Abstract Void – Back To Reality

Post black metal che si fonde mirabilmente con la retrowave e la synthwave: a priori sembrerebbe un matrimonio impossibile, ed invece Abstract Void lo porta avanti in maniera eccezionale, riuscendo ad essere credibile e molto potente.

Post black metal che si fonde mirabilmente con la retrowave e la synthwave.

A priori sembrerebbe un matrimonio impossibile ed invece Abstract Void lo porta avanti in maniera eccezionale, riuscendo ad essere credibile e molto potente. Seconda fatica dopo Into The Blue del 2017, uscito solo in digitale e disponibile in download libero sul suo bandcamp, Back To Reality è un piccolo capolavoro sia per la musica, sia per le emozioni che regala. Ascoltare due generi, che erroneamente si pensavano così lontani, convivere perfettamente aprendo nuovi mondi creativi è una vera gioia. Il post black metal, o blackgaze come preferite, è da anni un genere in continuo movimento e che sta regalando dal punto di vista creativo cose notevoli. Anche la retrowave, o synthwave negli ultimi tempi ha visto molte nuove uscite e tanto fermento, con ottime produzioni e anche una certa vicinanza di alcuni al metal. Qui con Abstract Void si compie un notevole passo in avanti, dato che si crea un mondo totalmente nuovo, uno stile finalmente inedito, in un universo musicale dove si pensava di avere già sentito tutto. Ci sono le tastiere, i synth, le chitarre black, la batteria che viaggia veloce e il cantato in growl, il tutto molto ben bilanciato e fatto benissimo. Ovviamente solo l’ascolto può dare l’esatta idea di cosa sia questo disco, ma preparatevi ad un’esperienza sonora unica. Si viene rapiti per andare in un luogo dove il tempo e lo spazio sono dominati da una matematica precisa che avanza per linee rette, che disegna emozioni con i pixel e i bit, ma che sa anche gridare ed avere un animo black. La bellezza di questo disco è struggente e a volte arriva a fare male, perché è come un computer che urla, premonitore di un futuro che potrebbe arrivare molto presto. Perfetta fusione fra due mondi musicali che stanno benissimo assieme, e che sono stati fatti incontrare da una mente musicale superiore, con un gusto ed una bravura unici.

Tracklist
1.Wind of Reminiscence
2.As I Watch the Sunset Fade
3.Back to Reality
4.Disconnected
5.Joy Night
6.A Reflection of Dying Past
7.Sigh

ABSTRACT VOID – Facebook

Chaos Over Cosmos – The Unknown Voyage

The Unknown Voyage ha nelle note del synth la sua arma migliore, protagoniste di atmosfere futuriste e psichedeliche, anche se la tradizione metal/rock è ben in evidenza.

Sicuramente da considerare come una band metal prog, arrivano al debutto i Chaos Over Cosmos, duo polacco/spagnolo formato da Rafal Bowman (chitarra, synth e programming) e Javier Calderon (voce).

The Unknown Voyage, album che troverete gratuitamente sul web, è un bellissimo lavoro che racchiude in sé una manciata di generi in un’unica proposta, assolutamente progressiva, melodica ma che non nasconde una vena estrema di matrice scandinava.
I Chaos Over Cosmos miscelano in un cocktail metallico prog metal, melodic death e power confezionando quattro lunghe jam di cui tre superano i dieci minuti e solo l’opener A Hidden Path (che funge da intro) rimane confinata in un minutaggio di tre minuti.
Il concept del viaggio spaziale influisce non poco sull’aura psichedelica che aleggia sui brani, da Amour of The Stars (Xenogears), alla settantiana They Will Fall, lungo brano cadenzato che ricorda i Black Sabbath era Dio, dall’incedere evocativo ed epico che si trasforma in un brano heavy veloce e progressivo.
The Compass è il brano più progressivo del lotto, il viaggio del duo continua toccando rive musicali che ricordano gli Edge Of Sanity di Crimson, mentre la conclusiva They Sky Remembered My Name torna su lidi prettamente prog metal dal tagli psichedelico.
Buon ascolto per gli amanti dei suoni progressivi moderni, The Unknown Voyage ha nelle note del synth la sua arma migliore, protagoniste di atmosfere futuriste e psichedeliche, anche se la tradizione metal/rock è ben in evidenza, specialmente nella monumentale They Will Fall.

Tracklist
01. A Hidden Path
02. Armour of the Stars (Xenogears)
03. They Will Fall
04. The Compass
05. The Sky Remembered My Name

Line-up
Rafal Bowman – Guitars, Synth, Programming
Javier Calderon – Vocals

CHAOS OVER COSMOS – Facebook

Gnaw Their Tongues & Crowhurst – Burning Ad Infinitum: A Collaboration

Molto raramente una collaborazione fra due entità musicali e spirituali è stata così proficua e valida, come se si trattasse di un nuovo gruppo che nasce da due teste, un incubo sonoro votato al dio rumore.

Quando due estremismi musicali e due produttori di rumore si incontrano non può che venirne fuori una piccola apocalisse, e questo è proprio il caso della collaborazione fra l’olandese Gnaw Their Tongues e Jay Gambit aka Crowhurst.

