Albireon – La Bellezza Di Un Naufragio 1998-2018

Madrigali, cose antiche e belle che richiedono di ascoltare e soffermarsi, di cercare dentro e fuori dal proprio sé, o forse solo di chiudere gli occhi e di abbandonarsi ad una poesia che apre il cuore e porta al naufragio.

Disco di canzoni della loro carriera riarrangiati, riregistrati e reinterpretati per un gruppo italiano fra i maggiori della scena sperimentale neo folk mondiale, gli Albireon.

Nato nell’ormai lontano 1998, il gruppo ha saputo toccare con la sua musica eterea, molti cuori, ha attraversato molti mari e ora compie questo bellissimo naufragio. La musica degli Albireon è un qualcosa che ve ben oltre l’accezione comune di musica, è un viaggio all’interno del proprio cuore, un ricercare delle cose antiche e forse sopite ma ancora vive. Albireon è un sogno ad occhi aperti, un modo altro di fare poesia, i testi sono quasi tutti dei capolavori di bellezza della lingua italiana, accompagnati da una musica antica, eppure non vi capiterà spesso di ascoltare qualcosa di così moderno e fresco. Le loro visioni nascono da loro stessi ma anche dalla lettura di pagine o dalla visione di film che potremmo definire immortali, è uno sguardo verso le cose piccole della vita, uno zoom sui particolari che ti fa cogliere l’insieme. Per questo importante anniversario il gruppo ha chiamato ospiti importanti: in Celebrazione di Un Oblio canta Mauro Berchi, membro dei Canaan, dei Neronoia e capo della Eibon Records, una voce che arriva direttamente dalla fine del mondo. Oltre a lui troviamo Francesca Nicoli degli Ataraxia, Oliver dei Sonne Hagal, dei quali gli Albireon fanno un’incredibile cover, Spighe, Bard degli Oberon, Tony Wakeford, deus ex machina dei Sol Invictus, Gianni Pedretti dei Colloquio, Corrado Videtta dei mai abbastanza celebrati Argine e Daniele Landolfi degli Instant Lakes. Insomma il meglio di una scena, quella neo folk, che in Italia ha radici importanti e ha regalato momenti immensi e bellissimi, fortunatamente relegati in una nicchia di persone che ama il bello (ma conosce e vive anche il brutto) e che sa coglierlo anche e soprattutto nelle piccole cose: una scena che crea cose fantastiche ma che ricerca l’oblio in continua contraddizione. Chi ha scoperto e apprezza gli Albireon non torna indietro, perché è così forte e abbagliante la delicata bellezza delle loro canzoni che non se ne può fare a meno. Questo lavoro è una celebrazione ma al contempo un rielaborare la propria tradizione, e le loro canzoni acquistano, se possibile, un bellezza maggiore. Madrigali, cose antiche e belle che richiedono di ascoltare e soffermarsi, di cercare dentro e fuori dal proprio sé, o forse solo di chiudere gli occhi e di abbandonarsi ad una poesia che apre il cuore e porta al naufragio.
E sono bellissime e molto esplicative le loro parole :
“ Abbiamo imparato che non c è un traguardo da raggiungere, nessun posto speciale da conquistare, l’unica verità che abbiamo invece scoperto nei nostri 20 anni di esistenza come band è che non esiste destinazione, ma solo il viaggio stesso… Un viaggio che valeva la pena compiere e che ci ha regalato qualcosa che ha definito per sempre le nostre vite e con noi quelle di chi ha amato la nostra musica, offrendoci un sorriso o una lacrima durante i nostri concerti, o ha condiviso le nostre emozioni comprando i nostri dischi. Non siamo altro che una nave perduta su una spiaggia lontana, un manipolo di eroi dimenticati da tempo, un paio di canzoni che potrete canticchiare quando avrete voglia di qualcosa di visionario e malinconico… ma è stato un naufragio che non ci pentiremo mai di aver vissuto, così come questa ricerca di noi stessi, questo oblio che lentamente ci avvolge ”

Tracklist
1 Canto Del Vento Lontano 2018
2 Nel Nido Dei Ragni Funamboli – Remix
3 Celebrazione Di Un Oblio feat. Mauro Berchi
4 Gli Aironi – Remix 2018
5 Snowflake 2018 Feat. Tony Wakeford
6 Chaosinsomnia
7 Ninèta 2018 Feat. Francesca Nicoli
8 Liù Dorme – Remix 2018
9 Imbrunire 2018 – Feat. Gianni Pedretti
10 Mr. Nightbird Hates Blueberries 2018
11 Il Deserto Dei Tartari 2018 – Feat. Corrado Videtta And Daniele Landolfi
12 Like Stars In Winter Rapture – Remix 2018
13 Ala Di Falena 2018 – Feat. Sonne Hagal
14 Inquietudine – Remix 2018
15 Through Winter Fires 2018 – Medieval Mix Feat . Bard Oberon
16 Ballata Delle Rovine – Remix 2018
17 Spighe (Sonne Hagal Cover)
18 Falene

