Disen Gage – The Big Adventure

Un lavoro che richiede un approccio non comune ma che lascerà pienamente soddisfatti coloro che cercano qualcosa di alto valore musicale e di profondamente diverso: una grande avventura, come recita il titolo.

Il progetto Disen Gage nasce nel 1999 in Russia ed è dal 2016 una formazione flessibile di musicisti allo scopo di portare l’attenzione totalmente sulla musica intesa come flusso libero di note ed improvvisazioni.

La proposta dei Disen Gage è un prog rock dalle sfumature metal interpretato come fosse free jazz, con uno scorrimento molto inusuale. Non esistono linearità, ritornelli o forma canzone, è un continuo fluttuare in uno spazio infinito dove tutto è fluido e muta repentinamente. Anche l’ascolto non è comune, esso può cominciare in qualsiasi punto lo vogliate. Grandissima è la varietà di generi affrontati, anche se sarebbe molto scorretto parlare di steccati in questa opera, che è l’ultima propaggine di un’avventura musicale molto interessante. Colpisce la poderosa struttura che disegna un universo musicale immenso e molto variopinto. Si naviga a cuor leggero trasportati dalle eccezionali note di un magma musicale che cambia vorticosamente, ma che non perde mai l’eleganza e la bellezza. Le musiche del gruppo sono molto fini, si possono cogliere aspetti che si avvicinano alla poetica musicale dei Pink Floyd, con la chitarra del fondatore Konstantin Mochalov che ci porta lontano, per poi essere sbalzati in un giro funky che diventa quasi una polka, e questo è solo un minuto della loro musica. I Disen Gage sono musicisti che amano sperimentare e trovare sbocchi inusuali alle loro idee, ma soprattutto sono grandissimi amanti delle sette note, sanno di maneggiare una ricchezza immensa e non se la lasciano scappare, plasmandola a loro volere. Tutto ciò viene dalla Russia e non a caso, poiché è una terra dove ci sono notevoli ensemble e solisti che viaggiano in dimensioni molto differenti da quella normale. Un lavoro che richiede un approccio non comune ma che lascerà pienamente soddisfatti coloro che cercano qualcosa di alto valore musicale e di profondamente diverso: una grande avventura, come recita il titolo.

Tracklist
1.Shiroyama
2.Adventurers
3.Chaos Point
4.Enough
5.All the Truths’ Meeting
6.Selfish Tango
7.Carnival Escape
8.Fin

Line.up:
Konstantin Mochalov — guitar & sound engineering
Eugeny Kudryashov — drums
Nikolai Syrtsev — bass
Sergei Bagin — guitar & synth

Guests:
Igor Bukaev — accordion/button accordion in 2
Ekaterina Morozova — piano in 3 & 8
Vasily Tsirin — cello in 4
Vadim Sorokin — mixing all tracks, synth in 6 & bass in 8

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Imago Imperii – Fate Of A King

I bolognesi Imago Imperii danno alle stampe il loro secondo full lenght, un concept all’insegna di un power metal epico, sinfonico e valorizzato da un’anima neoclassica consigliato agli amanti del genere, che troveranno più di un riferimento alle opere passate di Grave Digger, Rage e Gamma Ray.

Accompagnato da un bellissimo artwork (opera dell’artista russo Wadim Kashin) arriva sul mercato il secondo lavoro dei bolognesi Imago Imperii, quintetto attivo dal 2011 e con alle spalle, otre ad un ep il full length Legendaria, licenziato tre anni fa.

