Barren Earth – A Complex Of Cages

Progmetal, atmosfere estreme, sfumature progressive di ispirazione settantiana, suoni dilatati che guardano verso sud, variano e accrescono questo insieme di note che dal metal prendono la forza espressiva, in un crescendo emozionale che porta ad una armonia tra le parti raramente così riuscita.

Quello che per molti sembrava un progetto nato come semplice fuga dagli Amorphis, è diventato uno dei gruppi più geniali che il “nuovo” metallo progressivo può vantare, lontano anni luce dai meri intrecci ritmici fine a sè stessi della frangia moderna tanto cara alle nuove leve e rivolto a chi dalla musica chiede sempre e comunque emozioni.

Senza cercare di mettere in competizione due realtà che risultano un patrimonio musicale infinito in arrivo dalla terra dei mille laghi, come Amorphis e Barren Earth, si può sicuramente affermare, senza essere tacciati di troppo entusiasmo, che il nuovo album del gruppo dello storico bassista Olli-Pekka Laine abbia tutte le carte in regola per essere considerato un capolavoro.
Orfani del tastierista e co-fondatore Kasper Martenson e con un Jon Aldarà ormai stabilmente dietro al microfono e protagonista con il suo talento dell’ulteriore salto verso l’olimpo del genere, con A Complex Of Cages la band raggiunge vette emozionali altissime ed una qualità compositiva straordinaria.
D’altonde, che i Barren Earth possano essere considerati alla stregua di un supergruppo non è sicuramente un’eresia, parla il curriculum vitae di cui si possono fregiare i sei musicisti, provenienti da gruppi dalle più svariate forme musicali, dagli Amorphis ai Moonsorrow, passando per i Kreator e gli Hamferð.
A Complex Of Cages quindi vive di queste ispirazioni e del talento espressivo che la band sfrutta a dovere, e non me ne vogliano i fans di band più considerate e famose se sostengo che Jon Aldarà vince per distacco contro chiunque possa posizionasi dietro ad un microfono provando ad interpretare il metal progressivo odierno: infatti, le emozioni scaturite dall’ascolto della sua voce, sommata allo stato di grazia compositivo del gruppo, portano l’ascoltatore a vivere un’esperienza d’ascolto entusiasmante.
Progmetal, atmosfere estreme, sfumature progressive di ispirazione settantiana, suoni dilatati che guardano verso sud, variano e accrescono questo insieme di note che dal metal prendono la forza espressiva, in un crescendo emozionale che porta ad una armonia tra le parti raramente così riuscita.
Al centro di questo bellissimo lavoro c’è Solitude Pith, capolavoro progressivo che ingloba tutti gli elementi di cui si fregia A Complex Of Cages, ma sarebbe perlomeno ingiusto citare un brano rispetto ad un altro, perché la moltitudine di note e colori fanno dei brani pezzi pregiati di un puzzle musicale fuori dal comune.
Citare i Barren Earth come una delle massime espressioni del metal del nuovo millennio diventa quantomeno obbligatorio dopo questo splendido ultimo album.

Tracklist
1.The Living Fortress
2.The Ruby
3.Further Down
4.Zeal
5.Scatterprey
6.Solitude Pith
7.Dysphoria
8.Spire
9.Withdrawal

Line-up
Olli-Pekka Laine – Bass, B.vocals
Marko Tarvonen – Drums
Janne Perttila – Guitars, B.vocals
Sami-Yli Sirnio – Guitars, B.vocals
Jon Aldarà – Vocals
Antti Myllynen – Keyboards

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