Athlantis – The Way To Rock’n’Roll

The Way To Rock’n’Roll è un altro album da custodire gelosamente nella propria discografia, e l’invito agli amanti dei suoni classici è quello di non perdere questo splendido album firmato da uno dei personaggi più importanti della scena hard & heavy nazionale: la strada per il rock’n’roll passa tra i vicoli di una Genova metallica sempre più in evidenza.

Neanche il tempo di somatizzare lo splendido ritorno dei Ruxt che la label Diamonds Prod ci presenta il nuovo album degli Athlantis, progetto del bassista Steve Vawamas, musicista attivissimo nella scena hard rock e metal ligure.

Il bassista di Ruxt, Mastercastle, Bellathrix e Odyssea torna dunque con la sua creatura ed un nuovo album, The Way To Rock’n’Roll, a distanza di un paio d’anni dal precedente Chapter IV e dalla ri-registrazione del secondo lavoro, quel Metalmorphosis ripreso in mano dopo ben dieci anni.
La strada per il rock’n’roll passa dagli Steve Vawamas Studios e MusicArt di Pier Gonella, strepitoso chitarrista di Necrodeath, Vanexa e Odyssea che con Davide Dell’Orto alla voce (Drakkar, Verde Lauro), Alessandro “Bix” Bissa alla batteria (A Perfect Day, ex-Vision Divine) e Stefano Molinari alle tastiere completa la line up all’opera su questo nuovo lavoro firmato Athlantis.
Hard rock e power metal si alleano fin dall’opener Letter To Son, in questo ennesimo bellissimo album, dove tutto è perfettamente bilanciato verso l’alto, dalla qualità dei brani, alcuni veramente fenomenali come la già citata Letter To Son, l’hard ad heavy di Heaven Can Wait (con un solo centrale di Gonella da applausi), l’hard rock melodico della successiva Forgive Me, l’atmosfera epica di Lady Starlight e l’irresistibile title track posta in chiusura (un brano che unisce il sound purpleiano con il power metal), fino alle prove dei musicisti con una menzione particolare per Davide Dell’Orto, mattatore incontrastato di questo monumento all’hard & heavy.
The Way To Rock’n’Roll è un altro album da custodire gelosamente nella propria discografia, e l’invito agli amanti dei suoni classici è quello di non perdere questo splendido album firmato da uno dei personaggi più importanti della scena hard & heavy nazionale: la strada per il rock’n’roll passa tra i vicoli di una Genova metallica sempre più in evidenza.

Tracklist
01. Letter To A Son
02. Prayer To The Lord
03. Heaven Can wait
04. Forgive Me
05. No Pain No More
06. Black Rose
07. Lady Starlight
08. If I
09. Reborn
10. The Way To Rock’n’Roll

Line-up
Steve Vawamas – Bass
Pier Gonella – Guitars
Davide Dell’orto – Vocals
Alessandro “Bix” Bissa – Drums
Stefano Molinari – Keyborads

ATHLANTIS – Facebook

Lecks Inc. – E.G.O. (Everybody Gets One)

E.G.O. possiede molti punti forti e quasi nessun difetto, riesce a divertire e a far pensare, il tutto condito da un talento e da una varietà compositiva molto importanti.

I Lecks Inc. sono una macchina per il metal totale: provenienti dal sud della Francia, sono attivi dal 2009 e si autodefiniscono un gruppo di metal industriale sperimentale, ma c’è di più.

