimo riescono a portare il suono pesante in uno dei futuri possibili. Tutto ciò grazie ad una struttura sonora ben composta che porta l’ascoltatore a provare diverse emozioni. I Childrain hanno ben presente dove vogliono andare e tutto rientra in un disegno ben preciso. The Silver Ghost è il loro quarto album, il primo con dichiarate aspirazioni internazionali, e ascoltandolo si comprende subito il grande potenziale di questo gruppo basco e la sua capacità di inserirsi nell’agone mondiale. Infatti nel mese di aprile faranno delle date a supporto dei Six Feet Under in Europa, come riconoscimento del loro lavoro e come trampolino per nuove avventure. Il disco è piacevole e ben bilanciato e mostra uno degli sviluppi possibili del metal moderno, incentrato sulla potenza e su richiami al passato. Il gruppo è in definitiva molto interessante e ha ancora ampi margini di miglioramento: questo quarto disco potrebbe essere quello che li impone all’attenzione mondiale, anche se l’attenzione del pubblico dura poco e bisogna agire in fretta.

Tracklist
1. Wake The Ghost
2. Saviors of the Earth
3. The Valley of Hope
4. Saturnia
5. The Silver Walker
6. Interstellar
7. Eon
8. Ten Thousand Moons
9. Omega

CHILDRAIN – Facebook

Onydia – Reflections

Reflections offre fughe strumentali, atmosfere eleganti, una forma canzone ben presente ed in generale una forte personalità, pur rimanendo all’interno del progressive metal tradizionale.

Il metallo progressivo ha avuto in questi ultimi anni non pochi scossoni portati da gruppi che lo hanno elaborato e fuso con musica sempre più estrema, sia a livello tecnico che compositivo, molte volte riuscendo a sorprendere, altre perdendo non poco a livello emozionale per mettere in evidenza qualità tecniche elevatissime ma fini a se stesse, se non supportate dalla forma canzone e da un buon talento per le melodie.

Queste ultime caratteristiche le troviamo in Reflections, album di debutto degli Onydia, band proveniente dalla capitale formata dalla cantante Eleonora Buono, dal chitarrista Daniele Amador e dal batterista Luca Zamberti.
Attenzione, però, perché il trio romano di tecnica ne ha da vendere supportando il songwriting con passaggi strumentali che richiamano i maestri Dream Theater, con la voce della singer a donare raffinata eleganza a otto tracce tra metal, progressive e sfumature melodiche straordinarie.
E’ un album imperdibile e un’autentica sorpresa questo Reflections, registrato, mixato e masterizzato ai Kick Recording Studio da Marco Mastrobuono e licenziato dalla sempre ottima Revalve Records, label che si muove con molta professionalità nell’underground rock/metal tricolore, non sbagliando un colpo.
Reflections fin dall’opener The Unknown offre fughe strumentali, atmosfere eleganti, una forma canzone ben presente ed in generale una forte personalità, pur rimanendo all’interno del progressive metal tradizionale, passando per la spettacolare Breath, la raffinata My Paradise e le conclusive A New Safe Path e Dyaphany; un debutto ottimo per gli amanti del metallo progressivo grazie ad una band da tenere d’occhio in un genere in cui probabilmente si è detto tutto e la differenza la fa il talento.

Tracklist
1.The Unknown
2. Breath
3. Silence
4. The Memory of My Time
5. My Paradise
6. The Colour of Nothingness
7. A New Safe Path
8. Dyaphany

Line-up
Luca Zamberti- Drums
Daniele Amador – Guitar
Eleonora Buono – Vocals

ONYDIA – Facebook

Eresia – Airesis

Il ritorno, graditissimo ed a lungo atteso, di una band realmente storica del death made in Italy.

In greco Airesis significa scelta.

In età moderna, coloro che compivano scelte altre rispetto ai canoni socio-culturali (e soprattutto teologici) dominanti, erano giudicati – e, spessissimo, condannati – in quanto eretici. Ecco quindi spiegato il nome di questa band ed il titolo del loro fantastico disco, che esce per la sempre attentissima Andromeda Relix, di Gianni Della Cioppa. Il trio italiano si costituì, nel lontano 1995, come Suicide, sotto le insegne di un punk duro e radicale. Quando poi mutarono il loro nome in Eresia, passarono ad un death metal totalmente privo di compromessi, implacabile e feroce, comunque non scevro delle istanze crust dei primi giorni. Un’attitudine che, complice anche il cantato in lingua madre (lungo l’intera carriera), avvicina i tre agli altrettanto storici Distruzione, a fianco dei quali gli Eresia hanno suonato dal vivo. Altri concerti li hanno visti condividere il palco con mostri sacri quali Tankard, Marduk e Dew-Scented. Gli Eresia, dopo la prima demo tape (del 1998) hanno inciso l’album (rimasto inedito sino ad oggi) Parole al buio e Moto imperpetuo (2001), divenuto col passare del tempo un autentico pezzo da collezione, con entusiastici pareri di critica ed anche lusinghieri riscontri di vendita. Malgrado i cambi di line-up, il gruppo è giunto con orgoglio sino ai giorni nostri. Questo Airesis si compone di quattro pezzi estratti da Parole al buio, con nuovi arrangiamenti e totalmente riregistrati, due brani inediti live e tutto il secondo album da moltissimo tempo andato esaurito. Abbiamo dunque tra le mani un prodotto assolutamente da avere. Anzi, dirò di più: è inutile andare a cercare dischi odierni magari ben fatti da band interessanti, se prima non ci si procura lavori come questo, basilare concentrato di death tradizionale, con innesti brutal e thrash, lontanissimo da atmosfere oggi sin troppo di moda. Perché l’estremo non è nato per fare atmosfera, ricordiamolo una buona volta. Perché qui si parla di Storia, con la S maiuscola. E di Maestri. Della notte e della morte, of course. Questo è il death metal, signori.

Tracklist:
01. Dahmer
02. Fai o Muori
03. Parole al Buio
04. Habitat Brutale
05. Fragile [Live]
06. Silente Anelito d’Odio [Live]
07. Eresia (from “Moto Imperpetuo”, 2001)
08. Es (from “Moto Imperpetuo”, 2001)
09. Ultima Notte (from “Moto Imperpetuo”, 2001)
10. Nato per Uccidere (from “Moto Imperpetuo”, 2001)
11. Moto Imperpetuo (from “Moto Imperpetuo”, 2001)
12. Acrono (from “Moto Imperpetuo”, 2001)
13. Sei Solo (from “Moto Imperpetuo”, 2001)
14. Altrove (from “Moto Imperpetuo”, 2001)
15. Metamorfosi (from “Moto Imperpetuo”, 2001)

Line-up
Massimo Bravi – Bass / Vocals
Claudio Bonfante – Drums
Andrea Reni – Guitars

ERESIA – Facebook

FOLKSTONE

Il lyric video di “Diario Di Un Ultimo”, dall’album omonimo (Folkstone Records).

Il lyric video di “Diario Di Un Ultimo”, dall’album omonimo (Folkstone Records).

I FOLKSTONE hanno appena condiviso il lyric video di “Diario Di Un Ultimo” brano che da il nome al nuovo studio album in uscita a Marzo su Folkstone Records/Audioglobe!

In occasione dell’uscita dell’album la band sarà al Mariposa Duomo di Milano

VENERDI’ 8 MARZO DALLE ORE 16.00

per autografare le copie e incontrare i fans!