Apophis – Virulent Host

Virulent Host è un’opera di death metal melodico a cui non manca nulla se non la voce, di cui non si sente comunque la mancanza grazie al talento di Cibich nel saper far parlare la sua chitarra, assoluta protagonista nei vari episodi che si susseguono, emozionanti e trascinanti lungo tutta la sua durata.

Ci eravamo occupati degli Apophis lo scorso anno in occasione dell’uscita del primo lavoro, Under A Godless Moon.

Dietro a questo oscuro monicker (Apophis è il dio serpente, divinità che incarna il male e le tenebre nelle credenze dell’antico Egitto) si cela il polistrumentista australiano Aidan Cibich, talentuoso musicista e songwriter che con Virulent Host conferma le ottime impressione suscitate con l’album precedente.
Questo nuovo lavoro è un’opera mastodontica, con più di un’ora di death metal melodico strumentale che non lascia scampo, il dosaggio perfetto di una tecnica strumentale assolutamente ragguardevole, ma concentrata sulla forma canzone: dodici brani medio lunghi, un’attitudine progressiva ben marcata ed una raccolta di brani strutturati come cavalcate metalliche dalle melodie che passano con disinvoltura ad atmosfere epiche, bellissimi intermezzi acustici grazie ad un lavoro chitarristico curato nei minimi dettagli, fanno di Virulent Host un album affascinante, da ascoltare con la dovuta calma ma comunque adatto anche a chi non è in confidenza con gli album strumentali.
In ultima analisi, Virulent Host è un’opera di death metal melodico a cui non manca nulla se non la voce, di cui non si sente comunque la mancanza grazie al talento di Cibich nel saper far parlare la sua chitarra, assoluta protagonista nei vari episodi che si susseguono, emozionanti e trascinanti lungo tutta la sua durata.
Appunto, non fatevi spaventare dalla lunga durata di Virulent Host, il musicista australiano ha creato una raccolta di brani che hanno il pregio di non stancare affatto, tra accelerazioni metalliche, cavalcate in crescendo e trame atmosferiche, ora acustiche, ora levigate da sfumature tastieristiche.
La straordinaria Engulfing Tranquility, Memory Cove e la conclusiva e progressiva Wherein Wolves Die sono tra le più splendenti perle strumentali di questo bellissimo lavoro, assolutamente da non perdere.

Tracklist
1.Sunlight Drowns In Apathy
2.Virulent Host
3.Cyclothymic
4.Beyond Fathomless Depths
5.Memory Cove
6.Seas Of Fervent Wings
7.The Widowmakers 06:06
8.Calignosity
9.Engulfing Tranquility
10.Abandoned Kingdom From The Sky
11.Demons Of Derailment
12.Wherein Wolves Die

Line-up
Aidan Cibich – All instruments

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