First Signal – Line Of Fire

Line Of Fire è una raccolta di canzoni dove rocciose parti hard rock, si alleano con linee melodiche di rara bellezza, raffinate ed eleganti, sapientemente ruvide ma, allo stesso tempo ruffiane tanto basta per spaccare cuori tra i rockers dai gusti melodici.

Il mondo dell’hard rock melodico è uno scrigno colmo di perle musicali come questo bellissimo lavoro intitolato Line Of Fire, il terzo per la band guidata dal cantante degli Harem Scarem Harry Hess e dal produttore Dennis Ward (Pink Cream ’69, Sunstorm, Place Vendome, tra gli altri).

Dopo i due lavori precedenti (First Signal e One Step Over The Line) e raggiunti dal batterista e produttore Daniel Flores (Mind’s Eye, 7 Days e X Savior), i First Signal tramite la nostrana Frontiers dà vita ad un altro splendido esempio di hard rock melodico di gran classe, scritto da un manipolo di autori fuori categoria come Stan Meissner, Bruce Turgon, Nigel Bailey e Carl Dixon, tra gli altri e valorizzato dal talento melodico del cantante, uno dei migliori singer che l’AOR odierno possa vantare.
Line Of Fire è una raccolta di canzoni dove rocciose parti hard rock, si alleano con linee melodiche di rara bellezza, raffinate ed eleganti, sapientemente ruvide ma, allo stesso tempo ruffiane tanto basta per spaccare cuori tra i rockers dai gusti melodici.
L’album alterna irresistibili brani dove graffianti riff hard rock irrobustiscono e alzano la temperatura di hard rock song a stelle e strisce come l’opener Born To Be A Rebel e A Millions Miles, a classiche ed eleganti melodic song dove Hess da prova di una forma smagliante.
La band segue il singer con una prova senza sbavature e le varie Walk Through The Fire e Never Look Back ribadiscono il valore di questa raccolta di brani che porta i First Signal tra le realtà più quotate dell’hard rock melodico internazionale.

Tracklist
01. Born To Be A Rebel
02. A Million Miles
03. Last Of My Broken Heart
04. Tonigh We Are The Only
05. Walk Through The Fire
06. Never Look Back
07. Line Of Fire
08. Here With You
09. Need You Now
10. Falling
11. End Of The World

Line-up
Harry Hess – Vocals
Michael Palace – Guitars
Johann Niemann – Bass
Daniel Flores – Drums, Keyboards

https://www.facebook.com/firstsignalband/

Wheels Of Fire – Begin Again

Musica che fa bene al cuore, quella del quintetto di rockers nostrani, che confezionano un piccolo gioiello melodico, tra aor e arena rock da spellarsi le mani in sinceri applausi.

Ennesimo album imperdibile per tutti gli amanti dell’hard rock melodico licenziato dalla Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group, punto di riferimento importante per queste sonorità e non solo nel nostro paese.

Una scena che sta regalando grosse soddisfazioni quella tricolore, oggi sugli scudi grazie a questo splendido lavoro, il terzo per gli Wheels of Fire, a sette anni di distanza dal precedente Up For Anything e nove dal clamoroso debutto intitolato Hollywood Rocks.
Musica che fa bene al cuore, quella del quintetto di rockers nostrani, che confezionano (grazie anche ai molti ospiti di spessore) un piccolo gioiello melodico, tra aor e arena rock da spellarsi le mani in sinceri applausi.
Mixato e masterizzato da Roberto Priori (Danger Zone, Raintimes, I.F.O.R., Alchemy), con la collaborazione in fase di scrittura di due talenti del rock melodico made in Italy come Pierpaolo “Zorro” Monti (Raintimes, Shining Line, Charming Grace) e Gianluca Firmo (Room Experience, Firmo), Begin Again vede all’opera una manciata di ospiti come Gianluca Ferro, Ivan Ciccarelli, Susanna Pellegrini, Marcello Spera e Matteo Liberati a dare il loro contributo ad una scaletta di brani bellissimi, ultra melodici, graffianti e dall’appeal clamoroso.
Il via alle danze è qualcosa di imperdibile, con l’opener Scratch That Bitch e l’irresistibile Lift Me Up a darci il benvenuto tra note che ricordano le highway statunitensi e le arene rock dove negli anni ottanta facevano il bello ed il cattivo tempo Bon Jovi, Danger Danger e Firehouse, con un tocco di Whitesnake patinati, specialmente in quei passaggi in cui la chitarra di Stefano Zeni sprizza energia rock.
Suonato e cantato splendidamente (Davide “Dave Rox” Barbieri al microfono è garanzia di grani melodie vocali), con una Done For The Day che avrei visto bene nella colonna sonora di Rock Of Ages, l’album esplode in un arcobaleno di note melodiche grazie alle tastiere di Federico De Biase, a donare sfumature da arena rock o emozionare con delicate note (For You).
Una sezione ritmica precisa come un orologio svizzero (Marcello Suzzani al Basso e Fabrizio Uccellini alla batteria) ed una track list inattaccabile completano un lavoro che non sarà facile da superare nella scalata ad album dell’anno per quanto riguarda queste sonorità, a conferma del valore assoluto della scena melodica tricolore.

Tracklist
1. Scratch That Bitch
2. Lift Me Up
3. Tonight Belongs To You
4. Done For The Day
5. For You
6. Keep Me Close
7. Heart Of Stone
8. You’ll Never Be Lonely Again
9. Another Step In The Dark
10. Call My Name
11. Can’t Stand It
12. Wheels Of Fire (European Bonus Track)

Line-up
Davide “Dave Rox” Barbieri – Vocals
Stefano Zeni – Guitars
Federico De Biase – Keyboards
Marcello Suzzani – Bass
Fabrizio Uccellini – Drums

Special guests:
Gianluca Ferro – Guitar Solo
Ivan Ciccarelli – Percussion
Susanna Pellegrini – Backing Vocals
Maryan – Backing Vocals
Marcello Spera – Backing Vocals
Matteo Liberati – Backing Vocals

WHEELS OF FIRE – Facebook

Lazy Bonez – Kiss Of The Night

Kiss Of The Night è composto da undici brani più due bonus track di heavy metal scandinavo melodico, a tratti graffiante e tagliente, e dalle trame tastieristiche dall’appeal irresistibile.

Arrivano al terzo lavoro i metal rockers finlandesi Lazy Bones, nati nel 2012 da una costola dei Tarot, band famosa per la presenza di Marco Hietala, bassista e cantante dei Nightwish.

Dopo il primo album di rodaggiom intitolato semplicemente Vol.1, uscito nel 2013, ed il seguente Alive licenziato due anni dopo, arriva sul mercato questo ottimo Kiss Of The Night, composto da undici brani più due bonus track di heavy metal scandinavo melodico, a tratti graffiante e tagliente, e dalle trame tastieristiche dall’appeal irresistibile.
I gruppi scandinavi che suonano hard & heavy hanno un talento per le melodie fuori dal comune e questa verità viene confermata da questa raccolta di brani, che non lascia prigionieri sul campo, ma risulta micidiale tra brani heavy ed altri in cui l’anima aor esce in tutta la sua splendente luce, ricamando tracce ispirate come la title track, la spumeggiante Slaves Of The Dark e le splendide War Of The Roses e Fire.
I Brother Firetribe sono il gruppo al quale più si avvicinano con il loro questi sette cavalieri finnici del rock melodico, quindi, se siete amanti delle melodie di scuola scandinava Kiss Of The Night risulta un lavoro imperdibile.

