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Agrimonia – Awaken

Potenza e melodia rappresentano il trademark degli svedesi Agrimonia i quali, giunti al terzo album, delineano il loro suono con una forza melodica da rimarcare e assolutamente da ascoltare.

Potenza e melodia rappresentano il trademark degli svedesi Agrimonia, quintetto di Gothenburg, attivo dal 2008 e giunto al terzo full, il secondo per Southern Lord, etichetta statunitense che raramente sbaglia sul mercato.

L’unione di idee, generate da musicisti provenienti da band significative (At the Gates, Miasmal, Bombs of Hades e Martyrdod), rende importante questa release, rappresentando un superamento di quanto finora espresso dalla band dedita a un suono sludge / crust molto denso e viscoso: la band mantiene queste caratteristiche ma le amplia con una ricerca melodica molto ispirata, creando atmosfere ricche di pathos, dove l’ interplay delle chitarre con le keyboard rende il suono molto suggestivo ed evocativo. Sei brani, cinque dei quali molto lunghi, dove si raggiungono picchi melodici intensi inseriti in strutture maestose e aperte, cupe ma non opprimenti: solo il growl aspro della singer Christina Blom mantiene il suono ancorato a una dimensione più terrena ed estrema. I pieni e i vuoti presenti nel suono mantengono alta l’attenzione, creando interesse per un suono non nuovissimo ma molto ispirato da parte di musicisti capaci e convinti. Le partiture possono ricordare i Neurosis nei loro momenti meno tesi e carichi di forza: la ammaliante melodia di Foreshadowed apre il cuore con il suo lento dipanarsi fino a caricarsi di potenza ed esplodere in un brano deciso esaltato dalla prova vocale di Christina. Il suono delle keyboard sempre misurato, non invade il brano ma lo tinge di colori chiaroscurali molto azzeccati. La delicatissima title track intesse parti chitarristiche classiche rimandando a suggestioni degli acustici Opeth. Gli ultimi due brani, Withering e The Sparrow, mantengono le medesime coordinate sopra descritte con forza, ispirazione e convinzione; il growl deciso, disperato accompagna strutture che si nutrono di postmetal e darkwave nel primo brano, mentre note crepuscolari di keyboard e piano emozionano e disegnano paesaggi desolati prima di sferrare l’ultimo decisivo attacco. Una più che buona prova da centellinare a apprezzare con la dovuta considerazione.

Tracklist
1. A World Unseen
2. Astray
3. Foreshadowed
4. Awaken
5. Withering
6. The Sparrow

Line-up
Martin – Bass
Björn – Drums
Pontus – Guitar, Keyboards, Vocals (backing)
Magnus -Guitars
Christina – Vocals, Keyboards

AGRIMONIA – Facebook

Autore Massimo PagliaroPubblicato il 29 Aprile 201828 Aprile 2018Categorie doom, metal, postmetal, recensioni, sludgeTag crust, postmetal, sludge

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    Mmmm curioso di ascoltarli. By the way, la copertina mi ricorda il dio cinghiale (oppure anche Okkoto) del film di…

  2. Senio su Pain Of Salvation – In the Passing Light of Day20 Marzo 2017

    La penso come Stefano: questo album è un capolavoro, e la recensione è emozionante ed emozionata, al contrario di quelle…

  3. massimo pagliaro su Scuorn – Parthenope16 Marzo 2017

    Ti sei superato , splendida recensione !!! per chi ha origini partenopee come me e' un must ...

  4. Massimo Pagliaro su Sinister – Syncretism11 Marzo 2017

    Grande ritorno per una band un po' dimenticata ...recensione bella e coinvolgente come sempre .!

  5. Massimo Pagliaro su Immolation – Atonement10 Marzo 2017

    OPERA ECCELLENTE !

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