Brutofuzz – Every Drop

A parte le definizioni che lasciano sempre davvero il tempo che trovano, e forse anche meno, i Brutofuzz sono un gruppo come pochi, diretto, potente e molto particolare.

Un trio di ragazzi come noi non più giovanissimi, che fanno un ottimo noise rock distorto e dalla notevole creatività, con ogni canzone che racchiude elementi notevoli.

Questo ep porta con sé una storia particolare, dato che originariamente era nato come lavoro strumentale a nome Sun@9 e intitolato Italian Breakfast, e che un’etichetta americana di nome M.W.A.I.A. voleva pubblicare a nome Brutofuzz. Ciò diede l’occasione al gruppo di riarrangiare i pezzi per metterci la voce, e bisogna dire che il risultato è molto buono, e pure che gli americani ci avevano visto lungo. Il gruppo era rimasto inattivo dal 2014 al 2017 per gravi problemi di salute di uno dei ragazzi, problema fortunatamente risolto, e torna con questo ep che gli garantisce un bel posto al sole. Ci sono tante cose qui dentro, dal noise allo stoner, a partenze alla Rage Against The Machine quando meno te lo aspetti e tanto altro, ma soprattutto una maniera di fare musica mai ovvia e scontata. Si sente molto chiaro lo spirito di Les Claypool, ovvero tecnica musicale, lavoro in saletta e suonare senza escludere un labor limae successivo. Every Drop è un flusso di coscienza musicale, un correre e saltare senza mai fermarsi, rinnovando una tradizione italiana del tutto particolare, che si potrebbe riassumere con free rock molto rumoroso. A parte le definizioni che lasciano sempre davvero il tempo che trovano, e forse anche meno, i Brutofuzz sono un gruppo come pochi, diretto, potente e molto particolare. Purtroppo sono stati tre anni fuori dai giochi, ma questo ep servirà a riportarli nella mischia perché tirano colpi non da poco. Prima della loro pausa forzata (che denota anche dei valori perché piuttosto si ferma tutto se un membro della famiglia ha dei problemi) si stavano creando il loro meritato e giusto spazio sia su disco che dal vivo, ma ora sono tornati meglio di prima.

Tracklist
1. Toy Man
2. Celebrate
3. Orgasmic Cosmo
4. Mask Of Hate
5. Burning On My Skin

Line-up
Luca “barbadrum” Stocco – batteria
Federico “brutobass” Leo – basso
Federico “fuzzfaith” Lorigiola – chitarra

BRUTOFUZZ – Facebook

Embrional – Evil Dead

Gli Embrional manipolano la materia a loro piacimento, creando una valanga di riff forgiati negli oscuri abissi dell’inferno, tra tempi veloci ed altri più rallentati, maligni come demoni intenti a portare il verbo oscuro sulla terra.

Sono passati quattro anni da quando gli Embrional fecero la loro maligna apparizione su quelle che erano pagine metal di Iyezine con quell’oscuro massacro sonoro dal titolo The Devil Inside, e il diavolo pare proprio che continui ad ispirare alla band polacca musica estrema malefica e putrescente.

Il gruppo torna con questo ottimo lavoro intitolato Evil Dead, composto da otto brani di death metal oscuro e diabolico, dai tratti black ed accostabile ai soliti Behemoth.
Gli Embrional manipolano la materia a loro piacimento, creando una valanga di riff forgiati negli oscuri abissi dell’inferno, tra tempi veloci ed altri più rallentati, maligni come demoni intenti a portare il verbo oscuro sulla terra.
Dall’opener Ending Up On The Gallows in poi è un susseguirsi di atmosfere oscure e possessive, un crescendo di odio e malvagità che trova nell’oppressiva Lords Of Skull, nella violenta e veloce Day Of Damnation e nella conclusiva Damned By Dogmas il culmine di tensione di questo nuovo lavoro degli Embrional, altro ordigno sonoro appannaggio degli amanti del death metal di scuola est europea.

Tracklist
1.Ending up on the Gallow
2.Vileness…
3.Inhuman Lusts
4.Lord of Skulls
5.Day of Damnation
6.Endless Curse
7.Abomination
8.Damned by Dogmas

Line-up
Armagog – Bass
Skullripper – Guitars, Vocals
Młody – Drums
Tomasz Nowok – Guitars

EMBRIONAL – Facebook

CLOCKWORK

Il video di Closer (FreeMood Promotion / Tanzan).

Il video di Closer (FreeMood Promotion / Tanzan).

https://www.youtube.com/watch?

Underground Symphony è orgogliosa di annunciare la presenza dei Clockwork alla compilation per celebrare il 25° anniversario della label. Il nuovo progetto fondato dal tastierista e compositore Lorenzo Masiero, vede la partecipazione di due componenti dei Dark Horizon, il chitarrista e produttore Daniele Mandelli (Tragodia, Forgotten Tomb, Adramelch) ed il batterista Gianluca Capelli, oltre a quattro voci, due maschili e due femminili. Il gruppo, autore di un symphonic metal sulla scia di Avantasia e Kamelot, parteciperà alla compilation con il primo singolo “Closer”, in uscita digitale per FreeMood Promotion / Tanzan e di cui è stato girato un videoclip.