Tracklist
1.Everlasting
2.Run
3.Kiss of the Night (feat. Antti Railio)
4.Calling the Wild
5.Slaves of the Dark
6.Tears of Gold
7.War of the Roses
8.Fire
9.Smile
10.Psych Ward (Under the New Management)
11.Forever Young
12.Poseidon
13.Follow Me

Line-up
Tommi Salmela – vocals
Markku Mähöne – Guitar & backing vocals
Mikko Niiranen – Guitar & backing vocals
Jaakko Kauppinen – bass & backing vocals
Topi Kosonen – drums
Heikki Polvinen – synth
Janne Tolsa – synth

https://www.facebook.com/LazyBonezOfficial/

Ten – Illuminati

Ennesima fatica ed ennesima perla di luce musicale da parte dell’eterno gruppo inglese, ormai sulle scene da oltre vent’anni.

Tra CD, live, mini e raccolte, questo grandissimo gruppo di Manchester – attivo ormai dal 1996, ha annoverato tra le sue fila anche Don Airey e Mark Zonder, oltre al chitarrista e co-fondatore Vinnie Burns (Dare, Ultravox, Asia, Bob Catley, Ladder) – è stato e resta in prima linea nell’operazione di rilancio artistico dell’hard rock melodico di alta classe in Inghilterra.

La stupenda voce del singer ed eccellente songwriter Gary Hughes – calda, profonda, emozionante – è tra le più belle di sempre nel Regno Unito. I Ten hanno inciso dischi che sono autentici capolavori e classici moderni nell’ambito dell’hard/AOR, basti ripensare alla divina triade The Robe (1997), Spellbound (1999) e Far Beyond the World (2001, quest’ultimo con il grande Paul Hodgson, degli Hard Rain, alle tastiere). Dal 2012, la band è ritornata a incidere per la nostra Frontiers e ha prodotto altri splendidi lavori – Heresy and Creed (2012), il patriottico Albion (2014), il piratesco Isla De Muerta (2015) e il più dark ed occulto Gothica (2017). A distanza di un solo anno, vede ora la luce questo magnifico Illuminati, un album di hard rock, epico e melodico, con spruzzate di folk celtico e soprattutto progressive, specie in sede di arrangiamenti. Echi fantasy, richiami alla storia del Medioevo britannico, riferimenti alla magia e alla tradizione esoterica anglo-europea la fanno da padrone, anche in questo nuovo capitolo dei Ten, consacrato al tema – tanto affascinante, quanto discusso – degli Illuminati di Baviera, la controversa loggia massonica, sorta a Ingolstadt nel 1776 per mano del libero-muratore Adam Weishaupt (1748-1830), alla quale si è ispirato, non senza inesattezze storiche e interpretazioni arbitrarie, Dan Brown, nel suo celebre Angeli e demoni. Quest’opera dei Ten è quindi un semi-concept, sfarzoso e barocco, magniloquente e pomposo. Gli oltre otto minuti della iniziale Be As You Are Forever sono una sorta di mini-suite, dalla costruzione superbamente sinfonica. The Esoteric Ocean mette grandiosamente in musica non pochi elementi delle scienze occulte e dell’iniziatismo ermetico-alchemico. Altri temi affrontati vengono desunti, con intelligenza erudita, cultura e preparazione, dalla Bibbia (Jericho ed Exile), dall’epica guerriera scozzese (la conclusiva ed enfatica Of Battles Lost and Won), dal Faust di Goethe (Mephistopheles) e dai geroglifici egiziani riscoperti nel 1799 dal capitano dell’esercito di Napoleone Pierre-François Bouchard (Rosetta Stone). Testi criptici ed una grafica imponente fanno il resto, immortalando una volta per tutte il nome dei Ten nell’olimpo dei grandi. Fondamentale a dir poco il contributo del nuovo tastierista dei Ten: Daniel Treece-Birch – leader dei Nth Ascension, la new sensation del neo-prog inglese, capaci di restituirci i fasti di Pallas, Arena e Grey Lady Down – fornisce infatti (tramite synth, tastiere elettroniche e orchestrazioni impeccabili) un contributo assai rilevante se non imprescindibile in sede esecutiva alla riuscita finale di Illuminati.

Track list
1- Be As You Are Forever
2- Shield Wall
3- The Esoteric Ocean
4- Jericho
5- Rosetta Stone
6- Illuminati
7- Heaven and the Holier Than Thou
8- Exile
9- Mephistopheles
10- Of Battles Lost and Won

Line up
Gary Hughes – Vocals / Programming
Dann Rosengana – Guitars
Steve Grocott – Guitars
John Helliwell – Guitars
Steve McKenna – Bass
Daniel Treece-Birch – Keyboards
Max Yates – Drums

TEN – Facebook

Michael Kratz – Live Your Live

Per gli amanti del genere Live Your Live è un lavoro assolutamente imperdibile, manifesto di un vero talento del rock melodico internazionale.

A pochi mesi di distanza dall’uscita del bellissimo Live Your Life, Art Of Melody Music e Burning Minds Music Group tornano a collaborare con il musicista danese Michael Kratz per l’uscita di questo monumentale lavoro intitolato Live Your Live.

Trattasi, per i primi due cd, del concerto tenuto da Kratz nel suo paese e filmato per la tv dal canale Danese DK4, mentre il terzo ripropone la versione rimasterizzata, con l’aggiunta di tre bonus track, del primo album Cross That Line.
La parte dal vivo, supportata da una produzione stellare, risulta un’esperienza uditiva entusiasmante che esalta il rock melodico di livello assoluto suonato da un gruppo affiatato capace di riversare sul pubblico cascate di feeling per quello che ha tutti i crismi dell’evento.
Il concerto si apre con la title track del primo lavoro ed un brano dopo l’altro Kratz ripropone il meglio della sua musica in un contesto davvero speciale, in cui le emozioni si rispecchiano in un sound aor/westcoast di altissimo livello che trova la perfetta alchimia in ogni frangente.
Così è anche la versione rimasterizzata di Cross That Line, primo album di Kratz, che diventa per chi ha apprezzato l’ultimo lavoro, una conferma della bravura del musicista danese e della notevole eleganza del suo raffinato rock che di melodie westcoast si nutre e si rigenera.
Oltre alla title track, lasciatevi rapire dalle splendide Sleeping Mama, Until We’re Together e You And I Are Meant To Be, brani top di questo primo lavoro targato Michael Kratz.
Inutile dirvi che per gli amanti del genere Live Your Live è un lavoro assolutamente imperdibile, manifesto di un vero talento del rock melodico internazionale.

Tracklist
DISC 1 – LIVE YOUR LIVE (Live In Denmark 2017)
01. Cross That Line
02. Holding On Again (Anni)
03. Live Your Life
04. Don’t You Know
05. Until We’re Together
06. Need You To Be Mine
07. Bye Bye
08. Like Father, Like Son
09. Lying
10. Sleeping Mama

DISC 2 – LIVE YOUR LIVE (Live In Denmark 2017)
01. I Don’t Know How
02. This Town Is Lost Without You
03. What Did I.. ? 04. Never Take Us Alive
05. Evil Rumours
06. You And I Are Meant To Be
07. Lonely Soldier
08. We All Live In This Nation
09. Hypnotized

DISC 3 – CROSS THAT LINE (2018 Remastered Edition)
01. Cross That Line
02. I Don’t Know How
03. Need You To Be Mine
04. Sleeping Mama
05. Don’t You Know
06. Untill We’re Together
07. Holding On Again (Anni)
08. Lonely Soldier
09. Hypnotized
10. You And I Are Meant To Be
11. Like Father Like Son
12. Evil Rumours (Bonus track)
13. Dragging Me Outside (feat. Mindfeels – Bonus Track)
14. If This Is Christmas (Bonus Track)