Line-up
Davide Borghi – Vocals, Guitar, Lyrics
Carlo Baja-Guarienti – Keyboards, Piano, Flute
Stefano Romagnoli – Programming, Samples, Recording
Elia Albertini – Bass Guitar
Lorenzo Borghi – Drums

ALBIREON – Facebook

Leash Eye – Blues, Brawls & Beverages

Potenza e melodia, tanto groove, un pizzico di sfumature blues e desertiche fanno di Blues, Brawls & Beverages un lavoro riuscito, con le oggettive differenze rispetto al precedente album, ma con ancora le carte in regola per soddisfare gli amanti del rock a stelle e strisce.

Dopo sei anni dall’ultima fatica (Hard Truckin’ Rock) torna sulle strade, che dalla Polonia portano alle highway americane, il tir dei rockers Leash Eye.

Il gruppo della capitale mette l’acceleratore a tavoletta e travolge tutto, prima di fermarsi per una meritata sosta e farsi scappare una jam che vede le proprie influenze scatenarsi in undici potenti bordate southern rock dai rimadi grunge e groove metal.
Blues, Brawls & Beverages conferma l’ottima reputazione della band, attiva addirittura dal 1996, come una realtà tutta da scoprire del panorama rock del suo paese, più conosciuto negli ambienti musicali per le gesta estreme di Behemoth e compagnia che per una scena di stampo rock.
Qualche cambio di line up ed un sound che si sposta sempre più verso coordinate southern, fanno di questo nuovo lavoro una manna per gli amanti del genere, ovviamente dall’impatto che rimane alimentato da una forte componente groove e che vede i Leash Eye percorrere le highway che hanno visto viaggiare a suo tempo, Corrosion Of Conformity, Kyuss, primi Soundgarde e i sempre attuali e leggendari Lynyrd Skynyrd.
Il nuovo singer (Lukasz Podgórski), dall’ugola molto più melodica e meno bruciata del precedente cantante, si destreggia con mestiere tra le trame dei vari brani che hanno come comune denominatore un’atmosfera sudista che ne valorizza l’aspetto “americano” del sound.
Potenza e melodia dunque, tanto groove, un pizzico di sfumature blues e desertiche fanno di Blues, Brawls & Beverages un lavoro riuscito, con le oggettive differenze rispetto al precedente album, ma con ancora le carte in regola per soddisfare gli amanti del rock a stelle e strisce.

Tracklist
1.Bones
2.Moonshine Pioneers
3.On Fire
4.Lady Destiny
5.The Disorder
6.Planet Terror
7.Twardowsky, J.
8.Furry Tale
9.Jackie Chevrolet
10.One Last Time
11.Well Oiled Blues

Line-up
Marecki – Bass
Opath – Guitars
Piotr Sikora – Keyboards
Lukasz Podgórski – Vocals
Bigos – Drums

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Strana Officina – Law Of The Jungle

Law Of The Jungle ferma letteralmente il tempo: Daniele Ancillotti, Dario e Rolando Cappanera, ed Enzo Mascolo si voltano e sembrano tornare indietro per poi ripensarci e, con orgoglio, guardare avanti mentre quarant’anni di hard & heavy passano tra i solchi di brani duri come l’acciaio e tellurici mid tempo che appassionano come tanti anni fa.

A distanza di pochi mesi dall’uscita delle due raccolte Non Finirà Mai e The Faith, la Jolly Roger licenzia il nuovo lavoro di inediti della Strana Officina, nove anni dopo Rising To The Call.

L’album della leggendaria band toscana si intitola Law Of The Jungle, è composto da dieci rocciosi brani, di cui tre cantati in lingua madre, che tramandano la tradizione dello storico gruppo.
Senza nessun compromesso e neppure sorprese la band nel più puro spirito underground ed old school dà alle stampe un classico album hard & heavy, mantenendo intatte attitudine ed impatto.
Produzione e suoni volutamente di matrice vecchia scuola (e non potrebbe essere altrimenti), ritmiche che richiamano a più riprese la new wave of british heavy metal, ed un’atmosfera “live” fanno di Law Of The Jungle un album heavy metal con tutti gli attributi al loro posto, confermando il ritorno agli antichi splendori della vecchia guardia metallica made in Italy.
Law Of The Jungle ferma letteralmente il tempo: Daniele Ancillotti, Dario e Rolando Cappanera, ed Enzo Mascolo si voltano e sembrano tornare indietro per poi ripensarci e, con orgoglio, guardare avanti mentre quarant’anni di hard & heavy passano tra i solchi di brani duri come l’acciaio e tellurici mid tempo che appassionano come tanti anni fa.
Crazy About You, The Wolf Within, l’oscura Snowbound, The Devil And Mr Johnson, Difendi La Fede, inno che potrebbe rappresentare tutte le generazioni di metalheads, sono brani che contribuiscono ad alimentare l’aura leggendaria intorno al gruppo, confermando l’immortalità di questi suoni.