Di seguito la line-up completa
Lorenzo Masiero: tastiere
Daniele Mandelli: chitarra
Gianluca Capelli: batteria
Luigi Riccio: basso
Francesca Trevisan: voce
Rossella Moscatello: voce
Paolo Taurino: voce
Fabio Brunetti: voce

Legacy Of Silence – Our Forests Sing

In virtù di un buon songwriting la band offre agli ascoltatori un lavoro vario, incentrato sul magico suono del flauto, ma dalle atmosfere che passano agevolmente dal fiabesco all’epico, fino a più robuste e combattive impennate death metal.

La Volcano Records ci sorprende ancora una volta, licenziando il debutto dei Legacy Of Silence, band folk/death metal di Torino.

Il gruppo, attivo dal 2014, dopo vari cambi nella line up, un ep ed una manciata di singoli pubblicati arriva all’esordio su lunga distanza, un’opera curata nei minimi dettagli intitolata Our Forests Sing.
Ispirato dai luoghi montani della loro terra, il concept dell’album ruota intorno alla natura, alla sua forza e all’influenza che ha su chi ancora riesce a viverci in simbiosi, ed il sound non può che essere un death metal melodico, di matrice nord europea e dalla forte componente folk.
Ormai il genere non fa più notizia, ma in virtù di un buon songwriting la band offre agli ascoltatori un lavoro vario, incentrato sul magico suono del flauto, ma dalle atmosfere che passano agevolmente dal fiabesco all’epico, fino a più robuste e combattive impennate death metal.
Our Forests Sing, le foreste cantano, intonando note d’altri tempi e con Witchwood si entra nel mondo dei Legacy Of Silence, fatto di rispettoso silenzio davanti alla maestosità dei luoghi dove le varie Bloodhunt o Misfortune ci accompagnano, mentre le ritmiche salgono, il growl si inspessisce e l’atmosfera si contorna di un’aura austera ed epica nello spartito di Heresy e Nightfall.
Le band di riferimento sono quelle ormai classiche del genere, con la componente estrema di matrice Amon Amarth ad irrobustire il suono dell’epico silenzio di cui si fanno portavoce i Legacy of Silence.

Tracklist
1.Witchwood
2.Bloodhunt
3.Misfortune
4.Torment
5.Heresy
6.Inquisition
7.J.A.W.S.
8.Nightfall
9.Rebirth

Line-up
Alberto Ferreri – Batteria
Luca Capurso – Flauto
Gianluca Mondo – Chitarra Main e Voce
Mark Greyowl – Voce Leader
Simone Macchia – Chitarra Leader
Alberto Ferrero – Basso

LEGACY OF SILENCE – Facebook

Dauþuz – Monvmentvm

Al grido “Gluck Auf!”il duo teutonico ci assale con un black metal veemente, passionale e dal forte afflato epico, un terzo disco in quattro anni che non perde in furia ed emozioni.

Connubio felice quello tra la Naturmacht e il duo tedesco Dauþuz che, attivo solo dal 2016, ha già fatto uscire tre full length e un ep tutti votati alla creazione di un personale sound, figlio del Black Metal più raw, viscerale, passionale ma capace di impulsi epici da pelle d’oca.

Ispirazione bruciante per Aragonyth (tutti gli strumenti) e Syderyth (vocals e liriche), che non va a scapito della qualità costante nelle opere e assolutamente non mancante nell’ ultimo nato Monvmentvm, dove nell’arco di cinquanta minuti si palesa arte nera di prima qualità. Caratteristica principale che li distingue da molti altri act, è il trattare nelle liriche, tutte purtroppo in tedesco, storie di minatori e miniere nella Germania e nell’Europa lungo i secoli, alcune storie sono fittizie ma molte altre sono squarci di vita vissuta. A loro non interessano i “soliti” temi satanisti tipici del genere, ma preferiscono occuparsi di argomenti di sicuro non comuni, ma dal fascino genuino. Al grido di “Gluck Auf! “(augurio di buona sorte scambiato tra i minatori e scritto all’ingresso di molte miniere) il duo ci scaglia direttamente sul volto un black metal veemente, torrenziale, inarrestabile dotato di una carica a cui è difficile resistere, accompagnato da uno scream lacerante e disperato, mentre le chitarre in tremolo picking creano atmosfere epiche e antiche che profumano di folk e nostalgia. Nei rari momenti, i tre strumentali, in cui la veemenza si attenua, la band si dedica alla creazione di oasi madrigalesche con un cuore di cristallina bellezza, dal sapore medievale ricordando gli Ulver di Kveldssanger.Quando la furia riprende il sopravvento, si è letteralmente trascinati su alte vette emozionali fino dall’ opener Schwarzes Wasser che tramortisce con i suoi cambi di tempo e l’atmosfera fortemente epica, del resto sempre presente in ogni nota. Si è catapultati in un’ atmosfera fuori dal tempo durante l’ascolto di tutti i brani, si è piacevolmente immersi in un mondo dove valori come la forza, la dignità e la lealtà hanno ancora un alto e reale valore. Per chi già li conosce sarà un grande conferma e, per chi volesse accostarsi alla loro arte, l’ascolto della lunga title track sarà un buon viatico per innalzare il proprio cuore nero verso orizzonti di adamantina bellezza; le melodie chitarristiche e il finale su note pianistiche struggono ogni senso.

Tracklist
1. Schwarzes Wasser
2. Der Bergschmied
3. Hornstein
4. Knochengrube
5. Kupferglanz
6. Mæna Dauþuz
7. Himmelseisen
8. Monvmentvm

Line-up
Aragonyth S. – All instruments
Syderyth G. – Vocals, Lyrics, Guitars (acoustic)

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