Line-up
LIVE IN DENMARK 2017
Michael Kratz: Vocals, Guitars
Christian Warburg: Guitars, Backing Vocals
Henrik Lynbech: Keyboards, Hammond, Backing Vocals
Claus Nauer Reher-Langberg: Bass, Backing Vocals
Kasper Viinberg: Drums, Backing Vocals
Tony Liotta: Percussion

CROSS THAT LINE (2018 REMASTERED)
Michael Kratz: Lead & Backing Vocals, Guitar
Kasper Viinberg: Drums, Bass, Guitars, Keyboards, Backing Vocals & Programming
Ole Viinberg: Backing Vocals

Special Guests:
Kim Eskesen: Bass
Lasse Baggenæs: Guitar
N.O.: Rhodes, Piano & Keyboards HC
Röder Jessen: Bass & Keyboards
Kasper Langkjær: Drums & Sleighbell
Christian Warburg: Guitar
Anna Röder Jessen: Backing Vocals
Lasse Baggenæs: Slide Guitar
Janus Bechmann: Reversed Dobro
Luca Carlomagno: Guitar
Roberto Barazzotto: Bass
Italo Graziana: Drums & Percussion

MICHAEL KRATZ – Facebook

Vision Quest – Vision Quest

Un buon esempio di rock melodico, impreziosito da parti progressive che seguono la storia, regalando una serie di brani dalle melodie rock di stampo aor ma nei quali non manca l’energia.

Il melodic rock trova l’ennesimo progetto tutto italiano a valorizzare tutti gli aspetti che ne decretarono il successo mondiale negli anni ottanta, i Vision Quest, band nata da diversi anni e composta da Guido Ponzi alla voce, Marco Bartoli alle prese con tastiere e basso ed Emiliano Belletti alla chitarra.

Il loro monicker riprende il titolo di un film uscito nel 1985 ed intitolato appunto Vision Quest e che nella colonna sonora vedeva all’opera, oltre a Madonna, nomi del calibro di Journey, Foreigner, John Waite, Sammy Hagar e Dio.
Aiutati da un buon numero di ospiti, i Vision Quest danno vita ad una rock opera divisa in due parti, The Kingdom e The Journey, che raccontano le vicende di Orion e dell’ancella Avathar.
Licenziato dalla Rockshots, l’album risulta appunto un buon esempio di rock melodico, impreziosito da parti progressive che seguono la storia, regalando una serie di brani dalle melodie rock di stampo aor ma nei quali non mancano energia hard rock ed appunto splendide parti in cui il progressive d’autore valorizza la musica che racconta le vicende dei due protagonisti.
Un’ora di musica che celebra il periodo ottantiano e la parte più melodica delrock con una raccolta di brani che vede nella prima parte le splendide The Sacred Crown e The Immortal svettare sulle altre tracce, mentre nella seconda, dedicata alle vicende che vedono protagonista Avathar, si parte alla grande con l’arena rock di Evil Laughter e continuando l’ascolto ci si imbatte nelle splendide trame melodico progressive di Lost In Time.
Questo ottimo debutto omonimo si rivela quindi un lavoro imperdibile per gli amanti del rock melodico e dei gruppi ai quali inevitabilmente la band si ispira.

Tracklist
PART 1: THE KINGDOM
1.The Quest Begins
2. Medieval Hero
3. The Sacred Crown
4. Valley Of The Lost
5. The Eve Of The Battle
6. Avathar
7. Immortal

PART 2: THE JOURNEY
8.Evil Laughter
9. Eternal Love
10. Master Of Hopes
11. All These Years
12. Lost In Time
Bonus Track: “Dragon Of Tomorrow”, “The Run”

Line-up
Guido Ponzi – lead and backing vocals
Marco Bartoli – keyboards, bass guitars, instruments sequencing
Emiliano Belletti – electric guitars

Guests musicians :
David Putney – speech in The quest begins
Silvia Saccani – vocals and backing vocals in Eternal Love
Mirko Pratissoli – sax solo in Avatar and Lost in Time
Ilaria Cavalca – piano in Avatar and The Eve of the Battle
Stefano Riccò – acoustic guitar in The Eve of the Battle
Luke “Hollywood” Barbieri – metal guitars in Eternal Love, Lost in Time, All these Years
Johnatan Gasparini – guitar lead in Master of Hopes
Alfredo Pergreffi – clean guitar in Eternal Love
Helder Stefanini – drums

VISION QUEST – Facebook

Black Tiger – Black Tiger

Dieci brani che ci spingono a ritroso verso il periodo d’oro del genere, curati in ogni minimo dettaglio e valorizzati da un buon songwriting che alterna buone tracce da arena rock, graffianti esempi di rock duro dalle accentuate melodie e rock melodico d’autore.

L’ottimo stato di salute della scena rock melodica tricolore è confermata anche da questa uscita targata Black Tiger, band ceca volata nel nostro paese per registrare questo omonimo debutto sulla lunga distanza nei Tanzan Music Studio e prodotto da Mario Percudani, chitarrista dei nostrani Hungryheart, uno dei gruppi più importanti per quanto riguarda il genere in Italia.

La band, unica in Repubblica Ceca a rappresentare l’hard rock melodico a certi livelli, risulta attiva dal 2010 e ha pubblicato tre ep, All Over Night (2010), Road To Rock (2013) e l’ultimo Songs From Abyss (2015), prima di tuffarsi nell’avventura che l’ha portata nel nostro paese, dopo aver diviso il palco con House Of Lords, Dan Reed, Pretty Maids, Mike Tramp, Little Caesar, Hungryheart, Michael Schenker in giro per i festival del centro/est Europa.
Una manciata di ospiti importanti come Dan Reed (Dan Reed Network), Mario Percudani e Josh Zighetti (Hungryheart), Giulio Garghentini, Alessandro Moro ed Edoardo Giovanelli, hanno contribuito a rendere Black Tiger una delle uscite più interessanti del periodo per queste sonorità, ancora lontane dal successo degli anni ottanta, ma qualitativamente sopra le righe.
Dieci brani che ci spingono a ritroso verso il periodo d’oro del genere, curati in ogni minimo dettaglio e valorizzati da un buon songwriting che alterna buone tracce da arena rock, graffianti esempi di rock duro dalle accentuate melodie e rock melodico d’autore.
Il gruppo regala dunque quarantacinque minuti di piacevole hard rock a supportare una valanga di melodie, a tratti raffinate ed leganti quanto basta per donare a tracce come l’opener, Don’t Leave Me, la grintosa She’s A Liar, le ariose e graffianti Against The Grain e Reason To Live ed alle due ultra ballad Solitary Man e Silent Cry quell’appeal necessario per far innamorare gli amanti dell’AOR, a cui va l’invito a non perdersi questo buon lavoro targato Black Tiger.

Tracklist
1. DON’T LEAVE ME
2. LIFE IS A GAME
3. SOLITARY MAN
4. SHE’S A LIAR
5. AGAINST THE GRAIN
6. REASON TO LIVE
7. WHO IS TO BLAME
8. SILENT CRY
9. NEVER TOO LATE
10. OPEN YOUR EYES

Line-up
Jan Trbusek – Vocals
Jiri Doelzel – Guitars, Keyboards
Lubos Ferbas – Bass
Petr Konecny – Drums

Guests:
Mario Percudani Guitars, Chorus
Dan Reed – Chorus
Josh Zighetti – Chorus
Giulio Garghentini – Chorus
Alessandro Moro – Sax
Edoardo Giovanelli – Arrangiamento archi

BLACK TIGER – Facebook

Firmo – Rehab

Rehab è un lavoro riuscito, assolutamente da non perdere per i fans del genere che ultimamente hanno potuto trovare nel nostro paese valide alternative ai grandi nomi del passato, consigliato.

