Atrium Noctis – Aeterni

Aeterni non è un brutto lavoro e i fans del genere troveranno tra le trame sinfoniche, le accelerazioni estreme e le sfumature gothic/folk, più di uno spunto sufficiente per non spegnere il lettore dopo un paio di brani, ma è indubbio che dopo quindici anni di attività e al quarto lavoro, era sicuramente legittimo aspettarsi un album meno derivativo, prodotto meglio e con qualche idea in più.

Credevo di trovarmi al cospetto di un debutto ascoltando Aeterni, ultimo lavoro degli Atrium Noctis: songwriting scolastico, atmosfere alla Dimmu Borgir/Cradle Of Filth senza la violenta blasfemia insita nel sound delle due icone del genere, e un tocco gothic death che ricorda i connazionali Crematory, il tutto già sentito centinaia di volte.

Aeterni non è un brutto lavoro e i fans del genere troveranno tra le trame sinfoniche, le accelerazioni estreme e le sfumature gothic/folk, più di uno spunto sufficiente per non spegnere il lettore dopo un paio di brani, ma è indubbio che dopo quindici anni di attività e al quarto lavoro, era sicuramente legittimo aspettarsi un album meno derivativo, prodotto meglio e con qualche idea in più.
Invece il gruppo tedesco si presenta con un lavoro ispirato dalla nona sinfonia del compositore Antonin Dvorak e ad altre opere classiche, un concept ambizioso ma non sfruttato a dovere.
Le tastiere, ovviamente, svolgono un ruolo da protagonista nel sound del gruppo, il problema è che la produzione non valorizza il suono bombastico dei tasti d’avorio, le ritmiche furiose del black non incidono e la voce in screaming, pur cercando di risultare il più malvagia possibile, non rende giustizia alle atmosfere horror diaboliche classiche del genere; meglio allora quando, a seguire le evoluzioni strumentali è la voce femminile, operistica e capace di creare la giusta atmosfera.
La parte folk varia leggermente il sound del gruppo e sembra di entrare nel classico villaggio della Foresta Nera dove gli abitanti sono tenuti in ostaggio da streghe e folletti, che dal margine del bosco attendono il passaggio di anime da rubare e corpi per banchettare (se vi viene in mente il film Hansel & Gretel Cacciatori di Streghe, avete centrato il bersaglio).
Tra le tracce dell’album segnalo Leviathan, symphonic black metal song alla Dimmu Borgir, e Die Nacht Des Falken, dalle buone trame folk, il resto raggiunge la sufficienza con le unghie e con i denti.

Tracklist
1.Datura Noir
2.Zerberons Erwachen
3.AD
4.Leviathan
5.AD II
6.Die Nacht des Falken
7.ADE

Line-up
Hein – Vocals
Hydra Gorgonia – Keyboards
Sturm – Guitars
Thyratus – Guitars
Rhadamanthys – Guitars
Kalliope – Vocals

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https://youtu.be/kbgWeA4_2O4