Tracklist
01. Law Of The Jungle
02. Crazy About You
03. Endless Highway
04. The Wolf Within
05. Snowbound
06. The Devil And Mr. Johnson
07. Love Kills
08. Difendi La Fede
09. Guerra Triste
10. Il Buio Dentro

Line-up
Daniele Ancillotti – Vocals
Dario Cappanera – Guitar
Enzo Mascolo – Bass
Rolando Cappanera – Drums

STRANA OFFICINA – Facebook

Inter Arma – Sulphur English

Incandescente fusione di sludge, death, black e doom per la band statunitense, che abbina con grande personalità pesantezza e atmosfera.

Arde senza tregua il furore creativo degli statunitensi Inter Arma che, attivi dal 2007, giungono al loro quarto full length dopo lo splendido Paradise Gallows del 2016.

Credevo fosse difficile superare il livello del sopracitato album, ma i cinque musicisti della Virginia portano a compimento una mastodontica opera, abbondantemente sopra i sessanta minuti, dove sono fuse ad alta temperatura incandescenti scorie sludge, doom, death e black. L’approccio alla materia è brutale e personale  ed ogni musicista non si risparmia e dà il meglio della sua arte. Da rimarcare, senza indugi, la prova del drummer T.J.Childers, che rende il suono di quest’opera qualcosa di sensazionale per la ferocia, la vitalità e l’intensità che lasciano a bocca aperta, portandoci su un piano emozionale molto alto. L’opera è esplicitamente dedicata a due amici e musicisti importanti della scena sludge, Bill Bumgardner betterista di Indian, Lord Mantis e Alan Guerra, batterista dei Bell Witch, e colpisce per la totale mancanza di punti deboli; ogni brano, nove in tutto, rappresenta un’ esperienza sensoriale magistrale che prosciuga ogni energia presente nel nostro corpo. La band colpisce duro con inventiva e personalità fin dall’inizio e non teme di inerpicarsi anche in strade difficili come il breve strumentale Observances of the path, cosi come le cadenze dark blues di Stillness dove l’interpretazione del singer Mike Paparo ci trascina lentamente in abissi di perdizione e catarsi; stupefacente la sua capacità, durante l’intera opera, di esprimersi in growl, scream e harsh vocals sempre con personalità, ”colorando” il tutto con tinte dark e sinistre. L’opera non è facile, tante sono le suggestioni emanate, ma la band sembra non avere alcun limite creando muri di suono dove non filtra alcuna luce e la densità della materia è soffocante (The Atavist Meridian) e mi ripeto, con un lavoro della batteria che lascia a bocca aperta. Ogni brano offre momenti di esaltazione, sia per potenza, convinzione e ispirazione; la ferocia di Citadel, con le chitarre che ci regalano una parte solistica da pelle d’oca mi ha tramortito, cosi come le atmosfere notturne, atmosferiche di Blood on the lupines, che contorcono il blues con aromi psichedelici portandoli a un punto di fusione lacerante e apocalittico. Questi artisti sono in costante crescita e sale già l’ aspettativa per le prossime opere che non potranno che essere avvincenti. Per me uno dei dischi dell’anno.

Tracklist
1. Bumgardner
2. A Waxen Sea
3. Citadel
4. Howling Lands
5. Stillness
6. Observances of the Path
7. The Atavist’s Meridian
8. Blood on the Lupines
9. Sulphur English

Line-up
T.J. Childers – Drums, guitars, bass, acoustic guitars, lap steel, keyboards, percussion, noise, vocals
Steven Russell – Guitars
Trey Dalton – Guitars, percussion, vocals
Mike Paparo – Vocals, percussion
Joe Kerkes – Bass

INTER ARMA – Facebook

BIRD

Il video di “Mother of pain”.

Il video di “Mother of pain”.

“Mother of pain”, il primo singolo autoprodotto dei Bird, nuova incarnazione degli storici heavy rockers napoletani Whiskeycold Winter, è online anche in free streaming sui canali Bandcamp e Youtube ufficiali del gruppo;

Ascolto consigliato a tutti gli amanti dell’ heavy psych rock di matrice 70s e Sabbathiana.

BANDCAMP: https://bird10.bandcamp.com/releases

YOUTUBE: https://youtu.be/72SXSv3Rc1o

FACEBOOK: https://www.facebook.com/BIRDheavyRock/