Gnaw Their Tongues è la creatura di noise tribale estremo di Maurice De Jong, che si è creato con le su opere uno zoccolo duro di amanti dei suoi suoni alieni, mentre Jay Gambit è un altro esploratore sonico in solitaria, ma ha anche collaborato proficuamente con Caïna ed Ævangelist
Il risultato è un ep devastante e bellissimo, una fotografia insanguinata ed in movimento di ciò che può essere un uso del metal e dl rumore fatto da due produttori molto talentuosi. I quattro pezzi dell’ep sono tutti diversi e portano avanti un discorso separato, quasi come se fossero opere a sé stanti ed autosufficienti, con il titolo che rende benissimo la struttura portante del lavoro. Burning Ad Infinitum, bruciare all’infinito, è un qualcosa che è molto ben rappresentato da questa musica, un continuo rovesciamento, un incrociare droni con un black death che vive di grind, un sottofondo violento che poi esplode in passaggi vicini all’hardcore e ai Sepultura più tribali. Un misto di estremismo e di grandi scelti musicali non convenzionali, qui come in ognuno di noi non vi è nulla di normale, come tastiere angeliche che fanno da accompagnamento ad un pezzo grind noise. Ascoltando questa collaborazione (che non è uno split, attenzione) si viene completamente immersi in una forma musicale che è una deprivazione sensoriale, poiché qui il vero protagonista è il rumore che distorce la realtà e ce la fa vedere per quello che è: il nulla. Molto raramente l’unione fra due entità musicali e spirituali è stata così proficua e valida, come se si trattasse di un nuovo gruppo che nasce da due teste, un incubo sonoro votato al dio rumore. A differenza di tante avanguardie che sono inascoltabili od illeggibili, a volte per scelta volontaria, qui tutto è perfettamente leggibile ed ascoltabile, e ciò spaventa ancora di più perché questo è rumore vero. Il dodici pollici è pubblicato dalla Crown And Thorne Ltd, che è una delle etichette più libere e creative in circolazione, nonché la casa più adatta per questi suoni.

Tracklist
1.Nothing’s Sacred
2.Speared Martyrs
3.The Blinding Fury of Suffering
4.The Divinity Of Our Great Perversions

VV.AA. – STB Records Mix Tape – Vol 5

Davvero bello ascoltare un mixtape fatto con passione e grande competenza, ed oltre ad ascoltare ottima musica comincerete a conoscere un’etichetta valida e coinvolgente.

Essere un’etichetta underground e proprorre musica pesante avendo un’importante etica do it yourself non è facile, ma con gusto e voglia i risultati arrivano e la STB Records ne è la dimostrazione.

Nata nel New Jersey nel 2012, la label è dedita alla pubblicazione di musica pesante come stoner, desert stoner e dintorni, generi che gli americani hanno praticamente inventato e che sanno fare molto bene. Ogni uscita della STB Records è un qualcosa creato per fare bene alle orecchie ma anche agli occhi, e i risultati sono quasi sempre ottimi. Ogni mese la rumorosa etichetta fa uscire un mixtape disponibile in “name your price” sul suo bandcamp, al massimo le canzoni possono essere 11 ed illustrano le novità in arrivo e le cose migliori che sta producendo la STB Records e non solo. La qualità media dei mixtapes è notevole e ci sono davvero delle belle chicche: come in una trasmissione radiofonica si viene invogliati ad ascoltare il tutto, perché novità così fanno bene al cuore. In particolare, in questo mixtape numero 5 ci sono molti brani davvero validi, che spaziano in vari generi, ma in particolare colpiscono i The Black Mourning, gruppo indie post punk formato da membri di Subzero, Into Another, Stabbing Westward, Youth of Today, Closer & Ace Frehley tanto per fare due nomi, con il pezzo Maxaluna che è incredibile e sarà contenuto nell’ep di prossima uscita. Poi si spazia con gruppi davvero validi come i newyorchesi Lvger, che fanno un punk oi molto mischiato con il rock and roll, per una miscela che poteva nascere solo a New York City. Un altra notevole band sono i post noise cinematici Sleepbomb, molto originali ed allucinatori. Davvero bello ascoltare un mixtape fatto con passione e grande competenza, ed oltre ad ascoltare ottima musica comincerete a conoscere un’etichetta valida e coinvolgente. Se inizierete con i mixtape della STB Records non potrete più smettere.

Tracklist
1. Birnam Wood – Dunsinane
2. AM – Mervins
3. Grass – Get In The Van
4. The Munsens – Dirge (For Those To Come
5. LVGER – Drop The Ace
6. Ruff Majik – The Deep Blue
7. Black In Mourning – Maxaluna
8. Sleepbomb – Plague
9. Teepee Creeper – Black Snake
10. Warchief – Nightmare Queen

STB RECORDS – Facebook

Telos – HELIOS​/​SELÊNÊ

La musica dei Telos è violenta e di qualità, stimola le sinapsi ed invita a non stare mai fermi.

Il grande mare dell’hardcore punk accoglie molti gruppi, ed ultimamente c’è stato un intenso proliferare nella zona chaotic hardcore e mathcore: tutti i lavori sono abbastanza buoni, ma alcuni spiccano sugli altri come questo ep dei danesi Telos.

