FREDDY DELIRIO AND THE PHANTOMS

Il lyric video di “Frozen Planets”, dall’album “The Cross” (Black Widow).

Il lyric video di “Frozen Planets”, dall’album “The Cross” (Black Widow).

FREDDY DELIRIO, il mitico tastierista dei DEATH SS, assieme a Black Widow Records, hanno presentato il nuovo progetto chiamato FREDDY DELIRIO AND THE PHANTOMS. L’esordio “The Cross” è uscito il 12 aprile 2019 su vinile e CD.

Il gruppo possiede un sound esplosivo e una presenza scenica dai contenuti tra il fantasy e l’horror dove il brillante ed incontenibile talento di Freddy, in veste di cantante e polistrumentista, viene fuori in tutta la sua forza creativa e tecnica.

L’album contiene una serie di brani di livello altissimo con melodie indimenticabili che si stampano subito nel cervello, ma non mancano momenti più ricercati ed assolutamente da ascoltare con attenzione, come se si fosse davanti ad una pellicola dalle immagini gotiche con atmosfere da brivido.

Concettualmente i testi descrivono fantasmi in una dimensione ancestrale senza tempo, anime che non muoiono mai e che attraversano il cammino in questa dimensione, dove ognuno porta la propria croce karmica, vivendo l’esperienza di questo pianeta. Questo è il senso filosofico della band, partendo da Freddy che, noto per impersonare il fantasma dell’opera dei DEATH SS, lo troviamo in questo caso in una veste molto più surreale.

Nelle liriche si parla di esperienze varie di vita vissuta in comunicazione con una dimensione non sempre tattile e umana, partendo dall’amore ancestrale per arrivare ai gironi infernali contrapposti al mondo dell’Iperuranio. Tra i temi trattati si parla anche dei resti di precedenti civiltà laddove si devono recuperare i nobili principi, con atmosfere surreali e sovente sinistre che sfociano in sospensioni musicali di un’altra dimensione.

Musica rock, prog, ma anche cosmica, dove le esperienze in questa vita/pianeta/dimensione vengono viste come un passaggio, in quanto tali anime sono immortali.

I fan di OPETH, DREAM THEATER, PINK FLOYD, GHOST ed ovviamente DEATH SS ne andranno pazzi.

Il disco ha anche una LIMITED EDITION in vinile colorato con poster ed adesivo.

Tracklist:

THE CROSS CD
1. Frozen Planets
2. Guardian Angel
3. Inside The Castle
4. The Circles
5. In The Fog
6. The New Order
7. Afterlife
8. In The Forest
9. Liquid Neon
10. Cold Areas
11. The Ancient Monastery

THE CROSS LP
SIDE 1
1. Frozen Planets
2. Guardian Angel
3. Inside The Castle
4. The Circles
5. In The Fog
6. Afterlife
SIDE 2
7. The New Order
8. In The Forest
9. Liquid Neon
10. Cold Areas
11. The Ancient Monastery

FREDDY DELIRIO AND THE PHANTOMS live:

18 Maggio 2019 Torino @ Sbam Fest
25 Maggio 2019 Cassano d’Adda (MI) @ The One Club

Info:
https://www.facebook.com/freddydelirio/

Twelve Back Stones – Becoming

Un ottimo lavoro questo Becoming, duro e melodico, graffiante ed accattivante, a tratti sognante, ma sempre con quell’attitudine on the road che è l’anima di questo immortale genere.

E’ primavera, il momento per alzare la saracinesca del vostro garage, togliere il telo impolverato dal bolide a quattro o due ruote, trattenere il respiro, girare la chiave e stare ad ascoltare il motore che si risveglia dal letargo mentre le prime note di Liar fanno già da colonna sonora a questo inevitabile rito che consumate da anni.