Infatti, l’ascolto dell’ultima produzione intitolata E.G.O. fa spaziare in tantissimi sottogeneri del metal, dall’industrial al black più melodico, passando per il death e per il sympho metal e ovviamente l’industrial. Non ci si fossilizza in una zona di comfort, ma si sperimenta e si scommette, seguendo i dettami della scuola francese del metal, che fa dell’imprevedibilità e della ricerca le sue ragioni d’essere. Per dire quanto siano vari, nel brano The Blood Of The Innocents ci sono addirittura momenti di folk metal, e di ottima qualità per giunta. Non è facile mettere tutto assieme in maniera organica senza farsi sorprendere dalla confusione, ma i francesi ci riescono molto bene ed il risultato è un album devastante e molto potente, con validissime melodie al suo interno. Dentro al disco ci sono moltissimi momenti notevoli, e fin dalla prima canzone i Lecks Inc. riescono ad instaurare un buon feeling con l’ascoltatore. Per chi ama il metal, quello con un’inclinazione più moderna, E.G.O. è un disco che contiene molte gioie, dato che qui si fanno fare passi da gigante al metal, portandolo in territori pressoché inesplorati. In tutto ciò non si perde mai di vista l’aggressività ed il ritmo e, soprattutto, quella maniera francese di fare metal che riesce a dare molto spesso ottimi frutti. Ovviamente in una nazione non può esistere una maniera univoca di concepire una musica come il metal, ma molte band francesi condividono un senso di sperimentazione e di vocazione alla contaminazione davvero unica. Con questo disco i Lecks Inc. si pongono all’attenzione di tutti coloro che amano il metal che dà la scossa e che canta questi tempi difficili e cupi alla perfezione. E.G.O. possiede molti punti forti e quasi nessun difetto, riesce a divertire e a far pensare, il tutto condito da un talento e da una varietà compositiva molto importanti.

Tracklist
01. Of Men & Worms
02. As Weird As Me
03. Not A Sextoy
04. K.K.K. In Your Head – Feat Rachel Aspe [Eths]
05. Everybody Gets One
06. Dance With Death
07. The Blood Of The Innocents
08. My Best Donkey

Line-up
Alexandre “Lecks” Delagrande – Vocals
Bernie Plumat – Guitars
Sebastien Rossi – Guitars
Fanny Themlin – Drums

LECKS INC. – Facebook/

Hiranya – Breathe Out

La band ha buone potenzialità e il sound in generale è migliorabile: la strada potrebbe essere quella giusta, rivedendo in particolare le parti in cui la band si allontana dal melodic death metal.

La proposta di questo quintetto proveniente dalla Spagna, chiamato Hiranya, si discosta dallo storico sound scandinavo per qualche sfumatura moderna che accompagna il melodic death metal di stampo Arch Enemy, mixandolo con sfumature e soluzioni melodiche care ai nostrani Lacuna Coil, con la cantante Sara che, oltre allo scream, inserisce soluzioni pulite (invero migliorabili) per personalizzare questo secondo album intitolato Breathe Out, che segue di tre anni il debutto Breathe In.

Il nuovo lavoro è stato registrato e mixato da Carlos Santos nei Sadman Studios (Amleto, Vita Imana, Toundra, Somas Cure) e masterizzato da Jens Bogren nei Fascination Street Studios in Svezia (Arch Enemy, Opeth, Soilwork, Kreator, Devin Townsend , Dark Tranquility), e si presenta quindi con tutte le carte in regola per non deludere gli appassionati del death metal melodico, che troveranno nei brani più spinti buoni motivi per dare una chance al gruppo di Madrid.
Breathe Out perde qualcosina quando la furia metallica si attenua per lasciare spazio ad atmosfere dark/rock, che spezzano la tensione creata dal sound modern/melodic death del combo senza però lasciare traccia.
Brani come Far Away, Conformism o Insanity trascinano l’album con le loro sfuriate melodic death, l’anima moderna è sempre presente, sottolineata da spunti elettronici o ritmiche che qua e là sanno di metalcore, rivelandosi la parte più convincente del sound creato dagli Hiranya.
La band ha buone potenzialità e il sound in generale è migliorabile: la strada potrebbe essere quella giusta, rivedendo in particolare le parti in cui la band si allontana dal melodic death metal.