I nostri hanno prodotto due pezzi molto potenti e calibrati molto bene, che colpiscono il bersaglio. I danesi ci parlano della Terra e del cosmo e hanno iniziato a farlo con l’ep di debutto chiamato Telos del 2016. I due pezzi trattano della fine della nostra galassia, visto ora dalla Luna e poi dal punto di vista del Sole. Essi vengono personificati ed esprimono i loro sentimenti e la loro visione di ciò che sta accadendo. Il lavoro è molto denso e potente, il blackened hardcore dei Telos è una tela con molte ramificazioni ed assai lavorata, con diversi spunti e idee che vanno sempre nella direzione di alzare l’intensità. Le pause e le ripartenze fulminee non sono il punto di arrivo ma lo spunto per sviluppare una poetica musicale che è violenta quanto è dolce, perché il fine di questa musica e di questo ep è di narrare ciò che sta sopra di noi esseri viventi, e che è vivente a sua volta. La musica dei Telos è violenta e di qualità, stimola le sinapsi ed invita a non stare mai fermi. Questo è il secondo lavoro della loro carriera discografica che si prospetta interessante, oltre che di buona qualità.

Tracklist
1.HELIOS
2.SELÊNÊ

TELOS – Facebook

Issuna – Ez dugu aske izateko zuen baimenik behar

Gli Issuna vengono dalla piccola cittadina di Ermua nei Paesi Baschi e fanno un’ottima ed esplosiva miscela di grindcore, crust e hardcore, il tutto cantato ovviamente in basco.

Gli Issuna vengono dalla piccola cittadina di Ermua nei Paesi Baschi e fanno un’ottima ed esplosiva miscela di grindcore, crust e hardcore, il tutto cantato ovviamente in basco.

Questo disco, uscito nel marzo 2017 e disponibile con la formula name your price sul loro bandcamp, è stato rimesso in circolo un anno dopo da un pool di piccole etichette. Il loro suono è un’aggressione sonora che nasce da molteplici ascolti e trova solide basi nella tradizione del grind core e del crust, e ha anche una fortissima ascendenza hardcore punk. Una delle cose che impressionano di più in questo gruppo è la capacità di partire per veloci e potenti cavalcate allo stesso modo in cui si disimpegna in mid tempo che creano la giusta tensione. Il cantato è spesso un urlato che non arriva mai al growl, rimanendo molto adatto al genere; inoltre i testi in basco non sono un ostacolo, ma se voleste tradurli conoscereste un po’ di più una delle lingue più misteriose ed affascinanti del mondo. Questa è la seconda prova su lunga distanza per gli Issuna, la precedente si può trovare sempre in download libero sul loro bandcamp, ed è un ulteriore innalzamento del loro livello: sicuramente sono uno dei migliori gruppi europei del genere, grazie alla loro intensità, alla loro potenza e al sapere andare oltre gli steccati, unendo musica e ribellione, sia interiore che esteriore. L’impasto sonoro che propongono è molto particolare e del tutto originale, e questo è uno dei più grossi complimenti che si possano rivolgere ad un gruppo, perché gli Issuna sono pienamente riconoscibili al primo ascolto. Un gran bel disco, aggressivo e suonato con cuore e passione.

Tracklist
1.Saminaren gidariak
2.Dena egiteke
3.Pasioa
4.Entsalada egunak
5.Sofistak I
6.Amaieraren hasiera
7.Julio Kageta
8.Pudorea
9.Nahiz eta heriotza
10.Ez duzulako irtenbiderik izango
11.HC Bizirik

ISSUNA – Facebook

Coilguns – Millennials

Millennials è un lavoro che offre spigoli appuntiti ad ogni angolo e lascia una sensazione di epocale, come se avesse cambiato qualcosa, almeno dentro a chi lo ascolta.

Dall’hardcore non nascono fiori ma bombe a mano lanciate fra la gente, attacchi sonori che lasciano impietriti, la cosa deve far male e il sangue deve scorrere, ma al contempo deve anche far pensare.

Questo debutto dei Coilguns, scritto e inciso nel 2016, che ha poi avuto varie vicissitudini, è un disco di hardcore della nuova razza, una nuova concezione di come esportare la rabbia, nuove strutture sonore per esprimere la provincia ed il suo disagio. Millennials nasce in zona Converge e hardcore mutato, e questa è solo la genesi, perché poi i Coilguns diventano qualcosa di totalmente autonomo e scalciante. La proposta musicale è un hardcore con chitarre che sono come rasoi affilati, una sezione ritmica epilettica e mille soluzioni sonore diverse. Questo esordio è un’aggressione sonora contundente, ci sono finali di canzoni che diventano canzoni stesse, il tema muore e poi cambia per tornare ancora con più rabbia e cattiveria. Lascia davvero stupefatti questo disco, suonato in milioni di note che diventano particelle atomiche che si insinuano sottopelle. Millennials è stato suonato dal vivo e si sente, ha una forza tremenda, e ha anche degli elementi da jam, nel senso che il gruppo svizzero produce un groove che può nascere solo in saletta, quando ognuno aggiunge qualcosa. Inoltre si può anche affermare che questo dei Coilguns sia hardcore psichedelico, perché si sviluppa in sinuose volute di fumo che arrivano fino al cielo, portando rabbia e disprezzo. I Coilguns raccontano storie che possono essere comuni a tutti nelle nostre vite infernali, e questo sentimento è stato ben scandagliato e definito da Jane Doe dei Converge, ma qui a distanza di anni non si vede ancora il fondo, e la provincia è la prima forma di morte, ben più sincera che la città. Dischi come questo però sono talmente profondi e di una tale portata che riescono a proporre una fuga, almeno in queste splendide terribili note. Millennials è un lavoro che offre spigoli appuntiti ad ogni angolo, e lascia una sensazione di epocale, come se avesse cambiato qualcosa, almeno dentro a chi lo ascolta. L’intensità di questo disco, la sua rabbia, la sua speranza perduta è un immenso vaffanculo a chi ancora nutre speranza, mentre si contorce a terra tentando di non far uscire le proprie budella, perché non si può morire ma lavorare e contribuire al fulgido futuro che ci aspetta. Il disco è disponibile in download libero sul bandcamp del gruppo.