Ancora un buon esempio di rock melodico firmato Street Symphonies/Burning Mind Music Group, etichette della grande famiglia Atomic Stuff che licenziano il primo album di Gianluca Firmo, tastierista, cantante e songwriter bresciano, già protagonista del progetto Room Experience.

Rehab è stato registrato negli Atomic Stuff Studio di Isorella, con la supervisione di Oscar Burato e vede il musicista nostrano accompagnato da una band e da una serie di ospiti di livello internazionale, tra cui spiccano il chitarrista Mattia “Noise Tedesco (Vasco Rossi, Gianluca Grignani, Candies For Breakfast), Davide Barbieri (Raintimes, Room Experience, Wheels Of Fire, Charming Grace) che ha aiutato il nostro per quanto concerne la prestazione vocale, Nicola Iazzi (Hardline, Candies For Breakfast) al basso e Daniele Valseriati (Tragodia) alla batteria.
Gli special guest vanno da Paul Laine (The Defiants, Danger Danger), a Mario Percudani (Hungryehart, Hardline), ed altri non meno importanti per un prodotto altamente professionale e dedicato a tutti gli amanti del rock melodico di classe.
Ovvio che in un album come Rehab troverete solo belle canzoni derivanti da un modo di fare musica rock che si perde negli anni ottanta e che continua ad arrivare a noi tramite il lavoro e la passione di label come quella nostrana: quindi lasciatevi catturare dalle melodie AOR di brani come Shadows And Light o Didn’t Wanna Care, o elettrizzare dall’hard rock d’annata dell’opener A Place Of Judgement Day o dalla title track.
I musicisti danno il loro importante contributo, il suono esce cristallino e Rehab risulta un lavoro riuscito, assolutamente da non perdere per i fans del genere che, ultimamente, hanno potuto trovare nel nostro paese valide alternative ai grandi nomi del passato.

Tracklist
01. A Place For Judgement Day
02. Heart Of Stone
03. Shadows And Lights
04. Maybe Forever
05. No Prisoners
06. Didn’t Wanna Care
07. Unbreakable
08. Don’t Dare To Call It Love
09. Cowboys Once, Cowboys Forever
10. Rehab
11. Until Forever Comes
12. Everything

Line-up
Gianluca Firmo: Lead & Backing Vocals, Keyboards
Davide “Dave Rox” Barbieri (Raintimes, Room Experience, Wheels Of Fire, Charming Grace): Backing Vocals
Mattia “Noise Maker” Tedesco (Vasco Rossi, Gianluca Grignani, Candies For Breakfast): Guitars
Nicola Iazzi (Hardline, Candies For Breakfast): Bass
Daniele Valseriati (Tragodia): Drums & Percussion

SPECIAL GUESTS:
Paul Laine (The Defiants, Danger Danger): Backing Vocals
Mario Percudani (Hungryehart, Hardline): Guitars
Stefano Zeni (Wheels Of Fire, Room Experience): Guitars
Carlo Poddighe: Guitars Pier Mazzini (Danger Zone): Keyboards
Andrea Cinelli: Piano
Alessandro Moro: Sax

FIRMO – Facebook

Captain Black Beard – Struck By Lightning

Dalla Svezia, terra di tradizione melodica e non solo estrema, giungono i Captain Black Beard, fin dal 2009 a dispensare grande rock melodico.

Dalla Svezia, terra di tradizione melodica e non solo estrema, giungono i Captain Black Beard, fin dal 2009 a dispensare grande rock melodico, con tre album all’attivo e collaborazioni illustri come Bruce Kulick (Kiss, Union) e Mats Karlsson sul secondo lavoro (Before Plastic).

Il quartetto, dopo essersi esibito con icone dell’hard rock (Joe Lynn Turner, Robin Beck e House Of Lords), è tornato in studio con la nuova cantante Liv Hansson e con l’aiuto del produttore Jona Tee, noto tastierista degli H.E.A.T., pubblica questo bellissimo quarto lavoro intitolato Struck By Lightning.
Hard rock di gran classe dunque, supportato dalla bellissima e a tratti grintosa voce della bionda vichinga al microfono, ed impreziosita dal gran lavoro dei tre musicisti, anima di questa ottima realtà melodica svedese: Robert Maid al basso, Christian Eck alla chitarra e Vinnie Stromberg alla batteria.
Una produzione scintillante ed un songwriting ispirato fanno il resto e Struck By Lightning può così esplodere nei vostri padiglioni auricolari, composto da dieci folgoranti tracce di hard rock nobilitato da melodie AOR d’alta scuola.
D’altronde su al nord il genere lo sanno suonare eccome, facendo proprie le ispirazioni che vengono da Gran Breatagna e Stati Uniti ed elaborandole come tradizione insegna.
Così fanno anche i Captain Black Beard in brani top come l’opener e primo video All The Pain, perfetto benvenuto nella nuova incarnazione della band con l’arrivo della Hansson.
L’album non conosce pause, la sei corde graffia così come la voce, le tastiere disegnano tappeti colorati di note melodiche sopra le righe alternando taglienti brani di rock duro come Pefect Little Clue, a momenti di rock in cui la classe si respira in ogni nota.
Gotta Go, Dead End Street e la title track incendiano lo spartito, la prova della vocalist rimane di altissimo livello, i cori aprono orizzonti melodici dove perdersi è un attimo e sio arriva alla fine con la voglia matta di ricominciare a sognare, tra grinta e melodia rock confezionata a dovere dai Captain Black Beard.
Album di alto livello, Struck By Llightning si posiziona molto in alto nelle preferenze tra i lavori di hard rock melodico usciti in questa prima metà dell’anno, e non così scontato trovare di meglio, fidatevi.

Tracklist
01.All The Pain
02.Perfect Little Clue
03.Believer
04.Picture Life
05.Gotta Go
06.Out Of Control
07.Dead End Street
08.Struck By Lightning
09.Nobody Like You
10.Straight Outta Hell

Line-up
Robert Maid – Bass
Christian Eck – Guitars
Vinnie Stromberg – Drums
Liv Hansson – Vocals

CAPTAIN BLACK BEARD – Facebook

Nergard – Memorial For A Wish

Se cinque anni fa non vi siete imbattuti in Andreas Nergård e la sua opera, questa riedizione vi permette di rimediare e fare la conoscenza di un ottimo album.

Memorial For A Wish uscì nel 2013 e fu ennesima metal opera in un periodo in cui album di questo genere spuntavano come funghi dopo le piogge di fine agosto.

Andreas Nergård, musicista e compositore norvegese, ha ripreso in mano l’opera riscrivendo e ri-registrando la maggior parte delle tracce, e tramite la Battlegod Productions ne licenzia questa nuova versione.
Memorial For A Wish racconta tramite un raffinato esempio di power metal progressivo ed altamente melodico del giovane Peter O’Donnel che, nella Dublino del 1890, viene ingiustamente condannato a vent’anni di prigione lasciando la moglie incinta che morirà di parto durante la prigionia.
Come in tutte le metal opere che si rispettino anche Nergard si circonda di ospiti, specialmente per quanto riguarda il canto, con una serie di singer di cui la metà fanno parte della crema del metal classico internazionale come Ralph Scheepers, Michele Luppi, Nils K. Rue dei Pagan’s Mind, Goran Edman, Mike Vescera e Tony Mills.
Power metal, sprazzi di hard rock melodico e progressive sono gli ingredienti per esaltare il sound di cui è composto Memorial For A Wish e le sue nove composizioni che, se non raggiungono le vette di opere più famose come quelle dei vari Avantasia, Ayreon, Trans Siberian Orchestra e Genius (ma potrei citarne all’infinito), non manca di momenti atmosfericamente intensi e drammatici, raccontati con un metal che, anche nei momenti più duri, non manca di un tocco raffinato valorizzato da bellissimi duetti tra gli assi dietro al microfono.
Ottimo il lavoro sui solos chitarristici, affidato a Helge Engelke dei Fair Warning e Stig Nergard dei Tellus Requiem, e di buona qualità il songwriting che lascia trasparire qualche ingenuità ma che tiene botta per quasi un’ora di melodie e graffianti momenti heavy.
Se cinque anni fa non vi siete imbattuti in Andreas Nergård e la sua opera, questa riedizione vi permette di rimediare e fare la conoscenza di un ottimo album.

