Comatose Vigil A.K. – Evangelium Nihil

Evangelium Nihil è esattamente ciò che speravamo ci venisse nuovamente regalato prima o poi dai Comatose Vigil, indipendentemente dalla loro configurazione: questo è il funeral doom, strumento d’elezione per il raggiungimento della catarsi attraverso l’evocazione quasi fisica di un dolore che sembra impossibile poter circoscrivere.

Si vociferava da tempo di uh possibile ritorno dei Comatose Vigil, i maestri del funeral doom russo dei quali si aspettava un seguito al capolavoro Fuimus, Non Sumus…, risalente al 2011.

In effettim nel 2014 c’era stata una reunion che aveva portato la band ad esibirsi in qualche data dal vivo ma lo scioglimento , apparentemente definitivo, era stato annunciato inesorabile dopo qualche tempo.
Anche senza conoscere a fondo le dinamiche all’interno della band il motivo di tutto questo lo si è intuito allorché sono letteralmente, iniziati a volare gli stracci sui social tra Alexander “ViG’iLL” Orlov e Andrey “A.K. iEzor” Karpukhin; nulla di inedito in ambito musicale, fondamentalmente, e anche se la torta da spartire è molto più esigua il doom non è certo esente da questi eventi: certo è che ritrovarci ora con due entità aventi lo stesso nome, la prima appannaggio di Orlov e la seconda, con il suffisso A.K. , di Karpukhin, in tale ambito fa pur sempre uno strano effetto.
Ma tant’è, noi che amiamo questo tip di musica e quindi una band come quella moscovita, non possiamo che esultare di fronte a questo nuovo Evangelium Nihil, album d’esordio dei Comatose Vigil con l’estensione A.K., che vedono il vocalist avvalersi dell’aiuto del talentuoso musicista georgiano David Unsaved dei magnifici Ennui, il quale si occupa magistralmente di tutta la strumentazione esclusa la batteria, affidata allo statunitense John Devos degli emergenti Mesmur.
Va detto subito che il sound offerto non tradisce in alcun modo lo spirito originario del monicker: il sound si muove drammatico e maestoso, incentrato su un tappeto di tastiere sul quale si abbatte una ritmica bradicardica e il growl impietoso di A.K. iEzor.
C’è quindi una spiccata continuità rispetto a quanto avvenne con Fuimus, non Sumus…, anche se quell’opera era forse ancor più minimale e meno avvolgente: per quasi un’ora e un quarto i quattro lunghi brani si rovesciano sulla psiche dell’ascoltatore, costringendolo in una vischiosa bolla all’interno del quale la vacuità dell’esistenza è dipinta in maniera così ipnotica e diluita da rendere impossibile qualsiasi reazione, allorché la realtà si manifesta in tutto il suo orrore dinanzi agli occhi
Evangelium Nihil si snoda ossessivo, senza lasciare tregua pur trascinandosi penosamente per oltre tre quarti d’ora di funeral sublime, prima di infliggere il colpo definitivo con i meravigliosi venti minuti finali di The Day Heaven Fell, vera e propria quintessenza del genere nella sua veste più atmosferica.
Se qualcuno si dovesse lamentare dell’eccessiva uniformità stilistica è bene invitarlo a dedicarsi a generi a lui più consoni: qui il passo è esattamente lo stesso dal primo al settanduesimo minuto e quando arriva l’unico elemento di discontinuità, sotto forma di una sorta di interferenza radio piazzata a metà della title track, si rivela fondamentalmente solo un elemento di disturbo.
Evangelium Nihil è esattamente ciò che speravamo ci venisse nuovamente regalato prima o poi dai Comatose Vigil, indipendentemente dalla loro configurazione: questo è il funeral doom, strumento d’elezione per il raggiungimento della catarsi attraverso l’evocazione quasi fisica di un dolore che sembra impossibile poter circoscrivere.

Tracklist:
1. Evangelium Nihil
2. Comatose Vigil
3. Deus Sterilis
4. The Day Heaven Fell

Line-up:
David Unsaved – Bass, Keyboards, Guitars
John Devos – Drums
A.K. iEzor – Vocals

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