Tracklist
1.Anchorite
2.Deletionism
3.Millennials
4.Spectrogram
5.Music Circus Clown Care
6.Ménière’s
7.Wind Machines For Company
8.Self Employment Scheme
9.Blackboxing
10.The Screening

Line-up
Louis Jucker– vocals, noises, guitar
Jona Nido – guitar
Luc Hess – drums
Donatien Thiévent – synth, backing vocals, percussions

COILGUNS – Facebook

Nofu – Interruzione

I Nofu con i loro magnifici testi e l’hardcore punk vecchia scuola sono una bellezza da sentire e da vivere, perché potrebbero darvi il codice sorgente per hackerare la nostra vita.

I Nofu sono uno uno dei migliori gruppi hardcore punk con tocchi metal italiani di sempre.

Interruzione è il loro disco più recente del 2017, uscito in free download e in forma fisica sempre attraverso il contributo di diverse etichette, con il metodo della cospirazione do it yourself, che è un vaffanculo al capitalismo musicale, essendo una produzione dal basso. I Nofu con i loro magnifici testi e l’hardcore punk vecchia scuola sono una bellezza da sentire e da vivere, perché potrebbero darvi il codice sorgente per hackerare la nostra vita. Il loro suono deve molto ai Negazione, da quel maledetto giorno quando li ascolto o li nomino il pensiero va sempre a Marco Mathieu in coma da mesi, e a quella fantastica scuola italiana, anche se qui c’è un prepotente tocco di hardcore americano. I Nofu riescono a fondere molto bene testi forti e musica veloce, ed è uno dei modi più validi di fare politica, ovvero quella cosa che cambia la vita in meglio, o che dovrebbe farlo. Ascoltando il gruppo romano si entra in un mondo senza filtri e soprattutto liberato dal leviatano capitalista, analizzando le nostre vite e i nostri rapporti con gli altri, non dando risposte ma scatenando dubbi. Un testo come Interruzione Pt. 2, la traccia che chiude il disco, è un qualcosa di pazzesco e di molto indicativo su cosa sia diventata la musica alternativa, perché i Nofu non sono la vetrina, ma il sasso che la spacca. Inoltre i Nofu possiedono una tecnica invidiabile e molto forte, che non va nella direzione dell’onanismo musicale, ma che è sempre al servizio della musica. Un disco forte e che ti entra dentro, come facevano e come faranno sempre i dischi suonati con il cuore e per la tua gente.

Tracklist
1.L’odio e le risa
2.Noi
3.Cenere
4.Disposto soggetto
5.Interruzione
6.Fragile Incompiutezza
7.Instabile (feat Giovanni Confusione/Flic dans la tete)
8.Spettri
9.In proprio
10.Interruzione pt.2

NOFU – Facebook

Tenebra Arcana – Luna ep

Come debutto quello dei Tenebra Arcana è uno dei più impressionanti e belli degli ultimi anni, e dentro ha tante cose che gli amanti del metallo più nero apprezzeranno.

Primo lavoro in download libero degli italiani Tenebra Arcana, che escono con il loro ep Luna.

Nato nel 2018 tra Milano e Lodi, il gruppo debutta con il proprio black metal classico e con elementi sinfonici, ma fatto soprattutto di rabbia e velocità, che sono le componenti essenziali di questo suono. La voce che canta prevalentemente in chiaro, ma non disdegna qualche passaggio in growl, mette in evidenza i testi che sono da seguire con attenzione. L’impatto è notevole, e fin dal primo pezzo prende corpo un massacro senza requie, con momenti di notevole coinvolgimento dell’ascoltatore. Pur essendo un gruppo esordiente i Tenebra Arcana hanno le idee molto chiari, sono devoti al nero metallo e possiedono una notevole cultura musicale che si riverbera nella loro musica. Quest’ultima è sul black metal sinfonico classico, ma in alcune cavalcate sonore il gioco delle due chitarre evidenzia un avvicinamento più moderno al genere, ed il tutto si fonde con tenebrosa armonia. La lunghezza non eccessiva dell’ep ci fa apprezzare le ariose composizioni che sono tutte sopra i quattro minuti e mezzo, a parte la prima e l’ultima canzone. Come debutto quello dei Tenebra Arcana è uno dei più impressionanti e belli degli ultimi anni, e dentro ha tante cose che gli amanti del metallo più nero apprezzeranno. Extra Black Metal nulla salus.

