Nel 2011 questa band pisana si fece conoscere nella scena metallica nostrana per un ep omonimo, uscito autoprodotto per rompere il ghiaccio ed avere la possibilità di cominciare a girare per i palchi dello stivale e far conoscere la propria splendida musica.
Arriva finalmente il primo full length ma, questa volta, accompagnato dalla firma per la Revalve, etichetta nostrana tra le più autorevoli quando si parla di metal underground.
Per chi sente nominare il gruppo per la prima volta, è bene ricordare i talenti che sono dietro al progetto, iniziando dai musicisti che questa band l’hanno creata; Gabriele Caselli (Domine e Eldritch) e Raffahell Dridge (Eldritch), con l’aiuto di Alessio Consani (Eldritch), Dimitri Meloni alla sei corde e lo splendido vocalist Antonio Cannoletta.
Eldritch e Domine, praticamente una buona fetta del meglio che la nostra nazione ha saputo offrire in ambito metallico, gruppi storici e di qualità superiore, conosciuti e rispettati sopratutto all’estero, ed il risultato non poteva che essere clamoroso.
Prog metal di altissimo livello, un songwriting che sa quando e come far male, o dove deve frenare, per rendere la propia proposta ad altissima gradazione melodica, costruendo e disfacendo a suo piacimento, volando alto e lasciandosi cadere in picchiata in un mondo, quello del progressive metallico che se non ci si guarda alle spalle, si rischia di essere aggrediti dall’autocompiacimento e dal troppo specchiarsi nella mera tecnica che in Hybrid si trova comunque in abbondanza.
Il gruppo, dall’alto della sua esperienza, ci rifila As The World Falls Down, posta in chiusura, dodici minuti ed un po’ di symphonic/power/prog metal da standing ovation, un bel biglietto da visita e la chiave per entrare, dalla porta principale, nel loro mondo dove aggressività e melodia sono perfettamente amalgamate per donare musica eterna.
Inutile enfatizzare le prove dei musicisti, ma un plauso va al singer davvero bravo nell’assecondare i vari passaggi, atmosfere e cambi di tempo repentini di cui la musica del gruppo è colma.
Picchiano alla grande e lo sanno fare bene gli Ensight, l’adrenalina scorre a fiumi, a tratti epico ed elegante, il metal dei nostri ha una forza che smuove montagne e le songs dall’alta gradazione metallica non fanno che alzare la tensione e l’attenzione dell’ascoltatore, travolto da cotanto vento tempestoso ( The Pain Society).
Words And Dust, posta a metà album ci da solo il tempo di riprendere le forze, la sua rilassata compostezza da modo di prendere respiro prima che la musica del combo torni ad investirci, una buriana di suoni tecnici ed aggressivi e che con Bloodstained trovano la loro consacrazione.
Possono ricordare molte band e nessuna gli Ensight, ma il loro lavoro farà la gioia di chi è attento a quello che ha da offrirci la nostra scena, che si arricchisce di un’altra ottima realtà.
Alberto Centenari
Si fa largo dirompente nell’ascolto, questa prima fatica discografica dei nostrani Ensight; il sound power/progressive pulito, lirico, massiccio eppure siderale si dipana impreziosito da lyrics futuristiche che compongono un concept fantascientifico uscito diretto dalla bibliografia di Kurt Vonnegut.
Le 9 tracce che compongono questo Hybrid si snodano con un perfetto sentiero logico-musicale, in poco meno di un’ora di metal molto tecnico ma senza mai eccedere negli scomodi meandri dell’autoreferenzialità: chitarre potenti, lucide, chirurgiche ma bilanciate; una sezione sinfonica carica e intrecciata da tastiere ben calibrate che esaltano la voce di Cannoletta.
La storia dei componenti di questo quintetto è chiara e parla di radici ben salde nei classici della scena power/progressive italiana, annoverando al suo interno Gabriele Caselli (Ex-Eldritch, Ex-Domine) e Raffahell Dridge (Eldritch), il che non rappresentando a priori una certezza per la riuscita di un nuovo progetto, in questo caso rivela accenni ad un “savoir-faire”derivato anche grazie all’esperienza di band affermate e capitali per il suond metal nostrano.
Hybrid è un buon disco: massiccio, equilibrato, al cui ascolto non si può non pensare ad influenza storiche quali Dream Theater e Symphony X, ma anche Secret Sphere e, a tratti, a sfuriate thrash in cui le chitarre prendono direzioni musicali inaspettate intrecciandosi con le tastiere, che sperimentano ambienti digitali e disturbanti propri di certi momenti dei Fear Factory.
Bella prova quella degli Ensight, che negli Eden Studio supportati da Alessio Lucatti e Olaf Thorsen hanno registrato francamente un bell’album, sapientemente mixato da un Simone Mularoni il cui lavoro in postproduzione si percepisce chiaramente senza essere invadente.
Gli Ensight segnano una nuova tappa nel loro percorso musicale e proseguono il loro buon lavoro, restiamo in attesa di conoscerne l’evoluzione.
Elio Genzo Balbo
TRACKLIST
1. Downfall
2. Godfreak
3. The Pain Society
4. Hybrid
5. Words and Dust
6. Bloodstained
7. Falling from Above
8. Until the End
9. As the World Falls Down
LINE-UP
Alessio Consani – Bass
Raffahell Dridge – Drums
Dimitri Meloni – Guitars
Gabriele Caselli – Piano, Keyboards
Antonio Cannoletta – Vocals