Becoming, secondo full length dei rockers nostrani Twelve, ora Twelve Back Stones vi accompagnerà in quei momenti in cui, lasciato tutto alle spalle, ci si dedica a sé stessi, attimi che durano giornate lungo strade impolverate, mentre On The Road entra di prepotenza in voi, ruvida, graffiante dal refrain irresistibile in puro rock’n’roll style anni ottanta.
Il successore di Lost In Paradise, uscito nel 2015, torna dunque a far parlare del gruppo di Pesaro, che ha cambiato nome ma non attitudine regalando un altro ottimo lavoro incentrato su quel sound che, nel decennio d’oro, con queste sonorità fece la storia del rock.
Capitanati dal singer e compositore Giacomo Magi (Jack Stone), la band continua il suo viaggio nel rock duro, classico ed irresistibile per chi ha amato la scena statunitense di qualche decennio fa, anche se il quintetto non risulta affatto nostalgico, con ispirazioni che attraversano gli anni fino ad entrare nel nuovo millennio, rendendo la musica dei Twelve Back Stones assolutamente attuale.
Non un revival su quanto fosse bella la scena anni ottanta come spesso accade, ma una raccolta di brani hard rock dal buon appeal sia per il fan con qualche anno in più all’anagrafe che per il giovane che, se nel garage non ha l’Harley, chiude gli occhi e dà gas allo scooter, al ritmo delle varie On The Road, Drive Crazy, Take Me Higher e Wild Sun.
Un ottimo lavoro questo Becoming, duro e melodico, graffiante ed accattivante, a tratti sognante, ma sempre con quell’attitudine on the road che è l’anima di questo immortale genere.

Tracklist
1.Liar
2.Black Rose
3.On The Road
4.Whiskey And Flower
5.Drive Crazy
6.Stars
7.Take Me Higher
8.Mother
9.Wild Sun
10.Anytime

Line-up
Giacomo Magi “Jack Stone” – Vocals
Matteo Giommi“Matt” – Guitar
Michele Greganti “Greg” – Guitar & Backing Vocals
Fabrizio Raffaeli “Fabri” – Bass Guitar & Backing Vocals
Fabrizio Ricci “Rixx” – Drums

TWELVE BACK STONES – Facebook

Corroded – Bitter

Un lavoro ben strutturato, pensato per demolire difese nei prossimi live, dalle melodie che si appiccicano addosso e dalla potenza di uno schiacciasassi.

Quinto album, secondo per la Despotz Records, per i rockers svedesi Corroded, quartetto che negli ultimi anni ha avuto modo di mettersi in mostra sui palchi dei maggiori festival tenutisi in patria.

E’ un hard rock moderno, diviso da un esile confine dal modern metal tanto caro in terra statunitense, ciò che compone il sound di questo nuovo lavoro basato su un impatto che come scritto si fa molto più metallico, con chorus di buona presa e solos melodici.
Ma Bitter è stato creato con l’intenzione di non fare prigionieri e sinceramente ci riesce anche bene, con quelle ritmiche che in alcuni casi strizzano l’occhio al metal core, ma pur sempre inserite in un contesto che si potrebbe definire alternative metal.
In questo vario e neanche troppo originale alternarsi di sfumature, la band ne esce con una raccolta di brani potenti, melodici ed in alcuni casi ruffiani il giusto (Burn), che faranno scorrere il sangue alla velocità della luce,
Black è una semi ballad che stempera la tensione, forse troppo, ma si torna a sbattere la capoccia con le ottime Testament e Scream, prima che Destruction con quel suo alternare melodia e potenza si riveli il brano top di Bitter.
Un lavoro ben strutturato, pensato per demolire difese nei prossimi live, dalle melodie che si appiccicano addosso e dalla potenza di uno schiacciasassi.

Tracklist
01.Bitter – INTRO
02.Breathing
03.Cross
04.Burn
05.Black
06.Testament
07.Scream
08.Cyanide
09.Destruction
10.Time
11.Drown
12.War

Line-up
Jens Westin – Vocals, Guitar
Tomas Andersson – Guitar,Backing vocals
Bjarne Elvsgård – Bass
Per Soläng – Drums

CORRODED – Facebook

Red Moon Architect – Kuura

I Red Moon Architect assorbono e rielaborano il meglio della più importante scena funeral del pianeta, quella finnica, e regalano con Kuura un capolavoro destinato a segnare il genere per molto tempo. Da ascoltare più e più volte finché la brina non si scioglierà mescolandosi alle lacrime.

Nella maggior parte dei casi le band che avviano il proprio percorso artistico partendo da basi estreme tendono con il tempo ad aprirsi, sia pure in maniera minima, verso sonorità meno claustrofobiche e più fruibili.

Non che i Red Moon Architect fino ad oggi avessero proposto musica di facile ascolto, ma non c’è dubbio che il loro approdo al funeral doom più tetro e dolente costituisce parzialmente una sorpresa. Se in Return of the Black Butterflies, terzo full length di una discografia fatta di soli grandi album, la band di Saku Moilanen aveva trovato una sorta di mirabile equilibrio tra gothic, death e funeral doom, complice anche l’uso della voce della brava Anni Viljanen, in Kuura l’unica concessione al comparto vocale è il ricorso alle urla strazianti di Ville Rutanen che ben si addicono ad un sound che è pura e magistrale esibizione di sofferenza e disperazione.
La brina (kuura in finlandese, appunto) avvolge e rende impermeabile ad ogni impulso vitale un cuore che sta per arrendersi all’insostenibile pesantezza dell’essere, e gli ultimi ansiti vitali sono rappresentati dalle grida di chi utilizza le residue risorse a disposizione per comunicare al mondo l’orrore e la nausea che hanno avvelenato un’intera esistenza.
Se la prima parte è drammaticamente intensa e soffocante e la seconda è un più breve episodio di ambient rumoristica ed oscura, è nella terza e conclusiva traccia che il sound pare aprirsi ad un malinconico e commovente incedere, punteggiato da un minimale ma emozionante tocco pianistico.
Ovviamente i Red Moon Architect (che ricordiamo essere anche per 4/5 i musicisti che, con la maglia degli Aeonian Sorrow, hanno aiutato Gogo Melone a costruire un magnifico album come Into the Eternity a Moment We Are) non creano qualcosa di inedito ma assorbono e rielaborano il meglio della più importante scena funeral del pianeta, quella finnica, e regalano con Kuura un capolavoro destinato a segnare il genere per molto tempo.
Da ascoltare più e più volte finché la brina non si scioglierà mescolandosi alle lacrime.

Tracklist:
1. I
2. II
3. III

Line-up:
Saku Moilanen – Drums, Keyboards
Jukka Jauhiainen – Bass
Matias Moilanen – Guitars
Ville Rutanen – Vocals
Taneli Jämsä – Guitars

RED MOON ARCHITECT – Facebook

11 Paranoias – Asterismal

Lo stampo musicale degli 11 Paranoias è un magma musicale nel quale ci si perde anche grazie alle deflagrazioni sonore, il loro groove è potentissimo e cattura l’ascoltatore portandolo verso qualcosa di primordiale che ognuno ha dentro di noi.

Gli 11 Paranoias sono un gruppo inglese di sludge e doom che portano il caos dentro la nostra vita, attraverso canzoni che sono degli inni alla pesantezza e alla lisergia, una psichedelia rituale e malata, estremamente affascinante.

Attivi dal 2011, questi inglesi fanno musica allo scopo di aprire canali verso altri mondi e altre dimensioni attraverso rituali in musica molto potenti. Le coordinate musicali sono quelle dello sludge più spinto, con incursioni in territori metal e nella psichedelia più potente. Lo stampo musicale degli 11 Paranoias è un magma musicale nel quale ci si perde anche grazie alle deflagrazioni sonore, il loro groove è potentissimo e cattura l’ascoltatore portandolo verso qualcosa di primordiale che ognuno ha dentro di noi. Il combo britannico è un punto forte del catalogo della Ritual Productions, un’etichetta che fa musica come canale per andare a scoprire altre dimensioni, allontanandosi dalla realtà per conoscerne altre, o anche per farci capire che la nostra non è l’unica. Il disco è molto organico e va sentito nella sequenza della tracklist, per vivere molti momenti intensi e di astrazione totale. Gli 11 Paranoias sono uno dei pochi gruppi davvero rituali nella musica pesante moderna, un altro di questi sono i torinesi Nibiru, anche loro recentemente accasatisi presso la Ritual Productions con un disco di prossima uscita. Asterismal è la manifestazione fisica e concreta di qualcosa di etereo e altro, un discendere attraverso chitarre ribassate per poter spiccare il volo. Tutto ha un fine ben preciso nel loro suono e ogni elemento si fonda con perfezione alchemica agli altri, a partire dalla bellissima copertina dell’inglese Toby Ziegler. Asterismal è anche l’ultima tappa di una trilogia di album che porterà a qualcosa d’altro a breve.

Tracklist
1. Loss Portal
2. Bloodless Crush
3. Vitrified Galaxy
4. Prelude
5. Slow Moon
6. Quantitative Immortalities
7. Chamber of Stars
8. Acoustic Mirror

Line-up
Adam Richardson – bass/vocals
Mike Vest – guitar
Nathan Perrier – drums

11 PARANOIAS – Facebook