Tracklist
1.Darkness fall
2.The fall
3.Tenebra Arcana
4.Luna
5.Ecate mater nocte

Line-up
Gemy – voice & keyboards
Goro – voice & guitar
Gabriel – guitar
Teone – bass
Darkror – drums

TENEBRA ARCANA – Facebook

Autori Vari – Sludge Doom And Hard Noise

Sludge Doom and Hard Noise è un riassunto delle produzioni e coproduzioni di Taxi Driver Records, il tutto concepito e guidato dall’amore per la musica, ed è inoltre uno sguardo esaustivo sulla bellezza di un certo underground italiano.

Un bellissimo sampler gratuito con il passato, il presente ed il futuro del mondo Taxi Driver, che non è solo un’etichetta discografica, ma un modo di fare e di vivere la musica.

Chiuso qualche anno fa il negozio sito nel centro storico di Genova, che era diventato il punto di riferimento per appassionati e non solo, il duo Sara e Maso ha sempre continuato a vendere on line e soprattutto non ha smesso di essere un’etichetta sempre votata al rumore e sensibile alla scena locale; inoltre Taxi Driver è anche webzine con Tomorrow Hit Today.
Questa super raccolta, in download gratuito sul loro bandcamp raccoglie moltissimi nomi, alcuni li potreste già conoscere, altri li sentirete qui per la prima volta e sarà un gran piacere. Incredibile la varietà e la qualità, troviamo molte declinazioni di generi e sottogeneri, dallo stoner allo sludge, all’elettronica alla psichedelia pesante, in un turbinio di colori e suoni. La raccolta vi regalerà grandi gioie, ci sono nomi della scena genovese come i sempre immensi CRTVTR, gli Ut e i Bells Of Ramon qui con un magnifico inedito che precede l’uscita del loro prossimo disco, e si sente che il gruppo è maturato tantissimo e potrebbe essere una delle migliori cose hard rock che Genova abbia mai concepito. Anche i Desert Rider ci regalano un assaggio di ciò che sarà il loro futuro. La raccolta dà l’idea della portata del lavoro che Taxi Driver ha portato avanti in questi anni, per non parlare di Genova Urla e degli altri concerti organizzati negli anni. Sludge Doom and Hard Noise è un riassunto delle produzioni e coproduzioni di Taxi Driver Records , il tutto concepito e guidato dall’amore per la musica, ed è inoltre uno sguardo esaustivo sulla bellezza di un certo underground italiano. La qualità è molto alta e vi verrà voglia di comprare e supportare, o anche solo di andare a vedere i concerti, perché underground vuol dire anche militanza e tutti abbiamo un compito.
Il rumore continua.

Tracklist
1.PETROLIO – Eating Lights Slowly
2.CAMBRIAN – Hooded Mantanaut
3.BELLS OF RAMON – Long Way To Loose
4.HUMULUS – The Great Hunt
5.DESERT RIDER – Pilgrim Of Chaos
6.UT – Panda Love
7.MOCK THE MANKIND – A Great Depression
8.HIBAGON – Orogenesis
9.NUDIST – Bloody Waters
10.CRTVTR – Sol Guerrilla
11.IDLEGOD – Idlegod
12.LLEROY – Primate
13.ORION – Lucid Dreams
14.THE LAND OF THE SNOW – States Of Longing
15.SONIC WOLVES – Wolfwitch
16.ROSARIO – To Peak And Pine

TAXI DRIVER RECORDS – Facebook

Dopethrone – Transcanadian Anger

Un trionfo in download gratuito di stoner sludge marcio e di inni alla droga e alla violenza, insomma un bellissimo inferno.

Un trionfo in download gratuito di stoner sludge marcio e di inni alla droga e alla violenza, insomma un bellissimo inferno.

Tornano i canadesi Dopethrone, un gruppo che ha sempre regalato gioie a chi ama un certo suono vizioso, che di solito si accompagna a vite altrettanto viziose. Abusi sonori e abusi di sostanze sono sempre andati a braccetto, ma raramente se ne parla con l’ironia che hanno i Dopethrone, come si può vedere anche nel bellissimo video di Killdozer, rilasciato prima del disco contribuendo ad alzarne di molto l’attesa. Transcanadian Anger è musicalmente un disco dei Dopethrone al cento per cento, i nostri sono in formissima e migliorano quanto ci hanno sempre proposto. Il suono è sempre distorto con le chitarre che grattano, la voce è quella di un tossico al suo ultimo delirio, a metà tra growl e raschio, la batteria ed il basso incidono la nostra pelle con suoni inauditi. Una delle maggiori peculiarità della band canadese è quella di riuscire a costruire un groove mostruoso portando l’ascoltatore al centro di una palude che non lascia scampo. Ascoltando appunto Killdozer, che fa parte della loro scuderia di pezzi veloci, non si può non venire catturati da questo incessante giro di chitarre basso e batterie, che si muove senza mai fermarsi. Inoltre i Dopethrone hanno un timbro musicale molto personale e ben riconoscibile anche all’interno di un genere che comprende un numero elevato di band. Questo ultimo disco, distribuito in download libero, ma anche disponibile in formato fisico su cd e vinile della Totem Cat Records, non sposta di una virgola un discorso musicale intrapreso da anni e portato avanti con grande coerenza, ma lo migliora e lo porta ad un livello ulteriore. Nel bandcamp del gruppo potrete trovare tutti i dischi in download gratuito, e questa è una scelta importante per una realtà della portata dei Dopethrone, perché hanno capito l’evolversi dell’industria musicale mettendo la musica al centro, e guadagnando grazie a chi va ai loro grandi concerti, con una proposta sempre  di ottima qualità. Un disco marcio, pesante e divertente come sanno fare solo questi canadesi.