Tracklist
CD 1: “Memorial for a Wish” 2018 version
1. Angels
2. The Haunted
3. Hell On Earth
4. Stay
5. A Question Of God
6. An Everlasting Dreamscape
7. Nightfall
8. Requiem
9. Inside Memories

CD 2: “Memorial for a Wish” 2013 version
1. Twenty Years In Hell
2. A Question Of God
3. Is This Our Last Goodbye
4. Hell On Earth
5. An Everlasting Dreamscape
6. Nightfall
7. Angels
8. Requiem

Line-up
Andreas Nergård – Composer, Drums, Bass, Keyboards
Age Sten Nilsen – Vocals
Ralf Scheepers – Vocals
Goran Edman – Vocals
Mike Vescera – Vocals
Nils K. Rue – Vocals
Michele Luppi – Vocals
Andi Kravljaca – Vocals
David Reece – Vocals
Tony Mills – Vocals
Ole Martin Moe Thornes – Vocals
Sunniva Unsgard – Vocals
Helge Engelke – Guitar Solos
Stig Nergard – Guitar Solos

NERGARD – Facebook

IN-SIDE – OUT-SIDE

OUT-SIDE è un lavoro che vorremmo non finisse mai più, un arcobaleno di note melodiche che lascia senza fiato e che si rivela imperdibile per i fans dell’aor, ai quali consiglio di lasciarsi rapire dall’opera di una band che ha talento da vendere.

Non capita spesso di questi tempi un lavoro italiano incentrato sull’ hard rock melodico di stampo ottantiano, forse perché il nostro paese non è l’America né la Scandinavia e neppure il Giappone, terre da sempre molto più ricettive per il genere.

L’Andromeda Relix imprime il suo marchio su questo bellissimo lavoro targato IN-SIDE, gruppo di Torino capitanato dal tastierista Saal Richmond e che vede dietro al microfono il singer Beppe Jago Careddu, vecchia conoscenza della nostra webzine (Madwork, Burning Rome) e cantante dalle mille risorse, che siano dark, estreme o, come in questo caso, melodiche.
La voce profonda e molto interpretativa del cantante (che a tratti ricorda un Brian Ferry in versione hard rock) accompagna sei brani più intro di una bellezza disarmante, pomposi, melodici, dal piglio statunitense e legati in modo indissolubile agli anni ottanta.
Mid tempo strutturati su tastiere che ci travolgono con cascate di note, mentre la chitarra ci strappa il cuore con solos eleganti, il tutto valorizzato da un talento per la melodia sorprendente, fanno di OUT-SIDE un gioiellino melodico imperdibile per i fans del genere, mentre si respira aria intrisa di profumi del litorale californiano in brani come The Signs Of Time o The Running Man.
Block 4 è un mid tempo di raffinato aor dal taglio ombroso, nel quale la voce raggiunge livelli interpretativi notevoli, così come in Break Down l’anima progressiva della band valorizza un brano bellissimo ed emozionante.
Lie To Me conclude un lavoro che vorremmo non finisse mai più, un arcobaleno di note melodiche che lascia senza fiato e che si rivela imperdibile per i fans dell’aor, ai quali consiglio di lasciarsi rapire dall’opera di una band che ha talento da vendere.

Tracklist
1.The Gate
2.The Signs OF Time
3.The Running Man
4.Block 4
5.I’m Not A Machine
6.Break Down
7.Lie To Me

Line-up
Jago – Vocals
Saal Richmond – Keyboards / Synthesizers / Programming / Vocals
Dave Grandieri – Keyboards / Synthesizers / Programming / Backing Vocals
Simone “Mono” Bertagnoli – Guitars
Abramo De Cillis – Guitars / Backing Vocals
PJ Philip – Bass / Backing Vocals
Marzio Francone – Sound Engineering / Drums

IN-SIDE – Facebook

Michael Kratz – Live Your Life

In tempi in cui il genere fatica ad uscire da una dimensione ristretta, (specialmente in Italia), un album come Live Your Life è tesoro per pochi, scrigno di melodie da custodire gelosamente nella propria discografia.

Il lato più elegante e raffinato del rock viene nobilitato da Michael Kratz, già batterista dei rockers danesi Kandis e di questi tempi sul mercato con un album a suo nome, nel quale l’artista collabora con un buon numero di musicisti della scena aor/west coast internazionale.

Licenziato dalla Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group in Europa e più avanti da AnderStein Music in Giappone, Live Your Life vede Kratz alle prese con una serie di brani dall’alto tasso qualitativo, debordanti di melodia ed ovviamente pregni di quelle atmosfere che faranno innamorare perdutamente gli amanti del rock melodico.
E di atmosfere e sfumature sognanti l’album è ricco, impreziosito dai tanti ospiti con cui il musicista ha collaborato, come Steve Lukather (Toto), Michael Landau, Dom Brown (Duran Duran), David Garfield, Christian Warburg (Paul Young) e Alessandro Del Vecchio (Revolution Saints, Hardline), tra gli altri, e valorizzato da arrangiamenti e produzione di assoluto livello internazionale.
Composto da dodici brani ricchi di melodie sopraffine, Live Your Life è un bellissimo e riuscito esempio di rock melodico che viaggia fuori dal tempo e dalle mode per arricchire anime di gustoso rock d’autore.
We All Live In This Nation e la title track aprono l’opera riassumendo perfettamente quello a cui l’ascoltatore andrà in contro, circondato da note che formano un lavoro che è già un classico, mentre Never Take Us Alive, le armonie acustiche di Paradise Lost e le atmosfere solari di Bye Bye confermano il l’alto livello di un songwriting che non accenna un passo falso.
In tempi in cui il genere fatica ad uscire da una dimensione ristretta, (specialmente in Italia), un album come Live Your Life è tesoro per pochi, scrigno di melodie da custodire gelosamente nella propria discografia.

Tracklist
01. We All Live In This Nation
02. Live Your Life
03. This Town Is Lost Without You
04. What Did I.. ?
05. Never Take Us Alive
06. Game Of Love (Over And Over)
07. Lying 08. Paradise Lost
09. Shade
10. Bye Bye
11. Dying Young
12. In Between

Line-up
Michael Kratz – Lead & Backing Vocals, Guitar, Drums
Kasper Viinberg – Drums, Bass, Guitars, Backing Vocals, Percussion, Accordion, Programming
Steve Lukather – Guitar solo
Michael Landau – Guitars
David Garfield – Keyboards, Hammond, Piano
Dom Brown – Guitars
Christian Warburg – Guitars
Alessandro Del Vecchio – Keyboards, Hammond
Mikkel Risum – Bass
Ole Kibsgaard – Backing Vocals
Ole Viinberg – Backing Vocals
Ida Lohmann – Backing Vocals
Emma Viinberg – Choir
Den Jyske Sangskole – Choir
Kenneth Bremer – Cowbell

MICHAEL KRATZ – Facebook

Iconic Eye – Into The Light

Manca forse il brano trainante, ma in generale Into The Light mantiene un songwriting di buon livello e degno di un ascolto interessato da parte del fans dell’hard rock melodico.

Si torna a parlare di AOR, il genere melodico per antonomasia della grande famiglia dell’hard rock e del metal.

Questa volta si vola nel regno Unito e precisamente a Wolverhampton, casa degli Iconic Eye, fondati dal chitarrista Greg Dean prima come progetto personale poi, col tempo, trasformatisi in band a tutti gli effetti.
Il primo album intitolato Hidden In Plain Sight, uscito due anni fa, vedeva all’opera due cantanti, Lee Small (Shy, Snowfall, Skyscraper) e Tim Dawkes, mentre dopo due anni la band britannica torna in pista con questo nuovo lavoro intitolato Into The Light che vede un cambio importante dietro al microfono, dove troviamo la cantante Jane Gillard a rendere ancora più melodica la proposta del gruppo di Greg Dean.
Into The Light è composto da undici brani di hard rock melodico, a tratti pomposo, in altri frangenti più diretti ma sempre legato al sound di scuola britannica nelle tracce dove le tastiere sono protagoniste, divenendo più americano quando la band decide di indurire il suono quel tanto che basta per tornare agli anni ottanta ed alla lezione impartita dei gruppi della West Coast.
La Gillard, in possesso di una voce perfetta per il genere, non fa certo rimpiangere i due bravi cantanti che l’hanno preceduta e l’album nella sua interezza si fa apprezzare.
Manca forse il brano trainante, quello che negli anni d’oro sarebbe stato l’hit da un milione di dollari (o in questo caso, di sterline) ma in generale Into The Light mantiene un songwriting di buon livello e degno di un ascolto interessato da parte del fans dell’hard rock melodico.

Tracklist
1.Am I the One
2.You Make It
3.Those Tears Won’t Last
4.Let It Rain Down
5.Black Country Lady
6.Better Place
7.Black Heart
8.All She Needed
9.Thanks for the Memories
10.Don’t Stop Me From Leaving
11.Never Get Through the Night

Line-up
Jane Gillard – Vocals
Greg Dean – Guitars, Keyboards
Robin Mitchard – Guitars
Michael Dagnall – Bass
Adrian Scattergood – Drums

ICONIC EYE – Facebook

Tony Mills – Streets Of Chance

Un ottimo album, intenso, raffinato ed elegantemente melodico, suonato e cantato da un nugolo di musicisti che fanno parte della crema del genere, e soprattutto composto da belle canzoni.

Cantante di livello assoluto e protagonista fin dal lontano 1983 nella scena hard & heavy internazionale Tony Mills torna con un nuovo lavoro, il quinto della sua carriera solista iniziata all’alba del nuovo millennio con l’album Cruiser.

Parlare della vita artistica di Tony Mills vuol dire ripercorrere almeno una trentina d’anni di hard rock di altissima qualità, prima con gli Shy, poi con i TNT e con altre realtà più o meno importanti della scena come China Blue e Serpentine.
Il suo nuovo album intitolato Streets Of Chance è stato prodotto e mixato da Pete Newdeck (Tainted Nation, Blood Red Saints, The Shock) e masterizzato da Harry Hess.
Ma il bello di questo splendido lavoro sono gli ospiti che sono stai invitati e si sono seduti alla tavola rotonda di questo vecchio cavaliere britannico dell’ hard rock, formando una line up che, nel genere. è difficilmente eguagliabile.
Al microfono, insieme a Tony, troviamo Pete Newdeck (Tainted Nation, Blood Red Saints, The Shock), anche dietro ai tamburi, mentre a dispensare note melodiche prodotte da magiche sei corde si alternano chitarristi del calibro di Joel Hoekstra (Whitesnake, Night Ranger), Tommy Denander (Radioactive, Alice Cooper, Paul Stanley), Robby Boebel (Frontline, Evidence One, State of Rock), Neil Frazer (Rage of Angels, Ten), Tommy Denander, Robby Boebel e Pete Fry (FarCry).
La lista dei bassisti si ferma a Toine Vanderlinden (Martyr, Rebelstar Rock) e Linda Mills (Dolls of Disaster) e quella dei tastieristi a Eric Ragno (The Babys, Joe Lynne Turner, China Blue),Tommy Denander and Robby Boebel.
Con una line up del genere mancava solo un songwriting degno di questo ritrovo di talenti e gli amanti del rock melodico sono stati accontentati, con un lotto di brani davvero belli che mettono in risalto la splendida voce di Mills, a suo agio tra brani raffinati ed altri più graffianti, mentre gli strumenti valorizzano il talento del leone britannico senza risultare invadenti.
Ma d’altronde si parla di hard rock melodico, da sempre ricco di emozioni e su Streets Of Chance i brividi non si fanno attendere già dall’opener Scars, mentre la seguente When The Lights Go Down accende le luci intense di un’arena rock in balia di splendidi chorus direttamente dagli anni ottanta.
Legacy accentua le ritmiche mentre il refrain ci conquista al primo passaggio e l’album continua a dispensare grande musica mentre i toni si attenuano con Battleground e Dream On.
C’è ancora tempo per tornare su livelli altissimi con le ultime due tracce (Storm Warning, Seventh Wonder), fulgidi esempi di hard rock grintoso ma elegante e raffinato, con un Mills sugli scudi malgrado il tempo che avanza inesorabile.
Un ottimo album, intenso, raffinato ed elegantemente melodico, suonato e cantato da un nugolo di musicisti che fanno parte della crema del genere, e soprattutto composto da belle canzoni.

Tracklist
1. Scars
2. When The Lights Go Down
3. Legacy
4. Battleground
5. Dream On
6. Weighing Me Down
7. When We Were Young
8. The Art Of Letting Go
9. Storm Warning
10. Seventh Wonder

Line-up
Tony Mills – Vocals

Pete Newdeck – Vocals, Drums
Joel Hoekstra – Lead Guitars
Tommy Denander – Lead Guitars, Rhythm Guitars, Keyboards
Robby Boebel – Lead Guitars, Rhythm Guitars, Keyboards
Neil Frazer – Lead Guitars
Pete Fry – Rhythm Guitars
Toine Vanderlinden – Bass
Linda Mills – Bass
Eric Ragno – Keyboards

TONY MILLS – Facebook

Airbound – Airbound

Airbound non delude le attese e ci regala un lotto di brani frizzanti e vivaci, splendidamente melodici e legati alla tradizione, ma con uno spirito moderno che lo accompagna tra le impervie vie del nuovo millennio musicale.

Nel nostro paese si suona dell’ottimo hard rock melodico, ne abbiamo avuto la conferma quest’anno con una serie di uscite che sono risultate delle vere gemme per gli appassionati del genere, due fra tutte i bellissimi lavori omonimi degli Shining Line (ristampato dalla Street Symphonies Records) e dei Viana, uscito anch’esso per la label nostrana.