La band che tra le sue fila vede cimentarsi alla chitarra il bravo Luke Fortini, anche nei thrashers Hyperion e protagonista su queste pagine lo scorso anno con il suo album solista (Inside), licenzia un lavoro ispirato, di matrice power metal, tradizionalmente influenzato dal sound dei maestri tedeschi, ma valorizzato da sinfonie tastieristiche che fanno da tappeto ad intense cavalcate heavy power in cui il chitarrista ricama solos neoclassici di ottima fattura.
Fate Ok A King è dunque un’opera classica, in cui la musica accompagna il concept, ambientato nell’Inghilterra medievale al tempo dell’invasione normanna, narrando le vicende di Harold Godwinson, ultimo Re Anglosassone.
The Tapestry è l’intro di ordinanza, ricorda le atmosfere che facevano da prologo ai concept più famosi dei Grave Digger e lascia poi alla tellurica Saxon Warriors il compito di aprire le danze.
Si nota subito che Fortini e la sua sei corde sono l’arma in più del gruppo nostrano, fautore di un power metal epico e roccioso, che alterna mid tempo potenti ed epici a cavalcate in doppia cassa ispirati da Grave Digger, Rage ed in parte Gamma Ray.
La parte sinfonica, altrettanto importante dona quel tocco di pomposa epicità in brani travolgenti come Kingdom’s United e Marching For Hope, mentre le guerresche Battle Of Stamford Bridge e Conqueror risultano il cuore pulsante ed indomabile dell’album.
Completano la line up degli Imago Imperii il singer Gwarner, il tastierista Ivanhoe e la sezione ritmica composta da Nick al basso e Iskandar alla batteria, tutti protagonisti di prestazioni convincenti e che fanno di Fate Of A King un lavoro da non perdere per tutti gli amanti del power metal dai tratti epici, sinfonici e neoclassici.

Tracklist
1.The Tapestry
2.Saxon Warriors
3.Kingdom’s United
4.Fate of a King
5.The Landing
6.Battle at Stamford Bridge
7.Conqueror
8.Marching for Hope
9.King’s Nightmare
10.Harold Rex
11.End of an Era

Line-up
Gwarner – Vocals and Concept
Ivanhoe – Keyboards and Programming
Lüke – Guitars
Mick – Bass guitar
Iskandar – Drums

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Skyfever – Rear View Mirror

E’ fuor di dubbio che brani come Get Out e Signs travolgano con una carica ed un’orecchiabilità irresistibili, ma il rock’n’roll che piace a noi vive e si rigenera lontano da lavori come Rear View Mirror.

Supportati nientemeno che da Alice Cooper , il quale dichiara di essere un loro accanito fan, tornano sul mercato i rockers irlandesi Skyfever con il loro nuovo ep di quattro brani intitolato Rear View Mirror.

Noto per essere incluso nelle playlist di famosi stadi inglesi come Stamford Bridge ed Anfield, il gruppo di Dublino licenzia queste quattro bombe da classifica dal grande appeal, adatto per ascolti distratti e cori cantati sotto la doccia dopo il primo ascolto.
Si tratta di rock da spararsi in auto mentre il canale radio d’ordinanza ci ricorda la classifica di quello che più piace in giro per il mondo, magari tra un singolo pop ed uno rap, innocuo come tutto quello che è mero music business.
Diventeranno ancora più famosi gli Skyfever? Direi che le carte in regola ci sono tutte, citando più o meno tutto quello che è passato negli ultimi vent’anni di rock commercialmente perfetto, passando dal mid tempo ruffiano alla scarica adrenalinica, dalla dose equilibrata di elettronica a quella più pop oriented.
E’ fuor di dubbio che brani come Get Out e Signs travolgano con una carica ed un’orecchiabilità irresistibili, ma il rock’n’roll che piace a noi vive e si rigenera lontano da lavori come Rear View Mirror.

Tracklist
1.Get Out
2.Signs
3.Sunny Days
4.Kings

Line-up
Luke Lang—Vocals
Tyson Harding—Guitars
Brian Clarke—Guitars
Ciaran O’Brien—Bass
Karl Hand—Drums

SKYFEVER – Facebook

POLYNOVE POLE

Il video di “On The Edge Of The Abyss”, dall’album Polynove Pole.

Il video di “On The Edge Of The Abyss”, dall’album Polynove Pole.