1. Planet Meth
2. Wrong Sabbath
3. Killdozer
4. Scuzzgasm
5. Tweak Jabber
6. Snort Dagger
7. Kingbilly Kush
8. Miserabilist

Line-up
Drums : Shawn
Guit -Vox : Vince
Bass : Vyk

DOPETHRONE – Facebook

Silver Linings – Our Bright Future Ahead

Il sound dei Silver Linings pesca dalla tradizione prog metal ma sa essere allo stesso modo abbastanza originale per non perdersi nel vasto mondo dei cloni: a questo punto aspettiamo la prova sulla lunga distanza, per la quale i ragazzi sembrano essere pronti.

I Silver Linings sono un quintetto proveniente da Rimini e Our Bright Future Ahead è il loro secondo lavoro, un ep di cinque brani che potete scaricare gratuitamente dalla pagina bandcamp della band, che arriva dopo l’ep Stone Eyes Look Again Seaward del 2014.

Il sound dei Silver Linings è un metal progressivo nel quale sono evidenti le influenze dei Dream Theater, in un contesto a suo modo originale, che ingloba elementi dal rock progressivo settantiano ed elettronica.
Ed è proprio la parte moderna del sound che risulta il pezzo forte della musica composta per Our Bright Future Ahead, elemento che come una tempesta magnetica di origine sconosciuta risulta disturbante all’interno di brani molto interessanti, lasciando sempre una via aperta alla sperimentazione ed alla sorpresa compositiva.
Static Breathing apre l’album con i suoi tre minuti abbondanti di piacevole musica strumentale, ma è da Confessions Of an Earthling in poi che l’anima moderna dei Silver Linings comincia a fare il bello e cattivo tempo in un sound che non dimentica la sua natura progressiva mostrando  ritmiche intricate ma non cervellotiche, mentre il cantato ricorda non poco quello del buon James La Brie.
Intro elettronica ma grinta da vendere nella graffiante The Experiment, mentre la title track si avvicina al metal prog classico per poi sfumare nelle atmosfere sci-fi della conclusiva ….Or Not!?.
Il sound dei Silver Linings pesca dalla tradizione prog metal ma sa essere allo stesso modo abbastanza originale per non perdersi nel vasto mondo dei cloni: l’ep si rivela un ottimo lavoro che fa ben sperare per una prossima prova sulla lunga distanza, per la quale i ragazzi sembrano essere pronti.

Tracklist
1.Static Breathing
2.Confessions Of An Earthling
3.The Experiment
4.Our Bright Future Ahead
5…..Our Not!?

Line-up
Stefano Minotti – Vocals, Synth
Ivan Maioli – Guitars
Francesco Minotti – Bass
Beppe “JJ” Gravina – Drums
Ugo Gorini – Keyboards

SILVER LININGS – Facebook

JOHN MALKOVITCH! – The Irresistible New Cult of Selenium

Un ottimo post rock ambient di provincia, sembrerebbe facile ma non lo è affatto.

Gruppo di musica post rock e ambient di larghissimo respiro da Pontecane, frazione del comune umbro di Fratta Todino in provincia di Perugia, conferma vivente che la provincia è molto più creativa della città.

Questo è il loro disco di debutto, quattro tracce che arrivano direttamente dalle loro lunghe jam, e si sente chiaramente che questi ragazzi sono per davvero amanti della musica. La loro è un post rock ambient molto cinematografico, con tanti riverberi e una calma imperante che assume significati diversi a seconda della necessità e dell’umore compositivo. Si viaggia bene in questo disco, per chi ama un certo tipo di musica, totalmente alieno sia dal termine commerciale che da quello alternativo. La musica dei John Malkovitch! è un luogo mentale, un posto non tanto di comfort quanto di vita dei pensieri, qui nascono forme, si vedono luci e si sta bene. Questa musica aiuta il pensiero, è cerebralmente feconda e molto piacevole, invita alla calma e alla riflessione. La produzione è buona e mette in risalto le doti del gruppo; nei meandri delle loro canzoni ci si perde davvero, ed è bello condividere in questa maniera movimenti musicali da saletta. I pontecanesi non si inventano nulla, ma quello che suonano lo fanno bene e lasciano un buon sapore nelle nostre orecchie. Un ottimo post rock ambient di provincia, sembrerebbe facile ma non lo è affatto.

Tracklist
1.Darker Underneath The Surface
2.Twice In A Moment, Once In A Lifetime
3.Zenit
4.Nadir

JOHN MALKOVITCH! – Facebook

AA.VV. – Prigionieri 1988/2018

In download e streaming gratuito sui canali del Ghigo Renzulli Fan Collaborative, questa sorta di compilation celebrativa, oltre ad essere un tributo alla storica band è un modo riuscito ed originale per tornare a respirare le atmosfere di uno dei lavori più rappresentativi del rock italiano, consigliato non solo ai fans dei Litfiba, ma soprattutto ai giovani ascoltatori che del gruppo ignorano le produzioni ottantiane.

Sono passati trent’anni da Litfiba 3 e il Ghigo Renzulli Fan Collaborative, come già per Desaparecido (30 Desaparecido) ed il capolavoro 17Re (trent’anni di 17Re), dedica una compilation tributo al terzo album della trilogia del potere che i Litfiba scrissero tra 1l 1985 ed il 1988, anno di uscita del bellissimo ed ultimo capitolo.

Con la formazione storica ancora intatta (oltre a Ghigo Renzulli e Piero Pelù, Antonio Aiazzi alle tastiere, Gianni Maroccolo al basso e Ringo De Palma alle pelli) ma con la strada musicale del gruppo che sta per arrivare al crocicchio dove lascerà le ombrose atmosfere dark/wave degli esordi per un approccio molto più rock e commerciale, Litfiba3 risulta un album vario che alterna rock graffiante a bellissime e liquide composizioni legate alla new wave, ancora nelle corde dei fans del rock anni ottanta, ma da li a pochi anni scavalcata dalle sonorità del decennio successivo a cui anche i nostri si dedicheranno.
Prigionieri (che in origine doveva essere il titolo dell’album, poi accantonato per Litfiba3) è prodotto da Davide Forgetta con la collaborazione di Roberto Bruno in qualità di direttore artistico, vede al mastering il prezioso lavoro di Fabrizio Simoncioni e l’artwork realizzato da Claudio Serra, co-fondatore del Ghigo Renzulli Fan Collaborative.
Un album molto esplicito e dai temi socio/politici importanti come Litfiba 3 viene reinterpretato dagli artisti che si danno il cambio sui brani che hanno fatto la storia del rock italiano con ottima personalità, quindi non ci si devono aspettare mere cover copia incolla, ma una matura rivisitazione che soggioga a proprio piacimento il sound di cui si componeva l’opera.
L’opener Santiago, affidata ai Capitolo 21 perde le sfumature da “barricate” per un’attitudine più elettronica, mentre i Junkie Dildoz imprimono una notevole carica metal al rock’n’roll di Amigo.
La splendida Lousiana è valorizzata dall’interpretazione di Daniele Tarchiani in una rivisitazione che tanto sa di U2, mentre Ci Sei Solo Tu è lasciata agli Estetica Noir.
Altro brano clou di Litifba 3 (la “parigina” Paname) trova nuova vita nelle note elettro/dance dei Lip’s Aroma e i Røsenkreütz se la vedono con l’atmosfera intimista e dark di Cuore Di Vetro, mentre la diretta Tex, in mano ai Cani Bagnati, rimane un pugno rock in pieno volto.
Peste degli Elysa Jeph, in versione trip rock, lascia agli ultimi due brani (Corri, cantata da Alteria, e Bambino nella versione dei MnemoS) il compito di chiudere questa nuova versione dell’album che all’epoca chiuse definitivamente la prima fase della carriera del Litfiba i quali, da li a poco erano destinati a diventare il gruppo rock italiano più famoso del decennio successivo.
In download e streaming gratuito sui canali del Ghigo Renzulli Fan Collaborative, questa sorta di compilation celebrativa, oltre ad essere un tributo alla storica band è un modo riuscito ed originale per tornare a respirare le atmosfere di uno dei lavori più rappresentativi del rock italiano, consigliato non solo ai fans dei Litfiba, ma soprattutto ai giovani ascoltatori che del gruppo ignorano le produzioni ottantiane.

Tracklist
1.Santiago – Capitolo 21
2.Amigo – Junkie Dildoz
3.Louisiana – Daniele Tarchiani
4.Ci Sei Solo Tu – Estetica Noir
5. Paname – Lip’s Aroma
6. Cuore Di Vetro – Røsenkreütz
7. Tex – Cani Bagnati
8. Peste – Elyza Jepth
9. Corri – Alteria
10. Bambino – MnemoS

GHIGO RENZULLI FAN COLLABORATIVE – Facebook

 

Khoy – Negativism

E’ davvero affascinante ascoltare un suono come questo, veloce ed espressivo, senza essere per nulla autoreferenziale, per un ep è davvero buono.

Ep di esordio in downlaod libero per i piemontesi Khoy, all’insegna dell’hardcore più moderno, veloce, caotico e tecnico.

Questo gruppo possiede una notevole potenza, usa lo strumento hardcore in molte delle sue accezioni, riuscendo a plasmare sempre la materia per produrre ottime canzoni. All’interno del loro suono si possono ritrovare molte influenze, dall’hardcore in quota Converge, a qualcosa di screamo passando per momenti emo molto intensi. Inoltre alcune canzoni richiamano molto la struttura delle canzoni mathcore, con un andamento frastagliato, con diversi cambi di ritmo, tenendo sempre alta l’attenzione dell’ascoltatore. Ci sono anche momenti più dilatati, ma sempre all’insegna del rumore e della potenza. Un ep che stupisce per varietà e suono complessivo, perché c’è un sentimento che impera dentro il disco, ed è una cosa grande. Grazie alla giovane età di questi ragazzi il suono è maggiormente rivolto verso la modernità piuttosto che verso la classicità dell’hardcore, ma è presente anche quella.E’ davvero affascinante ascoltare un suono come questo, veloce ed espressivo, senza essere per nulla autoreferenziale, per un ep è davvero buono. Il disco è frutto di una cospirazione diy, e lo potete trovare sia in forma fisica che in download libero; compratelo o scaricatelo, soprattutto ascoltatelo perché è un disco divertente e dal grande cuore.