Tracklist
1.Iemon
2.Far Away
3.Conformism
4.Transparency
5.Shot
6.Harpy
7.Insanity
8.Ángel
9.Anger
10.Oiwa
Line-up
Sara – Vocals
Johnny W. – Guitar
Dani – Guitar
Jio – Bass Guitar
Carlos Vivas – Drums

HIRANYA – Facebook

Ben Blutzukker feat. Liv Kristine

Il video del singolo Queen of the Nite.

Only when thou die I can survive…So, what do you suppose happens when you put Duesseldorf, Germany’s solo Artist, BENBLUTZUKKER and the Norwegian songstress, LIV KRISTINE whom once fronted such inspirational bands as, LEAVES’ EYES, and Goth Legends, THEATRE OF TRAGEDY, into a pan together, mixed, then placed into a kiln for a while?
Well, once that oven splits asunder, out emerges a Hymn that caters to the beings of the night.
A tribute to the fascination that hides in the absence of light.
The bass lines pulsate like hot bloodin the veins while the riffs cut like fangs into your neck.
In addition, the voices of this dynamic duo ensnare and tentatively evoke memories of “Velvet Darkness They Fear”- the Album that has helped not only LIV KRISTINE, but an entire genre to break through.
And who knows? BEN BLUTZUKKER knows! Knows that this time a music video complete with Lego figurines must not be absent! The lyric video features Lego likenesses of Liv and Ben, plus a myriad of scary scenes as the pair trek through a haunted house, and itsadjoining cemetary…

Bandshop: BenBlutzukker.bandcamp.com
Download & Stream: smarturl.it/QueenOfTheNite

Onirophagus – Endarkenment (Illumination Through Putrefaction)

Endarkenment possiede le caratteristiche per trascinare chiunque nel gorgo di oscurità che gli Onirophagus riescono a creare, magari senza strabiliare e men che meno mostrando bagliori di novità, ma offrendo con competenza e convinzione quelle sonorità che affondano le loro nodose radici negli anni novanta, con un occhio di riguardo ai primi vagiti della sacra triade albionica.

Endarkenment (Illumination Through Putrefaction) è il secondo full length di questa band catalana dedita ad un death doom piuttosto tradizionale ed equilibrato tra le sue componenti.

Offrire quattro brani per quasi un’ora di musica, come sempre, crea una certa selezione naturale tra i potenziali ascoltatori ma non è certo cosa che possa spaventare o scoraggiare chi ama il genere.
Endarkenment possiede, infatti, tutte le caratteristiche per trascinare chiunque nel gorgo di oscurità che la band di Barcellona riesce a creare, magari senza strabiliare e men che meno mostrando bagliori di novità, ma offrendo con competenza e convinzione quelle sonorità che affondano le loro nodose radici negli anni novanta, con un occhio di riguardo ai primi vagiti della sacra triade albionica.
Con ben tre chitarristi in formazione il riffing degli Onirophagus si rivela molto incisivo ed efficace e, in quei rari momenti in cui viene dato sfogo a passaggi solisti, le melodie che ne scaturiscono sono piuttosto dolenti ed avvolgenti: questo rende tutto l’insieme molto meno ostico da recepire rispetto a quanto prefigurato viste le premesse e le caratteristiche del sound offerto.
Dysthanasia, Book of the Half Men e la lunghissima title track sono tracce più rallentate e pachidermiche, mentre prossima a certo death dai tratto morbosi è Dark River, probabilmente l’episodio di punta in virtù appunto di una maggiore sintesi e varietà ritmica.
Il growl di Paingrinder è quanto serve per dare voce al meglio ad una proposta del genere, che segna il ritorno della band a ben sei anni dal precedente full length con una formazione per metà nuova, il che rende Endarkenment una sorta di ideale ripartenza eseguita con il piede giusto.

Tracklist:
1. Dysthanasia
2. Book of the Half Men
3. Dark River
4. Endarkenment

Line-up:
Paingrinder – vocals
Moregod – guitars
Uretra – drums
Desecrator – guitar
Grindmad – bass
Shogoth – guitar

ONIROPHAGUS – Facebook