Ukrainian melodic doom/death metal band Polynove Pole release new official lyric video for “On The Edge Of The Abyss”, song taken from self-titled mini-album.

The lyric video previously was premiered via No Clean Singing – https://www.nocleansinging.com/2019/04/19/an-ncs-video-premiere-polynove-pole-on-the-edge-of-the-abyss/

Polynove Pole was formed in the fall of 2004 in Lviv, Ukraine.
After the first demo recordings in 2005, the band started to perform at local concerts, and then on rock festivals of western Ukraine and capital city Kyiv.

In the beginning of 2008, the first EP “Pure Souls” was officially released, and at the end of the same year a full-length album “On Seven Winds” as well.

Due to active concert activity and selection of musician line-up, the band came to prominence as one of the leading groups of Western Ukraine. New songs of PolynovePole were represented in tribute-albums and collections of Ukrainian rock music.

The band’s next EP, “Under the Cold Stone”, was released in 2009 and became the heaviest and the most melodic at that time in the discography.

Since 2010, a long pause has taken place in the history of the band. After taking time off, the band joined forces with new members and resumed work on new material.

The band resurgence started in November 2017, with a new release, “On The Edge Of The Abyss”.

Polynove Pole delivered the record with lyrics that appeared in Ukrainian and English for the first time.

https://www.facebook.com/polynove.pole/
http://polynovepole.com/en/

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL: UNA STAGIONE ALL’INFERNO

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare le interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni domenica alle 21.30 su Witch Web Radio.
Questa volta vi diamo la possibilità di ascoltare l’audio intervista di Mirella (coadiuvata in questa occasione da Diego Banchero) con il gruppo genovese Una Stagione all’Inferno.

Jag Panzer – Mechanized Warfare

Doverosa riedizione per un classico dello US power, ancora oggigiorno splendidamente carico di suggestioni musicali d’alta scuola.

Sul fatto che gli Jag Panzer siano parte integrante della storia del metal, non solo americano, credo nessuno avrà nulla da obiettare.

Del resto, sotto le insegne dell’hard & heavy più classico, i nostri sono nati nel lontano 1981. Il loro sesto album, Mechanized Warfare, vide la luce nel 2001, prodotto da Jim Morris, per la Century Media. Lo ristampa, ora, la sempre volitiva ed attenta Punishment 18 Records. Abbiamo così l’opportunità imperdibile di riassaporare un autentico classico, duro e puro, come da tradizione del miglior US power. Delle dieci tracce che vanno a comporre l’album, l’opener Take To the Sky, Unworthy e la penultima Power Surge superano i sei minuti, mentre la conclusiva All Things Renewed ben oltrepassa i sette: la cosa già la dice lunga sulla scrittura musicale degli Jag Panzer, articolata e progressiva, senza rinunciare minimamente ad una sola oncia di un approccio al metal sempre potentissimo e solenne, epico e stentoreo. Mechanized Warfare svolgeva e svolge un discorso musicale di classe assolutamente superiore, vincente in ogni magica sfaccettatura dei suoi solchi. Si ascolti ad esempio l’intensa The Scarlet Letter, ispirata al capolavoro di Hawthorne. Tristi e malinconiche le melodie delle canzoni, una gemma le complesse progressioni musicali alle quali la band si abbandona sempre senza alcuna autoindulgenza. Aggressività e fascino: il binomio di una grandissima band. Ieri come oggi. Stupenda e molto dark anche la grafica.

Tracklist
1- Take to the Sky
2- Frozen in Fear
3- Unworthy
4- The Silent
5- The Scarlet Letter
6- Choir of Tears
7- Cold Is the Battle
8- Hidden in My Eyes
9- Power Surge
10- All Things Renewed

Line up
Chris Broderick – Guitars
John Tatley – Bass
Henry Conklin – Vocals
Mark Briody – Guitars
Rikard Stjernquist – Drums

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