Code – Augur Nox

Il ritorno al full-length dei britannici Code, dopo quattro anni, ci mostra un approccio decisamente interessante al metal di stampo avanguardistico.

Curiosamente, la Agonia Records ha pubblicato quasi in contemporanea questo lavoro e l’ultima fatica degli Ephel Duath benché entrambi, sempre secondo un metodo di catalogazione piuttosto sommario, possano essere inseriti nel filone stilistico sopra accennato.
Le differenze tra questi due album sono però sostanziali, dimostrando quanto sia ampio il margine di manovra, e l’unico tratto comune individuabile senza troppa fatica è un suono in costante progressione e contraddistinto da un esecuzione strumentale di prim’ordine; ma, mentre la creatura di Davide Tiso preferisce indulgere in un mood soffocante , relegando a sporadiche apparizioni l’aspetto melodico, il combo inglese guidato da Aort, unico superstite della precedente line-up nonché bassista degli ottimi Indesinence, mostra un songwriting relativamente più fruibile nonostante sia evidente che un disco come Augur Nox debba essere ascoltato e riascoltato prima di poterne cogliere le diverse sfumature.
Se è innegabile che le atmosfere opethiane si manifestano più di una volta in maniera piuttosto evidente, è altresì vero che i ritmi impressi dai Code sono spesso decisamente elevati e riservano i rari momenti di riflessione confinati ai brevi strumentali inseriti nei punti strategici della track-list: questo conferisce al sound quella dinamicità che spesso riesce a compensare la frammentarietà insita in un genere come questo.
Se a tutto ciò aggiungiamo una prestazione vocale di grande versatilità ed efficacia da parte di Wacian, capace di spaziare dal growl a passaggi dalla spiccata eleganza , non si può che approvare senza particolari riserve l’operato della band londinese.
Augur Nox è un disco che, pur nella sua complessità, potrebbe trovare estimatori dalle ampie vedute provenienti da qualsiasi schieramento, metallico e non; brani come Ecdysis, autentico labirinto compositivo capace di disorientare lo stesso Minotauro, The Shrike Screw, dai vaghi sentori anathemiani, almeno nella parte iniziale, o la conclusiva White Triptych, avvicinabile alle atmosfere dei connazionali A Forest Of Stars, sono gli episodi migliori assieme alla splendida The Lazarus Chord, vero manifesto musicale di una band sicuramente non per tutti, ma ugualmente accattivante per chi abbia voglia e tempo di approfondirne la conoscenza.

Tracklist:
1. Black Rumination
2. Becoming Host
3. Ecdysis
4. Glimlight Tourist
5. Dx.
6. Garden Chancery
7. The Lazarus Chord
8. The Shrike Screw
9. Rx.
10. Trace Of God
11. Harmonies In Cloud
12. White Triptych

Line-up :
Wacian (Voce)
Aort (Chitarre)
Andras (Chitarre)
Syhr (Basso)
Lordt (Batteria)

CODE – Facebook

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • Garrett Sparrow – RAMBO
    by Leonardo Pulcini on 9 Settembre 2025 at 15:23

    Garrett Sparrow, Sfogliare “RAMBO” è come aprire il quaderno di un liceale: scarabocchi, pensieri confusi e sentimenti a cui dare un nome. Ma a scuola conclusa, sarebbe un peccato buttarlo.

  • The Saint & la Bestemmia present: Adventure with the Saint Episode n°54
    by Il Santo on 8 Settembre 2025 at 16:22

    Oggi ascoltiamo: Johnny Brunette Trio, Bad Brains, Von Masoch, The Sons of Hercules, Nations on Fire, The Cannibals, The Flowers, The Crawdaddys, Thee Hypnotics, Man or Astro-Man, No Trend, The Bad Beats, Das Klown, The Sore Losers, Dee Rangers, Witchdoctors

  • Hüsker Dü, in arrivo un box set dal vivo
    by Reverend Shit-Man on 6 Settembre 2025 at 20:30

    Continua l’opera meritoria della Numero Group, label specializzata in ristampe e restaurazioni tra gli archivi di band fondamentali del post–hardcore americano degli anni Novanta (Karate, Unwound, Codeine e altre) e in generale di altre formazioni indie rock, con l’obiettivo di ridare vita e pubblicare chicche inedite e altre registazioni perdute o dimenticate, o mai pubblicate.

  • Rebirth – Nastyville … Il rock è una fenice!
    by Claudio Frandina on 5 Settembre 2025 at 17:44

    Correte subito ad ascoltare il singolo di spinta “Rockin' Through The Night”, pezzo che miscela il sound più nuovo con basi classiche del rock, e seguite i ragazzi sui social per rimanere aggiornati.....

  • Malvos – In the mood
    by Massimo Argo on 5 Settembre 2025 at 9:37

    Per anni ci siamo e ci hanno detto che da grandi ( meglio, da vecchi) ci saremmo scordati i Ramones, i Misfits e il punk rock, e invece siamo ancora qui ad ascoltare bellissimi dischi come questo.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »