Charun – Mundus Cereris

Come da consuetudine consolidata, le offerte della Third i Rex sono sinonimo di sonorità profonde e sempre scostate di qualche grado, rispetto al baricentro del genere di volta in volta proposto dalle band di turno.

Da una sempre musicalmente fertile Sardegna tornano i Charun, a due anni di distanza dal precedente album Stige: Mundus Cereris è dedicato all’immaginario religioso etrusco, argomento che ben si sposa con il post metal messo in scena dalla band isolana il cui monicker, peraltro, corrisponde proprio a quello della divinità equivalente al Caronte della mitologia greca.
Ancora una volta, così come accadutomi qualche giorno fa parlando dell’opera dei russi Trna, vengo piacevolmente costretto a rivedere il mio pensiero rispetto agli album interamente strumentali, visto che anche i Charun (ma questa non è affatto una sorpresa) riescono a comunicare con la necessaria perizia e l’imprescindibile intensità la loro visione di una spiritualità persa nel tempo e troppo spesso dimenticata a scapito della fagocitante epopea dell’antica Roma.
Il sound di Mundus Cereris si muove per lo più lento e sinuoso, talvolta segnato da un riff più deciso ma sempre compresso all’interno di un incedere per lo più sognante, pervaso spesso anche da tratti oscuri ed inquieti.
La mancanza delle liriche viene brillantemente superata mantenendo una coerenza stilistica che si sposa adeguatamente alla divinità di turno chiamata in causa: così, per esempio, se Laran (dio della guerra) è una traccia più movimentata e ritmata, la successiva Nethuns (il dio dell acque) si snoda appunto liquida esibendo caratteristiche prevalentemente di matrice ambient.
In generale, però, le tracce, che si assestano su una durata media tra i sette e gli otto minuti, mostrano sonorità rarefatte che via via si increspano prima di ritornare ad un più placido scorrere: fa eccezione in parte la splendida Vanth (divinità femminile messaggera di morte) che si sviluppa naturalmente in maniera più cupa e ritmata, andando a lambire territori sludge.
Pur restando dedicata ad un pubblico selezionato, quella dei Charun è musica di spessore superiore alla media: la band sarda riesce a sovvertire le difficoltà insite nella proposta, coinvolgendo l’ascoltatore dalla prima all’ultima nota e trasportandolo per oltre tre quarti d’ora in questo pantheon affascinante e colpevolmente dimenticato.

Tracklist:
1.Malacoda
2.Mae
3.Laran
4.Nethuns
5.Menvra
6.Vanth

Line-up:
Nicola Olla – guitar
Valerio Marras – guitar
Simone Lo Nardo – bass
Daniele Moi – drums

CHARUN – Facebook

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • Múm Finally We Are No One
    by Gabriella Capraro on 11 Settembre 2025 at 17:46

    Múm Finally We Are No One, pubblicato dalla FatCat Records nel 2002, è un emblematico esempio di come la trasformazione, alle volte, rappresenta una dolce e rivoluzionaria evoluzione.

  • Zatokrev Bring mirrors to the surface
    by Massimo Argo on 11 Settembre 2025 at 14:29

    Dopo dieci anni da “Silk Spiders Underwater…” tornano gli svizzeri Zatokrev con un disco che pulsa fortissimo, un piccolo capolavoro di post metal e post hardcore

  • Garrett Sparrow – RAMBO
    by Leonardo Pulcini on 9 Settembre 2025 at 15:23

    Garrett Sparrow, Sfogliare “RAMBO” è come aprire il quaderno di un liceale: scarabocchi, pensieri confusi e sentimenti a cui dare un nome. Ma a scuola conclusa, sarebbe un peccato buttarlo.

  • The Saint & la Bestemmia present: Adventure with the Saint Episode n°54
    by Il Santo on 8 Settembre 2025 at 16:22

    Oggi ascoltiamo: Johnny Brunette Trio, Bad Brains, Von Masoch, The Sons of Hercules, Nations on Fire, The Cannibals, The Flowers, The Crawdaddys, Thee Hypnotics, Man or Astro-Man, No Trend, The Bad Beats, Das Klown, The Sore Losers, Dee Rangers, Witchdoctors

  • Hüsker Dü, in arrivo un box set dal vivo
    by Reverend Shit-Man on 6 Settembre 2025 at 20:30

    Continua l’opera meritoria della Numero Group, label specializzata in ristampe e restaurazioni tra gli archivi di band fondamentali del post–hardcore americano degli anni Novanta (Karate, Unwound, Codeine e altre) e in generale di altre formazioni indie rock, con l’obiettivo di ridare vita e pubblicare chicche inedite e altre registazioni perdute o dimenticate, o mai pubblicate.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »