Black Oath – Ov Qliphoth And Darkness

Dire che l’Italia in questo momento è una delle avanguardie della scena doom mondiale potrebbe apparire un eccesso di ottimismo o, nel peggiore dei casi, un incontrollabile attacco di sciovinismo: forse non sarà così dal punto di vista quantitativo, ma sotto l’aspetto qualitativo le nostre band non temono davvero confronti.

Per evitare di scontentare o dimenticare qualcuno non sciorinerò l’elenco piuttosto lungo dei nomi che, in questi ultimi anni, hanno dato alle stampe lavori di elevato spessore e che, non a caso, hanno ricevuto maggiore attenzione e risonanza all’estero che non in casa nostra, ma per i veri appassionati sarebbe tutto sommato un’operazione inutile.
In questo novero entrano di diritto i Black Oath, realtà dalla storia ancora relativamente breve ma già ricca di uscite in vari formati: questo Ov Qliphoth And Darkness è di fatto solo il loro secondo full-legth e non fa che rafforzare le positive impressioni destate con l’esordio “The Third Aeon” risalente a due anni fa.
Il doom della banda milanese afferisce al ramo più classico del genere, quello, per intenderci, che fa propria la lezione di Candlemass, Pentagram, Saint Vitus e compagnia, il tutto insaporito però da quel’oscuro fascino esoterico che dalle nostre parti è una regola e non un’eccezione.
In fondo la ricetta dei Black Oath non è affatto sconvolgente: brani lenti ma non dai tratti pachidermici, che seguono una linea melodica ben precisa, assecondata da un cantato sobrio, lineare, ma assolutamente efficace, a cura dell’ottimo A.Th.
Dopo la consueta intro, For His Coming apre le danze con un brano evocativo quanto in linea con la tradizione, e lo stesso si può dire anche per le altrettanto convincenti Sinful Waters e Scent Of A Burning Witch.
Witch Night Curse viene introdotta da una cupa tastiera (che ricorda i mai abbastanza rimpianti Cultus Sanguine) per poi dipanarsi in una lenta marcia verso l’abisso, mentre A.Th. continua ad evocare con maestria riti terrificanti ed oscuri.
Drakon, Its Shadow Upon Us fa il paio con il brano precedente per la sua carica evocativa e sembra lecito affermare che questo quarto d’ora complessivo di musica rappresenti al meglio le capacità indiscutibili del trio.
La title–track e la conclusiva (in tutti i sensi…) … My Death sono le tappe finali dell’ennesimo, affascinate viaggio musicale senza ritorno verso l’ignoto.
Nonostante il meritato elogio alla scena doom nostrana con il quale ho iniziato la recensione, nel cercare però qualche affinità con altri dischi usciti recentemente, collocherei Ov Qliphoth And Darkness nello stesso segmento stilistico dell’altrettanto valido “Doominicanes” dei polacchi Evangelist.
Ma, in casi come questi, i termini paragone sono utili solo per fornire un’idea approssimativa a chi non avesse ancora avuto la ventura di ascoltare qualche frammento di questo pregevole lavoro che, per quanto inevitabilmente devoto a chi in passato ha già percorso questo cammino misterioso e costellato di dolore, ha ben impresso il marchio di fabbrica della band che lo ha composto e inciso.

Tracklist :
1 – Esbat: Lamiae Sinagoge Pt 2
2 – For His Coming
3 – Sinful Waters
4 – Scent Of A Burning Witch
5 – Witch Night Curse
6 – Drakon, Its Shadow Upon Us
7 – Ov Qliphoth And Daekness
8 – …My Death

Line-up :
A.Th – Vocals, Guitars
Paul V – Bass
Chris Z – Drums, Clean Guitars, Synth
pagina face book

BLACK OATH – Facebook

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »