Carpe Noctem – Vitrun

Il black metal è quello che, oggi, più che in tutti gli altri generi, sembra offrire a svariati interpreti la possibilità di forgiare la materia e renderla unica senza farle perdere la propria originaria connotazione: se, poi, a farlo sono musicisti magnifici come i Carpe Noctem il capolavoro è un qualcosa che viene di conseguenza.

Vitrun è il secondo full length dei Carpe Noctem, band islandese che annovera tra le sue fila musicisti attivi in diversi altri gruppi della scena, tra I quali spicca il nome di Árni, motore dei magnifici Árstíðir Lífsins, qui al basso.

Questo lavoro è l’ennesimo che capita di ascoltare quest’anno per il quale la catalogazione all’interno del black metal, per quanto corretta da un punto di vista prettamente teorico, rischia di rivelarsi fuorviante alla luce dei suoi contenuti reali.
Così come ingannevole è, per certi versi, l’opener Söngurinn sem ómar á milli stjarnanna, unico brano che sembra dare ragione al marchio associato ai Carpe Noctem, pur con il suo mostrare un incedere tutt’altro che lineare, ma è a partire dalla successiva Upplausn che Virun cambia completamente marcia, lasciando fluire quei livelli di tensione ed intensità che saranno poi il tratto distintivo dall’opera fino alla sua conclusione; questo è un episodio davvero splendido nel quale emerge un chitarrismo minimale ma peculiare ed insinuante.
Le dissonanze di Og hofið fylltist af reyk caratterizzano un brano che si fa furioso nel finale, una tempesta alla quale segue la quiete di Hér hvílir bölvun, traccia superlativa che monta lenta e inarrestabile come un’oceanica marea.
Il liquido ma sempre nervoso strumentale Úr beinum og brjóski mantiene alto il pathos prima dell’ultimo strappo emotivo rappresentato da Sá sem slítur vængi flugunnar hefur náð hugljómun, in cui i Carpe Noctem esaltano anche le loro non non banali doti strumentali (il drumming di Helgi è tentacolare e prodigo di variazioni), grazie alle quali un lavoro oggettivamente complesso riesce ugualmente a scorrere senza che chi ascolta venga messo di fronte ad un rompicapo sonoro.
Certo, tra il raw black e quanto contenuto in Vitrun paiono esserci di mezzo diverse ere geologiche, ma la base di partenza è pur sempre quella che, oggi, più che in tutti gli altri generi del metal, sembra offrire a svariati interpreti la possibilità di forgiare la materia e renderla unica senza farle perdere la propria originaria connotazione: se, poi, a farlo sono musicisti magnifici come i Carpe Noctem il capolavoro è un qualcosa che viene di conseguenza.

Tracklist:
1. Söngurinn sem ómar á milli stjarnanna
2. Upplausn
3. Og hofið fylltist af reyk
4. Hér hvílir bölvun
5. Úr beinum og brjóski
6. Sá sem slítur vængi flugunnar hefur náð hugljómun

Line-up:
Alexander Dan Vilhjálmsson – Vocals & lyrics
Andri Þór Jóhannsson – Guitars
Árni Bergur Zoëga – Bass
Helgi Rafn Hróðmarsson – Drums
Tómas Ísdal – Guitars

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