Tracklist
1.My Love For You Is Like A Truck Berserker
2.Tapeworm
3.Misleading Existence For Fancy Thinkers
4.Whorehouse
5.That One Time I Got Drunk Before 2 p.m.

Line-up
Saibbo: Guitar
Gio: Drums
Alex (Turboburrasca): Bass/Vocals
Simo: Guitar/Vocals

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Fish Taco – Il Suono Dei Campi

I Fish Taco traggono ispirazione dal grunge e dal rock alternativo anni novanta, eruttando in una maniera del tutto inaspettata, anche grazie a testi che si possono definire sconvolgenti per sincerità e potenza.

Ci sono momenti nei quali, pur ascoltando molta musica la maggior parte della quale senza molto gusto, ci si trova a pensare a quale disco, a quale commistione di suoni farebbe piacere dedicare uno o più ascolti.

Missione non semplice, perché raramente arriva il colpo di fulmine, oppure l’innamoramento dopo un lungo corteggiamento. E invece, quando meno te lo aspetti arriva nelle tue orecchie un disco gigantesco, un insieme di opera parole e musiche che ti danno una scossa. I fautori di tutto ciò sono i Fish Taco da Ardea, e il disco si chiama Il Suono dei Campi. Il disco suona benissimo, con la prepotenza ed i sentimenti del rock, una fortissima ossatura grunge e molti sconfinamenti nello stoner. La produzione fa risaltare un rock distorto che nasce da un impasto sonoro molto bene congegnato, che è davvero personale. I Fish Taco traggono ispirazione dal grunge e dal rock alternativo anni novanta, eruttando fuori in una maniera del tutto inaspettata, anche grazie a testi che si possono definire sconvolgenti per sincerità e potenza. Ci sono dei passaggi sull’immigrazione, che viene vista da noi solo come tale, ovvero come entrata nel nostro paese, e mai come uscita degli individui dal loro habitat e dai loro affetti. I testi ci portano a ragionare, sono amari e spronano a vivere come pochi altri gruppi. In Italia è difficile avere un gruppo come i Fish Taco, sia per la loro bravura musicale, sia per la loro brutale sincerità, perché chi racconta la verità in maniera cruda dura poco in Italia, la patria del meglio non vedere o sentire. Qui entra in gioco l’ascoltatore, che ascoltando e valorizzando questo disco ha innanzitutto la possibilità di godere di un disco notevolissimo, ed inoltre può effettuare una precisa scelta di campo, schierandosi dalla parte di chi si guarda dentro e fuori anche se ciò fa male.
Un album che in un’altra galassia sarebbe un disco epocale, o anche in un mondo normale.
Attenzione, questo disco vi guarda dentro, e non vi lascia come eravate prima d’averlo sentito.

Tracklist
1.Lampedusa
2.Ardea
3.Zero gradi
4.Confine
5.Magnete
6.L’aratro
7.Lorenzo
8.Polyphemus
9.La prospettiva di chi perde
10.1992

Line-up
Salvatore Tortora
Matteo Gherardi
Daniele Picchi
Umberto Andreacchio
John Mezza

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Totenwagen – Notte Di Guai

Tutto è originale e molto molto partenopeo: Napoli è una città ricca e dalle tantissime contraddizioni, perché è piena di vita, e la vita porta conflitto, come questo disco meravigliosamente unico.

Gli Squallor del metal, ma nemmeno del metal, sono proprio una cosa mai vista questi napoletani.

Squallor per l’attitudine assolutamente senza compromessi e libera. Come ebbe a dire la mai abbastanza famosa Susanna Messaggio, questi ragazzi sono così metal che lo fanno senza chitarre, ed è proprio vero, non hanno le chitarre. Cantano in tedesco ed in napoletano e ci portano nel loro potentissimo circo musicale e non solo. Detta così sembrerebbe un’operazione un po’ vaga, ma bisogna davvero sentire il disco per capire, tanto più che i Totenwagen lo regalano in download libero. C’è di tutto qui dentro, come una folle corsa in una notte di guai per i vicoli partenopei, ma soprattutto troviamo la musica vera, quella sentita e senza pose. Attraversando Notte di Guai si passa per tantissimi territori, davvero troppi da elencare, ma è la sintesi dei Totenwagen quella che conta. Notte di Guai potrebbe essere una storia gothic punk metal, dove il lo fi incontra la qualità intellettuale, e seguite molto bene i testi perché sono interessanti. Strane chitarre, batteria che pulsa, un basso che indica la via, organo che entra sempre benissimo ed un cantato collettivo che sale al cielo come un sol uomo. Notte di Guai è davvero un’esperienza unica sia da sentire che da vivere tout court. Tutto il disco è bellissimo, ma ci sono momenti di pura genialità come Spit And Run per dirne una, un veloce rock italiano anni 80. Ma qui tutto è originale ed unico, e molto molto partenopeo, perché Napoli è una città ricca e dalle tantissime contraddizioni, perché è piena di vita, e la vita porta conflitto, come questo disco meravigliosamente unico. Per me uno dei dischi più belli dei primi mesi del 2018.

Tracklist
1.Bestialische Friedenlust
2.Nocturno punk
3.Quando cala la notte… Allor’ si te ne fotte
4.Spit and run
5.Beschmutzer
6.Nduvosck
7.Notte di guai
8.Audacess
9.Funerale all’ italiana

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