Una nuova etichetta (Art Of Melody Music) è  stata fondata dai ragazzi dell’Atomic Stuff proprio per dare spazio ai suoni AOR e il primo lavoro che riempirà di calde note melodiche l’autunno dei melodic rockers in giro per Europa e Giappone (dove uscirà via AnderStein Music) è il debutto omonimo degli Airbound.
Prodotto dal gruppo con l’aiuto di Oscar Burato, responsabile di mixaggio e masterizzazione, Airbound risulta un ottimo ritorno tra le braccia dell’hard rock melodico di ispirazione statunitense, tra chitarre graffianti, aperture melodiche da arena rock e letali e pompose tastiere che impreziosiscono ed accompagnano la straordinaria voce del singer Tomàs Borgogna, in passato al microfono dei Borgogna Band con un album licenziato per Steelheart Records.
Per questo debutto il gruppo non si è fatto mancare niente e a valorizzare questa raccolta troviamo una manciata di ospiti, tutti musicisti della scena melodica come Sven Larsson (Street Talk, Raintimes, Room Experience), Davide “Dave Rox” Barbieri (Wheels Of Fire, Raintimes, Charming Grace, Room Experience), Mario Percudani (Hungryheart, Shining Line, Ted Poley, Axe) e Josh Zighetti (Hungryheart, Charming Grace).
L’album non delude le attese e ci regala un lotto di brani frizzanti e vivaci, splendidamente melodici e legati alla tradizione, ma con uno spirito moderno che lo accompagna tra le impervie vie del nuovo millennio musicale, pieno di contraddizioni e sconvolto da un’urgenza legata alle migliaia di uscite che investono il mercato nell’era del web.
Allora non rimane che sedersi, chiudere gli occhi e provare a sognare tra le note dell’opener Have A Good Time, dell’emozionante Till The End, dell’iper melodica Don’t Fade Away e dell’atmosferica Runaway.
La parola fine a questo piccolo gioiellino la mette Seven Seas, ballata che fa battere il cuore e che ci riporta all’inizio dell’album: impossibile non premere nuovamente il tasto play per tornare a godere di questo bellissimo debutto.

Tracklist
01. Have A Good Time
02. The Sun Tomorrow
03. Till The End
04. You Live & You Learn
05. Don’t Fade Away
06. Zhaneta
07. Runaway
08. Wasted World
09. She’s A Girl
10. Seven Seas
11. Till The End (Cinematic Version – Japanese Bonus Track)

Line-up
Tomás Borgogna – Vocals & Backing Vocals
Lorenzo Foddai – Guitars & Backing Vocals
Angelo Sasso – Bass & Backing Vocals
Alessandro Broggi – Keyboards & Backing Vocals
Riccardo Zappa – Drums & Percussions

AIRBOUND – Facebook

, pieno di contradizioni e sconvolto da un’urgenza legata dalle migliaia di uscite che investono il mercato nell’era del web.

Freight Train – I

Il disco parte bene e finisce meglio, e la durata relativamente breve gioca a favore del gruppo che raccoglie il meglio di quanto composto in questi due anni

Si torna a parlare di hard rock melodico sulle pagine virtuali di MetalEyes con il debutto, tramite Rockshots Records, dei Freight Train, giovanissimo sestetto di Rimini.

Attivi da appena un paio d’anni avevano raggiunto molti appassionati con il primo videoclip, Any Way You Want It, cover del bellissimo brano dei Journey, incluso anche in I, lavoro che risulta la vera partenza per il gruppo nostrano.
Poco più di mezzora basta ai Freight Train per provare a conquistare fans dell’aor, grazie ad un buon talento compositivo in un genere in cui tecnica ed impatto vengono messi in ombra dall’importantissima forma canzone.
Il disco parte bene e finisce meglio, e la durata relativamente breve gioca a favore del gruppo che raccoglie il meglio di quanto composto in questi due anni, regalando ricami tastieristici supportati da chitarre che graffiano, prima di concedere solos di grande efficacia.
La materia è stata studiata e resa alla perfezione dai Freight Train che pescano dal cilindro almeno un trio di perle: You Won’t Fall, la splendida Another Chance e Reach For The Sky.
Influenze che a mio parere non si fermano solo all’America dei Journey, ma attraversano l’ Atlantico per giungere nel regno unito fino ed incontrare i Ten e proseguire per il nord Europa, ultima frontiera dell’hard rock melodico (dagli Europe cotonati degli anni ottanta, ai più giovani ma imperdibili Brother Firetribe).
Buona la prima, si dice in questi casi, album consigliato a chi cerca disperatamente nomi nuovi per continuare a sognare sulle ali dell’aor.

Tracklist
1. The Beginning
2. You Won’t Fall
3. Into the Fire
4. Another Chance
5. Here I Am
6. Somewhere, Someday
7. The Prelude
8. Reach for the Stars
9. Any Way You Want It
10. Into the Fire (Acoustic Version)

Line-up
Ivan Mantovani – Voce
Enrico Testi – Chitarra, Cori
Andrea Cappelletti – Chitarra
Anton Bagdatyev – Tastiere, Cori
Lorenzo Pucci – Basso, Cori
Mattia Simoncini – Batteria

FREIGHT TRAIN – Facebook

Coastland Ride – Distance

Distance torna dopo sei anni a riempire di solare e arioso AOR i padiglioni auricolari dei rockers dal cuore tenero, con una raccolta di brani molto belli nei quali l’ispirazione ottantiana e da arena rock è accompagnata da sfumature di rock americano.

I paesi scandinavi e l’hard rock melodico: un sodalizio che è tradizione ancora prima che le creature oscure del metal estremo cominciarono a traviare anime sul finire degli anni ottanta.

Se poi parliamo in particolare di Svezia, il genere è nobilitato da moltissimi anni con più di una band che ha trovato il successo commerciale soprattutto nel secolo scorso.
Il trio con il monicker  Coastland Ride, per esempio, è attivo da vent’anni in quel di Sundsvall, da dove Markus Nordenberg, Anders Rybank e Mikael Bohlin sono partiti, prima come progetto in studio per approdare come sestetto dal vivo sbancando il Rock Weekend AOR tenutosi a Stoccolma.
Il terzo full length esce sempre per l’etichetta tedesca Avenue Of Allies, che ha ristampato il primo album omonimo nel 2011, mentre nello stesso anno il gruppo licenziava On Top Of The World.
Distance torna quindi dopo sei anni a riempire di solare e arioso AOR i padiglioni auricolari dei rockers dal cuore tenero, con una raccolta di brani molto belli nei quali l’ispirazione ottantiana e da arena rock è accompagnata da sfumature di rock americano.
La prima impressione che lascia questo lavoro è l’ottima prova di Nordenberg, un cantante che ricorda a tratti il miglior Catley, mentre la musica ci conduce su nuvole che lasciano cadere le note come gocce di pioggia sulle strade americane, per un amore a prima vista tra l’AOR di scuola scandinava e l’hard rock suonato a casa Bon Jovi.
Molta importanza viene data ai tasti d’avorio, fondamenta di un sound che non lascia dubbi sulle sue influenze, costantemente in bilico tra i due generi con cui i tre musicisti svedesi giocano senza mai perdere la bussola.
L’opener e primo singolo Winds, hard rock melodico di gran classe, la successiva Saviour e la splendida Dead For Seven Days, il passo nel pomp rock di Nation Of Grace, il raffinato rock semiacustico di Hardcoded Life, sono i momenti più intensi di questo ottimo lavoro consigliato agli amanti del rock melodico.

TRACKLIST
01. Winds
02. Saviour
03. Love Is On Your Mind
04. Dead For Seven Days
05. Here In My Heart
06. Eye Of The Storm
07. Nation Of Grace
08. Spotlight Sun
09. Higher Ground
10. Princess Little Wonderland
11. Hardcoded Life
12. Reasons To Try

LINE-UP
Markus Nordenberg – Lead & background vocals, keyboards
Anders Rybank – Keyboards, guitars, bass, drums & programming, background vocals
Mikael Bohlin – Guitars, keyboards & programming

COASTLAND RIDE – Facebook

Viana – Viana

Viana è un album da custodire gelosamente, uno scrigno che racchiude l’essenza dell’hard rock melodico.

Lo scorso anno la mia passione per l’hard rock melodico aveva trovato il suo sfogo nel bellissimo album omonimo degli Shining Line: un album che risplendeva di quelle melodie figlie degli anni ottanta e di quel modo di suonare rock che, tra tutti i generi di cui si occupa una webzine rock/metal è di solito il meno curato, specialmente se non si è una realtà dedicata.

