Akhenaten – Incantations Through the Gates of Irkalla

Il lavoro di ricerca dei fratelli Houseman è qualcosa di peculiare, soprattutto dal punto di vista dell’amalgama della strumentazione tradizionale egizia con la struttura del metal estremo.

Prendete due fratelli del provenienti dal Colorado, irrimediabilmente affascinati della storia egizia e date loro in mano degli strumenti musicali: ecco gli Akhenaten.

Qualcuno potrebbe pensare che non ci sia alcunché di nuovo in tutto questo, specialmente se la base musicale sulla quale riversare la propria passione per le sonorità mediorientali è un robusto black death: in fondo non lo fanno già da molti anni i Nile e i Melechesh ?
Beh, permettetemi di dire che il lavoro di ricerca dei fratelli Houseman è qualcosa di differente e, per certi versi, persino superiore, perlomeno dal punto di vista dell’amalgama della strumentazione tradizionale con la struttura del metal estremo. Della band di Karl Sanders abbiamo sempre amato l’approccio ed i riferimenti alla storia egizia che, alla fin fine, sono più presenti a livello lirico che non musicale, laddove viene esibito un death brutale quanto tecnicamente sopraffino e che ha ben pochi eguali.
Quello che viene messo in atto dagli Akhenaten, invece, assomiglia molto di più a quanto fatto dagli Al Namrood, con la differenza non da poco che questi ultimi, pur vivendo in Canada, sono di nascita saudita, mentre i nostri la cultura araba l’hanno solo acquisita.
Va detto che il deus ex machina del duo è Jerred, che si occupa di tutti gli strumenti, mentre Wyatt presta il suo canonico growl a completamento dell’opera. La maestria nel maneggiare la materia e la strumentazione tradizionale è esattamente ciò che rende speciale Incantations Through the Gates of Irkalla, facendone un lavoro irrinunciabile per chi ama il metal abbondantemente annaffiato da atmosfere arabeggianti.
Non c’è dubbio che gli Houseman traggano qualche spunto anche dai Septicflesh della svolta sinfonica, e non è un caso se la band ellenica viene omaggiata con una fedele ed efficace cover di Anubis, brano capolavoro tratto da Communion.
Per il resto, tutte le tracce meritano d’essere ascoltate con curiosità mista a piacere, facendo attenzione al peculiare lavoro percussivo di Jarred, vero e proprio valore aggiunto di un album davvero eccellente.

Tracklist
1. Incantations Through the Gates of Irkalla
2. The Watchers
3. Enlil: Lugal Kurk Ur Ra
4. Ninurta: The Fall of Anzu
5. The Passage Through Flames
6. Brahma Astra
7. Anunnaki
8. Apkallu: Seven of the Abzu
9. Mis Pi
10. Golden Palace of the Lamassu
11. Abu Simbel
12. Anubis (Septic Flesh cover)

Line-up:
Jerred Houseman – Guitars, Drums, Bass
Wyatt Houseman – Vocals

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