Il 2017 non è ancora arrivato alla metà che la Street Symphonies ci regala un altro gioiello melodico, un album che è pura eleganza hard rock tra giochi di tastiere e chorus da arena rock, chitarre finemente metalliche e tanto talento.
Stefano Viana è un chitarrista nostrano, appassionato di hard rock ed heavy metal classico e con un amore smisurato per Randy Rhodes, il che lo porta a dedicarsi anche al lavoro in studio.
L’incontro con Alessandro Del Vecchio, guru del genere nel nostro paese e non solo, lo spinge a comporre il suo primo album solista nel 2009, aiutato da una manciata di musicisti della scena; motivi personali fermano purtroppo il musicista che può riprendere i lavori solo lo scorso anno, così che Viana può finalmente vedere la luce.
Sempre con l’aiuto di Del Vecchio in veste di cantante e co-produttore, Francesco Marras alla chitarra, Anna Portalupi al basso, Alessandro Mori alla batteria, Gabriele Gozzi alle backing vocals e Pasquale India alle tastiere, il chitarrista corona dunque il sogno di pubblicare il disco autontitolato, sicuramente sofferto, ma bellissimo esempio di AOR composto da un lotto di brani che, in altri tempi, sarebbero volati nelle classifiche di settore o cantati dal pubblico nelle serate live, in arene luccicanti di quel rock che fa ancora rabbrividire di emozioni.
Un confetto questo album, ricco di solos luccicanti, di una performance di Del Vecchio da brividi, di chitarre che nelle ritmiche non si fanno pregare e graffiano da par loro, e di sontuose tastiere che aprono arcobaleni su cui passeggiare ascoltando una serie di melodie vincenti: si parte dall’opener Straight Between Our Hearts, passando per Feel Your Love Tonight, l’aggressiva Night Of Fire dai rimandi dell’epoca americana di un Coverdale ringiovanito dalla cura losangelina, fino alle bellissima Living in A Lie e dai ritmi Open Road.
Viana è un album da custodire gelosamente, uno scrigno che racchiude l’essenza dell’hard rock melodico, fatelo vostro e scioglietevi.

TRACKLIST
1. Straight Between Our Hearts
2. Bad Signs
3. Feel Your Love Tonight
4. Night Of Fire
5. Follow The Dawn
6. A New Love
7. Living A Lie
8. Just To Sing
9. Open Road
10. That Place Is You

LINE-UP
Stefano Viana – Guitars
Alessandro Del Vecchio – Vocals
Francesco Marras – Guitars
Anna Portalupi – Bass
Alessandro Mori – Drums
Gabriele Gozzi – B. Vocals
Pasquale India – Keyboards

VIANA – Facebook

Endfield – Right To The Top

Non aspettatevi grossi richiami ai gruppi storici dell’AOR, il rock degli Endfield richiama soprattutto band ed artisti del modo patinato del rock radiofonico, me nel suo insieme risulta un ascolto piacevole.

Tornano sul mercato i melodic rockers tedeschi Endfield, band attiva dal 2001 come cover band e formata da musicisti non più di primo pelo.

Il nuovo album Right To The Top è un buon lavoro di AOR che graffia quando necessario, devoto agli anni ottanta ma godibile anche nel nuovo millennio.
Il quintetto è avaro di informazioni sul proprio conto ma non di melodie, il sound proposto svaria tra molte delle fasi dell’hard rock, specialmente degli anni ottanta, l’interpretazione a tratti sanguigna e sentita del singer conferisce un’anima malinconica ai brani senza sacrificare nulla in quanto a grinta quando il sound richiede alle chitarre passaggi leggermente metalliche, accompagnate dall’ hammond che avvolge la musica del combo di un impercettibile velo ancor più retrò.
Right To The Top è aperto da Girl In Flames, grintoso hard rock che ci dà il benvenuto in questo volo con gli Endfield, da qui in poi si veleggia tra melodie che non lasciano tregua, passando dal rock d’autore a ballad d’atmosfera, classiche ed eleganti, valorizzate dalla bellissima voce di Brookman.
Angel ci spedisce a cercare fazzoletti dimenticati nel cassetto, mentre Pokerface è un hard funky notturno, settantiano, musica per chi è in caccia tra un locale e l’altro, predatore in una metropoli avvolta nel buio della notte.
Non aspettatevi grossi richiami ai gruppi storici dell’AOR, il rock degli Endfield richiama soprattutto band ed artisti del modo patinato del rock radiofonico, me nel suo insieme risulta un ascolto piacevole.

TRACKLIST
1.Girl in Flames
2.Good Timing
3.Next Mistake
4.Not Alone
5.Right to the Top
6.Masterpiece of Silence
7.Angel
8.So Long
9.The Game featuring Breezy
10.Pokerface

LINE-UP
Glyn Brookman – vocals
Sven Hanke – guitars
Stefan Pfaffinger – bass
Carsten Enghardt – drums
Christof von Haniel – keyboards

ENDFIELD – Facebook

Daniel Gazzoli Project – Night Hunter

Un album riuscito ed interessante, proprio per l’enorme varietà di atmosfere ed influenze che, sotto le bandiere del classic metal e dell’hard rock, vivono in questi nove ottimi brani.

Classic metal d’alta scuola quello che ci presenta la nostrana Street Symphonies Records con il progetto del chitarrista e compositore Daniel Gazzoli il quale, aiutato da una manciata di musicisti della scena hard rock melodica dello stivale, ci consegna un piccolo gioiellino hard’n’heavy ottantiano, che alterna grinta metallica alla raffinata tradizione aor.

A collaborare con Gazzoli troviamo Leonardo F. Guillan, singer preparato e collaboratore in sede live con i Soul Seller, Luke Ferraresi batterista dei Perfect View ed il tastierista Luca Zannoni, con il chitarrista che si occupa anche del basso e dei synth.
Pronti via e con Night Hunter si sale sulla macchina del tempo, si torna al metal patinato delle grandi band hard rock del passato: il sound di ispirazione americana alterna classici anthem da arena rock ad effervescenti brani dove il blues sporca di attitudine il rock melodico del gruppo, con più di un passo nel metal tutta grinta e melodie che faceva capolino nelle classifiche rock nei lontani anni ’80.
Prodotto, cantato e suonato molto bene, Night Hunter è un prodotto molto professionale sotto ogni punto di vista, ma quello che più è importante è la musica e allora, cari miei rockers, tuffatevi tranquillamente in questo mare di note che risultano un tributo all’hard & heavy melodico, composto da una serie di tracce ispirate che vanno dal classic metal della title track e di Forged By The Pain, all’hard blues di Self Destruction Blues, dall’aor della splendida Liar, al rock da arena dell’altrettanto melodicissima Heartblame, fino alla ballatona Prayer For An Angel e al ritorno al metal tagliente della rabbiosa The Beast Of My Heart.
Un album riuscito ed interessante, proprio per l’enorme varietà di atmosfere ed influenze che, sotto le bandiere del classic metal e dell’hard rock, vivono in questi nove ottimi brani.

TRACKLIST
1. Night Hunter
2. Forged By The Pain
3. Liar
4. Self Destruction Blues
5. Heartblame
6. Run
7. Prayer For An Angel
8. Dont Leave Me Alone
9. The Beat Of My Heart

LINE-UP
Daniel Gazzoli – Guitar, Bass, Synth and Backing Vocals
Leonardo F. Guillan – Lead and Backing Vocals
Luke Ferraresi – Drums
Luca Zannoni – Keyboards

DANIELE GAZZOLI PROJECT – Facebook